giovedì 31 maggio 2018

RECENSIONE | “Il giallo di palazzo Corsetti” di Alessandra Carnevali [Review Party]

Cari lettori, oggi vorrei presentarvi un giallo intricato, ambientato in un antico castello. Dopo “Uno strano caso per il Commissario Calligaris”, vincitore del Premio ilmioesordio nel 2016, e “Il giallo di Villa Ravelli” (recensione), Alessandra Carnevali torna in libreria con una nuova indagine del commissario Adalgisa Calligaris: “Il giallo di palazzo Corsetti”, edito Newton Compton.

STILE: 8 | STORIA: 7 | COVER: 6
Il giallo di palazzo Corsetti
Alessandra Carnevali

Editore: Newton Compton
Pagine: 282
Prezzo: € 9,90
Sinossi
La cittadina umbra di Rivorosso è da qualche settimana in grande fermento: Canale 16, neonata rete televisiva nazionale, ha scelto il castello della contessa Corsetti Billi come location per un reality show musicale, intitolato Sing Sing. Le due parole, che in inglese significano "canta canta", sono anche il nome di una celebre prigione americana. I sei concorrenti scelti dalla produzione devono infatti cantare, vivere e raccontarsi h24 dentro il castello, senza poter mai uscire. Tutto procede a meraviglia fino alla serata finale, che decreterà il vincitore in diretta nazionale. Tutta Italia, con l'intera Rivorosso in prima fila, è davanti alla tv per sapere chi tra i concorrenti conquisterà il titolo, quando un terribile incidente trasforma in tragedia il clima festoso della proclamazione e dà inizio a una serie di morti misteriose. Il commissario Calligaris, affiancato dal fedele ispettore Matteo Corvo, si troverà a indagare a trecentosessanta gradi nel mondo patinato dello show business e nelle vite degli artisti. Che sono luminose solo all'apparenza...





Adalgisa si era alzata dal letto con il piede sbagliato. Il ritorno del sogno ricorrente l’aveva colta di sorpresa e messa di cattivo umore. “L’incubo dell’involtino primavera” lo chiamava lei, anche se non ne aveva mai fatto parola con nessuno.
Al castello della contessa Corsetti, nella cittadina umbra di Rivorosso, fervono i preparativi per il reality show musicale, Sing Sing. I concorrenti, senza poter mai lasciare il castello, dovranno esibirsi e raccontare al pubblico di sé. La serata finale vede vincitore il cantante Marco Muner. La grande festa per la vittoria si trasforma in dramma quando, per un terribile incidente, il vincitore muore in diretta nazionale. L’antico soffitto affrescato, del salone del castello, precipita da un’altezza di cinque metri sulla testa del cantante.
Il cranio si aprì come un cocomero maturo e schizzi di sangue e di materia cerebrale si sparsero ovunque.
Inizia così una serie di omicidi misteriosi. Tutti i concorrenti sono spaventati. Chi vuole la loro morte? Il Commissario Calligaris, affiancato dalla sua squadra e da qualche cittadino di Rivorosso improvvisatosi detective, dovrà affrontare un caso spigoloso, da maneggiare con cautela poiché dovrà investigare nel mondo patinato dello show business e nelle vite private degli artisti.

Con una narrazione vivace e ironica, arricchita dai dialoghi con tipiche espressioni in umbro, Alessandra Carnevali ha dato vita a un giallo in cui il lettore partecipa emotivamente ai drammatici eventi anche perché, in ogni capitolo, si respira un’aria di tensione che accende l’attesa di risvolti inquietanti. Spesso la vicenda evolve in modo inaspettato stupendo ed emozionando il lettore. La trama non è machiavellica ma riesce ad intrigare anche il lettore più attento ed esigente. La serie di omicidi che trasformano il reality Sing Sing nel reality della morte, spegne la luce della giustizia e accende le ombre del male che invadono il castello.

A restaurare l’ordine ci pensa lei, Adalgisa Calligaris commissario di Rivorosso. Adalgisa è un personaggio simpaticissimo. Dotata di intelligenza vivace e caustica ironia, si muove a suo agio sulla scena del crimine. È una donna dall’intuito sottile che le permette di cogliere ciò che sfugge agli altri, ha un carattere forte e tenace. Impacciata nei movimenti e nei modi, ama la buona cucina e non si preoccupa dei chili in più. Sul lavoro è sempre pronta a dare il massimo e non disdegna l’aiuto di novelli detective.

