lunedì 31 agosto 2015

RECENSIONE | “Who’s Dead Girl?” di Pietro Gandolfi

Buongiorno cari lettori :) Nella vita i rapporti tra gli uomini e le donne sono sempre molto complessi. Le relazioni sono fonte di gioia ma anche di problematiche che tendono a complicare l’esistenza. A volte un rapporto affettivo può assumere le sembianze di un gioco in cui capita spesso di perdere, poche volte si vince. Questo “gioco” ha la capacità di travolgere la nostra esistenza e la partita può continuare anche oltre la realtà sconfinando nel mondo in cui la Morte domina incontrastata. Realtà e sovrannaturale si intrecciano in un abbraccio fatto di luci e ombre, tante ombre che hanno bisogno di continuare “a giocare”.

A coloro che amano il genere horror, consiglio la lettura di un inquietante racconto breve in cui assurdo e orrore ipnotizzano il lettore conducendolo verso un finale da incubo. Il racconto in questione è “Who’s Dead Girl?” di Pietro Gandolfi in Collana Innesti per Nero Press Edizioni.

Who's Dead Girl?

Autore: Pietro Gandolfi

Editore:  Nero Press Edizioni 
Collana: Innesti
Pagine: 58
Prezzo: € 0,99 (ebook)

Sinossi:  Doug e Marianne si amano, ma il loro amore è messo a dura prova dai “vizi” di cui il ragazzo non sa fare a meno. Mona, Lori, Susy, Mia, Courtney. Sono tante e ognuna lo attrae in una maniera irresistibile. Questo suo implacabile fervore, però, condurrà il rapporto con Marianne al fallimento.Soprattutto quando un tragico incidente rischierà di dividerli per sempre. Ma forse un modo per stare assieme, nonostante tutto, esiste, anche se comporterà enormi sacrifici per i due amanti e per tutte le persone che ruotano intorno al loro insano legame. Una storia dannata, in cui anche i migliori sentimenti vengono sedotti dal fascino della morte.


http://i.imgur.com/ye3Q8bo.png

STILE: 8
STORIA: 8
COPERTINA: 8

Paradise City era una cittadina tranquilla. Non il luogo paradisiaco che chiunque si sarebbe aspettato pensando a un nome simile, ma comunque un insieme di case e strade non peggiori di tanti altri. La comunità che la abitava era piuttosto unita, tutti erano pronti a darsi una mano a vicenda, ma la capacità dei cittadini di Paradise City di farsi gli affari altrui era sorprendente. E poiché Doug lo sapeva bene, quell’afoso pomeriggio estivo lo vide sgattaiolare fuori dalla finestra di Mona Smitherson cercando di non attirare l’attenzione di eventuali passanti.
Inizia così, in modo pacato, questo racconto mozzafiato in cui sesso, amore, passione, paura, disgusto, gelosia si mescolano abilmente creando una storia che avvince e travolge.

A Paradise City vivono Doug e Marianne. I due ragazzi si amano ma il loro rapporto sembra un giro sulle montagne russe. Lei, ragazza onesta e altruista, è prigioniera di un’educazione rigida. Lui è un ragazzo dalla cattiva reputazione, ossessionato dal sesso. Mona, Lori, Susy, sono solo alcune tra le tante ragazze che attraggono Doug. Egli non riesce a resistere al richiamo di un giovane e seducente corpo femminile, deve far sesso con ragazze diverse anche se il suo cuore sembra, il condizionale è d’obbligo, battere solo per Marianne. Quando le numerose infedeltà vengono scoperte, i giochi si complicano. Marianne è distrutta psicologicamente. Le conseguenze sono terribili: un tragico incidente rischia di dividerli per sempre. Ma l’espressione “per sempre” assumerà un significato che vi farà rabbrividire perché i due ragazzi troveranno il modo per stare insieme. Un modo che lascio a voi il piacere e l’orrore di scoprire.

Scrivere horror non è impresa facile. L’autore deve catturare l’attenzione del lettore, tenerlo incollato alla pagina, far scorrere l’adrenalina nelle vene, prospettare una quotidianità in cui il soprannaturale si infiltra e allunga i suoi malefici tentacoli. La trama avvincente non deve mai cedere alla noia. I personaggi, camaleontici nelle loro progressive trasformazioni, sono un tramite per mostrare la complessità dell’essere umano. Il tutto deve creare atmosfere misteriose che regalano brividi.

Difficile? Sicuramente si!

Tuttavia nel panorama della Letteratura italiana possiamo ben segnalare anche Pietro Gandolfi tra gli scrittori horror dal talento indiscusso.

