giovedì 30 luglio 2015

RECENSIONE | "Dannati" di Glenn Cooper

Salve carissimi lettori :) Poiché l’afa assassina non mi basta ho deciso di alzare un po’ la Temperatura leggendo un libro che propone un’avventura inquietante ma affascinante. Se siete lettori che non si fermano davanti a nulla potrete venire con me in un luogo dove il male non muore mai…

Dannati

Autore: Glenn Cooper

  TRILOGIA DANNATI  
#1 Dannati
#2 La porta delle tenebre recensione ]
#3 L'invasione delle tenebre [ recensione ]

Editore: Nord
Pagine: 494
Prezzo: € 19,90 |  € 5,00 edizione TEA (cartaceo) 

Sinossi: Lo chiamano Oltre. Alcuni sono appena arrivati in quel mondo così simile al nostro eppure così diverso. Altri invece sono lì da secoli e sono ormai indifferenti alla perenne coltre di nubi che nasconde il sole e all'atmosfera cupa che li circonda. Ma ognuno di loro condivide lo stesso destino: dopo essere morti, sono stati condannati per l'eternità. Sia che abbiano scritto a caratteri di fuoco il loro nome nel grande libro della Storia - tiranni sanguinari, sovrani spietati, criminali di guerra - sia che nel corso della loro oscura esistenza si siano macchiati di colpe incancellabili, adesso sono tutti relegati in quel luogo maledetto. Tutti, tranne John Camp. Lui è "vivo", ed è lì per sua scelta. Perché ha giurato di salvare la donna che ama. Durante un audace esperimento di fisica delle particelle, la dottoressa Emily Loughty è scomparsa nel nulla e, quando si è deciso di ripetere il procedimento per capire cosa fosse successo, John si è posizionato nel punto esatto in cui lei era sparita e... in un attimo è stato catapultato nel mondo chiamato Oltre. E ora deve affrontare il male assoluto per ritrovare Emily e riportarla indietro. Ma il tempo a sua disposizione è poco, e tutti e due rischiano di rimanere per sempre prigionieri nella terra dei Dannati...


STILE: 8
STORIA:  7
COPERTINA: 8
Emily sentì un rumore di passi alle proprie spalle. Prima di affrontare la minaccia tese i muscoli, prese fiato ed espirò con forza. Quando si voltò, vide un uomo armato di coltello. Sin dall’infanzia, le avevano insegnato a fuggire di fronte al pericolo, ma in quel momento non aveva scelta. L’aggressore, ormai a meno di cinquanta centimetri di distanza, stava per affondare il colpo. 

L’addestramento la fece agire d’istinto. Deviò la traiettoria dell’arma con un secco movimento laterale del braccio sinistro, colpì l’aggressore alla gola con la base del palmo della mano destra e gli sferrò un calcio all’inguine. Quando l’uomo si accartocciò a terra, con un altro calcio Emily fece volare via il coltello che lui ancora stringeva nella mano. 

Solo allora scappò.
Un ristretto gruppo di funzionari governativi è alle prese con un terribile segreto e con la necessità di non renderlo pubblico. John Camp, un ex soldato segnato dalla sua esperienza in Afghanistan, cerca di combattere i demoni del passato e di mettere ordine nella sua vita. Lavora come capo della sicurezza in un laboratorio, sede di un enorme acceleratore di particelle, situato nei pressi di Londra. Durante un innovativo esperimento, la dottoressa Emily Loughty svanisce nel nulla. Al suo posto appare un uomo che fugge dal laboratorio facendo perdere le sue tracce. Cosa è successo? Per capirlo non resta che ripetere l’esperimento: John si posiziona nel punto esatto in cui lei è sparita e quando l’acceleratore viene di nuovo azionato, si ritrova in un mondo apparentemente simile al nostro, eppur così diverso. Perché quel mondo, chiamato Oltre, è l’Inferno dove sono collocati tutti i cattivi che durante la loro vita si sono macchiati di colpe gravissime. A Oltre non c’è “la speranza” ma continue lotte per il potere e la supremazia. John deve ritrovare la donna che ama per riportarla a casa prima che il passaggio si chiuda. Se fallirà saranno due esseri “vivi” in un mondo di morti, intrappolati per l’eternità.

