martedì 22 novembre 2022

RECENSIONE | "La fotografa degli spiriti" di Desy Icardi

Desy Icardi prosegue la sua pentalogia sensoriale con un nuovo romanzo dedicato alla vista e alla capacità di saper cogliere le occasioni. “La fotografa degli spiriti”, Fazi Editore nella collana Le strade, pone al centro del racconto l’arte della fotografia in tutte le sue manifestazioni e una ragazza con una fervente curiosità che sarà in grado di cambiare per sempre il corso della sua vita e di trovare la propria strada inseguendo le passioni più vere. 

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
La fotografa degli spiriti
Desy Icardi

Editore: Fazi
Pagine: 360
Prezzo: € 16,00
Sinossi

Nella Torino di inizio Novecento, il giovane Edmondo Ferro ha cominciato da poco la sua carriera di avvocato mentre nelle campagne piemontesi, dove regnano incontrastati duro lavoro e povertà, una ragazza è costretta a imbarcarsi per terre lontane: due destini paralleli che si incontreranno sorprendentemente in una storia sulla capacità di assecondare le proprie inclinazioni nella ricerca della vera felicità. L’avvocato Ferro lavora svogliatamente nel prestigioso studio di famiglia quando in realtà vorrebbe solo dedicarsi alla lettura dei romanzi, sua unica vera passione. Nei salotti dell’alta borghesia cittadina, che è costretto a frequentare, stanno facendo parlare di sé alcune medium trattate come dive e spesso accompagnate da fotografi che si dicono in grado di immortalare gli spiriti dell’aldilà: un’attività molto alla moda ma altrettanto sospetta sulla quale l’avvocato si ritrova suo malgrado a dover fare chiarezza. Nelle campagne circostanti, intanto, sono in molti a decidere di emigrare; è anche il caso di Pia, un’umile ragazza che, con la speranza di aiutare la propria famiglia, viene convinta da un intraprendente fotografo a imbarcarsi per l’Argentina insieme ad altre giovani contadine, nell’illusione di raggiungere un promesso sposo che non ha mai visto e che non vedrà mai. Il viaggio infatti riserverà a tutte ben altre sorprese e, tra pericoli inaspettati e gravi disavventure, Pia avrà l’occasione di scoprire una vocazione che prima non conosceva.







Nella Torino di inizio Novecento, il giovane Edmondo Ferro ha cominciato da poco la sua carriera di avvocato mentre nelle campagne piemontesi, dove regnano incontrastati duro lavoro e povertà, una ragazza è costretta a imbarcarsi per terre lontane: due destini paralleli che si incontreranno sorprendentemente in una storia sulla capacità di assecondare le proprie inclinazioni nella ricerca della vera felicità.
Fotografie Bardella: ritratti di famiglia, ricordi della cresima e della leva militare, fidanzamenti, matrimoni!

L’avvocato Ferro lavora svogliatamente nel prestigioso studio di famiglia quando in realtà vorrebbe solo dedicarsi alla lettura dei romanzi, sua unica vera passione.
Il giovane avvocato Ferro camminava verso lo studio legale a passo lento e strascicato. “Giovane avvocato” era un eufemismo; Edmondo Ferro, unico discendente maschio della sua famiglia, aveva già trentasette anni ed era in ritardo su tutto, o almeno così sostenevano i suoi parenti. Non era ancora un professionista affermato, non aveva preso moglie né, di conseguenza, prodotto un erede ma, soprattutto, non aveva ancora deciso se il diventare un avvocato di grido, un buon marito e un padre di famiglia erano cose che davvero desiderava.
Nei salotti dell’alta borghesia cittadina, che è costretto a frequentare, stanno facendo parlare di sé alcune medium trattate come dive e spesso accompagnate da fotografi che si dicono in grado di immortalare gli spiriti dell’aldilà: un’attività molto alla moda ma altrettanto sospetta sulla quale l’avvocato si ritrova suo malgrado a dover fare chiarezza. Ferro non aveva alcun dubbio: le avventure cartacee erano più sicure di quelle in cui toccava esporsi in prima persona. Nelle campagne circostanti, intanto, sono in molti a decidere di emigrare, è il caso di Pia, un’umile ragazza che, con la speranza di aiutare la propria famiglia, viene convinta da un intraprendente fotografo a imbarcarsi per l’Argentina insieme ad altre giovani contadine, nell’illusione di raggiungere un promesso sposo che non ha mai visto. Il viaggio riserverà a tutte delle sorprese e, tra pericoli inaspettati e gravi disavventure, Pia avrà l’occasione di scoprire una vocazione che prima non conosceva.