“Il giallo di palazzo Corsetti” è una lettura piacevole che si nutre di una narrazione che strappa sorrisi pur lasciando inalterato il valore drammatico dei crimini commessi. L’indagine lascia spazio alla psicologia dei personaggi e troverete varie figure affascinanti nella loro travolgente umanità. Tra un sorriso e un evento inaspettato, avrete modo di riflettere su temi importanti da cui scaturiscono sofferenze celate dalle luci della ribalta. Nel romanzo ogni personaggio ha scheletri nell’armadio e sogni nei cassetti anche se poi ci penserà facebook a svelare ogni cosa. La vita pubblica si mescola con la vita privata per nascondere la vita segreta (Gabriel Garzia Marquez insegna). I segreti e la celebrità fanno a pugni, nessuno è innocente! In questo intrigo di luci e ombre, il commissario Calligaris troverà il modo per sistemare ogni cosa regalandoci una storia frizzante tinta di rosso con un pizzico di nero d’anima. Non vi resta che leggere i romanzi di Alessandra Carnevali. Adalgisa verrà con piacere in vacanza con voi :)

lunedì 21 maggio 2018

RECENSIONE | “L’assassino del lago” di Pietro Garanzini [Review Party]

Buon lunedì, cari lettori! Esce oggi in libreria un buon romanzo giallo edito Newton Compton: “L’assassino del lago. Le indagini dell’ispettore Ferrari.” scritto da Pietro Garanzini, guida alpina certificata UIAGM. Nel romanzo  si coniugano molto bene la sua passione per la montagna e l’amore per la scrittura. La storia, non a caso, vede al centro degli eventi un paesaggio montano e un lago che cela terribili segreti.

STILE: 8 | STORIA: 7 | COVER: 7
L'assassino del lago
Pietro Garanzini

Editore: Newton Compton
Pagine: 320
Prezzo: € 10,00
Sinossi
L'ispettore di polizia Mario Ferrari si trova a indagare su tre misteriosi omicidi avvenuti in rapida successione. Apparentemente, le tre vittime hanno poco in comune a parte l'età: una aveva 29 anni e gli altri due 28. Eppure tutti e tre i ragazzi sono stati prima storditi e poi uccisi con una pistola d'epoca, una rarissima Luger. Aiutato dal vice-ispettore Matheoud e dalle preziose ricerche dell'agente Nanetti, Ferrari riesce a scoprire che i tre assassinati erano stati compagni di scuola. Sarà quindi il passato delle vittime il campo di ricerca, per un crimine capace di mettere a dura prova il fiuto raffinato dell'ispettore, costringendolo a tornare più volte sui suoi passi. E la chiave di tutto potrebbe essere nascosta proprio nel luogo in cui, molto tempo prima, è iniziata la spirale di morte: uno specchio d'acqua dalla superficie cristallina, che nasconde terribili segreti.








È la storia di più omicidi. È la storia di una vendetta. È un regolamento di conti in piena regola.

A Verbania numerosi omicidi si susseguono in rapida successione. Cosa accomuna le tre vittime? Apparentemente nulla a parte l’età: una aveva 29 anni e gli altri due 28. Le vittime sono state uccise con lo stesso modus operandi: prima storditi e poi uccisi con una pistola d’epoca, una rarissima Luger. Ferrari, con l’aiuto del vice ispettore Matheoud e dell’agente Nanetti, affronterà il caso con decisione e caparbietà. Le tracce su cui lavorare sono poche ma Ferrari non si arrende. Forse la spiegazione di questi molteplici omicidi si nasconde proprio nel luogo in cui, molti anni prima, è iniziata la spirale di morte. Si tratta di un lago che è stato testimone dì inquietanti e drammatici eventi.