Era da un po’ che mi ripromettevo di acquistare “Dannati” attratta da una trama avvincente e conoscendo già la bravura dello scrittore per aver letto la trilogia della “Biblioteca dei Morti”. Ho approfittato dell’edizione TEA e la mia libreria ha accolto un altro amico libroso.

Ho letto 494 pagine subendo il fascino dell’avventura in un mondo parallelo a cui si accede tramite un portale aperto da gravitoni e strangelet prodotti da un acceleratore di particelle che raggiunge velocità mai realizzate prima. In un laboratorio di fisica il mondo si sdoppia: la Terra per i vivi, Oltre per i condannati alla pena eterna. Niente di nuovo mi direte, Dante Alighieri aveva già fatto un viaggio simile. Giusto ma Oltre è un mondo simile alla Terra dove i malvagi sono lì da secoli, circondati da una cupa atmosfera e uniti nello steso orribile destino: sono “morti” che conservano per sempre la stessa età fisiologica di quando sono deceduti. C’è un modo di soffrire all’Inferno, un’agonia infinita, che renderebbe la Morte auspicabile. Ma la Morte a Oltre non c’è. Andando avanti con la lettura ho incontrato tiranni sanguinari, sovrani spietati, criminali nazisti, tutti cattivi sulla terra che continuano a perpetuare la loro cattiveria a Oltre. Ho incrociato il duca di Guisa, Enrico VIII, Clodoveo, Himmler e tanti, tanti altri cattivi. A John il compito di ritrovare la donna che ama per riportarla a casa. Il portale, naturalmente non è unidirezionale, se un “Vivo” si ritrova a Oltre un “Dannato” ritorna sulla Terra. A voi scoprire cosa succederà in questo scambio di “mondi”.

Le punizioni eterne presuppongono l’esistenza di un luogo adibito a tale castigo. Glenn Cooper fa diventare “Inferno” una orribile realtà. Non è più una concezione legata all’immaginazione, diventa un mondo tangibile, vicino a noi. E’ bastato un esperimento di fisica per trovarlo, le grandi scoperte sono spesso frutto di casualità. Oltre è un mondo impossibile? Siete sicuri? Siete pronti a scommettere sulla lealtà dei Governi? Noi sappiamo proprio tutto o alcune verità ci vengono nascoste?

Glenn Cooper pone questo dubbio e lascia al lettore il modo di riflettere. E’ giusto rivelare verità sconvolgenti o lasciare che in pochi conoscano cose che nessuno sa?

“Dannati” è un libro ben scritto dal ritmo sostenuto. I personaggi, tanti, sono molto noti e parlare con loro è un modo per approfondire la loro conoscenza. Fin dalle prime pagine la curiosità è tanta, l’evolversi della storia sembra una corsa ad ostacoli contro il tempo. Naturalmente si tifa per i buoni, Emily e John, ma incontreremo alcuni dannati “simpatici”. A Oltre la speranza, l’amicizia, la lealtà, l’amore sono valori ormai persi e le grandi sfide sono all’ordine del giorno. Il finale fa tirare un respiro di sollievo che dura pochissimo perché nell’ultimo esperimento, nella riapertura del portale, si è manifestato un fenomeno del tutto inatteso. Per vedere come va a finire non mi resta che leggere “La Porta Delle Tenebre”, il seguito di “Dannati”. 



Sperando che Oltre rimanga solo la “visione” di uno scrittore, 
vi lascio con una frase che racchiude il tema centrale di questo romanzo:

“Facile è la discesa nell’Averno: notte e giorno è aperta la porta dell’oscuro Dite, 
ma ritrarre il passo ed uscire all’aria superna, questo è il problema, qui sta l’impresa.”