“Who’s Dead Girl?” è un racconto ben scritto che vi farà inorridire ma vi costringerà anche a riflettere sulle debolezze degli uomini. Vi farà sorridere e scoprirete che l’Amore e la Morte non si arrendono facilmente. Con penna ispirata l’autore mostra l’anima nera della realtà e racconta come il mondo dei Morti si specchi nel mondo dei Vivi.

Questo racconto permette all’irrazionale di affacciarsi nella quotidianità, stravolge l’educazione religiosa e le convinzioni che nascono dalla fede. Con scrittura chiara e diretta viene narrata una storia che vi consiglio di gustare con calma per inorridire cammin facendo fino a giungere al finale che, sono sicura, vi coglierà con il sorriso sulle labbra. Anzi un ghigno. Un ghigno amaro e malefico. Scoprirete che la formula rituale “…Finché morte non vi separi…” non è poi così veritiera, nasconde un cuore nero poiché la morte può unire e non separare.

Nel ringraziare la Nero Press Edizioni per avermi dato la possibilità di conoscere questo intenso racconto, vorrei  fare un plauso alla Collana Innesti che offre sempre ottime opportunità di lettura in digitale. Troverete opere horror, thriller, noir, mistero che vi regaleranno letture “da brivido”.
Buona “paura” a tutti!

mercoledì 19 agosto 2015

WWW Wednesdays #55

 WWW  Wednesdays è una rubrica creata dal blog Should be Reading 
e consiste nel rispondere a tre semplici domande:

-What are you currently reading? (Cosa stai leggendo adesso?)
-What did you recently finish reading? (Cosa hai appena finito di leggere?)
-What do you think you’ll read next? (Cosa leggerai dopo?)




What are you currently reading?




What did you recently finish reading?


  


What do you think you’ll read next?


 


lunedì 17 agosto 2015

RECENSIONE | "Rosso e Nero" di Stefano Mazzesi

Buongiorno lettori, spero abbiate trascorso un buon ferragosto :) Oggi vorrei proporvi la recensione di un racconto lungo che intriga e cattura: “Rosso e Nero” di Stefano Mazzesi, Collana Innesti per Nero Press Edizioni.

Rosso e nero

Autore: Stefano Mazzesi

Editore:  Nero Press Edizioni 
Collana: Innesti
Pagine: 41
Prezzo: € 0,99 (ebook)

Sinossi:  Ravenna, anni ’50. L’atroce uccisione di un bambino altera gli equilibri di Borgo San Rocco, una comunità stretta nella morsa di un inverno gelido e in quella ancora più pericolosa del pregiudizio. Il commissario Marras, per venirne a capo, chiede aiuto al collega e amico “particolare” Aldo Bandini, anche lui commissario ma della polizia stradale. Bandini, essendo nato e cresciuto nel Borgo, conosce praticamente tutti. L’indagine lo porterà a scoprire antichi segreti di famiglia fino ad allora sconosciuti, in cui egli stesso si troverà coinvolto più di quanto si sarebbe aspettato. Un giallo d’epoca dai risvolti amari, dal sapore vagamente noir.



STILE: 8
STORIA: 8
COPERTINA: 7

Sembrava che stesse sorridendo. Probabilmente non si era ancora accorto di essere stato ammazzato. Nino aveva sempre mostrato difficoltà nel comprendere le cose, a volte ci riusciva in ritardo ma spesso non le capiva affatto. Era un dodicenne che ragionava alla maniera di un bambino di tre anni e nel borgo San Rocco lo sapevano tutti.
Tra i vicoli del borgo San Rocco, a Ravenna, viene ritrovato il corpo senza vita del piccolo Nino, il figlio della Derna. Aveva solo 12 anni.

Un assassino di bambini è a piede libero, bisogna trovarlo e consegnarlo alla giustizia. Il Commissario Marras, responsabile dell’indagine, chiede e ottiene la collaborazione del Commissario Aldo Bandini della polizia stradale. Le indagini proseguono in un clima di diffidenza visti i difficili rapporti tra gli abitanti del rione e la polizia. Il finale sorprendente rivelerà il nome del crudele assassino.

In pochissime pagine Stefano Mazzesi narra una storia che punta il dito contro la società italiana degli anni ’50 segnata dal dopoguerra. Sulle macerie del conflitto mondiale rinasce un Popolo che mostra, come tutti, luci e ombre. In questa società la diversità è vissuta con difficoltà, rappresenta un difetto e scatena il lato peggiore delle persone.