“L’assassino del lago” è un giallo piacevole da leggere. Molti i sospetti, ben distribuiti, e i depistaggi che rendono questa indagine appassionante. Al fascino di un intreccio ben organizzato non si può resistere. Il tutto è reso più affascinante dai paesaggi montani e dal lago che rispecchia sinistre atmosfere. A condurre le indagini è l’ispettore Ferrari, uomo dal carattere spigoloso, schietto e deciso, che non conosce le mezze misure. Spesso è scontroso, burbero ma nulla sfugge al suo intuito formidabile. Quando è in servizio indossa sempre l’impermeabile, "un vezzo un po’ demodé che lo faceva sentire il Gary Cooper delVerbano." È un esperto rollatore di sigarette, ama la buona tavola e adora rifugiarsi, a fine giornata, nella solitudine della sua casa. Parco di complimenti ha un rapporto complesso con i suoi collaboratori. Tratta male l’agente Gabriella Nanetti facendo apprezzamenti pesanti sul suo fisico. Interagisce in modo rude con il vice ispettore Matheoud preciso e per nulla incline alle imprecazioni: “Porco dito!” è il suo unico improperio, misera cosa confronto all’ampia scelta di ingiurie esibita da Ferrari. Sicuramente è ancora presto per delineare l’identità completa dell’ispettore anche perché nulla è dato sapere sulla sua vita privata e sul suo passato. Sicuramente nei prossimi romanzi assisteremo a una più completa descrizione psicologica del personaggio che appare come un uomo onesto che non si lascia corrompere. Avrà anche lui i suoi fantasmi nell’armadio? Vedremo.

Pietro Garanzini ha confezionato una storia dal fascino alchemico: violenza, pericolo, amore, amicizia, tradimento, vendetta si intrecciano e si confondono creando una trama avvincente che conduce il lettore per mano verso il finale che metterà a nudo una crudele verità. Dettagliata la ricostruzione, negli ultimi capitoli, della vicenda umana che, attraverso un dramma, ha portato ai delitti. L’ispettore Ferrari cederà per un momento a un atto di pietà, di clemenza.

A volte non te ne accorgi, sei vivo e nello stesso tempo sei già morto. Cosa vale di più la clemenza o la giustizia? In un mondo spietato come ci si difende? La cattiveria dei malvagi sconvolge la vita delle vittime, alcune si perdono dietro alla vendetta altre alzano lo sguardo al cielo verso le stelle. Sul lago il cielo bacia le stelle, in terra l’omicida bacia la sua vendetta.

martedì 15 maggio 2018

RECENSIONE | "Salvare le ossa" di Jesmyn Ward

Cari lettori, voglio condividere con voi le riflessioni e le emozioni provate leggendo un romanzo straordinario che mi ha lasciata senza fiato per la sua rude bellezza e per la dolcezza celata. Con “Salvare le ossa”, Jesmyn Ward (prima donna ad aver vinto per due volte il National Book Award) ci porta in una delle zone più povere dell’America, il Delta del Mississippi, dove i quartieri abitati solo da afroamericani si contrappongono alle fattorie dei bianchi. Dove ogni cosa non conosce le mezze misure. Dove la povertà materiale sconfina, a volte, nella povertà morale. Dove la nascita e la morte sono unite da un sottile filo rosso nel nome di Medea. Dove un terribile uragano provocherà danni ingenti. L’uomo pagherà un alto tributo, alla Natura, in vite umane. Katrina sta per arrivare. Mancano solo dieci giorni e la sua forza devastatrice non avrà pietà per nessuno.

STILE: 9 | STORIA: 9 | COVER: 8
Salvare le ossa
(Trilogia di Bois Sauvage #1)
Jesmyn Ward (Traduzione di M. Pareschi)

Editore: NN Editore
Pagine: 316
Prezzo: € 19,00
Sinossi
Un uragano minaccia di colpire Bois Sauvage, Mississippi. In un avvallamento chiamato la Fossa, tra rottami, baracche e boschi, vivono Esch, i suoi fratelli e il padre. La famiglia cerca di prepararsi all'emergenza, ma tutti hanno altri pensieri: Skeetah deve assistere il suo pitbull da combattimento dopo il parto; Randall, quando non gioca a basket, si occupa del piccolo Junior; ed Esch, la protagonista, unica ragazzina in un mondo di uomini, legge la storia degli Argonauti, è innamorata di Manny, e scopre di essere incinta. Nei dodici giorni che scandiscono l'arrivo della tempesta, il legame tra i fratelli e la fiducia reciproca si rinsaldano, uniche luci nel buio della disgrazia incombente. Salvare le ossa racconta la vita di ogni giorno con la forza del mito, e celebra la lotta per l'amore a dispetto di qualunque destino, non importa quanto cieco e ostile.


