lunedì 11 gennaio 2016

RECENSIONE | "Chi perde paga" di Stephen King

Buon lunedì, carissimi lettori :) Desidero iniziare la settimana proponendovi un romanzo che dovete assolutamente leggere. Si tratta del secondo volume della trilogia iniziata con “Mr. Mercedes”. Il libro in questione è “Chi perde paga” (titolo originale “Finders Keepers”) di Stephen King, traduzione di Giovanni Arduino, Editore Sperling & Kupfer.


Chi perde paga
Stephen King (traduzione di G. Arduino)

      Trilogia di Mr. Mercedes       
#1 Mr. Mercedes [recensione]
#2 Chi perde paga
#3 End of Watch (2016)

Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 469
Prezzo: 19,90

Sinossi: Il genio è John Rothstein, scrittore osannato dalla critica e amato dal pubblico - reso immortale dal suo personaggio feticcio Jimmy Gold - che però non pubblica più da vent'anni. L'uomo che lo apostrofa è Morris Bellamy, il suo fan più accanito, piombato a casa sua nel cuore della notte, furibondo non solo perché Rothstein ha smesso di scrivere, ma perché ha fatto finire malissimo il suo adorato Jimmy. Bellamy è venuto a rapinarlo, ma soprattutto a vendicarsi. E così, una volta estorta la combinazione della cassaforte al vecchio autore, si libera di lui facendogli saltare l'illustre cervello. Non sa ancora che oltre ai soldi (tantissimi soldi), John Rothstein nasconde un tesoro ben più prezioso: decine di taccuini con gli appunti per un nuovo romanzo. E non sa che passeranno trent'anni prima che possa recuperarli. A quel punto, però, dovrà fare i conti con Bill Hodges, il detective in pensione eroe melanconico di "Mr. Mercedes", e i suoi inseparabili aiutanti Holly Gibney e Jerome Robinson. Come in "Misery non deve morire", King mette in scena l'ossessione di un lettore per il suo scrittore, un'ossessione spinta fino al limite della follia e raccontata con ritmo serratissimo.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COPERTINA: 8

“Svegliati, genio.”…

“Hai creato uno dei più grandi personaggi della letteratura americana per poi buttarlo nel cesso”, dichiarò Morrie. “Un uomo capace di un’azione simile non si merita di vivere.”

La rabbia fece di nuovo capolino con la dolcezza di una sorpresa imprevista. “Se lo credi davvero, non hai capito una sola parola di quello che ho scritto”, rispose John Rothstein.

Morrie prese la mira. Il foro della canna era un occhio nero inchiostro.

“Sei un ladro comune, amico mio. E che idiozia rubare qualcosa che non sarai mai in grado di rivendere.”

“Zitto, genio. E’ un avvertimento.”

“Sei stupido”, continuò Rothstein in un improvviso stato di euforia.

“Ultimo avvertimento”, replicò Morrie.

“Fottiti. E che si fotta pure tua madre. Sparami o esci da qui.”

Morris Bellamy gli sparò.
Nell’imperativo minimale, “Svegliati, genio”,  è racchiusa la vera essenza di questo romanzo: il rapporto tra scrittore e lettore, ad essere più precisi, il rapporto amore-odio tra lettore e personaggio.

John Rothstein, scrittore amato sia dai critici che dal pubblico, è l’autore di famosi romanzi che hanno come protagonista Jimmy Gold. Dopo alcune pubblicazioni, lo scrittore si ritira a vita privata e “tace” per più di vent’anni. Morris Bellamy, giovane fan di Jimmy Gold, piomba a casa di Rothstein, nel cuore della notte. Egli non approva le scelte di vita di Gold, reo di essersi venduto al dio Denaro, e odia Rothstein perché ha smesso di scrivere. Morris svuota la cassaforte dell’autore e poi l’uccide. La refurtiva è ghiotta, non tanto per i soldi, tanti soldi, quanto per gli innumerevoli taccuini che contengono altri due romanzi con le vicende di Gold. Il ladro assassino nasconde la refurtiva in un vecchio baule che poi seppellisce in un luogo isolato. Dovrà aspettare più di trent’anni per recuperare la pregiata rifurtiva. Felice conclusione di un orribile crimine? No.

Bellamy dovrà fare i conti con un destino burlone ma dovrà soprattutto affrontare Bill Hodges, detective in pensione, che abbiamo conosciuto nel romanzo “Mr. Mercedes”. Con lui ci saranno i suoi inseparabili aiutanti: Holly Gibney e Jerome Robinson. Per Bellamy tutto si complicherà.

