lunedì 30 maggio 2016

RECENSIONE | "Incubo" di Wulf Dorn

Carissimi lettori, per movimentare un po’ questo inizio settimana, vi propongo di “entrare” in un incubo. Dai su, non spaventatevi anche perché non sarete soli ma in compagnia di un grande autore di psicothriller. Siete curiosi? Bene, datemi la mano e siate pronti a godervi una nuova inquietante storia dal titolo che è tutto un programma. 

Incubo
Wulf Dorn (traduzione di Alessandra Petrelli)

Editore: Corbaccio

Pagine: 368

Prezzo: € 16,90

Sinossi: Simon è un ragazzo difficile, rinchiuso da sempre nel suo mondo. La sua vita precipita in un incubo dopo la morte dei genitori in un terribile incidente d’auto, dal quale Simon esce miracolosamente illeso, ma da allora, soffre di fobie, allucinazioni, sogni che lo tormentano ogni notte. Costretto a trasferirsi dalla zia Tilia dopo un periodo di riabilitazione in ospedale, passa le sue giornate esplorando la campagna sulla bicicletta del fratello Michael. Nella zona sembra aggirarsi un mostro: una ragazza è scomparsa, e una notte si perdono le tracce anche di Melina, la fidanzata di Michael, il quale diventa l’indiziato principale. Insieme a Caro, una ragazza solitaria che ha conosciuto nella sua nuova scuola, Simon affronta le proprie paure più nascoste e va a caccia del lupo che miete le sue vittime nel bosco di Fahlenberg. Ma niente è come sembra.

http://i.imgur.com/ye3Q8bo.png
STILE: 9 | STORIA: 9 | COPERTINA: 9

Niente dura per sempre. La sicurezza è un’illusione. Simon Strode fece questa amara esperienza un sabato di marzo.

Bastò un secondo e la sua vita non fu più quella di prima. Tutto ciò che gli era caro e prezioso gli fu tolto. Senza preavviso.
È appena uscito, il 26 maggio, il nuovo e attesissimo romanzo di Wulf Dorn. Dopo aver letto “La psichiatra”, “Il superstite”, “Follia profonda”, “Il mio cuore cattivo” e “Phobia”, non potevo certo perdermi “Incubo”. Due cose mi hanno immediatamente colpita. La cover inquietante mi ha fatto subito pensare al lupo cattivo: l’immagine riporta il muso informe, le orecchie piccole, la bocca enorme con lunghi denti affilati macchiati di sangue, l’occhio raccapricciante. È un’immagine che richiama la psichiatria e il titolo avalla questo connubio. L’animale appare come un enorme lupo da incubo che ci attirerà nel lato oscuro della vita.

La trama di questo romanzo è oscura e inquietante. La prima pagina del romanzo ha un inizio rassicurante: “C’era una volta…” Ma non dura molto, bastano poche righe per ritrovarsi in un mondo che di fiabesco ha solo il male che vi aspetta per tormentarvi. Scordatevi il lieto fine e ricordate:
A volte svegliarsi da un sogno può farti precipitare in un incubo.
Simon è ragazzo difficile, non ha amici, per lui i rapporti con le persone sono difficili. Vive rinchiuso nel suo mondo. Il giorno in cui, per un terribile incidente d’auto, muoiono i suoi genitori per Simon tutto cambierà. Nell’auto, con mamma e papa, c’era anche lui. Il destino ha voluto che egli uscisse illeso dall’incidente, ma da allora, Simon soffre di allucinazioni, sogni che lo tormentano ogni notte.

Simon trascorre alcuni mesi in un ospedale psichiatrico, la sua mente si rifiuta di ricordare ciò che è successo. Il suo cervello si rifiutava di ricordare mentre, molto spesso, dava corpo a delle inquietanti voci:
Gli uomini sono lupi travestiti da agnelli. Non riuscirai a sfuggire! Mai! Ti prenderò!

Simon! Siiimon! Vieni qui, Simon! Sì, vieni da noi! Vieni, guarda che sei uno di noi!
Queste voci si rincorrono nella testa di Simon che si sente in colpa per esser sopravissuto all’incidente.

Prima della tragedia il ragazzo amava le routine quotidiane, gli oggetti abituali gli davano sicurezza, detestava i cambiamenti. Ora tutto è mutato, è costretto a trasferirsi a casa della zia Tilia. Simon ha un fratello, Michael, che rappresenta un porto sicuro per lui. Nella zona in cui va a vivere si verifica un fatto angosciante: una ragazza scompare senza lasciare alcuna traccia. A breve anche Melina, fidanzata di Michael, scompare durante una notte tempestosa. Simon continua a vivere le sue allucinazioni, i fantasmi dei genitori lo perseguitano, le notti sono terrificanti con incubi travestiti da sogni. Quando Michael diventa il principale indiziato per la scomparsa di Melina, Simon decide di scoprire cosa è realmente successo. In questa sua personale caccia al lupo cattivo, il ragazzo non è solo. Con lui c’è Caro, una solitaria ragazza che ha conosciuto nella nuova scuola. Nel bosco di Fahlenberg un lupo miete le sue vittime. Deve essere fermato. A tutti i costi, va fermato.

Simon, personaggio tormentato e complesso, si ritrova a vivere una vita che sente di non meritare. La sua colpa è di non essere morto con i suoi genitori, questo lo tormenta e con sottile ironia pensa di appartenere a ben due associazioni esclusive: il club dei fuori di testa e il club degli scaricati.

La zia Tilia e il fratello Michael non sono in grado di occuparsi di lui e decidono di metterlo in collegio. Le voci non perdono tempo e iniziano a sussurrare:
Oh, poverino. Nessuno ti vuole. Nessuno ti sopporta. Nemmeno il tuo fantastico fratello. Vogliono sbarazzarsi di te. Perché saresti dovuto morir anche tu!
“Incubo” è un romanzo in bianco e nero, sogno e realtà si confondono, luci e ombre danzano tracciando cicatrici profonde. Due sono le grandi paure che aleggiano in questa storia: la solitudine e il timore di essere dimenticati. Simon cerca di affrontare le sue fobie, diventa coraggioso e riesce a stabilire un rapporto d’amicizia con Caro. Con pudica vergogna abbandona le vesti “del vigliacco” e affronta la sfida con se stesso e con il mondo. Combatte contro il lupo dando ascolto alla ragione e ai sentimenti. Forse così avrà una possibilità di vittoria. Forse non sarà divorato. Forse sconfiggerà il male permettendo al bene di trionfare. Forse.