Il titolo, “Rosso e Nero”, esprime, secondo me, l’alchimia dei colori che rispecchiano i sentimenti dell’animo umano. Nero è il colore dell’intransigenza, dell’intolleranza, della morte.
Rosso è l’espressione dell’energia vitale, del desiderio, dell’amore ardente e passionale.
Intransigenza, passione, intolleranza, morte sono elementi di questo racconto che riveleranno il vero volto dell’assassino svelando antichi segreti di famiglia. Emozioni devastanti tessono il filo che unisce i destini dei personaggi che si muovono in questa storia che avvince, tiene il lettore con il fiato sospeso, regala intrighi e verità nascoste. Buono il ritmo, fluida e affascinante la lettura, pochi i personaggi che, in un gioco di specchi, sono collegati tra loro ma si rifugiano nel silenzio delle violenze subite. L’intreccio offre molti temi su cui riflettere. Una lettura da non perdere.

lunedì 10 agosto 2015

RECENSIONE | "I misteri di Chalk Hill" di Susanne Goga

Carissimi lettori, come procede la vostra estate? Io sopravvivo e mi ritaglio momenti di pace leggendo. Una delle mie ultime letture riguarda una storia misteriosa che si evolve nella piovosa campagna inglese. Se volete seguirmi eccomi pronta per condurvi sulle verdi colline del Surrey.

I misteri di Chalk Hill

Autrice: Susanne Goga

Editore: Giunti

Pagine: 416
Prezzo: € 12,00

Sinossi: È il 1890 e Charlotte, giovane istitutrice berlinese, abbandona tutto per raggiungere l'Inghilterra, decisa a rifarsi una vita dopo una terribile delusione d'amore. Giunta nella splendida tenuta di Chalk Hill, sulle verdi colline del Surrey, dovrà occuparsi della piccola Emily, l'incantevole figlia dell'altezzoso sir Andrew. Tra Charlotte e la bambina nasce subito un forte affetto, turbato però da un evento tragico che continua a tormentarla. Da quando la madre è morta in circostanze misteriose, Emily è convinta di vederne lo spettro, soffre di sonnambulismo e prova un inspiegabile terrore alla vista del fiume che scorre accanto alla villa. Charlotte tenta di indagare, ma nessuno dei domestici osa rompere il silenzio imposto dal vedovo sulla morte di lady Ellen. Solo con l'aiuto dell'affascinante giornalista Thomas Ashdown, chiamato a investigare sulle strane apparizioni che avvengono nella casa, Charlotte riuscirà a far luce su un segreto sconvolgente, nascosto tra le antiche mura di Chalk Hill. E forse, a poco a poco, imparerà di nuovo a credere nell'amore...

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STILE: 7
STORIA:  6
COPERTINA: 7
Quella notte la luna sembrava sbiadita. La donna camminava sul prato ancora umido per la pioggia, sfiorando l’altalena appesa all’olmo per poi scomparire tra gli alberi che circondavano la casa come guardie silenti. Il vestito strusciava per terra, l’orlo era sporco di fango e i sassolini le pungevano i piedi scalzi, ma lei avanzò incurante, spalancò la porta di ferro che si apriva sul muro di cinta, e come un automa seguì il sentiero inoltrandosi nella foresta… 

Appena gli alberi si diradarono, si fermò e fece un respiro profondo. Sollevò la testa e guardò in alto, verso il cielo, come ad accogliere la notte.

Inghilterra 1890. Charlotte è in viaggio verso l’Inghilterra per rifarsi una vita. Dopo aver lasciato Berlino a causa di uno scandalo che ha compromesso la sua reputazione di istitutrice, la giovane donna è stata chiamata a occuparsi della piccola Emily che vive nella splendida tenuta di Chalk Hill.

Emily, 8 anni, è una bambina adorabile che ha perso la mamma in circostanze misteriose. Sir Andrew Clayworth, membro del Parlamento, è il papà di Emily e datore di lavoro di Charlotte. L’istitutrice si rende subito conto che qualcosa di inquietante aleggia nella casa. Sir Andrew è un uomo duro che non mostra attenzioni verso la figlia e ha vietato a tutti di parlare della sua defunta moglie. Ma a Chalk Hill non c’è pace: la bambina ha spesso incubi notturni e sostiene di vedere lo spettro della madre aggirarsi per il giardino. Charlotte instaura subito un rapporto affettuoso con Emily, vuole aiutarla, è coinvolta nei suoi deliri. Ma per poter far qualcosa deve conoscere la storia di Lady Ellen. Più facile a dirsi che a farsi. Nessuno parla della tragedia. Charlotte non si perde d’animo, vuole aiutare Emily, scoprire cosa si nasconde dietro la morte di una donna che tutti elogiano come una mamma esemplare, disposta a qualunque sacrificio pur di rimanere accanto alla sua bambina spesso malata. Con caparbietà l’istitutrice riesce a scalfire il muro di silenzio e nessuno può far finta di nulla quando strani avvenimenti e apparizioni di defunti stravolgono l’esistenza degli abitanti della dimora. Emily è vittima di allucinazioni? Cosa succede al calar del sole, quando il buio abbraccia ogni cosa?