“La fotografa degli spiriti” è un viaggio narrativo-sensoriale che ha la sua guida nel personaggio straordinario dell’avvocato Ferro che rappresenta tutti noi lettori. Ha una grande cultura e umanità, vorrebbe leggere tutti i libri del mondo: un desiderio impossibile ma che comprendiamo bene noi amanti dei libri. Edmondo è la nostra guida attraverso un mondo sensoriale fatto da tanti dettagli, come le briciole di Pollicino, che possiamo seguire per “annusare, toccare, ascoltare e vedere ciò che Desy Icardi ci mostra nei suoi scritti. 

L’avventura è iniziata con “L’annusatrice di libri”, è proseguita con  “La ragazza con la macchina da scrivere” e con “La biblioteca dei sussurri”, per approdare a “La fotografa degli spiriti”. La fotografia, nelle pagine del romanzo, diventa un linguaggio espressivo. Con uno scatto si può catturare un mondo e trasmettere un’infinità di emozioni e di istanti di vita.

Per munsù Bardella, sensale senza scrupoli, che si aggirava tra le colline e i paesi più sperduti per fotografare le ragazze da accasare con “ricchi” uomini emigrati in Argentina, la fotografia è un mezzo che permette di guadagnare. 

Per la medium, la signorina Garelli, la fotografia spiritica, per ritrarre le anime trapassate, è menzogna? Nasconde una truffa? 

Per Pia la fotografia è scoperta, emozione, è un momento per catturare la vera essenza delle persone davanti all’obiettivo. La fotografia è verità.
Con mano tremante, scattò, un brivido le corse lungo la schiena ed ebbe l’impressione che fossero stati i suoi stessi occhi, e non la macchina fotografica, a rubare al presente quell’istante per consegnarlo al futuro. Pia si sentì pervadere da una sensazione di forza, pace ed euforia, simile ma più intensa a quella che provava quando teneva un libro tra le mani.

Guadagno, menzogna e verità, tre aspetti della fotografia che raccontano una realtà brutta e bella, ma pur sempre realtà. I futuri mariti argentini immaginano le loro spose guardando le fotografie e pensano a come sfruttarle. La medium racconta una sua verità un po’ ritoccata. Pia scopre la bellezza interiore delle persone, i loro crucci e le loro paure, trasforma e nobilita i soggetti. Per tutte le foto, comunque, il denominatore comune è il tempo. 

Per le future spose è tempo di abbandonare la famiglia d’origine per scoprire il loro destino.

Per coloro che frequentano le sedute spiritiche che la contessa Székely organizza nella sua villa in collina, è tempo di rivedere i propri cari che la morte ha condotto via.

Per Pia è il tempo per realizzare i propri sogni, le proprie passioni.

È come se la macchina fotografica assumesse il carattere di chi la usa, vede al di là delle apparenze e scopre il bello che alberga in noi.

“La fotografa degli spiriti” è anche un momento di riflessione sulla condizione femminile agli inizi del Novecento. Le protagoniste della storia sono ragazza semplici pronte ad accettare una vita di soprusi all’ombra di un uomo, ma compaiono anche figure che non accettano passivamente il loro destino. Eloisa, la cugina dell’avvocato Ferro, è una ragazza che non accetta le regole crudeli della società che voleva la donna relegata in casa a prendersi cura dei figli. Lei ha un’indole fiera e indipendente, ma deve sottostare al volere del padre: non le è stato permesso né di studiare né di lavorare.
Il mondo cambia e gli uomini si affannano per stare al passo, mentre alle donne tocca rimanere indietro. Prenda l’istruzione scolastica: le scuole maschili hanno l’obiettivo di aprire la mente dei ragazzi a ogni novità tecnica o scientifica, mentre quelle femminili insegnano alle fanciulle a mantenersi innocenti e sprovvedute, tali e quali alle loro madri e nonne.

Io ho letto con molto piacere i quattro libri della pentalogia, aspetterò con interesse il quinto, e ho ritrovato elementi comuni tra i romanzi. In tutti predomina l’amore per i libri e la lettura, l’ambientazione novecentesca, un pizzico di mistero e di magia e, ovviamente l’avvocato Ferro. 

