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martedì 8 luglio 2025

RECENSIONE | "Never Flinch. La lotteria degli innocenti" di Stephen King

"Never Flinch. La lotteria degli innocenti" (Sperling & Kupfer) è il nuovo attesissimo romanzo di Stephen King, il celebre "maestro del brivido" americano.

Si tratta di un thriller psicologico che affonda nelle paure più profonde dell'animo umano. Ambientato in una cittadina americana segnata da misteriosi omicidi, il libro segna il ritorno dell'investigatrice privata Holly Gibney, per la sesta volta in un romanzo del "Re". King ci propone un'opera che promette brividi e riflessioni sul coraggio, sulla giustizia e sulla colpa.

STILE: 9 | STORIA: 8 | COVER: 8
Never Flinch. La lotteria degli innocenti
Stephen King

Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 512
Prezzo: € 23,00
Sinossi

Quando il dipartimento di polizia di Buckeye riceve una lettera che minaccia una diabolica missione di vendetta, per l'ispettrice Izzy Jaynes inizia un'indagine oscura e pericolosa. Per fermare chi promette di «uccidere tredici innocenti e un colpevole» come riscatto per «l'inutile morte di un innocente», c'è bisogno della detective Holly Gibney. Nel frattempo, Kate McKay, attivista carismatica, simbolo di una nuova ondata di femminismo, inizia un tour di conferenze che attraverserà diversi Stati. Mentre le sale si riempiono di sostenitori e detrattori, qualcuno trama nell'ombra per metterla a tacere. All'inizio si tratta solo di piccoli sabotaggi, ma presto il pericolo si fa reale. Holly accetta di fare da guardia del corpo a Kate, tra la difficoltà di difendere chi non accetta protezione e l'accanimento di uno stalker rabbioso che agisce nel nome di una verità distorta. Le due storie si rincorrono e si intrecciano, tra personaggi nuovi e volti noti, come la leggendaria cantante gospel Sista Bessie e un assassino che ha fatto della violenza il suo culto, in un finale stupefacente che solo un maestro come Stephen King poteva concepire. 



Ucciderò tredici innocenti e un colpevole. E così le persone che hanno mandato a morte un innocente soffriranno. Questo è un atto di ESPIAZIONE.

Aprile 2025. Una misteriosa lettera, recapitata al dipartimento di polizia di Buckeye, annuncia l'uccisione di "tredici innocenti e un colpevole". Una diabolica missione di vendetta che vede l'ispettrice Izzy Jaynes iniziare un'indagine oscura e pericolosa. Tuttavia per fermare chi promette "una lotteria degli innocenti" c'è bisogno anche della detective Holly Gibney.

Nel frattempo Kate McKay, attivista carismatica simbolo di una nuova ondata di femminismo, inizia un tour di conferenze che attraverserà diversi Stati. Non tutti, però, condividono il suo pensiero. Qualcuno trama nell'ombra per metterla a tacere. Quando il pericolo si fa reale, Holly viene ingaggiata come guardia del corpo di Kate. Le cose si complicheranno ancor di più quando Kate si mostrerà poco incline ad accettare protezione e aumenterà l'accanimento di uno stalker rabbioso che agisce nel nome di una verità distorta.

I due filoni narrativi, apparentemente senza punti in comune, si rincorrono e s'intrecciano, tra personaggi nuovi e volti noti. King esplora temi come la giustizia, la vendetta, la violenza e la resilienza di fronte alle avversità.

Tra le new entry ci sono personaggi femminili carismatici:

C'è la leggendaria cantante gospel Sista Bessie, simbolo di fede e resistenza;

Conosceremo Kate McKay, un personaggio affascinante, idealista, ostinata nelle sue battaglie a difesa delle donne e dell'autodeterminazione. È a tratti insopportabile, sempre pronta ad affrontare qualsiasi problema, non si tira indietro neanche quando il Male bussa alla sua porta;

Seguiremo da vicino l'indagine condotta da Izzy Jaynes, una detective metodica e dinamica sempre pronta a sfidare i limiti della legalità.

Trait d'union, tra i vari personaggi, è Holly che eroina non è. Incarna l'umanità che sopravvive in mezzo alla violenza. È semplice e brillante, sempre in cerca della verità.