Per tentare di dare una risposta razionale a questi strani avvenimenti, Sir Andrew chiede l’aiuto di Thomas Ashdown. Egli è un giornalista e critico teatrale molto famoso. E’ membro della “Società per la ricerca psichica”. Non crede nei fenomeni soprannaturali e cerca di smascherare chi bara con sedute spiritiche “truccate”. Cosa scoprirà?

A Chalk Hill si nasconde un mistero che i lettori più attenti sveleranno in breve tempo. La trama è piacevole pur non presentando elementi innovativi. Il ritmo pacato conduce attraverso cupe atmosfere che caratterizzano una narrazione che ben incastra gli eventi. Il romanzo è scritto molto bene, lettura fluida e personaggi ben descritti lo rendono godibile e avvincente. I colpi di scena sono prevedibili così come il finale. Tuttavia questo romanzo rappresenta una piacevolissima lettura e la stessa autrice rivela che tra le sue  fonti di ispirazione c’è senza ombra di dubbio il famoso romanzo di Charlotte Brontë “Jane Eyre”. Un’altra fonte d’ispirazione sono le favole che ritornano spesso nella storia. Charlotte le racconta alla sua allieva attribuendo alle favole un ruolo di consolazione o di distrazione.

Ho trovato molto belle le descrizioni dei paesaggi inglesi, mi sarebbe piaciuto sapere di più su Lady Ellen e i continui malanni di Emily. Affascinante il personaggio di Thomas Ashdown che aiuterà Charlotte ad avvicinarsi a una verità sconvolgente. Mi intriga la radicata e pur attuale diatriba tra realtà e fenomeni paranormali. Esistono persone che hanno veramente poteri sovrannaturali? Io credo di si!

“I Misteri di Chalk Hill” è un romanzo godibile da leggere per trascorrere alcune ore in modo piacevole. Non lasciatevi distrarre dall’ombra che si allunga sul muro di cinta del giardino, non sussultate per i passi felpati nella notte buia, non temete lo scricchiolio delle porte e le finestre che si aprono sull’oscurità. A tutto ci sarà una risposta e ricordate:
“Per confutare l’affermazione che tutti i corvi sono neri 
non è necessario dimostrare che nessuno lo è;
basta trovarne uno bianco;
ne basta uno.”
William James

venerdì 7 agosto 2015

RECENSIONE | “Cari mostri” di Stefano Benni

Buongiorno a voi, cari lettori :) Il piacere di leggere è per me l’unico toccasana per superare, quasi indenne, un’estate caldissima. Così unendo  l’utile al dilettevole ho letto un libro che promette ben 25 brividi da lettura. Siete curiosi? Bene, sveliamo il mistero, sto parlando del romanzo “Cari mostri” di Stefano Benni, edito Feltrinelli.

Cari mostri

Autore: Stefano Benni

Editore: Feltrinelli

Pagine: 256
Prezzo: € 17,00

Sinossi: Stefano Benni sfida il racconto di genere e apre la porta dell'orrore. Lo fa con ironia, lo fa attingendo al grottesco, lo fa tuffandosi nel comico, lo fa tastando l'angoscia, lo fa, in omaggio ai suoi maestri, rammentandoci di cosa è fatta la paura. E finisce con il consegnarci una galleria di memorabili mostri. E allora ecco gli adolescenti senza prospettiva o speranza, ecco il Wenge, una creatura misteriosa che semina panico e morte, ecco il plutocrate russo che vuole sbarazzarsi di un albero secolare, ecco una Madonna che invece di piangere ride, dolcemente sfrontata, ecco il manager che vuole ridimensionare un museo egizio sfidando una mummia vendicativa. Stefano Benni scende negli anfratti del Male per mettere disordine e promettere il brivido più cupo e la risata liberatoria. E in entrambi i casi per accendere l'immaginazione intorno ai mostri che sono i nostri falsi amici, i nostri veleni, le nostre menzogne.


