Buon inizio settimana, cari lettori :)
È il 4 gennaio 2016 quando viene pubblicato un thriller
italiano che ha già conquistato gli editori internazionali ancor prima
dell’uscita. È la storia di un successo annunciato? No, è la storia di un successo più che meritato. È, per me, amore a prima vista, complice una cover
altamente simbolica. La Longanesi, che ringrazio, ha realizzato il mio
desiderio e ho letto con avidità un thriller che mi ha trascinata in una storia
travolgente e adrenalinica.
Editore: Longanesi
Pagine: 410
Prezzo: €16,40
Prezzo: €16,40
Sinossi: La pioggia di fine estate è implacabile e lava via ogni traccia: ecco perché stavolta la scena del crimine è un enigma indecifrabile. Una sola cosa è chiara: chiunque abbia ucciso la donna, ancora non identificata, l’ha fatto con la cura meticolosa di un chirurgo, usando i propri affilati strumenti per mettere in scena una morte. Perché la morte è uno spettacolo. Lo sa bene, Enrico Mancini. Lui non è un commissario come gli altri. Lui sa nascondere perfettamente i suoi dolori, le sue fragilità. Si è specializzato a Quantico, lui, in crimini seriali. È un duro. Se non fosse per quella inconfessabile debolezza nel posare gli occhi sui poveri corpi vittime della cieca violenza altrui. È uno spettacolo a cui non riesce a riabituarsi. E quell’odore. L’odore dell’inferno, pensa ogni volta. Così, Mancini rifiuta il caso. Rifiuta l’idea stessa che a colpire sia un killer seriale. Anche se il suo istinto, dopo un solo omicidio, ne è certo. E l’istinto di Mancini non sbaglia: è con il secondo omicidio che la città piomba nell’incubo. Messo alle strette, il commissario è costretto ad accettare l’indagine… E accettare anche l’idea che forse non riuscirà a fermare l’omicida prima che il suo disegno si compia. Prima che il killer mostri a tutti – soprattutto a lui – che è così che si uccide.
La prima delle morti di dio è compiuta. Ma la giustizia vincerà solo quando l’aratro traccerà l’ultimo solco. Lei non mi conosce. Nessuno mi conosce. Non importa come mi chiamo. Sono solo un’ombra.
Roma. Viene ritrovato il cadavere di una donna, il suo corpo
è stato orribilmente violato. Chiunque sia stato, l’ha fatto con la cura
meticolosa di un chirurgo, usando affilati strumenti per mettere in scena una
morte. La scena del crimine, a causa della pioggia, non fornisce elementi utili
per le indagini che vengono affidate al commissario Enrico Mancini. Al primo
omicidio, ne seguiranno altri sempre più spietati e la città piomba
nell’incubo. Riuscirà il commissario a fermare l’omicida prima che il suo
insano piano si compia? Riuscirà a fermare il killer prima che mostri a tutti
che è così che si uccide? La caccia è aperta.
TRA LE PAGINE
“È così che si uccide” è un romanzo nero, elegante e
inquietante. L’unica certezza del lungo racconto è il dubbio, le mille domande
che il lettore si pone seguendo il filo rosso degli eventi. Sette esseri umani,
sette vite, sette storie diverse, sette violenti omicidi. Tanti lati oscuri
caratterizzano le storie maledette che si nascondono dietro a ogni cadavere. Il
commissario Mancini, specializzato a Quantico in crimini seriali, deve fermare
il killer. C’è un’amara perversione negli omicidi, una violenza a cui il
commissario vorrebbe sottrarsi ma non può. Mancini è un uomo ferito nell’animo,
nasconde i suoi dolori, le sue fragilità. Sua moglie Marisa è morta da pochi
mesi, portata via da un male incurabile e lui non riesce a superare l’immenso
dolore. Non tollera più le porte chiuse, indossa sempre dei guanti come se
volesse porre un muro tra lui e il mondo. Ma il mondo lo reclama, la polizia lo
reclama, le vittime lo reclamano.
WHERE-WHAT-WHO-WHEN-HOW-WHY
Dove, cosa, chi, quando, come, perché. Sono questi gli
elementi base per un indagine, lo sa bene Mancini che indaga con la sua squadra
speciale, composta da donne e uomini speciali. Collabora con loro il professore
Carlo Biga, criminologo. Mancini, malinconico e solitario, analizza e osserva
la scena del crimine prima degli altri per leggerla e provare a ricostruire, a
immaginare, i comportamenti e le azioni dell’assassino. Quasi con pudore il
commissario posa gli occhi sui poveri
corpi dilaniati dalla cieca violenza altrui. È uno spettacolo a cui non riesce
ad abituarsi. E quell’odore. L’odore dell’inferno che penetra nei meandri del
suo essere.