L'antagonista, l'assassino che ha fatto della violenza il suo credo, sarà noto fin dall'inizio. Lo seguiremo passo passo, entreremo nei suoi pensieri, lo guarderemo uccidere e scopriremo il perché di tanto male. I suoi sono omicidi per procura, ossia uccide degli innocenti al posto dei colpevoli. Clochard e tossici saranno i prescelti per questa lotteria.

Ma lui non è il solo mostro della storia. Sull'altra parallela narrativa calca la scena un personaggio che riserverà cupe sorprese.

Il titolo, "Never Flinch", significa "mai tirarsi indietro". A tirarsi indietro non ci pensa minimamente Holly Gibney, sempre pronta e determinata ad affrontare le sue paure. Questa volta Holly avrà a che fare non solo con un pericoloso stalker, ma anche con le fragilità emotive della donna che protegge.

"Never Flinch" non è solo suspense, ma è il tramite per osservare con occhio critico la società e sondare l'animo umano. King, con la maestria che lo caratterizza, intreccia thriller, dramma sociale e suspense psicologica, in un crescendo narrativo mozzafiato. La provincia americana è descritta con le contraddizioni di sempre, in bilico tra giustizia e vendetta, progresso e regressione, fanatismo e moralità. Una società dominata dalle armi, dal fanatismo religioso, dai risentimenti. Attraverso la figura di Kate affronteremo il tema del femminismo e dell'autodeterminazione. Holly sarà la paladina della resilienza e della forza femminile. Andrà incontro, come un agnello sacrificale, alla pura cattiveria umana.

"Never Flinch" è un romanzo potente, con una scrittura suggestiva, che parla ai lettori dei problemi sociali, come la dipendenza da sostanze, l'alcolismo, l'emarginazione, tramite il racconto di una storia che evolve in un dualismo accattivante fino a mostrare il suo volto unitario nel gran finale. Con una scrittura ricca di tensione, umorismo nero e riflessioni esistenziali, King ridesta i mostri interiori dei personaggi. Mostri che si nutrono di ossessioni e fanno del dolore e della solitudine il loro cibo preferito. Nel romanzo non troverete tracce di soprannaturale, nessuna creatura da incubo, ma conoscerete il Male che alberga nella quotidianità degli esseri umani. Tutto ciò è sicuramente inquietante, la suspense si insinua e intrappola il lettore mettendolo davanti a una grande responsabilità: dobbiamo guardare la realtà negli occhi. Non dobbiamo voltarci dall'altra parte. Senza paura  possiamo e dobbiamo dire di no alla società di oggi, sperando in un domani migliore. La lotteria degli innocenti è poi così lontana da tutti noi? Chi viene ucciso senza alcuna colpa è un profondo dolore per tutti noi. E il dolore non dà scampo, diventa benzina che alimenta il fuoco che sta divorando il nostro mondo.

Intrattenimento e riflessione per esplorare la parte oscura della giustizia, per comprendere la rabbia che si fa ideologia, per ammirare la capacità umana di resistere e trasformare il dolore in consapevolezza.

Non possiamo non ammirare la maestria di uno scrittore che non ha mai smesso di esplorare ciò che ci rende umani e ciò che ci rende mostri, esortandoci a non chiudere mai gli occhi, con tanto coraggio e senza mai tremare.

Lunga vita al Re.

giovedì 5 dicembre 2024

RECENSIONE | "Pranzo al Gotham Cafè" di Stephen King, Javier Olivares

Stephen King, il maestro della narrativa fantastica e horror, è tornato in libreria il 12 novembre con "Pranzo al Gotham Cafè" (Sperling & Kupfer, traduzione di Giusi Barbiani). Si tratta di un racconto lungo impreziosito dalle illustrazioni dell'artista spagnolo Javier Olivares, disegnatore e illustratore, premiato nel 2015 col National Comic Award per l'opera Las Meninas.