STILE: 8
STORIA:  8
COPERTINA: 8

La paura è una grande passione, se è vera deve essere smisurata e crescente. Di paura si deve morire. Il resto sono piccoli turbamenti, spaventi da salotto, schizzi di sangue da pulire con un fazzolettino. L’abisso non ha comodi gradini.
“Cari Mostri” è una raccolta di racconti che hanno come tema principale la paura. Il titolo accosta un aggettivo che evoca sensazioni piacevoli a un nome che dà voce alle nostre paure. Fin dall’infanzia abbiamo ascoltato favole che celavano un lato oscuro, inquietante. In questo libro ritroviamo antiche e nuove paure. Si perché il progresso non ha solo trasformato in meglio la nostra vita, ci ha fornito anche tutta una serie di paure nuove legate ai nostri giorni. Tutti noi temiamo la burocrazia, siamo sepolti da tasse, lottiamo con la tecnologia, siamo vittima dell’analfabetismo emotivo. Una cosa appare chiara: in ognuno di noi c’è un lato oscuro, inutile negarlo.

Stefano Benni racconta le paure della nostra società, lo fa con ironia ed eleganza. Lo scrittore prende il lettore per mano e lo guida attraverso una galleria di mostri, alterna momenti horror a momenti quasi deliziosi, fa rabbrividire e umoristicamente continua il suo pellegrinare accostando ogni racconto a una riflessione. Spesso la paura si nasconde dietro a un sorriso, è il nostro amuleto. 

Avvincente la lettura dei racconti.

Strappa un sorriso la resa del vampiro alle prese con un ispettore di Equitalia.

Fa riflettere l’assenza dei valori in giovani capaci anche di uccidere pur di ottenere un biglietto per il concerto della boyband tanto amata.

E’ inquietante il Wenge, animale raccapricciante con il corpo da cane e la testa da pesce, che “tira fuori ciò che di istinto selvaggio e ferocia primordiale c’è dentro di noi. Ciò che l’evoluzione ha nascosto ma non cancellato.”

Proviamo compassione per il povero signor Zefiro che, una mattina, scopre di non aver più password, pin, account, IBAN, schede, codici, documenti. I numeri sono svaniti e con loro è svanita l’identità del nostro protagonista.

Ricordiamo un fatto di cronaca di non molto tempo fa leggendo “Voodoo Child”. In questo racconto un uomo MJ ( la mente vola subito al notissimo cantante Michael Jackson) narra la sua vita al proprio medico e rivela il patto con il diavolo stipulato da suo padre per garantirgli un talento incredibile e renderlo una star della musica. Il medico non mostra attenzione, non crede alla storia, e mentre ascolta somministra a MJ un farmaco che metterà fine ai suoi giorni.

La lettura continua con l’apparizione di una Madonna che invece di piangere ride, il parroco teme sia opera del demonio e nasconde la statua. 

Poi conosciamo un famoso manager che vuol dar nuova vita al Museo Egizio trasformandolo in un’attrazione tecnologica e per questo dovrà vedersela con una Mummia alquanto arrabbiata.

Come potete ben vedere le paure sono tante e varie, il mostro è in noi. Con nostalgia ricordiamo le fiabe che ci hanno fatto compagnia durante la nostra infanzia. Orchi, streghe, draghi, lupi cattivi erano i nostri compagni e ci piaceva ascoltare le loro imprese, le loro cattive azioni. Oggi siamo cresciuti ma quelle paure, quei mostri, li ritroviamo nella vita reale dove si manifestano travestendosi da emozioni represse, disagi, frustrazioni, perdita di speranza per un futuro migliore.

“Cari Mostri” è un libro inquietante, ricco di emozioni e riflessioni, con tanti protagonisti che facilmente riconoscerete come appartenenti alla nostra cultura, al mondo della letteratura, alla nostra società. Si sorride leggendo i racconti fantasiosi di Benni, non perderete certamente il sonno ma vi fermerete un momento a riflettere. La nostra società ha donato tante sicurezze all’uomo ma ha creato anche nuove paure. Tutti noi abbiamo un’anima nera con cui fare i conti, sicuramente creiamo degli scudi affinché il male rimanga chiuso, isolato in noi. Le paure che fanno capolino nella nostra coscienza, come la paura dell’abbandono, delle malattie, della Morte, si alimentano del buio che regna in alcuni anfratti della nostra anima. Ma l’uomo sa come reagire, ci difendiamo dal “buio” credendo in un’entità superiore, la fede ci consola e rassicura, oppure cerchiamo nell’amore un valido alleato. La fede, l’amore, la speranza,il coraggio sono luci che squarciano il buio. Se c’è la luce il buio svanisce. Fare una magia e dissolvere il catalogo delle paure è un desiderio irrealizzabile. Dobbiamo  convivere con le nostre paure senza chinare il capo e forse, dico forse, un sorriso potrebbe aiutarci.

mercoledì 5 agosto 2015

BLOG TOUR: "Victorian Vigilante Vol. 1" di Federica Soprani e Vittoria Corella / Sesta Tappa: Presentazione Vassilissa

Salve cari lettori :) Benvenuti alla sesta tappa del blog tour dedicato a "Victorian Vigilante - Le infernali macchine del Dottor Morse" di Federica Soprani e Vittoria Corella,  primo volume di una saga steampunk che raccoglierà sicuramente pareri molto positivi. Quest’avvincente opera è il frutto della fervida immaginazione di due talentuose scrittrici che, ancora una volta, non hanno deluso il loro vasto pubblico di lettori. 