ROMA, SPLENDIDA E MORTALE
Le vicende narrate sono ambientate nella città eterna. San
Paolo, Testaccio, Gazometro sono alcune zone romane dove vengono ritrovati i
corpi delle vittime. Roma splendidamente vestita di un passato che rivive tra
le innumerevoli basiliche, tra i monumenti marmorei testimoni di una gloria
antica. Roma misteriosa e mortale che vive un presente fatto di cemento, di
mille mostri d’acciaio.
DALLA PARTE DEL KILLER
Ombra, è questo il nome con cui il killer si firma. Secondo
Mancini, che ha steso un rapporto di criminal profiling, l’Ombra è un maschio
bianco, 25-30 anni, vive da solo ed è un omicida organizzato. Pianifica le
aggressioni, ha un’intelligenza superiore alla media. E’ molto forte. Ha un
obiettivo ben preciso e farà di tutto per realizzarlo.
Sette vittime, sette morti di dio, ciascuna con la sua colpa da scontare.
Una colpa da scontare. Quando la giustizia non è più
possibile, cosa resta? La vendetta? Il perdono?
Lo so, vi sembrerà assurdo, ma io ho provato tanta pena per
il killer. Sicuramente la sua violenza non ha giustificazioni, ma quando
scoprirete il movente da cui nasce tanta disperazione capirete perché si può
provare pietà per un killer. È facile schierarsi con il “buono” di turno, è
difficile, invece, rapportarsi con il lato oscuro che è in ognuno di noi.
FINALE DI SPERANZA
Che strano, penserete, avvicinare due termini così diversi
tra loro: thriller e speranza. Dopo pagine di paure, malinconia, violenza,
pianto, malattia, omicidi si è indubbiamente partecipi della storia. Scoprire
pian piano la verità non fa tirare un sospiro di sollievo. Vi troverete di
fronte a delle problematiche sconvolgenti che macchiano la nostra società.
Quando tutto sembra perduto, però, qualcosa accade inaspettato e rigenerante.
Non si può eliminare ogni cosa con un colpo di spugna, non si può smettere di
soffrire ma si può trasformare il dolore in forza, impegnarsi per migliorare il
nostro presente con uno sguardo timido rivolto al futuro che ci fa un po’
paura.
IL MIO PENSIERO VOLA A...
Leggendo “È così che si uccide” ho ripensato al mio amato
Carrisi, ai suoi romanzi densi e inquietanti. I due scrittori hanno molto in
comune. Entrambi scelgono Roma come luogo dei loro romanzi. La città eterna si
mostra oscura e sconosciuta, gloriosa nel suo passato, devastata nel suo
presente. Entrambi assegnano alle donne dei ruoli dinamici considerandole fonte
d’amore e di odio. Entrambi danno molta importanza all’introspezione,
all’indagine analitica. Zilahy e Carrisi hanno modi diversi di raccontare ma
riescono ugualmente a creare un feeling con il lettore che viene trascinato
all’interno della storia trovandosi faccia a faccia con il male. Può trattarsi
di anomalie o di ombre, non importa. Entrambe sono due facce della stessa
medaglia.
“È così che si uccide” è un thriller per chi ama il
brivido, per chi non ha paura di trovarsi faccia a faccia con il dolore. Quando
la Morte ci porta via una persona cara, si porta via anche il nostro cuore. È
difficile continuare a vivere, è difficile aprire gli occhi al mattino e non
pensare a che ci ha lasciati. La sera, poi, quando il buio ci culla tra le sue
braccia ti manca il respiro e se chiudi gli occhi i ricordi si ripresentano con
le loro emozioni. Il passato e il presente si rincorrono proprio come accade
tra le pagine di questo libro che ho letto tutto d’un fiato. Scoprire il
colpevole è passato quasi in secondo piano, le vicende umane mi hanno
emotivamente coinvolta. Un capitolo per il passato e uno per il presente.
Insieme, pagina dopo pagina, per dar vita a una storia che vi invito a leggere,
per guardare al futuro con una luce diversa negli occhi.