Legherò i pezzi di vetro e mattone con lo spago e appenderò i frammenti sopra il letto, in modo che brillino nel buio e raccontino la storia di Katrina, la madre che è entrata nel golfo come una regina per portare la morte. Il suo carro era una tempesta terribile e nera, e i greci avrebbero detto che era trainato dai draghi. La madre assassina che ci ha feriti a morte e tuttavia ci ha lasciati vivi, nudi, stupefatti e raggrinziti come bimbi appena nati, come cuccioli ciechi, come serpentelli appena usciti dal guscio, affamati di sole. Ci ha lasciato un mare buio e una terra bruciata dal sole. Ci ha lasciati qui perché impariamo a camminare da soli.
Con “Salvare le ossa”, libro del 2011 con cui l’autrice ha vinto il National Book Award, la casa editrice NN inaugura la Trilogia di Bois Sauvage, una cittadina immaginaria nel cuore del Mississippi. Rimanere indifferenti a questa lettura è impossibile, per me il coinvolgimento è stato totale e drammatico. Ho letto il romanzo con calma, gustando il sapore dolce-amaro degli eventi. Ho atteso con la famiglia Batiste l’arrivo di Katrina. Ho conosciuto personaggi che mi hanno fatto battere forte il cuore nella loro disperata ricerca d’amore. Ho letto dell’amore negato, dell’amore materno che crea e distrugge, dell’amore condivisione del poco che si ha, dell’amore tradito e dell’amore cercato e mai trovato. Dieci giorni per affrontare l’uragano, dieci giorni per scoprirsi fratelli, dieci giorni per prendere coscienza di sé, dieci giorni per svelare un gran segreto, dieci giorni per rivivere il mito di Medea e Giasone, dieci giorni per rivoluzionare la propria esistenza nel nome di un destino non ancora scritto. Su tutto e tutti incombe Katrina, la madre che tutto travolge.

Ora vi presento la famiglia Batiste, povera tra i poveri. Conosciamo Claude, padre violento e alcolizzato, e i suoi quattro figli. Randall, promessa del basket; Skeetah che ha occhi e cuore solo per il suo pitbull China; Junior, il piccolo di casa svezzato troppo presto, la cui nascita ha causato la morte della madre dei ragazzi. Completa il quadro famigliare, Esch. Lei, unica donna in un mondo di uomini, ha 15 anni ed è in attesa di un bimbo. È la voce narrante del romanzo, la nostra guida. Dalle pagine di un libro nascosto tra il muro e il suo letto, Esch da vita alla figura di Medea che la rimanda in un mondo dove la perfezione non esiste. Manny, novello Giasone, è il ragazzo amato da Esch, è il padre del suo bambino ma per lui, lei non è nulla se non una distrazione occasionale dalla sua fidanzata ufficiale. Anche lui, come Giasone, tradirà ripudiando amicizia e lealtà.
Non voglio che se ne accorga, ma non posso dirglielo perché mi mancano le parole per farlo. Non l’ho ancora detto nemmeno a me stessa, non sono riuscita a pronunciarle quelle parole.
Esch custodisce il segreto nella sua pancia. Tra poco sarà mamma di un bimbo non cercato, condannato prima ancora di nascere.

La famiglia vive in una casa nella Fossa, una depressione nel bayon causata da anni di estrazione dell’argilla. Attorno solo acquitrini, terra rossa e rifiuti. In questa desolazione abitativa, protagonista importante, vive China. Prossima al parto, la pitbull di Skeetah, è campionessa di combattimenti tra cani. Rappresenta il riscatto sociale per il suo padrone, fra loro c’è un rapporto di amore filiale: lui è suo padre, lei la sua diletta figlia. China partorisce ma invece di madre amorevole si riscopre strumento di morte. Un cuore di pietra? Prima il rifiuto poi l’accoglienza, nel mezzo la morte. China madre così come lo sarà Esch. La maternità rivela un volto violento. Sullo sfondo Medea.

Intanto passano i giorni e la famiglia si prepara all’arrivo dell’uragano. Fanno rifornimento di cibo, scarso e mal assortito, inchiodano assi alle finestre della casa, si riuniscono per farsi coraggio a vicenda. Sono pronti a lottare per vivere. Ed eccola Katrina in tutta la sua maestosa forza distruttrice. Il suo arrivo segna una netta linea di confine tra il mondo di prima e il mondo di domani. Non ha pietà Katrina, si abbatte sulla vita, la travolge, la sconvolge e si allontana. Si può ricominciare una nuova vita? Sì. Il nuovo inizio ha il nome del gesto sottile chiamato solidarietà, condivisione e amore per il prossimo. Non siamo soli, insieme per salvare le ossa, per guardare l’alba di un nuovo giorno, per sciogliere il cuore di pietra e affidare i nostri sogni alla speranza. Mano nella mano!