Victorian Vigilante - Le infernali macchine del Dottor Morse (episodio 1)

Autrici: Federica Soprani e Vittoria Corella
Editore: Nero Press  Collana: Intrecci
Genere: steampunk/horror
Pagine: 106
Prezzo: € 1,49 (ebook)

Sinossi: 1890. L’assetto europeo manifesta già i germi di una Guerra Mondiale e vede contrapposte due scuole di pensiero scientifiche: i Maniscalchi inglesi seguaci dell’Ergomeccatronica, che sfruttano esoscheletri potenziati per implementare le capacità di lavoratori e soldati, e i Senza Dio fautori della Meccagenetronica, localizzati nell’Europa dell’Est, che hanno sviluppato terrificanti ibridazioni uomo-macchina. In una Londra pervasa dalla nebbia e dai vapori del nuovo secolo un misterioso Vigilante mascherato pattuglia il Tamigi, una terribile ‘donna meccanica’ porta ovunque morte e distruzione e uno Scienziato Senza Dio trama per sconvolgere le sorti dell’Europa e del mondo intero con l’arma definitiva che cambierà il volto della Guerra per sempre…


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Ed ecco il booktrailer 






Percyval Swan sollevò gli occhi dalla sua copia della Mayfair Gazette. Guardò fuori dal finestrino dell’omnibus a vapore. Le facciate dei palazzi d Regent Street scorrevano come soldati in parata. Pochi passanti percorrevano i marciapiedi indugiando davanti alle vetrine e agli ingressi delle sale da tè. Nessuno sembrava avere fretta. C’era una quiete speciale, quel giorno, come se Londra avesse cessato di respirare e rimanesse col fiato sospeso, in attesa. Il mondo appare sempre bello un istante prima di precipitare nel caos.
E caos fu. Nella Londra del 1890 si respirano già le prime avvisaglie di una guerra che incombe sul futuro dell’Europa. Come in duello mortale si fronteggiano due scuole di pensiero scientifiche: l’Ergomeccatronica si contrappone alla Meccagenetronica. Gli uomini non sono più “carne e ossa” ma diventano un tutt’uno con impianti sperimentali. L’unione ibrida tra macchina e uomo è una realtà.

Ho letto il primo volume di questa avvincente saga Steampunk con molta curiosità e mi sono ritrovata completamente affascinata dalla dinamica della storia e dai suoi incredibili protagonisti. Fin dalla prime pagine le scrittrici creano un’atmosfera carica di mistero, si percepisce che qualcosa di sbalorditivo sta per accadere. E accade.

Ho conosciuto molti personaggi ma tra tutti sono rimasta affascinata da Vassilissa, la Baba Yaga.
Vassilissa era tanto bella quanto la Baba Yaga era spaventosa. Ed erano la stessa persona.
Incuriosita ho chiesto, alle autrici, ulteriori notizie inerenti a Vassilissa 
ed ecco la risposta di Vittoria Corella:



Vassilissa è l'ultima di una serie di bambole maccaniche ferme sulla soglia della vita, bloccata a un passo dalla luce dell'autocoscienza dalle modifiche di suo padre-scienziato-giocattolaio. 

Vassilissa è Coppelia, creata da un artigiano un po' mago e un po' mostro, bellissima, ma artificiale.  

E' Pris di Blade Runner, con l'ingenuità di una bambina e la pericolosità di una leonessa. 

Nasce il giorno in cui viene modificata e trasformata in un'arma da guerra. Quello che c'è prima non è importante. Non c'è nessuna Vassilissa Morse, c'è solo una bambina in surplus che nessuno ha voluto, finché Morse non l'ha scelta. L'adozione e la modifica successiva cambiano la sua vita, ma è impossibile capire se in meglio o peggio. Vassilissa entra nel limbo delle cose 'non del tutto vive', delle intelligenze artificiali, degli automi. Le cure del suo amato padre-inventore fanno di lei una creatura ibrida a cavallo dell'essere e del non essere.  

