
Casa Editrice: La biblioteca di Repubblica
Pagine: 405
Prezzo: € 4,90
Trama: Il romanzo narra le vicende della famiglia Toscana, detta i Malavoglia,
che abita il piccolo paese di Acitrezza da diverse generazioni. Il
nucleo familiare di tipo patriarcale è composto, prima dal nonno, Padron
‘Ntoni, poi dal figlio Bastianazzo e dalla moglie Maruzza, detta la
Longa ed infine dai nipoti: ‘Ntoni, Luca, Mena, Alessi e Lia. Le uniche
ricchezze della famiglia sono, la “casa del nespolo” , da loro abitata, e
la barca chiamata “Provvidenza”, unica fonte di reddito. Le disgrazie
dei Malavoglia, cominciano con la partenza alle armi di ‘Ntoni, che
determina la mancanza di due forti braccia per il lavoro della
“Provvidenza”. Per colmare le difficoltà economiche, Padron ‘Ntoni si
convince ad acquistare a credito un carico di lupini che, mediante la
Provvidenza, deve far giungere a Riposto. Ma, a causa di una violenta
tempesta, la Provvidenza naufraga, va perduto il carico di lupini e con
esso anche la vita di Bastianazzo. La famiglia Malavoglia è sconvolta
dal dolore, ma non si rassegna e per far fronte al debito dei lupini
decide di lavorare per Padron Cipolla. Dopo il rientro di ‘Ntoni, questa
volta è Luca a intraprendere il servizio di leva, ma con risvolti
tragici, poiché morirà nella battaglia di Lissa. La famiglia è di nuovo
in ginocchio , anche perché gli viene sottratta a causa dei debiti la
casa del nespolo e per porre rimedio alle precarie condizioni
economiche, è costretta a vendere la barca, da poco pronta per il mare.
Nonostante il dolore enorme di Padron ‘Ntoni, è ‘Ntoni ad incrementarlo
ancora di più. Egli, infatti, mira a ben altra vita da quella che per
lui, invece, riserva la tradizione di famiglia. Ma le sue ambizioni
vengono presto vanificate, poiché frequentando cattive compagnie, si da
al contrabbando e finisce in galera ed in più sua madre, Maruzza la
Longa, muore di colera. Ma le disgrazie dei Malavoglia non sono ancora
giunte al termine, infatti Lia, travolta da uno scandalo, fugge di casa e
finisce col diventare una prostituta. Anche Mena a causa delle vicende
familiari è costretta a rinunciare al matrimonio con l’amato “compare”
Alfio. Infine l’agonia della famiglia Trizzota termina con la morte per
malattia di Padron ‘Ntoni. Sarà Alessi a riscattare la casa del nespolo,
gesto che non servirà a nulla poiché la famiglia Malavoglia è ormai
distrutta.




STILE: 8
STORIA: 8
COPERTINA: 7
Recensione
“Un tempo i Malavoglia erano stati numerosi come i sassi della strada vecchia di Trezza…”
Così inizia uno dei romanzi più
conosciuti di Giovanni Verga: la storia
della famiglia Malavoglia si svolge nel piccolo paese siciliano di Aci Trezza,
vicino a Catania. Il patriarca della famiglia è il vecchio padron ‘Ntoni: a lui
obbediscono il figlio Bastianazzo, con la moglie Maruzza, e i cinque nipoti
‘Ntoni ,Luca, Mena Alessi e Lia.
Un giorno, la povera famiglia di pescatori, decide di fare qualcosa per migliorare la propria posizione economica: il commercio di lupini. Ma una tempesta distrugge la “Provvidenza”, la barca fonte di lavoro, e per la famiglia cominciano i guai. Muore Bastianazzo, ci sono i debiti da ripagare, Lia prende una cattiva strada, il contrabbando e la galera di ‘Ntoni, la vendita della “casa del nespolo” simbolo dell’unità famigliare.