Con una scrittura cruda ed evocativa, che regala emozioni forti, la scrittrice narra una tragedia tutta al femminile. I personaggi sono resi vivi dalla forza della loro disperazione e vi conquisteranno. I dialoghi sono caratterizzati dall’uso di espressioni gergali che riflettono rabbia, risentimento e orgoglio. Il registro diventa ricercato soprattutto nei momenti in cui si descrive lo stretto rapporto, quasi una “vita in comune”, tra uomo e natura. Questo romanzo è una lettura che commuove con un finale drammatico che apre alla speranza.

Sicuramente l’amore è un tassello importante del romanzo. Lo vedrete in mille aspetti: l’amore non corrisposto da un ragazzo, l’amore paterno svanito sul fondo di una bottiglia, l’amore di una madre che supera i confini della morte, l’amore di un ragazzo per il suo cane. Mi sono congedata con rammarico da questo romanzo, affascinata da una storia a tratti violenta, cupa, commovente ma ricca di forza espressa con parole “che bruciano come una lacrima non versata”. Katrina segna la fine del mondo di ieri, il mondo di domani ha inizio. Tutti insieme proveranno a superare l’abisso oscuro che la luce della speranza trasformerà in una nuova alba. Per la vita che sopravvive, per la vita che verrà.

giovedì 3 maggio 2018

RECENSIONE | “L’ultimo libro del veggente” di Martin Rua [Review Party]

Buon giovedì, cari lettori :) Oggi vi propongo la recensione di un romanzo avvincente e dal fascino pericoloso. Si tratta de “L’ultimo libro del veggente” di Martin Rua, edito Newton Compton. Un thriller che descrive la realtà inquieta che viviamo, basta pensare agli attacchi terroristici, non dimenticando però il fascino di storie come quelle di Nostradamus. Storie antiche, messaggi da decifrare, omicidi e un pugno di eroi buoni vi terranno compagnia portandovi nel mondo dell’esoterismo.
STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 6
L'ultimo libro del veggente (Prophetiae Saga Vol. 3)
Martin Rua

Editore: Newton Compton
Pagine: 331
Prezzo: € 9,90
Sinossi
Francia, 1555. In fuga da nemici senza scrupoli che lo braccano per il tesoro che trasporta, Zanni Giustinian va fino a Lione in cerca dell'amico Nostradamus, ormai rispettato per la sua fama di indovino. Giustinian chiede il suo aiuto per mettere al sicuro sei gemme antiche dal valore inestimabile. Secondo le leggende, infatti, fanno parte di una serie completa di sette, le Clavicole di Salomone, che, una volta riunite, sarebbero in grado di aprire le porte del tempo e dello spazio. Roma, oggi. Accompagnato dal misterioso Luc Ravel, l'antiquario Lorenzo Aragona sta raggiungendo per cena il suo amico Adriano de Rossi, che poco tempo prima gli ha dato una dritta preziosa per concludere un ottimo affare. Lorenzo infatti è riuscito ad aggiudicarsi una gemma ricoperta di strani simboli che potrebbe essere rivenduta a un buon prezzo. Al suo arrivo, però, Adriano è morto. Parigi, oggi. La Francia è in ginocchio a causa di una serie di attacchi hacker che sembrano condotti grazie a una tecnologia ancora a livello embrionale: il computer quantistico. Il capitano Khadija Moreau e l'unità speciale Horus indagano, in cerca di una risposta a un inquietante domanda: chi sà cercando di dominare le leggi ancora oscure della fisica?

La Conoscenza devasta gli spiriti che non sono pronti a riceverla.
“L’ultimo libro del veggente”, chiude la Prophetiae Saga che ha saputo conquistarsi un posto nel cuore dei lettori che amano l’universo di enigmi ed esoterismo, misteri e occultismo, racchiuso in un vortice di moderna violenza. Non vi preoccupate se parlo di saga, io, pur non avendo letto i precedenti capitoli, non ho avuto nessuna difficoltà nell’orientarmi tra personaggi, luoghi ed eventi. Procediamo, però, con ordine e diamo un’occhiata alla trama. Vi accorgerete che gli eventi evolvono su più piani temporali, passato e presente si rincorrono, ma non è tutto. Se desiderate da sempre sapere un po’ di più sulla possibilità dell’esistenza di universi paralleli, non vi resta che immergervi nella lettura di questo romanzo tenendo sempre la mente aperta verso le nuove frontiere della fisica.

