Autore: Francescca Civiletti
E’ nata
nel 1976 a Milano, ma il suo cuore è ancora a Dublino dove ha vissuto per un
anno nel 2004 e iniziato la stesura de “Il corvo e lo scorpione”. E’ copywriter
freelance, e “Il corvo e lo scorpione” è il suo primo romanzo.
Casa Editrice: Rogiosi
Pagine: 384
Prezzo: € 14,00
Trama: Quale
destino attende la giovane Rowan, unica superstite dell’incendio di Ynys Mon da
parte delle Legioni di Nerone? Incontri sorprendenti, rivelazioni inaspettate e
una difficile missione da compiere: impedire che l’Uroboro, un antico
manoscritto di inestimabile valore, cada nelle grinfie dell’ordine nero di
Roma. Gli Scorpioni Neri. Significherebbe immenso potere per una setta votata
al male che, da tempo immemorabile ha l’obiettivo di rompere il Patto di
Equilibrio tra il Bene e il Male, sulla Terra e nell’Aldilà. Nella sua lotta
contro il tempo e terribili forze oscure, dalla Britannia alla verde Erin,
dalla Gallia al cuore dell’Impero, Rowan potrà contare sulla sua sapienza
druidica e la sua abilità di guerriera; ma anche sulla solidità di un veterano
della Ventesima Valeria Victrix, la furbizia di un pirata dal sangue nobile,
gli occhi vigili di un misterioso Guardiano, e una buona dose di coraggio.
Saranno sufficienti per riuscire nell’impresa?
STILE: 9
STORIA: 9
COPERTINA: 8
Recensione
Quando
mi sono ritrovata tra le mani una copia del libro “Il corvo e lo scorpione” di
Francesca Civiletti, ho pensato che avrei fatto fatica a leggerlo perché il
genere fantasy non è ciò che amo di più. Tuttavia fin dalle prime pagine ho
capito che questo romanzo è diverso dal fantasy che conosco. Man mano che la
storia si delinea, appare chiaro che c’è
tanto amore e tanta poesia nella costruzione dei periodi, nelle descrizioni,
nelle presentazioni dei personaggi. Si percepisce la presenza, tra le righe,
dell’anima della scrittrice che permea tutto il libro perché chi scrive mette
sempre tutto se stesso nelle sue creazioni. Per essere un’opera prima è davvero
un romanzo coinvolgente, che si nutre delle antiche leggende e della storia
d’Irlanda. Ma procediamo con ordine. Siamo nel I secolo d.C. all’epoca di
Nerone, la piccola Rowan vive sull’isola di Ynis Mon affidata alle cure di
Amergin anziano druido. L’isola viene distrutta da soldati romani che
“calpestano, distruggono, danno alle fiamme chiunque e qualsiasi cosa fosse
sulla loro strada”. Amergin scompare e per Rowan inizia un viaggio, in
compagnia della guerriera Skatha, che la condurrà all’isola di Erin.
All’Accademia di Skatha, Rowan viene addestrata nell’arte del combattimento
dimostrandosi, fin dal principio, una fanciulla forte e simpatica ma alla
costante ricerca del suo passato. Rowan si rivela una giovane
sacerdotessa-guerriera, custode di un antico sapere celato tra le pagine
dell’Uroboro che sparirà nel nulla. Inizia così l’eterna lotta tra il Bene e il
Male. Vedremo la nostra eroica fanciulla innamorarsi del Principe Oscuro e
compiere un lungo viaggio che la porterà
fino a Roma . Durante la navigazione Rowan conoscerà Pantera, legionario
romano; ritroverà Dylan e……..