Un giorno, la povera famiglia di pescatori, decide di fare qualcosa per migliorare la propria posizione economica: il commercio di lupini. Ma una tempesta distrugge la “Provvidenza”, la barca fonte di lavoro, e per la famiglia cominciano i guai. Muore Bastianazzo, ci sono i debiti da ripagare, Lia prende una cattiva strada, il contrabbando e la galera di ‘Ntoni, la vendita della “casa del nespolo” simbolo dell’unità famigliare.
In questo romanzo si manifesta palese il
pessimismo di Verga. Secondo padron ‘Ntoni:
“Gli uomini sono come le
dita di una mano: il dito grosso fa
il dito grosso e il dito piccolo fa il dito piccolo."
il dito grosso e il dito piccolo fa il dito piccolo."
Si comprende che nel personaggio c’è la netta convinzione che l’ordine
sociale, come la natura, è e resta immutabile.
Colui che pone ciò in discussione,
che cerca di cambiare il proprio destino, è un “vinto”. In questo ordine
sociale ci sono dei valori indistruttibili: la dignità del lavoro, il
sentimento del dovere, l’unità famigliare la solidarietà. Chi tradisce questi
valori sarà “vinto” condannato a vivere ai margini della società. senza radici.
Ma l’uomo non può accettare questa condizione d’immutabilità e il giovane
‘Ntoni prova a cambiare la sua posizione sociale ma sbaglia ricercando la
ricchezza nel contrabbando. Verga traccia il ritratto di una società dove nulla
può cambiare, dove, soddisfatti i bisogni materiali, tutto il resto diviene
avidità di ricchezze. Anche la nostra società, così moderna e in continua
evoluzione, ha i suoi “vinti” nei giovani che cercano un lavoro, nelle donne
uccise “per amore” e negli uomini che armano la loro mano "per amore". I valori
dell’onestà, dell’amicizia, dell’aiuto reciproco, del rispetto per la persona,
sono, oggi, molto rari.
Leggere Verga mi porta a ripensare a coloro che si sentono soli che sono condannati alla solitudine, che vivono questo dramma nella quotidianità e non riescono a venirne fuori. Questi drammi possono portare al suicidio, l’animo debole e la disperazione ti fanno vedere la morte come una soluzione ai problemi. Ma così non è. ‘Ntoni ,prima di lasciare per sempre il paese natio, dice: “ Ora è tempo di andarsene…”
Leggere Verga mi porta a ripensare a coloro che si sentono soli che sono condannati alla solitudine, che vivono questo dramma nella quotidianità e non riescono a venirne fuori. Questi drammi possono portare al suicidio, l’animo debole e la disperazione ti fanno vedere la morte come una soluzione ai problemi. Ma così non è. ‘Ntoni ,prima di lasciare per sempre il paese natio, dice: “ Ora è tempo di andarsene…”
No, ora
è il tempo di cambiare! Non possiamo arrenderci l’uomo deve dimostrare di
essere libero di scegliere non è legato al proprio destino. Siamo noi che
dobbiamo lottare per migliorare, per realizzare le nostre aspirazioni.
Ma voi,
cari amici virtuali, come la pensate? Siete con Verga o con me ?
Ottimo romanzo, soprattutto per la descrizione precisa dei meccanismi sociali di un ambiente umano ormai scomparso. Interessante anche lo spunto che hai offerto quando hai scritto unità famigliare e solidarietà. Già dalle prime pagine Verga pone a fondamento di questi valori il bisogno di vivere in condizioni economiche dignitose. Verga mostra un' idea di matrimonio e famiglia opposta rispetto a quella di Manzoni, in cui Renzo e Lucia, che scelgono il matrimonio per amore e per la fede comune nella Provvidenza di Dio. La solidità della famiglia diventa per Verga una necessità, non un valore. Tra i personaggi ho apprezzato molto Filomena, che nonostante rinunci al matrimonio non si riterrà mai sconfitta e a cui Verga, almeno a mio avviso, regala una possibilità di ricostruirsi la vita: se leggi le ultime pagine troverai che Mena sta crescendo i nipoti, nati da Alessi e Nunziata, "che pareva che li avesse cresciuti lei". Per rispondere alla tua domanda la penso come te e aggiungo una considerazione. Tu dici che l'uomo deve lottare per migliorare. Ma costa coraggio, è una lotta contro la paura degli insuccessi, che esige dei sacrifici e ambizioni. Ed è proprio l'atteggiamento opposto a quello di Mena e Alessi. Questi personaggi non sono dei vinti come Bastianazzo, Lia o 'Ntoni, ma devono comunque rinunciare, almeno nel caso di Mena, ai loro progetti per vivere in modo tranquillo. Verga propone quindi un tema attualissimo, le ambizioni schiacciate dalla necessità di accontentarsi.