Dire che ho letto questo romanzo con avidità mi pare superfluo. Sappiate che una volta entrata nel meccanismo narrativo mi è stato impossibile uscirne se non dopo aver letto l’ultima travolgente pagina. In questo thriller, farà piacere a molti di voi, non c’è violenza estrema e scie di sangue. La polizia fa capolino negli ultimi capitoli con un ruolo secondario. Ma come, mi direte, un thriller senza omicidi cruenti, indagini supertecnologiche, colpi di scena al cardiopalma? Sì, lo ripeto, “Incubo” è un romanzo in bianco e nero. Wulf Dorn conferma il suo talento narrativo creando un thriller in cui la tensione, palpabile e sempre presente, è un elemento principale della trama. Attraverso la tensione, lo scrittore, riesce a creare nel lettore incertezza, attesa, sorpresa. Simon dovrà affrontare molti pericoli e ciò coinvolgerà emotivamente il lettore che si schiererà con lui, incoraggiandolo nelle sue imprese, temendo per la sua vita. C’è un costante senso d morte in questa storia che presenta un intreccio dinamico in cui i personaggi si muovono con un ritmo coinvolgente. Il tessuto narrativo è suddiviso in capitoli lunghi e brevi che creano curiosità. Il finale capovolgerà ogni vostra convinzione perché in un thriller che esplora il subconscio umano, nulla è come appare. In noi ci sono anfratti oscuri in cui si nascondono le nostre paure. La vita è un continuo cambiamento, non si può tornare indietro, bisogna guardare avanti perché il futuro è la nostra ricchezza. Cosa posso dirvi ancora? “Incubo” rende reali le insidie della mente, siate pronti a tutto.
Prima di salutarvi, vorrei riproporvi una frase di Billy Idol, la leggenda del rock, che Wulf Dorn riporta nella postfazione del libro:

Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, e prima o poi avrai ragione.



Vi ricordo l'incontro di stasera con Wulf Dorn alla Mondadori di Milano :) 

giovedì 26 maggio 2016

RECENSIONE | "Dario e Dio" di Dario Fo e Giuseppina Manin

Carissimi lettori, dopo una pioggia torrenziale è finalmente tornato il sereno. Questo pazzo mese sta mettendo a dura prova la mia pazienza. Caldo, freddo poi di nuovo caldo e ancora freddo. Forse dovrei parlare dei cambiamenti climatici con Lui. Vi chiederete: “Lui chi?”
Lui! Lui! Il Padreterno!

Chiedo venia, mi sono lasciata trasportare dal libro che ho appena finito di leggere. Un libro in cui un uomo, con la maschera del giullare, parla con Dio. La conversazione che ne deriva è briosa, ricca di riflessioni ma attenzione, potrebbe farsi rischiosa.

Dario e Dio
Dario Fo, Giuseppina Manin

Editore: Guanda
Pagine: 171 | Prezzo: € 15,00

Sinossi: Maestro di teatro e di letteratura, Dario Fo da sempre è un ateo militante, ma anche un curioso del sacro, che ha esplorato a più riprese in molte opere, a cominciare dal suo capolavoro, Mistero buffo. Il sacro, la Chiesa, i santi e i fanti nel corso del tempo sono stati non soltanto i suoi bersagli, ma i suoi interlocutori privilegiati. Dall’immenso patrimonio dei testi ufficiali e apocrifi, della cultura popolare, dell’arte visiva ha tratto spunto per riletture personalissime della Bibbia e dei Vangeli, della figura di Maria, del rapporto di Gesù con le donne, dell’invenzione della Chiesa e delle sue tante malefatte. Tutto questo con ironia provocatoria, mai blasfema o irrispettosa. E ora, arrivato ai novant’anni, Dario Fo decide di tirare le somme della sua lunga e avventurosa esplorazione nei misteri più o meno buffi della fede e della religiosità. Sollecitato da Giuseppina Manin, si diverte a fare i conti a modo suo con Dio e quel che ne consegue: dalla Genesi all’Apocalisse, dall’Inferno al Paradiso, dal Regno dei Cieli a quello degli uomini.

STILE: 7 | STORIA: 8 | COPERTINA: 7

Esiste?

«No, che non esiste.»

Sicuro?

«Non c’è, non esiste, non ci credo. Però…»

Però cosa?

«Che invenzione…! Come diceva Voltaire, Dio è la più grande invenzione della storia.»
“Dario e Dio” è un libro in cui l’autore, premio Nobel nel 1997 per la Letteratura, svela non solo le sue certezze ma soprattutto i dubbi davanti alla bellezza del creato. Dario Fo, da sempre ateo militante, si è spesso occupato del sacro, della Chiesa. Basta ricordare “Mistero Buffo”, il più noto tra gli spettacoli teatrali di Fo.

Il libro mi ha subito incuriosita fin dalle prime pagine. Con eleganza e irriverenza, l’attore ci accompagna in una travolgente esplorazione dei misteri della fede e della religiosità. Egli ci guida attraverso “i momenti salienti” della religione senza mai perdere brio e tenerezza. Sì, avete letto bene, tenerezza soprattutto nei ricordi legati alla propria infanzia e alla famiglia.
Ho avuto la fortuna di avere due genitori atei. Laici e concreti fino al midollo, ma anche tolleranti e aperti alle credenze religiose altrui. Sempre però con un pizzico di ironia. Mia madre, Pina Rota maritata Fo, era una contadina colta. Mio padre, Felice Fo, capostazione e socialista, dai santi ha sempre tenuto le debite distanze. Funerali civili, sia per lui sia per la Pina.
Per i genitori di Dario l’importane era l’educazione “civile”, il rispetto degli altri, della natura, degli affetti profondi. Tuttavia mandarono Dario al catechismo e qui lui si divertiva a sentire storie fantasiose.
Chiamavo Giuseppe “il marito della Madonna”, Gesù “il figlio del falegname”, gli angeli “i gallinoni del cielo”. I miei compagni ridevano. Il prete no.
Durante la sua vita Fo racconta di aver conosciuto tanti bravi preti.
Con don Andrea Gallo, il prete dei tossici, delle prostitute, dei poveri, eravamo amici veri. Un prete molto speciale, con un piede in strada e uno in chiesa.
Fino alla figura di Papa Francesco, un uomo venuto dai confini del mondo.
Sì, un rivoluzionario. Un papa così non s’era mai visto. Bergoglio sta davvero cambiando il volto della Chiesa. E lo fa senza indugi, senza fa sconti a nessuno. A costo di mollare un papagno al giorno ai potenti, a chi punta solo al denaro, a chi riduce il cibo in merce, a chi sfregia l’ambiente in nome del profitto.
Quando la giornalista chiede il suo parere sulla morte, Dario così risponde:
La temi?

