venerdì 15 gennaio 2016

RECENSIONE | “Non è un vento amico” di Vincenzo Zonno

Carissimi lettori, l’inverno inizia a farsi sentire. La temperatura è in calo e le previsioni meteo non promettono nulla di buono. I metereologi sostengono che l’aria gelida si getterà dall’Artico russo in direzione sud, coinvolgendo pienamente anche l’Italia. Io adoro il freddo e mi preparo a trascorrere ore meravigliose vicino al camino con un bel libro. Anzi a dire il vero ho già fatto le prove per il grande freddo leggendo un libro che si è rivelato un romanzo, ambientato in Russia e in Prussia, interessante e magnetico: “Non è un vento amico” di Vincenzo Zonno, collana “ I Ciottoli” per Vocifuoriscena.

Non è un vento amico 
Vincenzo Zonno

Editore: Vocifuoriscena 
Pagine: 246 | Prezzo: € 15,00

Sinossi: Quando viene strappato dalla sua frivola esistenza sanpietroburghese e inviato in missione in Prussia per ordine dello zar, il tenente Georges Stroganov sa bene che un buono stipendio e la prospettiva di un avanzamento di carriera non riusciranno a togliergli di dosso l’inquietante sensazione che qualcuno stia cercando di manovrarlo per i suoi fini. È il 1854: lo zar Nicola è da tempo succeduto a suo fratello, il fanatico Alessandro Romanov, morto in circostanze poco chiare, e lo sterminato impero russo è conteso tra gli anacronistici privilegi dell’aristocrazia e il vento modernista che spira dall’Europa occidentale. È in questo delicato frangente che Georges giunge in qualità di console nell’exclave russo di Cypel Koszalin, e trova un ambiente immoto, sospettoso, schiacciato dall’ossessione per il peccato e dal peso dell’ortodossia. Una matassa che il tenente dovrà dipanare al più presto, se vuole evitare l’orribile fine del console suo predecessore, la cui carcassa dissanguata porta ben impressa, sulla pelle, l’impronta della mano dell’Angelo dell’Abisso.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COPERTINA: 8

Perché un uomo s’accanisce sulle assurdità della vita quando potrebbe vivere nutrendosi esclusivamente della sua bellezza? Il male è la soluzione per il male, e non vi è dubbio che gli uomini siano più affascinati dal buio che dalla luce.
Il tenente Georges Stroganov sbarcò a Darlowo, in Prussia, nel dicembre del 1854. Aveva 25 anni, una forte personalità, amava le scienze, la filosofia e s’interessava di politica. Era tenente dell’esercito russo. Aveva un unico vizio: le donne.

Era alto con una carnagione scura, i capelli mossi e neri, il viso spigoloso con un lungo naso affilato e un corpo atletico.

Era stato inviato in missione in Prussia per ordine dello zar Nikolaj, avrebbe ricoperto il ruolo di console nell’enclave russo di Cypel Koszalin. Questa sarebbe stata la sua missione ufficiale, in realtà Georges doveva far luce sull’orribile fine del console suo predecessore. Sul cadavere, orribilmente squartato, era ben impressa l’impronta della mano dell’Angelo dell’Abisso.

“Loro re era l’angelo dell’abisso, 
che in ebraico si chiama Abaddon, 
in greco Sterminatore.” 
[Apocalisse, 9, 11]

La caserma dell’enclave era un luogo in cui convivevano, fianco a fianco, militari russi, ufficiali prussiani, un elevato numero di civili polacchi, lituani, livoni e russi. A Cypel Koszalin, come in qualsiasi posto al mondo, c’erano corrotti e corruttori, ma, più di tutto, c’era molta gente annoiata. Poi avvenne, Georges conobbe la bella Lidija Orlova e fu amore. In un ambiente sospettoso, statico, tanti sono i misteri. Perché la maggior pare degli ufficiali di stanza sul posto hanno scontato lunghi periodi di detenzione in Siberia? Perché Lidija è ossessionata dalla natura del peccato?

Tra i vari personaggi facciamo la conoscenza del conte Bielinski che, nel suo silenzioso isolamento, conosceva i segreti della comunità; Berja, uomo misterioso, che eseguiva  gli ordini senza far domande e poi spariva; il tenente Volkov che riceveva strani pacchetti provenienti da Costantinopoli.

Stroganov conoscerà uomini mossi da profonde speranze. Tuttavia la caserma appariva un luogo sospeso, al di fuori del fluire del tempo. I militari trascorrono le loro serate tra alcol, droghe, bordello; le mogli sono annoiate. Non c’era cambiamento. Tutti peccano e temono l’angelo Abaddon. C’è redenzione per queste anime?

“Non è un vento amico” è un romanzo intenso, fluente, che ci conduce indietro nel tempo. E’ un romanzo storico che si avvale di una ricostruzione approfondita e curata in ogni particolare. I capitoli si leggono velocemente e offrono un intreccio ricco di avvenimenti. I personaggi, alcuni reali altri di fantasia, ci mostrano una Russia con luci e ombre. Un paese in cui politica e religione sono due aspetti indivisibili del vivere. Le azioni umane sono la risultante di queste due forze che non sempre vanno nella stessa direzione. Molto bravo lo scrittore nel trasmettere i dubbi, le angosce dell’anima. In un crescendo di emozioni, Zonno conquista l’attenzione del lettore con una scrittura viva e passionale. La lettura diventa, pagina dopo pagina, sempre più coinvolgente e ricca di riflessioni ma mai noiosa. Molto interessante è  la postfazione, non evitatela ma leggetela, di Oliviero Canetti che propone una chiave di lettura dell’opera. “Non è un vento amico” è il primo romanzo di Vincenzo Zonno. Romanzo e scrittore promossi a pieni voti.

10 commenti:

  1. Adoro i romanzi storici, credo che siano il mio genere preferito insieme ai gialli, e questo mi incuriosisce tantissimo...me lo segno!

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    1. Anche a me piacciono molto i romanzi storici anche se il genere thriller rimane il mio preferito :)

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  2. condivido il tuo parere, un romanzo che si legge con molta scorrevolezza pur restando profondo!

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    1. Una volta iniziato non puoi lasciarlo, io l'ho letto tutto d'un fiato :)

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  3. Gli hai dato un bel voto che aggiunto alla trama fa si che questo libro finisca nella mia w.list

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    1. La Russia mi ha sempre affascinata e questo romanzo si legge con molto interesse :)

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  4. Ciao Aquila! Da come ne hai parlato si percepisce quanto ti sia piaciuto il romanzo :) devo dire che con la tua analisi mi hai convinta ad aggiungerlo in wishlist, anche perché amo i romanzi storici soprattutto se ben curati. Credo proprio che faccia al caso mio ;)

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    1. Il romanzo è curato in ogni riferimento storico, i personaggi sono ben presentati sia nella descrizione fisica, sia in quella interiore e spirituale. Un bel mix che vale la pena leggere :)

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  5. Ho letto pochi libri del genere storico, ma quei pochi mi hanno appassionata tanto, se in più affermi che i personaggi sono perfettamente delineati, punto importantissimo a mio parere, non mi resta che aggiungerlo in wishlist.

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    1. Anch'io non leggo molti libri del genere storico ma "Non è un vento amico" mi ha coinvolto fin dalle prime pagine :)

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