RispondiEliminaOttimo romanzo, soprattutto per la descrizione precisa dei meccanismi sociali di un ambiente umano ormai scomparso. Interessante anche lo spunto che hai offerto quando hai scritto unità famigliare e solidarietà. Già dalle prime pagine Verga pone a fondamento di questi valori il bisogno di vivere in condizioni economiche dignitose. Verga mostra un' idea di matrimonio e famiglia opposta rispetto a quella di Manzoni, in cui Renzo e Lucia, che scelgono il matrimonio per amore e per la fede comune nella Provvidenza di Dio. La solidità della famiglia diventa per Verga una necessità, non un valore. Tra i personaggi ho apprezzato molto Filomena, che nonostante rinunci al matrimonio non si riterrà mai sconfitta e a cui Verga, almeno a mio avviso, regala una possibilità di ricostruirsi la vita: se leggi le ultime pagine troverai che Mena sta crescendo i nipoti, nati da Alessi e Nunziata, "che pareva che li avesse cresciuti lei". Per rispondere alla tua domanda la penso come te e aggiungo una considerazione. Tu dici che l'uomo deve lottare per migliorare. Ma costa coraggio, è una lotta contro la paura degli insuccessi, che esige dei sacrifici e ambizioni. Ed è proprio l'atteggiamento opposto a quello di Mena e Alessi. Questi personaggi non sono dei vinti come Bastianazzo, Lia o 'Ntoni, ma devono comunque rinunciare, almeno nel caso di Mena, ai loro progetti per vivere in modo tranquillo. Verga propone quindi un tema attualissimo, le ambizioni schiacciate dalla necessità di accontentarsi.
RispondiEliminaOttimo romanzo, soprattutto per la descrizione precisa dei meccanismi sociali di un ambiente umano ormai scomparso. Interessante anche lo spunto che hai offerto quando hai scritto unità famigliare e solidarietà. Già dalle prime pagine Verga pone a fondamento di questi valori il bisogno di vivere in condizioni economiche dignitose. Verga mostra un' idea di matrimonio e famiglia opposta rispetto a quella di Manzoni, in cui Renzo e Lucia scelgono il matrimonio per amore e per la fede comune nella Provvidenza di Dio. La solidità della famiglia diventa per Verga una necessità, non un valore. Tra i personaggi ho apprezzato molto Filomena, che nonostante rinunci al matrimonio non si riterrà mai sconfitta e a cui Verga, almeno a mio avviso, regala una possibilità di ricostruirsi la vita: se leggi le ultime pagine troverai che Mena sta crescendo i nipoti, nati da Alessi e Nunziata, "che pareva che li avesse cresciuti lei". Per rispondere alla tua domanda la penso come te e aggiungo una considerazione. Tu dici che l'uomo deve lottare per migliorare. Ma costa coraggio, è una lotta contro la paura degli insuccessi, che esige dei sacrifici e ambizioni. Ed è proprio l'atteggiamento opposto a quello di Mena e Alessi. Questi personaggi non sono dei vinti come Bastianazzo, Lia o 'Ntoni, ma devono comunque rinunciare, almeno nel caso di Mena, ai loro progetti per vivere in modo tranquillo. Verga propone quindi un tema attualissimo, le ambizioni schiacciate dalla necessità di accontentarsi.
RispondiElimina