Virgilio, Eneide, Libro VI

mercoledì 29 luglio 2015

WWW Wednesdays #54

 WWW  Wednesdays è una rubrica creata dal blog Should be Reading 
e consiste nel rispondere a tre semplici domande:

-What are you currently reading? (Cosa stai leggendo adesso?)
-What did you recently finish reading? (Cosa hai appena finito di leggere?)
-What do you think you’ll read next? (Cosa leggerai dopo?)



What are you currently reading?

   


What did you recently finish reading?

  

What do you think you’ll read next?
       
  

 

lunedì 27 luglio 2015

RECENSIONE | "Nichi arriva con il buio" di Sara Zelda

Buongiorno cari lettori :) L’afa mi sta distruggendo e prima di perdere le poche energie che mi rimangono, vorrei parlarvi di un romanzo profondo che evoca un mondo interiore per sottolineare temi di carattere esistenziale.

Nichi arriva con il buio

Autrice: Sara Zelda 

Editore: Narcissus Self Publishing
Anno: 2015
Genere: narrativa contemporanea

Pagine: 259 (ebook)
Prezzo: € 2,49 (ebook)
Codice ISBN: 9786051762029

Sinossi: A dieci anni dalla morte del suo ex fidanzatouna donna ne racconta la storia alla sorellaadolescentedi lui, che non ha avuto il tempo di conoscerlo davvero.Greta ha quattordici anni quando conosce Nicola in occasione di una vacanzaal mare, i due si incontrano ogni estate nella medesima località di villeggiaturaportandosi appresso nuovibagagli di vita reale: Greta ha i genitori separati e presto arriva anche una sorellina, la stessa cosa accade in seguito a Nicola; due esistenze speculari a trecento chilometri di distanza unite da un filo fragilissimo di fiducia e speranza. La storia di Greta e Nicola è contrastata di volta in volta da personaggi gelosi, orgogliosi, insicuri edisperati, ma soprattutto da loro stessi. Tra concorsi di bellezza equiz televisivi la vicenda è l’occasione per ricostruire un decennio di storia italianadal punto di vista di una generazione, a favore di chi quella generazione non l’ha mai vissuta.


STILE: 8
STORIA:  8
COPERTINA: 8

In quel tempo della mia vita mi immaginavo sempre come seguita da una telecamera nascosta – dovevo avere cura di ogni cosa che facevo, poiché qualcuno da qualche parte mi stava osservando. Non bastava che fossi affascinante poetica o scostante davanti alle persone ai cui occhi desideravo risultare affascinante poetica o scostante, dovevo essere tutto ciò che desideravo essere per chiunque in qualsiasi momento. Ecco perché ogni mio gesto era sempre teatrale. Quel giorno, in particolare, sulla nostra vecchia spiaggia. Avevo diciott’anni ed era l’ora del tramonto.
Sono trascorsi 10 anni dalla morte del suo ex fidanzato. Il tempo non ha cancellato alcun ricordo anzi ha creato uno scrigno nell’anima dove Greta ha riposto la storia del suo primo grande amore: Nichi. Oggi la ragazza apre lo scrigno per narrare la storia alla sorella adolescente di lui che, troppo piccola per ricordarlo, non ha avuto il tempo per conoscerlo davvero.

Greta e Nichi trascorrono le loro vacanze estive in un campeggio che diventa testimone del loro incontro e della nascita di un amore travagliato.

Sono giovanissimi Nichi e Greta.

Lei è una ragazzina alle prese con il divorzio dei propri genitori. Cerca la loro l’attenzione. Si ritrova a dover convivere con la fragilità dell’adolescenza pur dovendo, a volte, sostenere lei gli adulti e soprattutto il suo babbo-bambino.

Nichi è un giovane difficile, tormentato dal suo rifiuto ad accettare il mondo in cui vive. Ha un rapporto turbolento con gli altri ragazzi.

Entrambi sono prigionieri di un disagio che si trasforma in una insicurezza che caratterizza ogni loro decisione.