Quanto c'è rimasto di vivo in lei, quanto c'è di umano? I sentimenti che prova sono pilotati, oppure sono autentici? E' molto difficile capirlo nella prima parte della storia. Come gli altri esperimenti umano-meccagenetronici, ciò che addolora sia Vassilissa che  Malachy è l'estrema solitudine della loro condizione di Senza Dio in un regno in cui quelli come loro sono temuti ed osteggiati. Ma nessuno dei due ha avuto scelta e la domanda che si fa spesso Vassilissa è: c'è qualcun altro come me? Bambola meccanica, replicante, una forma di vita nuova, eccezionale, spaventosa e molto sola. La domanda da farsi quando si parla di lei è "Lì dentro c'è ancora un cuore? Un'anima?" Qualcuno nella storia se lo chiederà e dimostrerà che è possibile amare una 'macchina da guerra' del più puro degli amori. Coppelia fa nascere l'amore ma non può corrisponderlo, Pris lo possiede sì, ma solo per un tempo limitato. Vassilissa? Rimarrà macchina eppure le crescerà un'anima? Subirà il destino della creatura di E.T.A. Hoffman o sarà più fortunata? Si può solo leggere il libro e sperare per il meglio.



Con queste premesse, non vedo l'ora di leggere il secondo volume e scoprire di più su questo personaggio. “Victoria Vigilante - Le Infernali Macchine del Dottor Morse” è un inizio strepitoso per una saga che promette avventure, emozioni, la scoperta di un nuovo modo di essere. L’uomo non si pone alcun limite, la scienza viene piegata al volere di menti deviate dalla follia. Tutto questo mi piace. Federica Soprani e Vittoria Corella si riconfermano due scrittrici talentuose che non hanno paura nell’affrontare nuove tematiche. Il coinvolgimento del lettore è completo complice un ritmo sostenuto, duelli descritti talmente bene che non faticano a trasformarsi in immagini. I protagonisti, complessi e ricchi di sfaccettature, presentano il contrasto tra “uomo” e “macchina”. Le emozioni non svaniscono ma si moltiplicano. Un solo difetto: troppo breve! Non vedo l’ora di continuare a leggere l’evolversi di questa storia che vi conquisterà.


La settima tappa del blog tour vi aspetta 
il 9 agosto sul blog Stelle nell’Iperuranio
Buon proseguimento e buona lettura :)


lunedì 3 agosto 2015

RECENSIONE | "Nessuno sa di noi" di Simona Sparaco

Carissimi lettori spero che le vostre vacanze stiano procedendo nel migliore dei modi :) Il caldo continua a torturarmi e io, per non farmi mancar nulla, ho scelto di leggere “Nessuno sa di noi” di Simona Sparaco, un romanzo intenso, drammatico che tratta un tema complesso che riguarda la vita e la morte. Alcune volte ci troviamo davanti a scelte dolorose, scelte in cui lasciamo un po’ del nostro cuore e di cui conserveremo una cicatrice indelebile.

Nessuno sa di noi
Simona Sparaco

Editore: Giunti 
Pagine: 256
Prezzo: € 12,00

Sinossi: Quando Luce e Pietro si recano in ambulatorio per fare una delle ultime ecografie prima del parto, sono al settimo cielo. Pietro indossa persino il maglione portafortuna, quello tutto sfilacciato a scacchi verdi e blu delle grandi occasioni. Ci sono voluti anni per arrivare fin qui, anni di calcoli esasperanti con calendario alla mano, di "sesso a comando", di attese col cuore in gola smentite in un minuto. Non appena sul monitor appare il piccolo Lorenzo, però, il sorriso della ginecologa si spegne di colpo. Lorenzo è troppo "corto". Ha qualcosa che non va. "Nessuno sa di noi" è la storia di un mondo che si lacera come carta velina. E di una donna di fronte alla responsabilità di una scelta enorme. Qual è la cosa giusta quando tutte le strade portano a un vicolo cieco? Che cosa può l'amore? E quante sono le storie di luce e buio vissute dalle persone che ci passano accanto? Come le ricorderanno le lettrici della sua rubrica e le numerose donne che incontra sul web, Luce non è sola.



STILE: 8 | STORIA:  8 | COPERTINA: 7

Siamo tutte qui. 

Ognuna con il proprio trofeo, più o meno in evidenza, e la cartella clinica sottobraccio. Tutte ordinatamente sedute, come a scuola per un richiamo dal preside. Qualcuna sfoglia una rivista, con l’espressione vaga e compiaciuta di chi sa che la passerà liscia. Qualcun’altra, invece, se ne sta a testa bassa, con le mani serrate in un intreccio nervoso. Come se dietro quella porta color pastello ci fosse davvero la minaccia di un’espulsione. 