Leggere i romanzi di Desy Icardi è come entrare a far parte di un mondo in cui ci si può rispecchiare identificando tanti temi su cui riflettere. Adoro la presenza costante dei libri che hanno una loro voce e con discrezione compaiono al fianco dei personaggi che vivono, sbagliano e tentano di riscattarsi dagli errori commessi. Guardare al futuro è farsi carico di progetti, emozioni e di passioni. Scoprire la propria vocazione e trovare il coraggio per scegliere la propria strada, è davvero importante. Spesso occorre dissipare le convinzioni negative, i modelli di comportamento condizionati. Fare ciò che piace può segnare la differenza tra un essere umano frustrato e un essere umano felice. Pia è felice facendo la fotografa, l’avvocato Ferro è felice quando legge. Per tutti noi vale lo stesso principio: la forza per realizzare i nostri sogni è dentro di noi, dobbiamo solo permetterle di emergere.

mercoledì 16 novembre 2022

BLOGTOUR | "La ragazza che viene dal buio" di Michael Robotham | I 5 motivi per leggere il romanzo

“La ragazza che viene dal buio” è un bel thriller firmato da Michael Robotham, scrittore australiano di grande successo e indiscutibile talento. Il romanzo è il secondo volume della serie con lo psicologo forense Cyrus Haven e l’inarrivabile Evie Cormac. Abbiamo fatto la loro conoscenza in “Brava ragazza, cattiva ragazza”, entrambi i romanzi editi da Fazi nella collana Darkside, con cui l’autore ha dato inizio a una lunga e angosciante indagine che ha il compito di ricostruire, un pezzetto alla volta, il quadro della vera identità di Evie.

Di motivi per leggere questo thriller psicologico mozzafiato, intrigante e avvincente, ce ne sono molti. Eccone cinque.





La ragazza che viene dal buio
(Serie di Cyrus ed Evie #2)
Michael Robotham

Editore: Fazi
Pagine: 446
Prezzo: € 18,50
Sinossi
Chi è Evie, la ragazza senza passato? Da cosa fugge? Da bambina è stata trovata nascosta in una stanza segreta all’indomani di un terribile delitto avvenuto proprio sotto i suoi occhi. Grazie alla dote che la contraddistingue, un’istintiva abilità nel capire quando qualcuno sta mentendo, ha aiutato Cyrus a risolvere un caso apparentemente impenetrabile. Ora per lo psicologo è il momento di sciogliere l’enigma più complesso di tutti e fare luce sul passato di Evie. Prende così il via una lunga e angosciante indagine, durante la quale, passo dopo passo, il velo di mistero si squarcia e si compone il quadro della vera identità della ragazza. Ma più Cyrus si avvicina alla verità, più espone Evie al pericolo, non lasciandole altra scelta che scappare. Entrambi si troveranno di fronte a un’amara verità: a volte è meglio che alcuni segreti rimangano sepolti e alcuni mostri non vengano evocati.



I 5 motivi per leggere il romanzo

1. Perchè questa nuova, travolgente serie merita di essere letta. È una lettura avvincente, a tratti angosciante, in un concatenarsi di storie nere e orribili incontri. Ombre inafferrabili vanno a caccia di prede per spingerle in un gorgo di violenza, tragedia e perversione. Cammineremo, siatene certi, per vie tortuose come le menti dei due protagonisti e giungeremo in luoghi agghiaccianti sotto lo sguardo di perversioni gravemente traumatizzanti. Nulla sarà facile, ogni scelta avrà terribili conseguenze, ma Evie e Cyrus non possono rimanere inermi davanti a tanto dolore. Lo stesso passato di Evie è segnato da crudeltà, dietro alla sua sofferenza c’è la malignità umana. È allora che i nostri due amati protagonisti, privi di certezze e sospesi come funamboli sul baratro dell’esistenza, proveranno a cambiare le cose. E all’improvviso, proprio quando i giochi sembrano ormai decisi, è di nuovo partita aperta.

Le tre più grandi bugie del mondo sono queste: “Andrà meglio”, “Finirà tutto bene” e “Sono qui per te”.

