lunedì 4 gennaio 2016

RECENSIONE | "Il mio cuore cattivo" di Wulf Dorn

Buon anno, carissimi lettori :) Dopo i festeggiamenti per l’arrivo del nuovo anno, eccoci nuovamente insieme per la mia prima recensione datata 2016. Iniziamo con un bel thriller che molti di voi avranno sicuramente già letto:“Il mio cuore cattivo” di Wulf Dorn. Dello stesso autore ho letto “La Psichiatra”, “Il Superstite”, “Follia profonda” e “Phobia”. Praticamente tutta la sua produzione letteraria che designa Wulf Dorn come il maestro dello psicothriller.

Il mio cuore cattivo
Wulf Dorn (traduzione di Umberto Gandini)

Editore: Corbaccio
Pagine: 341
Prezzo: 10,20

Sinossi: C'è un vuoto nella memoria di Dorothea. Quella sera voleva uscire a tutti i costi ma i suoi l'avevano costretta a fare la babysitter al fratello minore mentre loro erano a teatro. Ricorda che lui non ne voleva sapere di dormire e urlava come un pazzo. Ricorda una telefonata che l'aveva sconvolta, ricorda di aver perso la testa, e poi più niente. Più niente fino agli occhi sbarrati del fratellino, senza più vita. C'è un abisso in quel vuoto di memoria, un abisso che parole come "arresto cardiaco" non riescono a colmare. Perché la verità è che lei non ricorda cosa sia successo. Solo adesso, dopo mesi di ospedale psichiatrico, di terapie, di psicologi, ha raggiunto faticosamente un equilibrio precario. Ha cambiato casa, scuola, città: si aggrappa alla speranza di una vita normale. Ma una notte vede in giardino un ragazzo terrorizzato che le chiede aiuto e poi scompare senza lasciare traccia. E quando, dopo qualche giorno, Dorothea scopre l'identità del ragazzo e viene a sapere che in realtà lui si sarebbe suicidato prima del loro incontro, le sembra di impazzire di nuovo. I fantasmi del passato si uniscono a quelli del presente precipitandola in un incubo atroce in cui non capisce di chi si può fidare, e in cui la sua peggiore nemica potrebbe rivelarsi proprio lei stessa...

STILE: 8 | STORIA: 8 | COPERTINA: 7

Che cosa hai fatto, Doro? Che cosa hai fatto…?

C’era qualcuno. Un intruso, qui, nella mia stanza. Ne ho sentito la presenza prima ancora di aprire gli occhi. Fredda. Oscura. Malvagia.

Guardami, Doro!

Quella voce, cupa e distorta, non poteva essere d’un essere umano. Impossibile. Semmai di…

No, la mia mente non riusciva ad attribuirle un’immagine, una figura. Tutto ciò che mi evocava era un nero abissale. Qualunque cosa fosse, non riuscivo a descriverlo. Percepivo solo la sua malignità.

Incipit da brivido, come non lasciarsi immediatamente coinvolgere da una storia che evoca “un nero abissale” e “malvagità”? Non si può, bisogna procedere con la lettura lasciandosi catturare da atmosfere inquietanti accettando una drammatica realtà: “Il male si nasconde in ognuno di noi.”

Dorothea ha un vuoto nella sua memoria. Quella sera voleva partecipare a una festa con i suoi amici, invece era stata costretta a fare la babysitter al fratello minore. I suoi genitori erano andati a teatro. Il fratellino Kai non ne voleva sapere di dormire, urlava e piangeva. Doro ricorda una telefonata che la sconvolge, ricorda di aver perso la testa, ricorda di aver raggiunto la stanza di Kai, e poi il nulla. La sua mente si rifiuta di ricordare cosa sia successo quella sera. Il primo ricordo di Doro sono gli occhi sbarrati del fratellino, senza più vita. Cosa è realmente successo? I medici parlano di arresto cardiaco, ma Doro ha paura che la verità sia un’altra. Dopo quella sconvolgente telefonata lei sarebbe stata capace di tutto. Il “non sapere” la porta in un ospedale psichiatrico. L’aspettano mesi di terapie, di psicologi. Quando sembra aver raggiunto un equilibrio precario, le allucinazioni si ripresentano. Percepire come reale ciò che è solo immaginario fa precipitare la ragazzina in un baratro da cui difficilmente potrà riemergere. I suoi genitori si sono separati dopo la morte di Kai, ora Doro vive con la mamma. Hanno cambiato città, scuola, casa: un nuovo inizio per una nuova vita. Ma il male è in noi, vive con noi, si sposta con noi. Non siamo mai soli. Possiamo fidarci di noi stessi?

Una notte Doro vede, nel giardino della nuova casa, un ragazzo terrorizzato che le chiede aiuto. Quando arriva la polizia, del ragazzo non c’è più traccia. Doro non viene creduta da nessuno, tutti, anche la sua mamma, dubitano del racconto della ragazza. Solo Julian, figlio del psicoterapeuta che ha in cura Doro, mostra attenzione per le sue parole. Dopo qualche giorno, Dorothea scopre l’identità del ragazzo svanito nel nulla e viene a sapere che si sarebbe suicidato prima del loro incontro. Dopo queste rivelazioni tutto si tinge di nero, i fantasmi del passato tornano a tormentarla, il presente diventa un’unica immensa allucinazione che la ingloba e la stritola. Doro non capisce più di chi si può fidare. Doro la pazza. Doro nemica di se stessa.