RIMEMBRANZE
Come in “Misery”, King mette in scena l’ossessione di un lettore per il suo amato scrittore, per un determinato personaggio in cui egli si identifica. E’ un ossessione che può portare a folli comportamenti. L’opera letteraria è più importante  del suo creatore? In “Chi perde paga” King affronta il tema del potere della letteratura sulla vita di tutti i giorni. Un potere che può evolvere nel bene come nel male.

LE MIE OPINIONI
“Chi perde paga” è un romanzo ben congegnato che diventa sempre più cupo e angosciante pagina dopo pagina. Fin dalle prime battute King riesce a monopolizzare l’attenzione del lettore, lo accoglie nella storia e gli assegna un posto in prima fila. Le parole sono immagini, niente soprannaturale ma tanta macabra realtà. Il ritmo più pacato nella prima parte, subisce una notevole accelerazione nella seconda. Tanti i colpi di scena che vengono preparati e incastrati nella storia con perfezione. Nessun potere della “luccicanza”, nessuna presenza ultraterrena, ma un bel romanzo hard-boiled. Il crimine è realmente descritto in ogni minimo particolare, crea davvero un senso di ribrezzo che inchioda il lettore. I personaggi si muovono tra eventi partoriti da una crudele realtà. Si parla di crisi economica, di famiglie in gravi difficoltà costrette a mutare completamente il proprio modo di vivere. Si parla di “doni” che risolvono i problemi quotidiani, si parla della vita carceraria e delle brutture che i carcerati devono affrontare. Il crimine è ovunque, può indossare mille maschere ma, prima o poi, la sua natura affiorerà improvvisa e devastante.

FAI ATTENZIONE A CIÒ CHE TROVI
Bill Hodges è un detective imperfetto, ma proprio per questo autentico. Egli ha un modo personale per svolgere le sue indagini e non lascia mai nulla al caso. Egli non dimentica, il male non può godere dell’oblio. Dimenticare potrebbe rivelarsi una pessima mossa. Per questo Hodges, da molto tempo, non perde mai di vista una persona, lascio a voi scoprire di chi si tratta, che ha un fascino perverso e un maledetto piano in mente. Chi è ricoverato nella camera 217 della clinica neurologica?

FINALE AL CARDIOPALMA
Dopo aver deliziato il lettore con una narrativa fluida e scorrevole, dopo aver dato vita ad alcuni personaggi cattivissimi e  altri meritevoli, King dimostra ancora una volta di essere il Re delle atmosfere cupe e inquietanti. Le ultime pagine del romanzo procurano brividi e presentano un finale mozzafiato preludio di altre felici letture segnate da qualcosa di malvagio. Ricordate: stanza 217.

CURIOSITÀ
Mr. Mercedes ha vinto l’Edgard Award come miglior thriller. Dai romanzi con il detective Hodges sarà tratta una serie televisiva prodotta dalla Sonar. “End of Watch”, in uscita nel 2016 per l’Italia, concluderà la trilogia.

Lo scorso 10 settembre, King ha ricevuto, dal presidente Obama, la più alta onorificenza conferita in nome del popolo americano ad un singolo artista: “National Medal of Arts”. La motivazione è la seguente: “King è uno degli scrittori più popolari e prolifici dei nostri tempi poiché riesce a combinare la narrazione con la sua acuta analisi della natura umana.”

Buona lettura a tutti voi :)

8 commenti:

  1. con king mi tenti... e mi sa che cederò alla tentazione :)))

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  2. King sembra essere una garanzia ormai. Sono curiosa di leggere questo libro, ma anche Mr. Mercedes. Di "Chi perde paga" purtroppo odio la cover, non so ma proprio mi fa venir voglia di non leggere il libro :\

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    1. Mai giudicare un libro dalla cover. Inizia con leggere Mr. Mercedes così potrai conoscere alcuni dei personaggi che poi ritroverai in "Chi perde paga" :)

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  3. King è un maestro, il mio scrittore preferito, la mia garanzia, sempre. Ho letto da poco questo suo ultimo lavoro, e mi è piaciuto molto. Anche se forse, ho amato di più Mr Mercedes, forse perché rappresentava una novità per lui...cimentarsi con un hard boiled non è da tutti. Ma lui riuscirebbe a lasciare il segno anche se dovesse pubblicare l'elenco del telefono!
    Paola

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    1. Concordo pienamente, king ha una scrittura che affascina indipendentemente dal genere trattato :)

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  4. Amo tornare di tanto in tanto nella mia confort-zone dell'adolescenza e leggere le nuove opere di Stephen King!! Ancora devo leggere Mr. Mercedes, ma sono sicura che mi piaceranno sia quello che il seguito! Bella recensione, come sempre! =)

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    1. Le opere di King hanno sempre un fascino a cui è difficile resistere :)

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