«No. Non la corteggio, ma non la temo. Se hai campato bene, la morte è la giusta conclusione della vita. Detto ciò, madama Morte non si scomodi ad affrettarsi, faccia pure con comodo. Non sono mai stato un tipo che volta le spalle o taglia la corda davanti a niente. Neanche alla morte. Ma se non l’ha mai sfuggita, non l’ho neanche mai cercata.»

Come avrete compreso, questo libro regala una lettura appassionata che vi farà sorridere ma anche riflettere. Pagine di pura ironia provocatoria che non diventa mai irrispettosa. Ora compiuti i novant’anni, Dario Fo tira le somme della sua esplorazione nei misteri della fede e della religiosità. Egli non ha timore di mostrare la propria incredulità davanti alle meraviglie del Creato. I suoi sentimenti, gli affetti, si mescolano con i pensieri. Per tutto il libro, impalpabile ma presente come un lieve e delicato profumo, si percepisce la presenza di sua moglie Franca Rame.

Le ultime pagine racchiudono una brioso dialogo tra Dio e Dario:
Dio: "Ehi tu, chi sei? Mi pare di conoscerti".
Io: "Maestà" ho balbettato,"vi pare di conoscere me? Con tutte le anime che vi trovate intorno dovete avere una memoria davvero sconvolgente."
“Dario e Dio” è una lettura piacevolissima, ironica e provocatoria. Fo ci guida in un viaggio tra fede e religione, offrendoci una sua personale interpretazione della Bibbia e dei Vangeli. La giornalista Giuseppina Manin rivolge delle domande a Fo che ripercorrono i grandi temi della Chiesa. Ne scaturiscono pagine schiette che si leggono con avidità. Indossando la maschera del giullare Fo ci racconta la sua visione del sacro con intrecci di vita. Un racconto trasgressivo nel nome della religione. Dario ricerca la verità e lo fa a modo suo. Con una voce unica che si ascolta con vero piacere.

mercoledì 25 maggio 2016

WWW Wednesdays #88

 WWW  Wednesdays è una rubrica creata dal blog Should be Reading 
e consiste nel rispondere a tre semplici domande:

-What are you currently reading? (Cosa stai leggendo adesso?)
-What did you recently finish reading? (Cosa hai appena finito di leggere?)
-What do you think you’ll read next? (Cosa leggerai dopo?)


What are you currently reading?
(Cosa stai leggendo adesso?)
http://i.imgur.com/zNhAVw3.jpg    


What did you recently finish reading?
(Cosa hai appena finito di leggere?)
   

What do you think you’ll read next?
(Cosa leggerai dopo?)
 http://i.imgur.com/XYTaz7h.jpg    http://i.imgur.com/kOrh9UK.jpg  

lunedì 23 maggio 2016

RECENSIONE | "Il pozzo" di Catherine Chanter

Cari lettori, oggi voglio parlarvi di un libro che dovete, scusate l’imperativo ma qui è necessario, assolutamente leggere. Un romanzo dalle mille facce che vi affascinerà e stupirà.

Il pozzo
Catherine Chanter (traduzione di Ada Arduini)

Editore: Marsilio (collana Farfalle)
Pagine: 405
Prezzo:  € 18,50

Sinossi: Da tre anni sulla Gran Bretagna non cade una goccia d’acqua. Mentre una prolungata e devastante siccità alimenta cambiamenti politici e sociali, rivoluzioni e nuove religioni, al Pozzo, un podere di campagna rimasto miracolosamente verde, Ruth Ardingly è agli arresti domiciliari nella casa dove per sfuggire alla grande città aveva scelto di trasferirsi con l’uomo che amava. È accusata di avere ucciso suo nipote, Lucien. Un bambino di cinque anni. Tutto intorno la terra è arida e la gente ha sete, solo al Pozzo l’acqua non manca. Ma quel giardino rigoglioso ha reso il mondo al di fuori sospettoso, e ben presto l’angolo di paradiso che doveva rappresentare l’inizio di una nuova vita diventa per Ruth una prigione. Tre sorveglianti controllano e registrano ogni suo gesto, disponendo del suo presente. A Ruth non rimane che il passato da ricostruire. E un terribile sospetto: potrebbe davvero essere stata lei a uccidere Lucien? Nel suo intenso thriller psicologico, Catherine Chanter immagina un mondo in cui le bizzarrie del clima scatenano negli uomini le reazioni più disperate e vili, lasciando spazio all’invidia e ai fanatismi di religioni fasulle. Sullo sfondo di uno scenario talvolta apocalittico, ma allo stesso tempo molto credibile e realistico, pagina dopo pagina seguiamo la ricostruzione di un omicidio insensato, mentre l’idillio sempre più assume le sembianze di un incubo.