“Il mio cuore cattivo” è una lettura che cattura subito l’attenzione del lettore trasmettendo emozioni forti, brividi che nascono dal quotidiano, che ci scoprono vulnerabili e timorosi. Pagina dopo pagina cresce il sospetto che qualcosa di terribile sia successo nella cameretta di Kay.
In ognuno di noi c’è qualcosa di malvagio, di cattivo, di perverso. E’ la parte di noi alla quale dobbiamo stare sempre molto attenti, ma che qualche volta è più forte di noi.
Doro, voce narrante, ci prende per mano e ci conduce nei suoi incubi. Percepiamo brividi di paura sulla nostra pelle, viviamo con la protagonista i ricordi che affiorano, assaporiamo la libertà che la vicinanza di Julian le regala.
Accanto a Julian non c’erano mostri. Nessun Kai morto, nessun Kevin morto, nessuna ragazza dalla faccia da insetto: niente che potessi farmi paura.
Nei meandri della mente non c’è alcun filo di Arianna che ci mostri la via da seguire. Il nero ci confonde, ci circonda, ci annulla. Tutto è perduto? Mai darsi per vinti, anche quando tutto è contro di noi bisogna sempre lottare per la salvezza. La strada non è facile, è un percorso arduo costellato da trappole, la sfida con se stessi è ardua. A volte la verità è davanti ai nostri occhi ma noi ci rifiutiamo di vederla. Ci nascondiamo nelle nostre paure, diamo alla mente la capacità di partorire mostri che ci ricordano ciò che noi crediamo di aver fatto. Doro si autopunisce per ciò che non riesce o non vuole ricordare. Lei che ha il dono della sinestesia è la peggior nemica di se stessa.

“Devil inside, devil inside,
every single one of us the devil inside.” (INXS)
     “Il diavolo dentro, il diavolo dentro,
       ciascuno di noi ha il diavolo dentro.”

In Doro si realizza la percezione simultanea dei sensi, associa un colore alle persone, alle situazioni. Per lei il colore della madre è un meraviglioso bruno dorato. La rabbia è rossa, la solitudine è grigia. Il giallo è l’allegria, il nero è il baratro della sua amnesia.

Il romanzo scorre fluido e ipnotico, con un ritmo incalzante e personaggi ben caratterizzati. Le 341 pagine del libro si leggono con intensità e coinvolgimento conducendo il lettore verso un finale ricco di sorprese.

A conclusione del romanzo c’è un poscritto dell’autore che ho trovato molto interessante. Wulf Dorn, rivolgendosi ai suoi lettori, parla della genesi del libro spiegando che i personaggi e gli eventi sono frutto della sua fantasia, ma ciò è vero solo in parte. Gli eventi sono stati ispirati da fatti realmente accaduti. Le cronache, nel periodo di stesura del libro, riportavano spaventose notizie: una madre stremata aveva ucciso il figlio neonato mettendolo nella lavatrice; un vecchio era stato picchiato a morte da alcuni adolescenti in una stazione della metropolitana; in Norvegia un fanatico aveva ucciso settantasette persone. Queste sono solo alcune delle cose brutte successe in quel periodo. Ascoltando queste notizie ci chiediamo come possano accadere cose simili. Troveremo la risposta in noi stessi. Ognuno di noi ha un lato cattivo. Finché ci limitiamo a pensarlo non c’è niente di male. Basti pensare quando qualcuno ci fa arrabbiare o ci ferisce in modo particolare. Immaginiamo cose truci che mai trasformeremmo in realtà.
Malvagi, cattivi siamo solo quando facciamo deliberatamente cose che danneggiano il prossimo. E’ un qualcosa che comincia in piccolo e finisce in grande.

10 commenti:

  1. Come sai, aspettavo la tua opinione su questo titolo!! Di Dorn ho in libreria La psichiatra, al quale darò la precedenza, ma adesso mi incuriosisce anche questo! :D

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    1. Ho letto "La psichiatra" tempo fa e ricordo che la storia mi aveva coinvolto molto. Buona lettura :)

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  2. Anche io ho letto tutto Dorn, a parte "Il superstite", il mio preferito è stato "La psichiatra" mi ha davvero incantata, l'ho letto per primo e purtroppo, gli altri, a mio avviso, non sono stati all'altezza.. comunque sempre bei thriller, il finale lascia sempre a bocca aperta ;)

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    1. "Il superstite" è stata una piacevole lettura. Adoro le atmosfere inquietanti che Dorn riesce a creare trasformando le parole in immagini ed emozioni :)

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  3. Bellissima recensione! Non ho mai letto nulla dell'autore anche se mi ha sempre incuriosita, quindi direi che questo potrebbe essere il libro giusto per iniziare!

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    1. Anno nuovo, nuovi scrittori. Sono sicura che Dorn ti conquisterà :)

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  4. Bella recensione!Questo titolo mi hai incuriosito

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    1. Hai ragione, il titolo di questo libro è tutto un programma :)

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  5. Uh che recensione intrigante e il mio libraio continua a insistere "Devi leggere Dorn"! Io li regalo al mio papy i suoi thriller, adesso devo farmeli prestare! Buon anno Aquila :-)

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    1. Dai retta al saggio consiglio del tuo libraio, non te ne pentirai. Buon anno anche a te :)

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