Francia 1555. Braccato da nemici senza scrupoli, Zanni Giustinian si reca a Lione in cerca dell’amico Nostradamus per chiedere il suo aiuto. Bisogna mettere al sicuro delle gemme antiche dall’inestimabile valore. Secondo la leggenda le gemme hanno il potere di aprire le porte del tempo e dello spazio.

Roma, oggi. L’antiquario Lorenzo Aragona, con il misterioso Luc Ravel, sta raggiungendo per cena il suo amico Adriano. Grazie a lui Lorenzo è entrato in possesso di una gemma ricoperta di strani simboli. Al suo arrivo però Adriano è morto.
Parigi, oggi. La Francia è in ginocchio per una serie di attacchi hacker che sembrano condotti grazie a una tecnologia a livello embrionale: il computer quantistico. Il capitano Khadija Moreau e l’unità speciale Horus indagano.
Il mondo è sull’orlo di una crisi globale, solo chi riuscirà a prevedere il futuro potrà salvare l’umanità.
“L’ultimo libro del veggente” è un romanzo avvincente e dal fascino inquietante poiché da corpo e voce alla paura di una guerra capace di lacerare il mondo. Ho provato anch’io un timore profondo davanti ai personaggi cattivi, folli, che vogliono mettere in ginocchio la nostra società e ho tifato per il Solitario, per il commissario Ozouf, per l’antiquario Aragona e Khadija esperta di terrorismo. Buoni contro cattivi in una lotta a fasi alterne in cui i ruoli di preda e cacciatore si ribaltano con estrema facilità sullo sfondo di un Armageddon informatico.

Rua narra del bene e del male con fare incisivo, muove i suoi personaggi con mosse giuste al momento giusto scrivendo, sulla scacchiera degli eventi, una storia in cui destino, intraprendenza, coraggio, spirito di sacrificio, giocano un ruolo importante.

Tutti, buoni e cattivi, cercano le famose gemme. Che uso ne faranno? Impiegheranno il loro potere per conoscenza e progresso o per potere e distruzione? Nell’attesa del responso, arrivato nel finale dolce-amaro, ho letto il romanzo caratterizzato d’azione e mistero. Mi è parso di viaggiare nel tempo assistendo alle vicende di Nostradamus e conoscendo, nel presente, suoi discendenti con poteri molto particolari. Ho vissuto da vicino inseguimenti e sparatorie, ho seguito con vivo interesse la soluzione di messaggi criptici, mi sono lasciata affascinare dall’esoterismo. In punta di piedi mi sono avvicinata a verità nascoste o parzialmente svelate. Mi sono sentita coinvolta nella storia in modo totale oltrepassando, con facilità, il confine sfumato tra finzione e realtà.

La vena creatrice dell’autore ha attraversato i secoli per raccontare la speranza, la paura, i desideri dei protagonisti. Attraverso il labirinto del tempo, Rua scrive un romanzo che guarda alla speranza per esorcizzare la paura, purtroppo attualissima, di una guerra (civile, psicologica, di religione, scegliete voi). Ciò che mi ha particolarmente colpita è l’evoluzione delle armi. Siamo passati dalla lotta a mani nude all’uso strategico di macchine da guerra automatiche e non finisce qui. Ora si sta aprendo una nuova era di macchine capaci di azioni autonome: combattono l’uomo senza che nessuno possa prevedere le loro azioni. Hanno libertà decisionale, colpiscono come e dove vogliono. Pura fantasia? La minaccia rimane congelata tra le pagine del libro? Io non ne sarei tanto sicura. Nei laboratori si cercano i limiti del possibile per attraversarli e avventurarsi nell’impossibile. E se le domande sull’esistenza e sull’universo trovassero le loro risposte nell’Entanglement, l’anello mancante tra meccanica quantistica e gravità?

Non vi preoccupate, cari lettori, le teorie della Fisica si sposeranno in modo incantevole con il romanzo di Rua capace di emozionare e far riflettere. Nostradamus vi guiderà in un passato tumultuoso ma la scienza vi catapulterà nel domani. A noi scegliere se creare un futuro di positività o sprofondare nel baratro del progresso piegato ai devastanti voleri di pochi potenti uomini. Nell’attesa leggete il romanzo “L’ultimo libro del veggente” con la mente ancorata al presente e il pensiero libero di precipitare nel “Multiverso”. Se non volete credere a Rua e al suo romanzo forse cambierete idea leggendo l’ultimo lavoro di Hawking: l’esistenza di universi paralleli è dimostrabile. Forse la parola “universo” sta per diventare fuori moda. Non ci resta che aspettare! Nel frattempo leggete, leggete, leggete!