2. Perché la trama è una sorta di filo di Arianna per noi lettori, una ragnatela bellissima e inafferrabile che cattura con una summa di misteri e sprigiona “loro”, gli “uomini senza volto” di Evie. Le creature dei suoi e dei nostri incubi, i mostri sotto il letto.

Sei anni prima, Evie Cormac è stata trovata nascosta in una stanza segreta all’indomani di un brutale omicidio avvenuto proprio sotto i suoi occhi. Nessuno ha mai scoperto il suo vero nome, per tutti è “Faccia d’Angelo”, nessuno conosce il suo passato perché tutti quelli che ci provano finiscono per morire. Lo psicologo forense Cyrus Haven crede che la verità renderà Evie libera. Ignorando gli avvertimenti della ragazza, inizia a scavare nel suo passato che assomiglia a un enorme buco nero, finendo per disturbare un vespaio di persone corrotte e potenti, che stavano aspettando di trovare Evie, l’ultima testimone dei loro spregevoli desideri. A sua insaputa, Cyrus li sta conducendo direttamente dalla ragazza. La verità  non la renderà libera. Più si avvicina alla verità, più espone Evie al pericolo, non lasciandole altra scelta che scappare. Entrambi si troveranno di fronte a un’amara verità: a volte è meglio che alcuni segreti rimangano sepolti e alcuni mostri non vengano evocati.

3. Perchè l’autore ha creato dei personaggi che sono ben caratterizzati pur rimanendo in ombra nel bozzolo della vita. Sono dei sopravvissuti, delle anime ferite che fanno della solitudine la loro protezione. Evie ha un passato da scoprire e anche Cyrus è  stato un bambino traumatizzato da una tragedia che lo ha segnato per sempre. L’empatia con i protagonisti imperfetti nasce spontanea. Sono affascinanti, con tanti scheletri nell’armadio, ed è emozionante vederli in pericolo. Trattieni il respiro e fai il tifo per loro camminando un passo dietro le loro ombre fino all’ultima pagina. Con loro si va in un territorio oscuro dove l’orrore è di casa. Si respira subito un’aria ricca di aspettativa, possibili rivelazioni, pericoli, azione e intrighi. In un rincorrersi di flashback scoprirete i temi che caratterizzano questo romanzo: la famiglia, la tragedia, il crimine, la corruzione, il potere, l’identità, la fiducia e le azioni malvagie. I protagonisti assistono a un ritorno inesorabile del Male. Dal Male nasce altro Male, i “mostri” sembrano vivere in una terra grigia dove la giustizia degli uomini non riesce ad arrivare. Preparatevi a scoprire verità agghiaccianti scivolando su diversi livelli di tempo e realtà all’interno della stessa cornice narrativa.

Non mi fido della verità. La verità è una storia. La verità è un’abitudine. La verità è un compromesso. La verità è una vittima. La verità è morta molto tempo fa.

4. Perché questo romanzo mostra la realtà come un sistema complesso nel quale esistono tante verità perché ogni personaggio ha strati di personalità che tiene nascosti al mondo. Le loro relazioni sono raramente semplici e non è detto che siano anche giuste. Non esiste quasi mai una verità che vale per tutti. Ognuno ha la sua verità, indossa la sua maschera, si muove tra mille sfumature e definisce la verità grazie alla contrapposizione con la bugia e la menzogna. Intrecciano il vero e il falso creando una mappatura delle relazioni che mette in evidenza come le persone mentono quando credono di poter trarre qualche vantaggio e si appellano alla verità quando vogliono che si abbia in loro maggiore fiducia. Evie, la ragazza enigma, e Cyrus, sopravvissuto a un incubo reale, riusciranno a dare un nome agli “uomini senza volto”? Le anime perse vinceranno ancora?

5. Perché lo stile di Robotham conquista per la sua fluidità che fa dell’essenziale il suo punto di forza. L’autore, con pazienza certosina, ci mostra un tassello alla volta componendo il quadro della vera identità di “Faccia d’Angelo”. È una realtà crudele quella che si svela ai nostri occhi. Attraverso una struttura narrativa che vede alternarsi il racconto dei due protagonisti, si entra subito nelle loro menti grazie a un approccio introspettivo che riesce a fornire un’immagine accurata di Evie e Cyrus. Capitolo dopo capitolo si delinea un duro ritratto della società ed emergono le voci della solitudine e della sofferenza che pervadono tante vite. L’autore penetra nell’anima dei suoi personaggi e ne mette a nudo il lato oscuro. Basta aprire il nero volume della Fazi e iniziare a leggere per ritrovarsi catapultati su una giostra di eventi, di soprusi, di complicità, di silenzi. Una storia complessa, su più livelli, che non si perde in vicende marginali. Verranno scoperte tutte le carte?