Esistono persone che hanno un dono davvero invidiabile:
quello di saper scrivere, di saper narrare. Mirko Zilahy ha questo dono.
“Come, ahi come, il cor ti soffre di strappar dalle braccia
all’amico l’amico, al fratello il fratello, la prole al genitore, all’amante
l’amore: e l’uno estinto, l’altro in vita serbar? Come potesti far necessario
in noi tanto dolor, che sopravviva amando al mortale il mortal? Ma da natura altro
negli atti suoi che nostro male o nostro ben si cura.”
G. Leopardi, Sopra un basso rilievo antico sepolcrale
Un titolo che, per certi versi, mi aveva già incuriosito. La tua analisi mi è piaciuta molto, compresa la lancia spezzata a favore del cattivo...mi suggerisce una personalità "reale" e complessa, in cui - tra bene e male - esistono molte sfumature di grigio. Complimenti!
RispondiEliminaNessuno è completamente buono o del tutto cattivo. Dietro a ogni crimine c'è una storia su cui riflettere :)
EliminaMi aveva intrigato fin dall'inizio. In libreria aveva attirato la mia curiosità. La copertina a volte è un antipasto decisamente invitante. Dopo aver letto la tua recensione credo proprio che lo leggerò xD
RispondiEliminaHai ragione, la cover è il biglietto da visita del romanzo :)
EliminaL'avevo visto in libreria e mi aveva attirata! Dalla tua recensione capisco che non è un libro "superficiale", il solito thriller... Per cui mi ispira ancora di più!!!!! :)
RispondiEliminaAnche il thriller offre spunti di riflessione. L'ombra è parte di noi, il problema si presenta quando il lato oscuro predomina inducendoci a commettere dei crimini :)
EliminaCon l'ultimo pensiero che hai scritto, mi hai definitivamente convinta. Tra partentisi, sono contenta che in Italia, in questo genere un tempo prettamente terreno americano, si stiano facendo strada altri bravi autori oltre al già noto Carrisi. Lo comprerò sicuramente :-)
RispondiEliminaIn questi ultimi anni ho potuto apprezzare vari autori italiani che hanno affrontato, con ottimi risultati, il genere thriller. Mi piace leggere di luoghi che conosco, di dinamiche sociali a me note, il romanzo diventa ancor più coinvolgente mostrandomi la presenza del male sempre più vicina a noi :)
EliminaSì, sì, avevo già deciso di leggerlo, questa tua bella recensione mi ha dato una conferma in più: devo sbrigarmi, mi attira molto!
RispondiEliminaDevi leggerlo assolutamente, buon brivido :)
EliminaUna recensione bellissima, curata in ogni dettaglio e per questo attenta. Mi hai convinta sin dal principio ed essendo anche un thriller, non posso che convenire che merita e tanto!
RispondiElimina"E' così che si uccide" si mostra subito un thriller diverso dal solito. Sicuramente tra i personaggi troviamo l'ispettore e la sua squadra, le vittime, il killer. Ma i ruoli non sono sempre ben definiti. Quando si è vittima e quando carnefici? Buona lettura :)
EliminaSembra un thriller mozzafiato a cui non manca nulla e tu con la tua recensione l'hai reso ancora più attraente di quando non mi apparisse già.. Complimenti :)
RispondiEliminaIl 2016 si è presentato, fin dall'inizio, portatore di letture molto interessanti. Coloro che amano i thriller non possono non leggere il romanzo di Mirko Zilahy :)
Eliminaho capito, lo leggerò.
RispondiEliminal'accostamento a donato, poi, mi ha stesa definitiamente. ;))
Brava Angela, ne sarai sicuramente conquistata :)
EliminaMi ispira moltissimo, dalle tue parole capisco che è un thriller molto ben strutturato =)
RispondiEliminaSi legge tutto d'un fiato e, nel finale, tutti i tasselli vanno al loro posto :)
Eliminaio già ce l'ho ma devo ancora leggerlo ;)
RispondiEliminaNon perdere tempo, leggilo subito :)
EliminaUn thriller veramente ben fatto!! Lo leggerò sicuramente, la tua recensione è stata coinvolgente e molto ben strutturata, bravissima!! *_*
RispondiEliminaGrazie mille ^-^
EliminaLibro appena appena finito di leggere. Una sola parola: spettacolare!
RispondiEliminaCondivido pienamente :)
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