Ma tutti noi lo sappiamo: l’amore non conosce limiti. Non ci sono barriere ma solo il desiderio di un contatto, uno sguardo che riscalda il cuore, la voglia di ritrovarsi per non lasciarsi più.

Volano i giorni delle vacanze, l’estate cede il posto all’arrivo dell’autunno e i ragazzi devono ritornare alle rispettive case in due città che distano ben 300 Km tra loro. Per ben cinque anni dal primo abbraccio, Greta e Nichi si ritrovano e si perdono ogni estate, anno dopo anno. Anche se non riescono a frequentarsi sono legati da un sentimento forte che non sanno affrontare. Le loro vite sembrano viaggiare su binari differenti ma il destino ha in serbo per loro un appuntamento, un incontro lì dove tutto è cominciato. Nichi, abbandonato dal padre in tenera età, trova rifugio nell’alcol. Molti, troppi, giovani lo fanno. Bere vuol dire sottoscrivere una condanna: il fegato subisce danni a cui nessuno può porre rimedio. Nichi prigioniero dei suoi fantasmi, intrappolato in un’età difficile, una terra di mezzo dove le indicazioni mancano e gli adulti si nascondono dietro la loro incapacità di provare affetto.

Non sono soli Nichi e Greta, intorno a loro si muovono molti personaggi che si lasciano sedurre dalla gelosia, dall’insicurezza, dall’orgoglio. Tanti ragazzini stretti nella solidarietà maschile e nella rivalità tra donne.

Greta  racconta a Ecaterina, sorella minore di Nichi nata dal secondo matrimonio del padre, la loro giovane e fragile storia d’amore. Racconta un passato che rende possibile il presente.

L’amore che ti fa sentire le farfalle nello stomaco e ti fa battere forte il cuore presagio di un futuro meraviglioso. Non sempre è così. Anche l’amore ha i suoi limiti e si arrende davanti a chi, per primo, non crede in se stesso. Nichi si è arreso alla vita, la sua fragilità non ha trovato un’ ancora di salvezza. Troppo distratti gli adulti, impotenti i ragazzi.

Sara Zelda è una scrittrice talentuosa che usa la parola caricandola di mille significati. Nei suoi libri “Cronache Dalla Fine Del Mondo” [recensione] e “I Dissidenti” [recensione] , se non li avete letti questo è il momento buono per porvi rimedio, Sara non si limita a dar vita a un romanzo: modella “un corpo fatto di parole” e inizia a scavare nell’anima con la sua sensibilità che la porta a ricercare ciò che si cela dentro una persona. Scalfisce la superficie e dà voce ai tormenti dell’esistenza. E’ brava Sara, i suoi romanzi sono sempre intensi, mai banali, curati e ben scritti. I personaggi vivono di vita autonoma, sono poliedrici e complessi, sono “reali”.

“Nichi arriva con il buio” gode di un valore aggiunto con la splendida cover realizzata da Roberta Cavalleri. Come Sara Zelda ha spiegato, il grande orologio raffigura il tempo che appare un tutt’uno con la persona rappresentata  (il volto che vedete è quello dell’artista digitale autrice della copertina), e gli elementi marini ci rimandano all’estate. I toni del   blu, il mio colore preferito, si associano, nella cultura anglosassone, a sentimenti di tristezza e di afflizione.

Il romanzo di Sara Zelda si basa su un fatto di cronaca realmente accaduto a cui l’autrice ha voluto dare attenzione perché coinvolge il mondo degli adolescenti solcato da intense emozioni che non tutti riescono a controllare. Io, che adolescente non sono più, ho letto questo libro con vivo interesse lasciandomi conquistare dalla bravura di Sara che ringrazio per aver voluto condividere con me, sua ammiratrice, questo romanzo. Leggetelo con gli occhi del cuore e se una lacrimuccia farà capolino nei vostri occhi sappiate che anch’io ho pianto per Greta e Nichi: la vita non è  sempre fonte di felicità, a volte crea dolore e lacera l’anima.