“La ragazza che viene dal buio” è un romanzo che inchioda il lettore come solo i grandi thriller sanno fare. Sarete risucchiati in una spirale di segreti, bugie, rivelazioni e colpi di scena: se state cercando una lettura che non dà tregua, l’avete trovata. Nessuno è al sicuro, in particolare quando cala l’ora “degli uomini senza volto”, l’ora in cui siamo tutti più vulnerabili.



venerdì 11 novembre 2022

RECENSIONE | “Il Re del Grano e la Regina della Primavera” di Naomi Mitchison

Dopo  “Il viaggio di Halla”, Naomi Mitchison torna nelle librerie italiane, sempre con Fazi Editore e nella traduzione di Sabina Terziani, con “Il Re del Grano e la Regina della Primavera”. Il romanzo, dato alle stampe una sessantina di anni fa, conserva intatto il fascino dell’epica. È un viaggio ideale, perché parla della storia dell’uomo, sempre pronto a nuove avventure per scoprire nuove culture e luoghi straordinari. Le ricchezze delle pagine scritte dalla Mitchison ci permettono di avere a portata di mano tragedie e trionfi, gioie e dolori, amori e vendette. Tornare indietro nel tempo ci permetterà di esplorare gli aspetti di un mondo antico. La storia inizia in un luogo imprecisato sulle rive del Mar Nero. Le popolazioni che vivevano da quelle parti sono conosciute come “Sciti”, una cultura di cui sappiamo ben poco.

“Il Re del Grano e la Regina della Primavera” è la storia delle popolazioni che vivevano oltre i confini della cultura mediterranea e di come queste civiltà reagivano entrando in contatto con altre idee.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il Re del Grano e la Regina della Primavera
Naomi Mitchison

Editore: Fazi
Pagine: 790
Prezzo: € 20.00
Sinossi

Nel regno immaginario di Marob, sulla costa del Mar Nero, una giovane maga di nome Erif Der è costretta a sposare il potente rivale politico del padre, Tarrik, il Re del Grano e Capo di Marob, diventando così la Regina della Primavera. Il suo compito sarà proteggere l’avvicendarsi delle stagioni e la fertilità della terra. Erif, suo malgrado una pedina al centro dei giochi di potere tra il padre e il marito, dovrebbe condizionare il consorte attraverso la magia; i suoi poteri, però, non sortiscono gli effetti sperati perché il Re del Grano, dopo aver salvato da un naufragio un filosofo greco di nome Sfero, che inizia a condividere con lui il suo sapere, diventa immune agli incantesimi e decide di recarsi in Grecia di persona per approfondire le sue conoscenze  di filosofia e politica. Anche Erif, dal canto suo, si dovrà imbarcare in un lungo viaggio per mare, che la porterà nella battagliera Sparta, dove il re Cleomene III vuole provare a cambiare le cose, e poi nell’Egitto opulento e pieno di piaceri: un’avventura complessa che la aiuterà a comprendere più a fondo il suo ruolo di Regina della Primavera, ampliare i suoi orizzonti e sfidare le norme precostituite.


Erif Der, seduta sui ciottoli, lanciava sassi tra le onde del Mar Nero; tirava molto bene per essere una ragazza. A cosa stava pensando? Un po’ alla magia, ma soprattutto a niente in particolare.

Presentato da Naomi Mitchison, il romanzo, ambientato oltre duemila anni fa sulle rive del Mar Nero nell’insediamento immaginario di Marob, racconta di antiche civiltà in cui tenerezza, bellezza e amore competono con brutalità e magia. Erif Der, una giovane strega, è costretta  a sposare il potente rivale del padre, Tarrik il Re del Grano, diventando così la Regina della Primavera. Il suo compito sarà proteggere l’avvicendarsi delle stagioni e la fertilità della terra. Erif, suo malgrado, è una pedina al centro dei giochi di potere tra il padre e il marito. Obbligata dal padre, la giovane sposa usa i suoi incantesimi per cercare di spezzare il potere di Tarrik, ma i suoi poteri non sortiscono l’effetto sperato. Una notte Tarrik salva da un naufragio un filosofo greco di nome Sfero, che inizia a condividere con lui il suo sapere. Così il Re del Grano decide di recarsi in Grecia di persona per approfondire le sue conoscenze di filosofia e politica. Anche Erif affronterà un lungo viaggio per mare, che la porterà nella battaglia di Sparta, dove il re Cleomene III vuole provare a cambiare le cose, e poi nell’Egitto opulento e pieno di piaceri: un’avventura complessa che la aiuterà a comprendere meglio il suo ruolo di Regina della Primavera, ampliare i suoi orizzonti e sfidare le norme precostituite.