Siamo tutte madri nell’attesa di un’ecografia.

Luce e Pietro sono in attesa del loro primo figlio, tutto è pronto: la cameretta, il corredino, i giochi attendono colui che porterà finalmente la vera felicità. Aspettano Lorenzo.

Durante una delle ultime ecografie di controllo, appena il monitor presenta l’immagine del piccolo Lorenzo, il sorriso della ginecologa si spegne improvvisamente. Qualcosa non va. Lorenzo è “troppo corto”, la sua crescita presenta preoccupanti anomalie.

Crolla il mondo intorno a Luce e Pietro che non si fermano davanti ai primi sospetti. Vengono interpellati famosi medici e la diagnosi arriva crudele e devastante: Displasia scheletrica.

Passare dal paradiso all’inferno è un attimo per Luce e Pietro che ora dovranno prendere una decisione irrevocabile, una decisione che strazia il cuore e che cambierà per sempre le vite di tutti. Cosa fare quando non ci sono possibilità di cura, quando la nascita è già una condanna a morte a breve termine?

“Nessuno sa di noi” è il racconto di un dolore che travolge, è la struggente storia di Lorenzo che non conoscerà mai il caldo abbraccio dei suoi genitori. Luce e Pietro dovranno affrontare mille difficoltà, si sentono soli e persi nei meandri della burocrazia.

Leggere questo libro vuol dire percorrere, pagina dopo pagina, un percorso tortuoso che affligge e commuove. Si passa dalla gioia iniziale, per una nascita imminente, a una profonda malinconia nel vedere i bei momenti svanire nel baratro di una diagnosi tremenda. La vita dona, la vita toglie.

Il destino crudele avvolge in un sudario di dolore Luce e Pietro che dovranno affrontare l’aborto terapeutico che in Italia è possibile solo entro la ventitreesima settimana. Per loro non è più possibile avendo superato tale limite di tempo, devono andare in un altro Paese. Sceglieranno Londra per dire addio al loro bambino.

“Nessuno sa di noi” è un libro che coinvolge emotivamente, che ci pone davanti al dolore di una scelta che nessuno può giudicare. Simona Sparaco ha mostrato molto coraggio nel raccontare una storia che nasce da un tema di cui, ancor oggi, non si parla molto. Il titolo del romanzo sottolinea perfettamente la solitudine che le coppie devono affrontare quando si trovano davanti a queste scelte così dolorose. Luce si sente sola pur avendo vicino un marito che la sostiene e vive con lei ogni momento di questa tragedia. Luce vive i suoi dubbi, la paura, l’isolamento. Si sente colpevole come se fosse stata lei la causa della malattia del suo bambino, si chiude nel suo dolore, si annulla nel buio della disperazione. Anche l’amore per Pietro vacilla sotto il peso di un dramma immane. Poi pian piano il dolore  si trasforma in un ricordo da custodire gelosamente nel cuore. Lorenzo è sempre con i suoi genitori, nelle piccole cose, negli occhi di ogni bambino, nella carezza di una madre. Dopo il buio che Lorenzo aveva lasciato, “a poco a poco è rispuntata la luce.” Nella vita non ci sono certezze, vivere è un percorso a ostacoli, nessuna promessa. Il coraggio di andare avanti è retto dalla speranza. Osservare “il mondo da una stella” ci mette al riparo dalla sofferenza, nulla si può fare perché si è troppo distanti, chiusi nel nostro mondo ultimo baluardo per salvare la nostra anima. Ma ciò non può durare, ritornare a “vivere”, lasciare “la nostra stella” è un atto di coraggio.
Mio figlio non ha mai incontrato il mio viso, e se fosse nato, forse, non mi avrebbe neanche riconosciuta. La mia carezza è stata un ago che gli ha tolto il respiro, e il mio latte usciva al richiamo di pianti sconosciuti per andare sprecato in un reggiseno che non ho mai indossato. Ma è da me che è partito, e dentro di me si è fermato. 
E’ dalle madri che sempre partiamo, ed è alle madri che sempre torniamo, una volta concluso il viaggio.

“Nessuno sa di noi” è una lettura intensa che vi farà provare una miriade di emozioni e vi lascerà con il cuore in subbuglio. Nessuno vorrebbe mai trovarsi davanti a scelte così dolorose, purtroppo succede e dovremmo dare più spazio a queste tematiche. L’aborto non è un tabù, parlarne può aiutare molte donne che da sole devono affrontare un momento doloroso della loro vita.