venerdì 24 luglio 2015

RECENSIONE | "Mi sa che fuori è primavera" di Concita De Gregorio

Carissimi lettori, spesso abbiamo letto le famigerate fascette dei libri decantare la bellezza di romanzi che poi si sono rivelati delle gran delusioni. Oggi vorrei proporvi, finalmente, una fascetta sincera che recita: “Da un tragico fatto di cronaca una struggente storia d’amore e di speranza.”
Si tratta di un libro che ho letto con totale coinvolgimento ed emozione:“Mi sa che fuori è primavera” di Concita De Gregorio, edito Feltrinelli.

Mi sa che fuori è primavera

Autrice: Concita De Gregorio

Editore: Feltrinelli

Pagine: 122
Prezzo: € 13,00 (cartaceo)  

Sinossi: 
Quando un oggetto di valore si rompe, in Giappone, lo si ripara con oro liquido. È un'antica tecnica che mostra e non nasconde le fratture. Le esibisce come un pregio: cicatrici dorate, segno orgoglioso di rinascita. Anche per le persone è così. Chi ha sofferto è prezioso, la fragilità può trasformarsi in forza. La tecnica che salda i pezzi, negli esseri umani, si chiama amore. Questa è la storia di Irina, che ha combattuto una battaglia e l'ha vinta. Una donna che non dimentica il passato, al contrario: lo ricorda, lo porta al petto come un fiore. Irina ha una vita serena, ordinata. Un marito, due figlie gemelle. È italiana, vive in Svizzera, lavora come avvocato. Un giorno qualcosa si incrina. Il matrimonio finisce, senza traumi apparenti. In un fine settimana qualsiasi Mathias, il padre delle bambine, porta via Alessia e Livia. Spariscono. Qualche giorno dopo l'uomo si uccide. Delle bambine non c'è più nessuna traccia. Pagina dopo pagina, rivelazione dopo rivelazione, a un ritmo che fa di questo libro un autentico thriller psicologico e insieme un superbo ritratto di donna, coraggiosa e fragile, Irina conquista brandelli sempre più luminosi di verità e ricuce la sua vita. Da quel fondo oscuro, doloroso, arriva una luce nuova. La possibilità di amare ancora, l'amore che salda e che resta.


http://i.imgur.com/ye3Q8bo.png

STILE: 8
STORIA:  9
COPERTINA: 8



“ Ho steso i miei sogni sotto i tuoi piedi;
Cammina leggera perché cammini sui miei sogni.”
William B. Yeats

Cosa sei venuta a dirmi, Irina? Perché hai bussato qui?
“Vorrei che mi aiutassi, se puoi, a prendere le parole metterle in fila ricomporre tutti i pezzi che sento frantumati e dispersi in ogni angolo del corpo. Vorrei ricostruire i frammenti come si ripara un oggetto rotto, prenderlo in mano e portarlo fuori da me. Per tenerlo accanto, portarlo in tasca, metterlo in borsa ma intero, tutto intero. Pensi che si possa farlo, scrivendo? Se fossi stata capace l’avrei fatto, ma non sono capace e non ero pronta. Ora sono pronta. Voglio mettere un punto. Segnare il passaggio. Sento che sarà facile, se riesco a raccontare ogni cosa.”
Quindi di cosa è fatto questo racconto?, e perché ci incatena a vicenda nei giorni senza che riusciamo a smettere senza che ci fermiamo più, giorni e giorni di parole e di risate e di lacrime e di voce che si rompe e poi di canzoni, hai mai sentito quella che fa così?, poi di nuovo l’amore: tu, Irina, parli sempre d’amore.
Ricordo ancora la storia di Irina Lucidi, avvocata italiana residente in Svizzera, e suo marito Matthias Schepp, ingegnere svizzero tedesco.

E’ il 30 gennaio 2011.