Immergersi nella lettura di questo libro è stato un gran piacere che deriva dall’entrare nel mondo creato dalla scrittrice e dal linguaggio che usa per descriverlo. È un’esplorazione filosofica della vita, del potere e del tempo. Gli eventi narrati sono un mezzo per esplorare i ruoli che i re svolgevano per i loro popoli, i ruoli delle donne nel matrimonio e nella comunità, sempre comunque sottomesse al potere degli uomini, i rapporti delle persone con la natura attraverso rituali e magie per poter avere raccolti sani e bestiame fertile. È una perpetua ricerca del sé interiore, ricerca alimentata da una sofferenza dovuta a situazioni esistenziali importanti. Sia Tarrik che Erif combattevano, giorno dopo giorno, una guerra interiore sulla differenza fra Bene e Male, sulla convinzione che faceva parte dell’ordine della Natura operare magie per favorire i raccolti. È sicuramente una bella lotta interiore. Il Re del Grano e la Regina della Primavera guardavano le cose in modo mistico, la parte magica del loro essere non ammetteva il pensiero razionale. Divinità, magia e superstizione sfidavano conoscenza, politica e nuove idee.

Le popolazioni che vivevano oltre i confini della cultura mediterranea  affrontavano i problemi della vita con la magia, ma cosa succederà quando questi uomini entreranno in contatto con una serie di idee filosofiche e politiche che per loro erano nuove e che cercavano di comprendere?

La prima parte del libro esplora la lotta tra Tarrik e Harn Der (il padre di Erif) su chi sarà il re del Grano. Erif diventa una pedina di questo gioco ma alla fine sceglierà da che parte stare. Intanto Tarrik , essendo il re, si sente responsabile del benessere del suo popolo. Durante un viaggio con Sfero si reca a Sparta e incontra il re di Sparta qui ha inizio la seconda parte del romanzo. Siamo al tempo della rivoluzione degli ultimi re della dinastia degli Agiadi.

È stato interessante, per me che amo la storia e l’archeologia, scoprire la storia del coraggioso Cleomene, re di Sparta, e il suo nuovo progetto politico. Il re vorrebbe eliminare la povertà e la schiavitù per dare a tutti la possibilità di essere cittadini e dividere equamente la ricchezza. Non tutti condividevano queste idee e i potenti Spartani si unirono ad altre città-stato della Grecia per dichiarare guerra a Sparta.

Così, nel nostro pellegrinare da lettori, abbiamo lasciato Marob e il suo mondo magico per andare a esplorare la civiltà mediterranea culla di idee e di sistemi religiosi che inaugureranno l’era moderna. Seguire Erif  e Tarrik vuol dire percorrere la via del tempo verso il nostro presente.

La terza e ultima parte del libro segue i pochi sopravvissuti spartani ad Alessandria dove Cleomene cercherà l’aiuto del giovane Tolomeo IV d’Egitto per riportare Sparta all’antico splendore. Tolomeo rappresenta un lato della regalità che delega l’amministrazione del suo regno a un funzionario pubblico mentre si abbandona ai piaceri sensuali. L’Egitto viene descritto come un impero dissoluto dove quasi nulla è veramente sacro. Con Tolomeo IV comincia già a declinare la potenza e la prosperità del regno.

Pur essendo un libro pubblicato nel 1931, l’autrice descrive le varie forme dell’amore e della sessualità. Leggeremo di rituali di fertilità, di desideri delle donne per gli uomini, degli uomini per le donne, degli uomini per gli uomini e delle donne per le donne. Il tutto è narrato con sensualità, desiderio e commozione.