STILE: 8 | STORIA: 9 | COPERTINA: 8

Il Pozzo mi ha riconquistata. Questa sarà la mia prima notte agli arresti domiciliari. La prima di quante? Non osavo sperare che mi avrebbero permesso di tornarci, eppure quand’è arrivata l’ultima notte in reparto mi sono aggrappata alla consolazione dei sonniferi e dell’ordine di internamento, disperata al pensiero di dovermene andare. Sicurezza. Sicurezza nazionale. Sistemazione sicura. Detenzione non sicura. Forse riusciranno a tenermi dentro, ma tutta la sicurezza del mondo non potrà tenere fuori i fantasmi; se io sono a casa, ci saranno anche loro.
I cambiamenti climatici hanno causato una gravissima siccità: sulla Gran Bretagna non piove da tre anni. Questa siccità ha portato dei cambiamenti, non positivi, nella società. Mentre ovunque ci sono rivoluzioni, stravolgimenti politici e nuove religioni, al Pozzo, un appezzamento di terra rimasto miracolosamente verde, Ruth Ardingly è agli arresti domiciliari con l’accusa di aver ucciso suo nipote Lucien, un bambino di cinque anni. Il Paese è devastato dalla mancanza d’acqua, solo al Pozzo la vegetazione è rigogliosa e ciò ha reso tutti sospettosi, rancorosi, invidiosi.
Per noi fu un autunno keatsiano. Con le radici affamate d’acqua, gli alberi di tutto il paese furono abbattuti dalla violenza dei venti, ma al nostro frutteto caddero soltanto mele, prugne, susine e pere e noi inciampavamo nei frutti disseminati tra l’erba alta e umida perché non avevamo abbastanza spazio per riporli.
In quest’angolo di paradiso si erano ritirati, anni addietro, Ruth e suo marito Mark. Per loro era l’inizio di una nuova vita, un paradiso che ben presto si sarebbe trasformato in un inferno il giorno in cui scompare Lucien, nipote di Ruth. Il bambino viene ritrovato cadavere e gli indizi designano la nonna come unica colpevole dell’omicidio. Ora Ruth è ritornata al Pozzo, controllata da tre sorveglianti. La donna non ha memoria del suo gesto criminale e non le rimane che ricostruire il passato per far luce sul terribile sospetto che la vede assassina di un bimbo innocente.

Ruth e Mark avevano deciso di abbandonare la città per ricominciare a vivere in un luogo tranquillo a diretto contatto con la natura. Ruth si sentiva sola, malinconica con un’inquietudine che rendeva precario il suo equilibrio interiore. Un giorno al Pozzo giunse Sorella Amelia e il suo credo, La Rosa di Gerico, con cui professava amore e vita eterna grazie alla trasformazione delle energie negative in energie positive. Il profumo seducente della vocazione conquista Ruth che diventa una delle Sorelle. Impara la disciplina della preghiera, dimentica la sua quotidianità i suoi affetti, e lascia che questa spiritualità le annebbi la mente. Sorella Amelia la convince di essere la prescelta e il Pozzo è un posto sacro per le donne. La Rosa pretende un impegno totale, ogni distrazione deve essere eliminata.

Ora si sa come va il mondo, quando ci si trova davanti ad ostacoli che sembrano insormontabili allora assistiamo a un risveglio d’interesse verso le varie religioni. Le Sorelle, compresa Ruth, diffondono il loro credo attraverso il web con un elevatissimo numeri di contatti. Perché mentre ovunque la siccità imperava devastante, il Pozzo era sempre più lussureggiante? Se una spiegazione scientifica non c’è non ci resta che credere in un disegno divino. Ruth si sdoppia nel ruolo di “prescelta” e “di nonna”. Mark e Lucien sono un ostacolo, per le Sorelle, sulla via del paradiso. Quando Lucien scompare tutto assume una nuova luce.
La santa: omicida sonnambula?
Si è trattato di una morte provocata da una visione?
Il Pozzo dei Miracoli? La terra del latte e del miele contro la terra di Sodoma e Gomorra.
Così  titolavano i giornali, la stampa amava questa storia di fede e sangue. Il colpevole dell’omicidio andava trovato e condannato. Ruth era perfetta, con la memoria persa nella preghiera, per diventare la colpevole. Sarà vero? Non lasciatevi ingannare tutto può essere ma la verità non splende mai alla luce del sole.

La Setta. La rosa. La Voce. Sorella Amelia. Ruth. Siccità. Morte.

Con estrema bravura la scrittrice ci descrive il travaglio interiore di una donna, ferita nel suo mondo affettivo, che si perde nella spiritualità. Ogni pagina del libro vi farà provare il sapore del dubbio, non potrete smettere di leggere perché sarete totalmente coinvolte. Vi sembrerà di vivere con i protagonisti le varie fasi della storia. Un tempo per uccidere e un tempo per curare. Un tempo per far lutto e un tempo per danzare.

La scrittura elegante vi conquisterà, il ritmo sostenuto vi permetterà di leggere, quasi 400 pagine, in un batter d’occhio. I macabri segreti del Pozzo si insinueranno in voi e vi faranno amare questo romanzo. Ruth scatenerà in voi emozioni contrastanti. È un personaggio complesso che convive con un grande dolore non chiudendosi in esso ma trasformandolo in forza per cercare la verità e fare giustizia. Il finale perfetto conclude una costruzione diabolica.

“Il Pozzo” è lo specchio delle paure del nostro tempo. I cambiamenti climatici scatenano il lato peggiore dell’uomo dando forza a reazioni disperate e vili. Nel nome della religione vengono compiuti atti di violenza. Il web, se usato in modo erroneo, assume un ruolo negativo nella nostra vita. I difficili rapporti familiari condizionano la vita di più persone.

Non abbiate paura e specchiatevi con fiducia nelle acque del pozzo. Vedrete l’immagine di una donna che combatte per ciò che ama. Una donna che potrebbe assomigliare ad ognuno di noi.