Irina, al suo rientro a casa, scopre che il marito da cui stava per divorziare, ha portato via con sé le due figlie gemelle di 6 anni, Alessia e Livia, ed è scomparso. Si scoprirà che Matthias, imbarcatosi su un traghetto diretto in Corsica, è poi tornato in Italia, per suicidarsi. Cinque giorni di mistero. Delle due bambine non c’è più alcuna traccia ma l’ultimo messaggio di Schepp, diretto alla moglie, rivela una verità agghiacciante: “Le bambine non hanno sofferto, non le vedrai mai più.”

Il libro parte da questo drammatico fatto di cronaca ma narra la determinazione di una donna che vuol ricostruire la propria vita.

Irina è una donna che non dimentica il passato anzi lo rivive continuamente con tenacia e coraggio. Lei mostra la sua fragilità ma la trasforma in un sentimento che le permette di continuare a vivere: l’amore.

Irina non nasconde le ferite che dilaniano il suo animo, non nasconde la sua vita frantumatasi in mille pezzi, non dimentica il dolce sorriso delle sue bambine.

“Mi sa che fuori è primavera” è un libro intenso e struggente che apre alla speranza, che dà voce ai silenzi, ai ricordi. E’ un libro che narra di una donna che improvvisamente si sente inadeguata, sommersa dai sensi di colpa, lasciata sola nella tragedia. Precipita Irina, precipita nell’orrore di non rivedere più le sue bambine svanite nel nulla.  Alessia e Livia vittime di un amore malato, di un padre preda di una lucida follia, di un destino tragico che nessuno è riuscito a mutare. Nel libro Irina scrive lettere immaginarie indirizzandole alla maestra delle bambine, alla nonna, agli amici, al fratello, al padre, al procuratore capo della polizia investigativa. Non c’è odio in queste lettere ma la voglia di esternare i propri pensieri, per dare voce alle riflessioni. Riflette Irina sulle tante domande che non hanno ottenuto risposta, sulle indagini frettolose, sui testimoni che la polizia non ha ritenuto opportuno interrogare.


Ho letto questo libro con rispetto, entrando in punta di piedi in un’immane tragedia. Ma come si può sopravvivere alla perdita di due bambine? Come si sopravvive a un lutto, alla perdita di un amore? La società risponderebbe che si deve soffrire per il resto dei propri giorni, chiusi in casa,  non provare più alcuna emozione, non esistere agli occhi del mondo. Quanti pregiudizi! Quanti giudizi bisogna combattere.

Vivere non vuol dire dimenticare. Nessuno potrà mai cancellare Alessia e Livia dalla mente della loro mamma. Anzi le bimbe continueranno a vivere perché Irina continuerà a vivere. Nel suo cuore le gemelline vivranno libere e felici, saranno “vere” nei sogni della loro mamma, saranno “vive” nelle notti senza tempo.

Deve lottare Irina, deve combattere il dolore del non sapere dov’è chi si ama. Dell’assenza non ci si può liberare. E’ con te in ogni istante, senza alcuna distrazione. Ti ritrovi circondata dal “non sapere”. Non hai neanche una tomba su cui piangere.

Poi succede, a volte succede. L’amore che hai dentro ritorna a vivere, è un sentimento che nasce dal bisogno di essere ancora felici, una sfida contro tutti.
Un amore nuovo, un altro amore. Lo descrivi. Non toglie niente a tutto il resto, al contrario: ti sente, ti tiene, ti accompagna, ti toglie lo zaino dalle spalle quando pesa troppo, nella marcia. Ti abbraccia.
Concita De Gregorio narra, con stile asciutto e preciso, l’esistenza di una madre  privata dei figli, la sfida di una donna contro i pregiudizi della società. La scrittrice conferisce alle parole emozioni e intensità. Con delicatezza dà voce alla fragilità che si trasforma in forza, cerca e trova la speranza dove prima c’era solo devastazione e dolore. Aiuta Irina a mettere insieme i pezzi del suo dolore “a dire quello che non si può dire”.