Questo libro è affascinante nella sua profondità e complessità. La collisione tra il mondo di Marob e il realismo di Sparta, la magia e le divinità, la crudeltà del mondo antico, sono piani narrativi in cui i personaggi si muovono. Incantesimi magici, tenerezza, brutalità, riti primitivi, bellezza e amore sono elementi che caratterizzano una trama che ha come fine l’osservazione e la conoscenza per il bene comune. Il libro presenta infatti tre modelli di società del mondo antico, alcuni reali altri inventati, e ne descrive i rapporti tra una società periferica e apparentemente poco civilizzata come Marob con la Grecia classica e la decadente corte di Tolomeo ad Alessandria.

“Il Re del Grano e la Regina della Primavera”  è la straordinaria storia di una donna che si libera del ruolo che le è stato assegnato per sperimentare la vita in tutti i suoi aspetti. Erif Der che è contemporaneamente regina, strega e sacerdotessa, in un mondo utopico di amore libero, potrà esercitare il suo libero arbitrio.

“Il Re del Grano e la Regina della Primavera” è un libro corposo, un mix di magia, epica mito e storia. I protagonisti vanno oltre le apparenze, mettono in discussione ciò in cui hanno sempre creduto affrontando le nuove sfide sul loro cammino. Temi immortali che traghettano il mondo antico al nostro presente e ci fanno assaporare un’epoca piena di suggestioni e fascino tra passato e presente.

sabato 5 novembre 2022

BOOKTOUR | "A cena con l'assassino" di Alexandra Benedict | Recensione

“A cena con l’assassino” è un romanzo di Alexandra Benedict, edito da Newton Compton Editori. La protagonista, in occasione del Gioco di Natale che si tiene ogni anno nella casa di famiglia, dovrà seguire un filo d’Arianna formato da indovinelli e anagrammi da risolvere che la condurranno alla soluzione del mistero attorno alla morte di sua madre. La scrittrice ha creato dei giochi per coinvolgere anche noi lettori. È una bella sfida per noi e le nostre celluline grigie sono chiamate a dare il meglio di sé. 



STILE: 7 | STORIA: 7 | COVER: 7
A cena con l'assassino
Alexandra Benedict

Editore: Newton Compton
Pagine: 288
Prezzo: € 9,90
Sinossi

Lily Armitage ha deciso che non metterà mai più piede a Endgame House, la grande dimora di famiglia in cui sua madre è morta ventuno anni prima. I suoi propositi, però, vacillano quando riceve una lettera dalla zia, che la invita alla sfida tradizionale che si tiene ogni anno: il Gioco di Natale. In cosa consiste? I partecipanti dovranno trovare dodici chiavi con i dodici indizi a disposizione. Quest’anno c’è un premio speciale: l’atto di proprietà di Endgame House. A Lily non interessa nulla della casa, ma nel biglietto c’è un dettaglio che basta da solo a convincerla: durante i giochi verranno rivelati gli indizi per scoprire finalmente la verità sulla morte di sua madre. Ma è davvero così o si tratta di uno scherzo di pessimo gusto? Per scoprirlo, Lily deve trascorrere dodici giorni nella grande casa insieme ai cugini, risolvendo enigmi e indovinelli per rivelare, uno a uno, i segreti più oscuri della famiglia Armitage. Quando una tempesta di neve isola la casa da ogni contatto con l’esterno, tutto può succedere...



Cara famiglia Armitage, cari ospiti. Be’, alla fine sono morta. Il che è un peccato dato che stavo preparando un magnifico Natale con tutti voi e non vedevo l’ora di potervi vedere intenti a risolvere i miei indizi, e al contempo dare un futuro a Endgame. Sarebbe stato un gran divertimento, soprattutto perché molti di voi sono così scarsi con gli indovinelli…

Lily Armitage ha deciso che non metterà più piede a Endgame House, la grande dimora di famiglia in cui sua madre è morta ventuno anni prima. I suoi propositi, però, vacillano quando riceve una lettera della zia che la invita alla sfida tradizionale che si tiene ogni anno: il Gioco di Natale. In cosa consiste? I partecipanti dovranno trovare dodici chiavi con i dodici indizi a disposizione. Quest’anno c’è un premio speciale: l’atto di proprietà di Endgame House. A Lily non interessa nulla della casa, ma nel biglietto c’è un dettaglio che basta da solo a convincerla: durante i giochi verranno rivelati gli indizi per scoprire finalmente la verità sulla morte di sua madre e si scoprirà la stanza segreta di Endgame House. Ma è davvero così o si tratta di uno scherzo di pessimo gusto? Per scoprirlo, Lily deve trascorrere dodici giorni nella grande casa insieme ai cugini, risolvendo enigmi e indovinelli per rivelare, uno a uno, i segreti più oscuri della famiglia Armitage. Quando una tempesta di neve isola la casa da ogni contatto con l’esterno, tutto può succedere.