sabato 21 maggio 2016

IN LIBRERIA #16 | Uscite di maggio

Nord € 16,90 | 318 pagine
Nord € 16,60 | 348 pagine
Nord € 18,60 | 456 pagine
Intorno a lei c'è solo silenzio. Greta si sveglia e si rende conto che Alex e Smilla non sono ancora tornati. Sono scesi dalla barca nel primo pomeriggio, per fare una passeggiata sull'isola che si erge in mezzo al lago Maran, mentre Greta è rimasta a bordo a riposare. Ormai però il sole sta sparendo dietro gli alberi, tingendo il cielo di lingue color sangue, l'acqua intorno a lei è fredda e immobile come pietra e Greta ancora non sente né la voce rassicurante del marito né la risata argentina della figlia. Scende a terra a cercarli ma, poco dopo, capisce che non sono su quell'isoletta. Sono scomparsi. Greta allora torna indietro, nella casa in riva al lago dove stanno trascorrendo dei giorni di riposo. Nulla anche lì. Non le rimane che andare alla polizia. Alla centrale, l'accoglie una giovane agente dall'aspetto gentile. L'ascolta, fa qualche verifica al computer. E, con voce sorpresa, annuncia a Greta che lei non è sposata e non ha mai avuto figli... Chi sono Alex e Smilla? Perché sono scomparsi? E chi è davvero Greta? Qual è la sua storia? Perché sta mentendo? O, forse, è proprio lei l'unica a dire la verità?
Quanto può durare un ricordo? Tina se lo chiede ogni sabato, davanti ai vestiti usati che vende per beneficienza. E se lo chiede quando, in una vecchia giacca, trova una lettera che risale al settembre 1939. E che non è mai stata spedita. Chi saranno mai Chrissie, la destinataria, e Billy, l’uomo che nella lettera implora il suo perdono? Qual è la storia che li unisce? E che ne è stato di loro? Inseguire quel ricordo ingiallito diventa ben presto per Tina una ragione di vita, l’unico modo per sfuggire a un marito violento e a un’esistenza annegata in un oceano di rimpianti. Con una passione e un coraggio che non sapeva neppure di avere, Tina inizia quindi a scavare nel passato, intrecciando ricordi arrossati dal sangue della guerra e confusi dalle nebbie del tempo. Inizia a lottare per cambiare. Per vivere, finalmente. Perché sa che aggrapparsi a quel ricordo significa non arrendersi, sfidare il destino, scommettere sulla propria felicità. E che non è mai troppo tardi per perdonare. Soprattutto se stessi. Una storia che regala un crescendo di emozioni e in cui ogni donna si può identificare; un’autrice che sa raccontare con slancio e sincerità la forza dei sentimenti: ecco perché «La lettera» ha entusiasmato i lettori di tutto il mondo, diventando in brevissimo tempo un autentico bestseller e rimanendo nel cuore di chiunque abbia trovato, nella vita dei suoi personaggi, una scintilla della cosa più preziosa in assoluto: la speranza.
Durante la Guerra, era venuto a patti con l’idea della morte, ma poi all’improvviso la guerra era finita ed era iniziato un nuovo giorno. E un altro. E un altro ancora. Una parte di lui non si abituò mai alla consapevolezza di avere un futuro.

Nato in un’agiata famiglia inglese alla vigilia della prima guerra mondiale, Teddy Todd è un ragazzo sensibile, amante della poesia, affezionato ai genitori e all’adorata sorella Ursula. Ed è proprio per proteggere loro che, allo scoppio della seconda guerra mondiale, decide di arruolarsi in aeronautica. Ma un giorno la guerra finisce, ed è come se il destino gli avesse giocato un brutto scherzo, perché contro ogni aspettativa la sua vita è ancora lì, tutta da vivere…
Un dio in rovina è il racconto della lunga esistenza di Teddy – figlio, fratello, pilota di caccia, marito, padre, nonno – e, attraverso la storia di Teddy, è anche il racconto di un secolo, il Novecento, che ha visto il mondo cambiare a una velocità vorticosa. Mattone dopo mattone, Kate Atkinson costruisce un affascinante e sorprendente edificio narrativo, invitandoci con voce suadente ad esplorarne le stanze, a percorrerne i corridoi, a scoprirne anche gli angoli più nascosti. E così prende forma davanti ai nostri occhi l’intima epopea di un uomo ordinario che si trova ad affrontare eventi straordinari. E che proprio negli ultimi istanti coglierà il senso della sua unica, irripetibile vita.



Incubo
Wulf Dorn

Editore: Corbaccio
Pagine: 368 | Prezzo: € 16,90
Dal 26 maggio in libreria

Sinossi: 
Simon è un ragazzo difficile, rinchiuso da sempre nel suo mondo. La sua vita precipita in un incubo dopo la morte dei genitori in un terribile incidente d’auto, dal quale Simon esce miracolosamente illeso, ma da allora, soffre di fobie, allucinazioni, sogni che lo tormentano ogni notte. Costretto a trasferirsi dalla zia Tilia dopo un periodo di riabilitazione in ospedale, passa le sue giornate esplorando la campagna sulla bicicletta del fratello Michael. Nella zona sembra aggirarsi un mostro: una ragazza è scomparsa, e una notte si perdono le tracce anche di Melina, la fidanzata di Michael, il quale diventa l’indiziato principale. Insieme a Caro, una ragazza solitaria che ha conosciuto nella sua nuova scuola, Simon affronta le proprie paure più nascoste e va a caccia del lupo che miete le sue vittime nel bosco di Fahlenberg. Ma niente è come sembra.