Alessia e Livia “vivranno” nei sogni della loro mamma, si nutriranno del suo amore e le doneranno amore. Ricordare è tenere nel cuore, sempre. Allora si assiste a un tenero, timido risveglio. Mamma Irina, con le sue amate bimbe, strette nel cuore, trova la forza per ritornare a vivere. Dopo il lungo inverno, in cui i sentimenti sono rimasti sopiti sotto una coltre di neve, è giunto il momento di ritornare alla vita perché “Mi sa che fuori è primavera”.

Dalla quarta di copertina:

Per essere felici non ci vuole tanto.
Per essere felici non ci vuole quasi niente.
Niente comunque,
che non sia già dentro di noi.

giovedì 23 luglio 2015

RECENSIONE | "L'invito" di Ruth Ware

Cari lettori, l’estate avanza implacabile e il gran caldo non concede tregue. Per distrarmi un po’ non mi resta che leggere e la mia scelta è caduta su un thriller dalla copertina molto accattivante: “L’invito” di Ruth Ware, edito Corbaccio.

L'invito

Autrice: Ruth Ware

Editore: Corbaccio
Genere: Thriller
Pagine: 352
Prezzo: € 16,50 (cartaceo)  

Sinossi: 
Dieci anni cambiano una persona. A dieci anni dalla fine del liceo Leonora Shaw, Nora, ne ha fatta di strada: è diventata una scrittrice, la sua vita è scandita dal lavoro alla scrivania nel suo monolocale dell’East End londinese, dalle tazze di caffè e dalle corse nel parco. Della vecchia Leonora non resta più nulla, nemmeno il nomignolo di allora, Lee. Tutti possono avere mille buoni motivi per non frequentare gli amici di un tempo, per troncare con il passato, per incominciare una nuova vita. E Nora ha un ottimo motivo. Eppure, quando riceve l’invito all’addio al nubilato della sua ex amica del cuore, si fa strada in lei un assurdo senso di colpa unito a un assurdo sentimento di riconoscenza verso Clare per essersi fatta viva dopo dieci anni. Sebbene con riluttanza, accetta di trascorrere un weekend in una villa nei boschi del Northumberland insieme ai vecchi amici, e di colpo si trova catapultata indietro nel tempo di dieci anni, in quel passato che ha meticolosamente cercato di cancellare. E capisce di aver commesso un errore.
Il peggior errore della sua vita.



STILE: 6
STORIA:  5
COPERTINA: 6



“In un bosco scuro scuro c’era una casa nera nera.

E nella casa nera nera c’era una stanza scura scura.
E nella stanza scura scura c’era un armadio nero nero.
E nell’armadio nero nero c’era…uno scheletro.”

Filastrocca popolare.


Sto correndo. 

Corro nel bosco rischiarato dalla luna, tra i rami che mi strappano i vestiti mentre inciampo in mezzo alle felci, appesantite dalla neve, le braccia frustate dai rovi. 

Il respiro mi ferisce la gola, mi fa male. Sono tutta dolorante. Però continuo a correre. Sì, questo posso farlo. 

Quando corro ho sempre dentro un mantra che mi batte nel cervello: il ritmo che voglio prendere o le frustrazioni da calpestare sotto ogni passo contro l’asfalto. Ma stavolta c’è un’unica parola, un unico pensiero che mi batte dentro.
James. James. James.
Nora e Clare non si vedono da 10 anni.

Un giorno arriva a Nora una e-mail, un invito per un addio al nubilato: Clare si sposa.

Nora è indecisa, non comprende il motivo dell’invito che richiede la sua presenza alla festa ma non alla celebrazione del matrimonio. Incuriosita decide di accettare. Così i sei partecipanti all’addio al nubilato si ritrovano in una casa isolata nel bosco, appena fuori Stanebridge. Superato il primo imbarazzo iniziale, gli invitati si sistemano nelle loro stanze, iniziano a conoscersi e aspettano l’arrivo della futura sposa. Quando tutto sembra volgersi al meglio ecco che una presenza misteriosa metterà a dura prova i nervi dei ragazzi. La paura prenderà il sopravvento e qualcuno sparerà a un’ombra misteriosa che si è intrufolata in casa. Il fucile che si riteneva caricato a salve, contiene invece vere pallottole. Ma chi ha sparato? Chi è stato colpito? L’incubo prende vita.