Per me, investigatrice da poltrona, questo libro ha rappresentato subito una sfida. Non posso negare che nel mio cervello, ma soprattutto nel mio cuore, si sono risvegliati i meravigliosi ricordi di “Dieci piccoli indiani”. Agatha Christie è insuperabile ma, devo riconoscerlo, Alexandra Benedict è sulla buona strada per diventare un’acclamata autrice.

“A cena con l’assassino” è un mistero natalizio ambientato in una casa di campagna che ben presto sarà isolata causa tempesta di neve. Nel famoso labirinto di Endgame House, dove Lily ha ritrovato il corpo senza vita di sua madre, si cela parte della verità. Lily e i suoi cugini, accuditi dalla governante Castle, dovranno lasciare i loro telefonini e potranno fare affidamento solo su loro stessi per cercare di risolvere gli enigmi e vincere l’atto di proprietà della casa. La famiglia è riunita per l’ultima partita e a controllare che tutto si svolga secondo le volontà testamentarie della zia c’è l’avvocatessa Isabelle, amica d’infanzia di Lily. Inizialmente tutto procede in modo più o meno tranquillo, ma poi le cose si complicano e strani avvenimenti sconvolgono la quiete di Endgame House e tra un gioco e l’altro, emergono ricordi legati all’infanzia. Lily non può più sfuggire alla verità, deve combattere per sopravvivere e affrontare il volto della tragedia. È arrivato il momento di abbattere il suo personale labirinto dove nessuno entra e da dove, lei, non esce mai.

E così la vede, come la vede ogni notte nei sogni che la fanno attorcigliare tra le lenzuola: mamma accasciata contro la siepe, il collo tutto storto, gli occhi fissi davanti a sé, le palpebre immobili.

“A cena con l’assassino” è un romanzo in perfetto stile britannico: un’antica dimora, una fidata governante, la tempesta di neve, l’immancabile mistero. È un romanzo frenetico, agghiacciante nella sua crudeltà, sorprendente nei suoi enigmi. Immaginatevi un albero di Natale addobbato e una gran quantità di pacchetti avvolti in carta colorata. Il fuoco che scoppietta nel camino mentre fuori fiocchi di neve cadono fitti, una riunione di famiglia nella dimora isolata. Sarà con timore che leggerete l’evolversi della storia perché è Natale il giorno in cui possono succedere le cose più strane. Sarà un Natale di riconciliazione? Malgrado i canti e gli addobbi, la crudele realtà penetra silenziosa. La tradizione natalizia fa da impalcatura solida e familiare su cui viene costruito il nuovo e ultimo gioco della famiglia Armitage. Ognuno di loro è pronto a tutto pur di vincere e questo porterà ad una faida familiare che aprirà una capsula del tempo che contiene odi e rancori, soprusi e vendette. Tutti sembrano in trappola. Chissà se ne usciranno. Il lato oscuro del 25 dicembre vi aspetta!


SOLUZIONE GIORNO 6 DEL GIOCO “GLI ANAGRAMMI DEI DODICI GIORNI”

La scrittrice Alexandra Benedict ha preparato per noi lettori alcuni giochi da risolvere mentre leggiamo il romanzo. Il primo gioco è “GLI ANAGRAMMI DEI DODICI GIORNI”. In questo libro gli indizi sono rivelati in ciascuno dei dodici giorni che vanno da Natale al 5 gennaio. La scrittrice ha deciso di anagrammare tutti i dodici doni che, in una canzoncina natalizia popolare in Inghilterra, sono associati ai rispettivi giorni e ha quindi nascosto nei vari capitoli questi anagrammi.  La mia tappa è la sesta quindi è legata al sesto giorno. Nella canzone il dono del sesto giorno è “sei papere che covano” e il suo anagramma all’interno del romanzo è “evochi panacee, spero”.