Newton Compton 
€ 9,90 | 256 pagine
Newton Compton 
€ 9,90 | 416 pagine
Newton Compton 
€ 9,90 | 336 pagine
Adalgisa Calligaris ne ha fatta di strada, dopo avere lasciato il suo paese natale. Ha accumulato successi combattendo il crimine organizzato, ha sopportato minacce e pericoli. E ora il commissario ha deciso di concedersi un po’ di riposo. Quale posto migliore di Rivorosso? Al massimo dovrà acciuffare qualche ladruncolo. E lei, donna dura, brusca, per niente bella ma con un’intelligenza
imbattibile, non ne è certo spaventata. E invece, a qualche ora dal suo insediamento, la tranquilla cittadina di provincia viene scossa dal rinvenimento di un cadavere. A trovarlo è Paolo Cortelli, idraulico trentacinquenne e marito fedifrago della parrucchiera del luogo. Il corpo è quello di Margot Cambiano, cittadina americana e ospite della Rosa e l’ortica, un centro per il benessere psicofisico nella campagna umbra, frequentato da una ricca clientela internazionale. È da lì che iniziano le indagini, che però lentamente coinvolgeranno tutto il paese: prima l’idraulico, poi la moglie, l’amante, il gioielliere… Ad aiutare Adalgisa c’è Carlo Petri, il medico legale, che ai tempi della scuola era stato il grande amore del futuro commissario…
Londra, anni Venti. Gwendolyn Hooper, giovane donna inglese appena sposata, si trasferisce nella lontana isola di Ceylon per raggiungere il marito. Ma l’uomo che le viene incontro nella piantagione
di tè non è lo stesso di cui si era innamorata in Inghilterra tempo addietro. Distante e indaffarato, Laurence trascorre le giornate nella piantagione, lasciando la sua sposa da sola a occuparsi della casa, della servitù e delle nuove incombenze. La grande casa coloniale, agli occhi di Gwendolyn, appare un luogo misterioso, con porte chiuse a chiave e indizi di un torbido passato: in un baule polveroso è nascosto un vecchio velo da sposa ingiallito e le ombre del giardino celano una piccola tomba… Quando Gwen rimane incinta, suo marito è finalmente felice e tutto sembra andare per il verso giusto, ma c’è poco tempo per festeggiare. Al momento del parto la neomamma dovrà prendere una decisione terribile, di cui non potrà fare parola con nessuno, neanche con Laurence. Quando, infine, arriverà il momento della verità, Gwen sarà in grado di spiegare che cosa ha fatto e perché? 
A Kaymakli, una delle città sotterranee della Cappadocia, viene ritrovato un testo in aramaico inciso su una lamina di rame. Si tratta di un frammento del famoso Vangelo proibito, un antico codice che s’interrompe proprio nel punto in cui dovrebbe indicare il nascondiglio di un tesoro. A risolvere il mistero viene chiamato Brenno Branciforte, un ex falsario, ora funzionario di una speciale squadra investigativa dell’UNESCO per il recupero delle opere artistiche. Il professore si mette subito sulle tracce della parte mancante della lamina, facendosi aiutare dalla bella Yasmin, una guida turistica turca. Da quel momento si scatena una caccia spietata al manoscritto, che vede coinvolti una congregazione millenaria, custode di una profezia nascosta tra quelle antiche formule; i terroristi del famigerato Califfato, in cerca di reperti preziosi con cui finanziare il movimento jihadista dell’IS; gli efferati servizi segreti turchi, la polizia militare e l’onnipresente CIA. Una guerra senza esclusione di colpi, che non risparmia nessuno: dalle moschee di Istanbul ai suggestivi scenari della Cappadocia, in un Oriente  popolato da oscure sette, per svelare un mistero che molti vorrebbero rimanesse tale.


Newton Compton 
€ 9,90 | 384 pagine
Newton Compton 
€ 9,90 | 320 pagine
Newton Compton 
€ 9,90 | 320 pagine
Felix Fitzwilliam, discendente di una antica famiglia inglese, vive con moglie e figlio in North Carolina e potrebbe essere un buon marito e un padre amorevole.
Purtroppo è ossessionato dall’ordine e dalla routine fino a essere diventato prigioniero, lui stesso, della perfezione cui aspira. Incapace di relazionarsi con l’emotività in generale, si tiene alla larga soprattutto da quella della sua famiglia, lasciando da sola la moglie Ella e il giovane Harry, un ragazzino con un forte disturbo del comportamento. Designer di gioielli talentuosa e mamma a tempo pieno, Ella è la roccia della famiglia... fino a quando un attacco di cuore la frena bruscamente e manda in frantumi l’intera organizzazione domestica. Ora Harry, adolescente alle prese con il caos della sindrome di Tourette, deve affrontare una situazione non protetta, le difficoltà in casa e la mancanza del supporto a cui è stato da sempre abituato. Mentre Harry cerca di capire cosa gli riserva il futuro, Ella deve trovare un nuovo equilibrio con la malattia e Felix è costretto a fare i conti con i fantasmi del passato e del presente. Per evitare che la famiglia vada in mille pezzi, ognuno di loro dovrà trovare la forza e l’umiltà per mettersi in gioco, per davvero.
Emma e Adam Jordan sono due medici all’apice della carriera, così quando viene loro offerta l’opportunità di trascorrere un anno in Africa, con i tre figli, per collaborare a un progetto di ricerca, accettano con entusiasmo, convinti sia l’occasione che aspettano da sempre. E sarà di certo un’esperienza che non dimenticheranno, ma non per le ragioni che i Jordan immaginano. Quando una sera Emma torna a casa e trova vuota la culla del piccolo Sam, il più piccolo dei loro figli, la famiglia capisce che il sogno si è trasformato nel peggiore degli incubi. Un anno dopo, a migliaia di chilometri di distanza, Emma è ancora ossessionata dall’immagine di quella culla vuota, e continua a isolarsi sempre di più dal resto della famiglia. Che ne è stato di Sam? È ancora vivo? Si è trattato di un rapimento o di qualcosa di più inquietante? Cos’è successo davvero quella notte?
Kathy è l’immagine perfetta di una donna moderna, felice e brillante. Ha un bellissimo bambino, un marito rispettoso, intelligente e bello e un lavoro glamour e dinamico. Ma non tutti si lasciano ingannare dalle apparenze. Heja, una dipendente di Kathy, conosce la verità: le crepe nel matrimonio del suo capo, la sua insicurezza, la paura del fallimento sul lavoro. Heja è nella posizione ideale per distruggere la vita di Kathy. E se ci riuscirà, potrà prendersi la cosa che desidera di più…



Fragili verità
Bruno Morchio

Editore: Garzanti
Pagine: 350 | Prezzo: € 16,90
Dal 26 maggio in libreria

Sinossi: 
Giovanni ha 16 anni, ed è scomparso. Il suo è un passato di degrado nelle favelas colombiane: un terribile modo di essere bambini che, attraverso l'adozione internazionale, i suoi genitori italiani hanno cercato di cancellare. Ma ora Giovanni sembra vittima di un destino che torna a riaffìorare con violenza. A Bacci Pagano tocca un compito piuttosto semplice: rintracciare il ragazzo, il lavoro ideale per rimettersi in sella dopo la pericolosa indagine che gli è quasi costata la vita. Ma quando, ritrovato Giovanni, Bacci intravede le tracce di un traffico di droga legato alla causa delle FARC, sente crescere un senso di responsabilità. Non lascerà il giovane in balìa di chi vuole usare il romantico ricordo di un padre guerrigliero per strumentalizzare un minorenne. Soprattutto perché Bacci, con il suo mai sopito spirito rivoluzionario, quel gioco lo capisce fin troppo bene.