Ho iniziato a leggere questo thriller con vivo interesse, una cover così avvincente era la promessa per un romanzo altrettanto avvincente. Mai fidarsi delle cover! Ma procediamo con ordine.

Flo,  Melanie, Tom, Nina, Nora sono i prescelti per partecipare all’addio al nubilato di Clare.

Nora e Clare hanno interrotto i loro rapporti da circa 10 anni e ora, la futura sposa spera nella presenza dell’ex amica per trascorrere alcuni giorni insieme ad altri conoscenti. Perchè?

La comitiva si dà appuntamento in una casa isolata, persa tra i boschi. La casa ha delle pareti di vetro, dall’interno si può godere della maestosa vista della foresta e nulla vieta a coloro che stanno fuori di guardare tra le mura domestiche. Tutto sembra un gran palcoscenico su cui gli attori recitano nascondendosi dietro una maschera fatta di rancori, sfide, desideri di vendetta. Nella grande e modernissima casa non c’è campo per i telefonini e la linea telefonica fissa è inspiegabilmente interrotta. Attenzione!

Clare e Nora si sono conosciute all’età di 5 anni e la loro amicizia si è andata consolidando giorno dopo giorno. Clare è sicura di sé in ogni situazione, è bellissima, con un carattere deciso e temerario. Accanto a lei Nora si sente più forte, protetta e accettata da tutti proprio per la sua amicizia con la ragazza più popolare della scuola. Ma all’improvviso, come nelle più belle favole, appare un principe azzurro che, forse, tanto principe non è. Comunque questo fatto appartiene al passato, il presente è luminoso e senza ombre. Forse.

Il weekend procede in modo quasi piacevole ma poi succede qualcosa che darà inizio all’incubo che Nora  vivrà  quando, svegliatasi in un letto d’ospedale, si accorgerà di non ricordare più nulla dei drammatici avvenimenti. Tra ricordi confusi, mezze verità, immersioni nel passato e rivelazioni poco avvincenti, la scrittrice ci condurrà verso un finale prevedibile.

“L’invito” è un romanzo che molto promette e poco mantiene. Sicuramente è una lettura piacevole per chi vuole cimentarsi con il mondo del thriller ma per lettori-divoratori di questo genere non è sicuramente una storia che conquista.

“L’invito” è un romanzo che si legge velocemente, pone subito un enigma che verrà risolto senza le tradizionali indagini della polizia. Molti indizi verranno seminati lungo la narrazione ed è subito chiaro che il colpevole è nascosto all’interno della ristretta cerchia dei personaggi. Tutto ciò ci riporta alla mente un famosissimo giallo, “10 piccoli indiani” di Agatha Christie, che viene ricordato all’interno del romanzo di Ruth Ware. Anche la filastrocca iniziale ricorda la più famosa filastrocca del giallo di Agatha Christie. Ma questo è tutto.

Ritornando al romanzo “L’invito” devo riconoscere che è una storia ben scritta con particolare attenzione alle descrizioni dei luoghi. Ma ci sono tanti, troppi assenti: i colpi di scena sono rarissimi, nessun brivido, adrenalina zero, intreccio psicologico presente a tratti, finale scontato.

L’ambientazione è invece un punto a favore dell’autrice: la Casa di Vetro, isolata sul margine del bosco, è un luogo che non rassicura anzi permette al cuore nero, presente fra gli ospiti, di portare a termine il suo piano. Mi sarebbe piaciuto scrivere il suo “diabolico piano” ma, in questo romanzo di diabolico nulla c’è. Nel salutarvi consiglio la lettura di questo romanzo a che si avvicina per la prima volta al genere thriller, per tutti gli altri sarà opportuno rifiutare, con educazione ma con piglio deciso, “L’invito”.