Adesso
basta raccontare, la magia non può essere spiegata ma vissuta e leggendo il
libro si diventa partecipi di questa ricerca che mescola odio e amore in
maniera perfetta. La lettura di questo
romanzo mi ha dato, inizialmente,la possibilità di conoscere un mondo a me
sconosciuto: l’Irlanda.La scrittrice deve amare molto questo Paese perché lo
descrive e lo racconta con dolcezza e poesia, accarezzando le figure dei
druidi, delle sacerdotesse dell’arte magica. Con una perfetta padronanza
dell’argomento trattato, la scrittrice ci porta a compiere un viaggio che dalla
verdeggiante Erin ci conduce a Roma. Che bello leggere il racconto di storie
nelle storie, che emozione ricordare la Roma Imperiale ai tempi di Nerone. Nomi
come Agrippina, l’Imperatore Claudio, appartengono alla nostra Storia e ci
riportano alla nascita del mito di Roma “caput mundi”. Molto interessante, poi,
è la descrizione dell’equipaggiamento dei legionari romani e, il più volte
citato, ganglore delle spade sugli scudi. Si anche le spade, in questo romanzo,
hanno un loro fascino. Rowan combatte
utilizzando la Gae Bolg e la Cleeda Ruth. La prima è una lancia presente nella
mitologia irlandese, fu ricavata da un osso di un mostro marino morto in
combattimento con un altro leviatano; la seconda è una spada indistruttibile
che si potrebbe identificare con Excalibur, la spada di Re Artù. Rowan, a
Roma, ammira le bellezze della Domus
Aurea, di cui Pantera dice: "Potrei parlarvi a lungo di questo gioiello, ma
solo con gli occhi sapreste trarre il massimo piacere dalla magnificenza della
sua superba meraviglia”. Bellissime parole che si fondono con una descrizione ammirevole del
tempio costruito nei sotterranei della Domus Aurea: "Tempio a pianta circolare
con dodici nicchie, dentro ognuna delle quali alloggiava una fontana sormontata
da una statua che rappresentavano dodici divinità femminili, lo sguardo fisso
verso il centro per sorvegliare l’ingresso del Mundus”. Sembra di essere lì con
loro, di partecipare in prima persona all’apertura del portale tra il nostro
mondo e ...
Molto “magiche” sono le figure del corvo Guardiano e dell’Uroboro,
pura invenzione della scrittrice perché i Celti non conoscevano la scrittura
affidandosi alla tradizione orale. In questo romanzo, Francesca Civiletti, ha
lasciato molte storie in sospeso; ha
seminato dei semi che germogliando potrebbero portare alla realizzazione
di un ciclo di romanzi che potremmo definire di “formazione”, cioè romanzi che
accompagnano le fasi di crescita della protagonista, dalla sua adolescenza alla
maturità, evidenziando le difficoltà e gli ostacoli che è costretta a superare
ma che sono alla base di un’esperienza che la renderà matura. Mi piacerebbe,
infatti, sapere come verrà accolto Dylan “il pirata” nell’isola di Erin. I
romani continueranno a seminare dolore e distruzione? Skatha vedrà in Pantera
un alleato o un nemico? Il corvo Guardiano subirà una metamorfosi? Bisogna,
anche, decifrare e spiegare il messaggio che, sul finire della storia, Rowan riceve: "Il Guardiano
della Soglia ha il dono di cavalcare i secoli. Un tempo troppo lungo e a volte
troppo freddo da
passare senza il tuo mantello”.
Parafrasando
una frase del romanzo sarei tentata di dire:” No. Non ora, Agnese. C’è un
momento e un luogo per tutto”.
Ma io
non posso aspettare, sono curiosa di leggere l’evolversi delle avventure di
Rowan. Francesca Civiletti è stata, per me, colei che ha aperto il portale tra
il mio mondo e il mondo fantasy. Ho oltrepassato il confine in punta di piedi
pensando che il sogno è una parte importante della nostra realtà, pensando che
l’uomo nasconde la magia sotto l’indifferenza. Ma il lato magico che è presente in noi può riemergere. A volte
basta poco….un foglio, una penna e tanta fantasia. Quindi brava Francesca, non ti fermare e continua a
scrivere perché la magia è in te!
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