Ancora una volta ho
letto un libro di un’autrice italiana, ancora una volta devo dire grazie “al
mio destino letterario” che mi permette di conoscere bravi autori, come la
scrittrice Sonja Radaelli che ringrazio per avermi dato la possibilità di
leggere il suo romanzo “Una moglie imperfetta”. Ho terminato la lettura dello
scritto in un giorno e vi posso assicurare che d’imperfetto, in questo libro,
non c’è nulla.
Autore: Sonja Radaelli
Nasce a Milano il 4 settembre 1960. Nel 2006 segna il suo esordio letterario con la pubblicazione del primo romanzo Il Cappello di Panama continua...
Casa Editrice: Edizioni Akkuaria
Pagine: 180
Prezzo: € 12,00
Trama: La morte di due anziani fratelli avvenuta in circostanze inspiegabili mette in subbuglio gli abitanti di un piccolo borgo affacciato al lago Maggiore. Tra sospetti omicidi e segreti inconfessabili, a tirare i fili di questo intrigo il fantomatico Cavalier Tenconi, che non solo metterà a nudo le altrui debolezze, ma svelerà antichi misteri. Una moglie imperfetta è un romanzo di stampo a metà tra il sentimentale e il poliziesco. Epistole conclusive chiariscono e svelano il significato di tutta l’opera, donando un reale epilogo al racconto anche oltre la parola “Fine”.
STILE: 7
STORIA: 8
COPERTINA: 6
Sul palcoscenico di Bregulio, piccolo borgo affacciato al
Lago Maggiore, la scrittrice Sonja Radaelli, mette in scena “Una moglie
imperfetta” atto unico di un romanzo, giallo-introspettivo-poliziesco, che
narra di un sospetto di duplice omicidio attraverso indagini che mettono a nudo
l’animo dei personaggi. Il sipario si apre accendendo i riflettori sulla morte
di due anziani fratelli gemelli, Paolo e Bruno Brovelli, avvenuta in
circostanze misteriose. Una lettera anonima alla polizia indica, nell’avvenente
e scaltra Teresa, l’autrice del duplice omicidio. Ma nulla è come appare, la
verità può nascondere sentimenti contrastanti e tra le pieghe dell’animo vivono
indisturbati amore e odio, invidia e amicizia, vendetta e rassegnazione.
L’indagine non è condotta nel modo tradizionale: nessuna squadra investigativa, nessun prelievo d’impronte e di DNA, nessun controllo di alibi e moventi. Ci sarà invece un invito a cena per tutti i possibili colpevoli. La cena è organizzata a Villa Tenconi dal Cavalier Flaminio Tenconi, novello Hercule Poirot, che attraverso un’indagine, più psicologica che poliziesca, cercherà di scoprire la verità. Mi sembra di vederli questi personaggi, eleganti nei loro abiti da sera, sedersi attorno al grande tavolo ovale, apparecchiato sontuosamente, nel salone della villa. Diffidenti per natura, insieme per obbligo, volgono all’unisono i loro sguardi verso Teresa “fasciata in un leggero abito in organza azzurro, lungo fino ai piedi, che le lascia scoperte le braccia”. I commensali iniziano a mangiare con gusto e la conversazione si anima quando il Cavaliere, con tono autoritario di chi è abituato a comandare, dice: "Io sono certo che il vero responsabile della morte dei Brovelli sia tra di noi e allora siamo qui per scoprire la verità". Nel bel salone della villa ha inizio un processo che vede coinvolti tutti i presenti: essi, pian piano, svelano le loro verità, manifestando antichi rancori, paure, passioni che hanno contribuito a creare un presente che affonda le radici in un passato mai dimenticato.
Teresa è una donna dal comportamento equivoco che riesce a scatenare passioni, invidie, gelosie e tutti i presenti sono, in modo diverso, legati a lei; tutti pronti a giudicare dimenticando che ognuno di noi ha il proprio scheletro nell’armadio. Così una valanga di sospetti, di verità soggettive, si riversa su Teresa inglobando anche gli altri protagonisti. I loro racconti vanno dal passato al presente e viceversa creando delle linee temporali che uniscono “ieri e oggi” formando la ragnatela della vita.