Fazi € 18 | 426 pagine
Fazi € 18 | 336 pagine
Fazi € 18 | 720 pagine
Una storia comune racconta le vicende di Aleksandr Aduev, un giovane romantico e sognatore che si trasferisce dalla provincia, dove la madre lo ha sempre coccolato, a San Pietroburgo a casa dello zio Pjotr, un pragmatico capitalista sposato con Lizaveta Aleksandrovna, una bellissima donna molto più giovane. Aleksandr crede nell’amore eterno, nell’amicizia indissolubile e soprattutto si reputa un grande poeta. Lo zio, uno dei caratteri più indimenticabili della letteratura di sempre, cerca di orientarlo verso una visione più realistica della vita.
Il romanzo è una vicenda umoristica travolgente, una narrazione serrata intorno allo scontro di due mondi che sembrano in apparenza irriducibili. Il registro di Gončarov è la comicità: un’intelligenza che nasce da Puškin e continua in Gogol’ e negli altri grandi del suo tempo. Gončarov è il maestro di una verità che spesso dimentichiamo: la vita deve continuare a nutrirci con qualcosa di intangibile, qualcosa che soltanto il riso sa conservare nell’assurda idiozia delle nostre azioni. Scritto in prosa e versi e pubblicato nel 1847, è il primo libro di una trilogia (a cui seguono il celebre Oblomov e Il burrone). Dimenticato per oltre un secolo a causa della sua mancanza di impegno politico e sociale, il libro viene oggi riscoperto come un grande capolavoro della letteratura russa dell’Ottocento, al pari dei grandi Tolstoj, Dostoevskij, Leskov e Gogol’.
È il 23 aprile – data di nascita di Shakespeare – e le gemelle Dora e Nora, attrici e ballerine di seconda categoria, si apprestano a festeggiare i loro settantacinque anni. Suonano alla porta: su un cartoncino bianco arriva l’invito alla festa del padre, il celebre attore Melchior Hazard, che nello stesso giorno di anni ne compie cento, e che di riconoscerle non ne ha mai voluto sapere. C’è da decidere cosa indossare!
Così si apre Figlie sagge, la storia di due donne libere ed eternamente giovani che, nate nel lato sbagliato della città, quello più misero, sono sempre state attratte dal bagliore del mondo dello spettacolo. Dall’infanzia anticonvenzionale, alla strampalata carriera, fino ai vibranti settant’anni, la vita delle due gemelle è un susseguirsi di episodi grotteschi: fra identità scambiate, fidanzati presi in prestito, spettacoli improvvisati e feste che culminano in incendi, quello di Dora e Nora è un mondo dove le regole non sono ammesse e la spregiudicatezza regna sovrana. Un mondo popolato di personaggi improbabili, con l’ingombrante presenza di una bizzarra famiglia allargata: una compagine di teatranti dalle alterne fortune, in cui le coppie di gemelli si moltiplicano in maniera inestricabile e spesso incestuosa. Un romanzo dalle mille sfaccettature: un libro intriso di grande letteratura, di amore per l’arte e di un senso dell’umorismo pungente, un’ardita provocazione contro il tabù sessuale e la distinzione fra legittimo e illegittimo, ma soprattutto un inno alla spensieratezza, al piacere, alla gioia di vivere.
Socrate, Buddha, Confucio, protagonisti degli splendori culturali dell’antichità classica, rivivono grazie alla magistrale penna di Vidal in tutta la loro grandezza umana, spirituale e intellettuale. Ciro Spitama, discendente diretto del sacerdote Zoroastro profeta dell’Unico Dio, ambasciatore del re di Persia ad Atene, ormai giunto al crepuscolo dei suoi anni detta le proprie memorie al nipote Democrito. Ecco i Grandi della storia che hanno avuto a che fare con l’anziano ambasciatore come fosse un loro pari: Serse, grande amico dai tempi della comune educazione alla corte di Susa, destinato a sedere sul trono di Persia; la regina Atossa, che ammalia con i suoi racconti, scrigno di tutti i segreti dell’Impero; Buddha, che Ciro Spitama incontra nel folto di un bosco indiano, e Confucio, conosciuto sulle sponde del Fiume Giallo in Catai. Ha viaggiato e visto, Ciro Spitama, al servizio della corte persiana, fino all’approdo ad Atene, allora al massimo del suo fulgore. Ed ecco, ad Atene, Pericle, di cui si guadagna la stima, Anassagora, compagno di desco, ed Erodoto, avversario in schermaglie polemiche. Un giovane e brillante carpentiere di nome Socrate gli ripara il muro della villa con vista sull’Acropoli, e con lui discute di filosofia. E in ogni luogo, a ogni incontro, sono sempre gli stessi interrogativi immortali, nati assieme all’uomo, che dominano la conversazione: com’è stato creato l’universo, e a quale scopo? E perché il male è stato creato insieme al bene? Vidal affronta tali temi senza che la sua sensibilità contemporanea interferisca col rigore storico, offrendoci così un efficacissimo spaccato del pensiero del tempo.