Vi è mai capitato di sentirvi relegati in un ruolo che non vi appartiene? Avete mai provato la sensazione di andare alla ricerca continua di un punto di riferimento? Avete mai considerato la “bellezza” come un mezzo o un’arma per creare una famiglia simbolica? Donare il proprio corpo per saziare la fame d’affetto non è una novità, bisogna indagare i motivi che spingono a tale comportamento. A volte le circostanze ci portano a usare ciò che abbiamo a disposizione nel tentativo di creare una parvenza di normalità. Anche Teresa, dai capelli rossi e dallo sguardo sfacciato, è una donna complessa, violata nelle sue aspettative di bambina; una donna additata dalle malelingue del paese che recita una parte che le hanno cucito addosso. Forse, dopo la cena-processo, quando tutta la verità si libera dalla nebbia che l’attanaglia, forse è arrivato, anche per Teresa, il momento della rinascita, del cambiamento. Il finale è davvero “un colpo di scena” reso ancora più chiaro da alcune epistole conclusive. La signora Radaelli pone la parola fine alla stesura dell’opera ma dona a tutti una speranza di rinnovamento che ha saputo ben alimentare con descrizioni accurate, suspance e sintesi, con ambientazioni realistiche, con personaggi ben caratterizzati, con sentimenti espressi senza alcun pudore perché la vita non è mai monocolore, non è mai una passeggiata tranquilla. Il “buio” può avvolgerci, a volte stritolare con il suo abbraccio ma possiamo provare a cambiare le cose.
Consiglio a tutti di leggere “Una moglie imperfetta”, non fermatevi all’apparenza, guardate oltre e andate a fondo nel cuore di Teresa e scoprirete che nulla è come appare. Spesso dietro un sorriso sfrontato c’è una calda lacrima di dolore.
L’indagine non è condotta nel modo tradizionale: nessuna squadra investigativa, nessun prelievo d’impronte e di DNA, nessun controllo di alibi e moventi. Ci sarà invece un invito a cena per tutti i possibili colpevoli. La cena è organizzata a Villa Tenconi dal Cavalier Flaminio Tenconi, novello Hercule Poirot, che attraverso un’indagine, più psicologica che poliziesca, cercherà di scoprire la verità. Mi sembra di vederli questi personaggi, eleganti nei loro abiti da sera, sedersi attorno al grande tavolo ovale, apparecchiato sontuosamente, nel salone della villa. Diffidenti per natura, insieme per obbligo, volgono all’unisono i loro sguardi verso Teresa “fasciata in un leggero abito in organza azzurro, lungo fino ai piedi, che le lascia scoperte le braccia”. I commensali iniziano a mangiare con gusto e la conversazione si anima quando il Cavaliere, con tono autoritario di chi è abituato a comandare, dice: "Io sono certo che il vero responsabile della morte dei Brovelli sia tra di noi e allora siamo qui per scoprire la verità". Nel bel salone della villa ha inizio un processo che vede coinvolti tutti i presenti: essi, pian piano, svelano le loro verità, manifestando antichi rancori, paure, passioni che hanno contribuito a creare un presente che affonda le radici in un passato mai dimenticato.
Teresa è una donna dal comportamento equivoco che riesce a scatenare passioni, invidie, gelosie e tutti i presenti sono, in modo diverso, legati a lei; tutti pronti a giudicare dimenticando che ognuno di noi ha il proprio scheletro nell’armadio. Così una valanga di sospetti, di verità soggettive, si riversa su Teresa inglobando anche gli altri protagonisti. I loro racconti vanno dal passato al presente e viceversa creando delle linee temporali che uniscono “ieri e oggi” formando la ragnatela della vita.
Vi è mai capitato di sentirvi relegati in un ruolo che non vi appartiene? Avete mai provato la sensazione di andare alla ricerca continua di un punto di riferimento? Avete mai considerato la “bellezza” come un mezzo o un’arma per creare una famiglia simbolica? Donare il proprio corpo per saziare la fame d’affetto non è una novità, bisogna indagare i motivi che spingono a tale comportamento. A volte le circostanze ci portano a usare ciò che abbiamo a disposizione nel tentativo di creare una parvenza di normalità. Anche Teresa, dai capelli rossi e dallo sguardo sfacciato, è una donna complessa, violata nelle sue aspettative di bambina; una donna additata dalle malelingue del paese che recita una parte che le hanno cucito addosso. Forse, dopo la cena-processo, quando tutta la verità si libera dalla nebbia che l’attanaglia, forse è arrivato, anche per Teresa, il momento della rinascita, del cambiamento. Il finale è davvero “un colpo di scena” reso ancora più chiaro da alcune epistole conclusive. La signora Radaelli pone la parola fine alla stesura dell’opera ma dona a tutti una speranza di rinnovamento che ha saputo ben alimentare con descrizioni accurate, suspance e sintesi, con ambientazioni realistiche, con personaggi ben caratterizzati, con sentimenti espressi senza alcun pudore perché la vita non è mai monocolore, non è mai una passeggiata tranquilla. Il “buio” può avvolgerci, a volte stritolare con il suo abbraccio ma possiamo provare a cambiare le cose.
Consiglio a tutti di leggere “Una moglie imperfetta”, non fermatevi all’apparenza, guardate oltre e andate a fondo nel cuore di Teresa e scoprirete che nulla è come appare. Spesso dietro un sorriso sfrontato c’è una calda lacrima di dolore.
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