Marsilio € 18,50 | 414 pagine
Marsilio € 18,50 | 342 pagine

In una buia sera di novembre, una ragazza di vent'anni scompare misteriosamente dalla piccola isola di Sandhamn al largo di Stoccolma, un paradiso naturale di spiagge e boschi, famoso per lo storico circolo velico e le regate, con un accogliente villaggio di case in legno che si affacciano sulle acque del Mar Baltico. La bella stagione è ormai finita, chioschi e locali sono sigillati con robusti lucchetti, e sull'isola è rimasta solo una manciata di persone, in attesa che le giornate si facciano più luminose. Dalla centrale di Nacka, l'ispettore Thomas Andreasson torna ai luoghi dell'infanzia per partecipare alle ricerche, complicate dall'infuriare di una violenta tempesta di pioggia e vento, ma è tutto inutile. Di Lina Rosén non c'è più traccia. Qualche mese dopo un gruppo di bambini, giocando nel bosco, scopre un sacco che affiora dalla neve. Contiene resti umani. Potrebbero appartenere a Lina? Anche Nora Linde in quei giorni si trova a Sandhamn con i figli. Il suo matrimonio è in crisi e lei ha bisogno di riflettere, ma i tragici eventi che scuotono l'arcipelago hanno il sopravvento. Ora sente di dover dare un contributo alle indagini, in nome dell'antica e profonda amicizia che la lega a Thomas; e in nome della sua innata curiosità di avvocato che non si accontenta di stare semplicemente a guardare. L'assassino potrebbe trovarsi ancora sull'isola e non sembrano esserci piste a cui aggrapparsi.
Da oltre un secolo una dinastia di donne è alla guida della Principal, la più illustre tenuta vinicola di Pous, un paese sepolto tra le montagne nel cuore dell'Abadia, dove si produce un vino che è tra i migliori di Spagna. Portano tutte lo stesso nome - Maria detta la Vecchia, Maria detta la Signora, Maria Costa - e negli anni hanno salvato le loro vigne dalla piaga della fillossera, sono uscite indenni dai sanguinosi scontri che hanno lacerato il loro paese e hanno consolidato e fatto prosperare gli affari dell'azienda di famiglia. Nella storia della Principal c'è però una macchia. Nell'estate del 1936, davanti all'ingresso della grande casa tra i vigneti viene trovato il cadavere martoriato di un uomo, probabilmente - si dice - l'ennesima vittima di uno dei tanti regolamenti di conti che infiammano la regione alla vigilia della guerra civile. Ma è davvero così? Dopo qualche anno, un poliziotto riapre il caso. Affidandosi ai metodi appresi alla scuola di polizia repubblicana, e a quelli imparati dai buoni romanzi polizieschi, è deciso a scoprire cosa accadde in quegli anni inquieti e a trovare il colpevole di un omicidio che in qualche modo la storia ha insabbiato. Scavare nei segreti di una delle famiglie più influenti e rispettate della regione non è semplice, ma i ricordi di un'altra donna, ora vecchissima, che con devozione ha servito ben tre generazioni alla Principal, lo aiuteranno a ricostruire un'ingarbugliata storia di laceranti passioni e lotte di potere. 




Longanesi  € 16,40 | 369 pagine
Longanesi € 18,60 | 512 pagine
Longanesi € 16,90 | 382 pagine
Il bianco tutto intorno è accecante, può far perdere l’orientamento, perfino causare allucinazioni. Il centro del plateau antartico è sferzato da venti che disegnano rughe millenarie aspre come canyon. Ed è proprio lì, a due giorni di cammino da Base Vostok, che una turbolenza violentissima e inattesa sorprende Amanda Martin. È la tempesta perfetta, e ad Amanda non restano che due sole ore di vita. Ma qual è la sua vera missione? Davvero è solo un’impresa sportiva estrema, o c’è invece qualcosa da cui sta fuggendo? Il segreto che Amanda si porta dentro è legato al lago sotterraneo Vostok, un ambiente primordiale coperto da uno strato di ghiaccio di quasi quattromila metri di spessore, ricco di gas naturali e, forse, di forme di vita sconosciute. Lì i radar di profondità hanno captato qualcosa di anomalo: un enorme cilindro dalla natura misteriosa. Dopo anni di trivellazione, i russi sono ormai al «Contatto» con il lago, ma i loro piani collidono con quelli della potente e ambiziosa multinazionale MOST. A tutela dei propri interessi, la MOST invia un uomo a Base Vostok: Gabriel, mercenario esperto e spietata macchina per uccidere. Dietro la maschera di angelo vendicatore e un passato nell’FBI e nei corpi d’élite, Gabriel nasconde segreti che nemmeno i suoi capi conoscono, ma il suo obiettivo è chiaro: uccidere Amanda Martin.
È reale, Clara, ma è smagrita, sconvolta, tanto sotto shock da non riuscire più a parlare. Non può raccontare cosa le sia successo durante l’ultimo anno: dodici mesi che l’hanno vista sparire dal mondo, tanto che nessuno sperava più di rivederla viva. Eppure, sulle prime non presenta alcun segno di violenza… Fino a quando viene fatta una scoperta sconcertante: qualcuno le ha tatuato su tutta la schiena delle immagini tratte dall’Inferno di Dante. Ma senza la sua testimonianza, è un caso impossibile da risolvere. O così sembra… Intanto a Wiesbaden, in Germania, una giovane e ambiziosa agente, Sabine Nemez, viene ammessa al corso del Dipartimento investigativo federale, sotto la guida di Maarten Sneijder, un abilissimo profiler olandese che come metodo di studio affida ai suoi studenti una serie di cold ¬case da risolvere. Sabine si trova così a dover indagare al fianco di Sneijder su tre casi particolarmente cruenti, che non hanno niente in comune. Forse. Perché forse invece c’è in gioco molto di più di un corso di formazione, e toccherà proprio a Sabine e a Sneijder evitare che altre vite siano orrendamente spezzate, che altre giovani donne cadano vittime del maniaco ossessionato dalle opere di Dante…
Tredicesimo secolo, antica isola di Sri Lanka. La chiamano «lacrima d’India» per la sua vicinanza al continente indiano, ma il popolo dell’isola non sa che sta per piangere lacrime brucianti: l’invasione dell’esercito del re straniero Magha il Kalinga è fulminea e spietata e l’usurpatore, sanguinario e umorale, risparmia ben poche persone. Tra queste, Asanka, il poeta di corte, che ha salva la vita a una condizione: deve tradurre nella lingua locale lo Shishupala Vadha, il più grande poema epico sanscrito. Un testo amatissimo da Magha, che vuole farne lo strumento per assoggettare anche culturalmente il popolo. Il mondo di Asanka crolla d’un colpo: anche l’amore clandestino con una bellissima serva di palazzo, Sarasi, a cui lui insegnava i segreti della scrittura, ora è in pericolo. Ma accade qualcosa di sorprendente. In un gesto istintivo e non calcolato, Asanka azzarda modifiche significative al¬l’opera e in ogni capitolo che traduce, subito distribuito al popolo, inserisce critiche sempre più feroci all’usurpatore. A poco a poco, l’orgoglio e il desiderio di ribellione del popolo si risvegliano, e i versi divengono un vento crescente che alimenta i focolai di insurrezione. È un gioco sottile e pericoloso, che rischia di mettere a repentaglio tutto ciò a cui Asanka tiene, ma è l’unico gioco che valga la pena giocare, perché Asanka adesso sa che il potere della spada è nullo a confronto con quello della parola.