STILE: 7 | STORIA: 7 | COVER: 8
Pranzo al Gotham Cafè
Stephen King, Javier Olivares

Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 96
Prezzo: € 18,90
Sinossi

Un uomo di nome Steve Davis un giorno torna a casa e trova un biglietto da parte della moglie, Diane, che lo informa freddamente di averlo lasciato e che intende divorziare da lui. La sua partenza spinge Steve a smettere di fumare, ma ciò lo porta a soffrire di astinenza da nicotina. Quando l'avvocato della donna, William Humboldt, lo chiama per organizzare un incontro per discutere i termini del divorzio e propone un pranzo al Gotham Café, Steve accetta. La disperazione provocata dall'astinenza e dalla presenza della ex è quasi insopportabile, ma tutto ciò è niente in confronto agli orrori che lo attendono nell'esclusivo ristorante di Manhattan...





Basta un attimo perché un pranzo tranquillo diventi il peggiore degli incubi.

Un uomo di nome Steve Davis un giorno torna a casa e trova un biglietto da parte della moglie, Diane, che lo informa freddamente di averlo lasciato e che intende divorziare da lui. Da quel giorno Steve smette di fumare, ma ciò lo porta a soffrire di astinenza da nicotina. Quando l'avvocato della donna, William Humboldt, lo chiama per organizzare un incontro per discutere i termini del divorzio e propone un pranzo al Gotham Café, Steve accetta. La disperazione provocata dall'astinenza e dalla presenza della ex è quasi insopportabile, ma tutto ciò è niente in confronto agli orrori che lo attendono nell'esclusivo ristorante di Manhattan.

Steve accetta l'incontro perché spera in una riconciliazione con la moglie, in un barlume di speranza per salvare il suo matrimonio. Tra pietanze avvelenate e presenze spettrali, l'uomo si ritrova intrappolato in una trappola mortale e dovrà lottare per sopravvivere. Ma perché Diane ha chiesto il divorzio? Se volete scoprire la verità nascosta dietro l'abbandono di Diane, non dovete far altro che varcare la soglia del Gotham Café. Riuscirà Steve a sfuggire all'incubo del malefico ristorante e a ricostruire la sua vita?

La genesi del Racconta Stephen King:

Un giorno, a New York, sono passato davanti a un ristorante molto raffinato. All'interno, il maitre stava accompagnando al tavolo una coppia. I due litigavano. Il maitre ha incrociato il mio sguardo e mi ha strizzato l'occhio con un cinismo inimmaginabile. Sono tornato al mio albergo e ho scritto questo racconto mettendo in primo piano non solo il comportamento folle del maitre ma soprattutto il rapporto esasperato tra i due coniugi. A modo loro, sono più matti di lui. E di gran lunga.

Quando si legge uno scritto di Stephen King, non importa se sia un romanzo o un racconto, occorre sempre esser pronti a tutto. Mai dare nulla per scontato ben sapendo che King è un maestro nel trasformare le normali situazioni conflittuali della vita in momenti di terrore. Una storia psicotica, dai toni cupi, resa più intensa dalle immagini di Olivares che riescono a catturare e a trasmettere le sfumature più inquietanti della storia. Un semplice pranzo, forse con piatti un po' troppo al sangue, genera un mix di follia, thriller e orrore, una montagna russa di emozioni, un menù che nutre l'immaginazione dell'autore e nostra.

La lettura di questo racconto vi porterà a riflettere su ciò che non viene esplicitamente detto ma fa capolino tra le righe come la follia che si annida spesso nella vita coniugale.  

"Pranzo al Ghotam Café" è già uscito in Italia nel 2002 nella raccolta "Tutto è fatidico", quattordici storie nere pervase di paura e angoscia, ma anche di macabro sarcasmo e un velo di malinconia.

Strenna perfetta per i Fedeli Lettori di King e ricordate: se siete invitati a pranzo siate gentili ma decisi e rifiutate l'invito.

martedì 10 ottobre 2023

RECENSIONE | "Holly" di Stephen King

Esce in Italia per Sperling & Kupfer, con la traduzione di Luca Briasco, il nuovo agghiacciante romanzo del maestro dell’Horror Stephen King. Intitolato “Holly”, il romanzo segna il ritorno sulla scena di Holly Gibney. Dopo la trilogia di Billy Hodges (“Mr Mercedes”, “Chi perde paga” e “Fine turno”), il romanzo “The Outsider” e il racconto “Se scorre il sangue”, l’investigatrice Gibney, donna dal passato tormentato e dal presente ancora difficile, torna acquisendo il ruolo di protagonista alle prese con una scia di sparizioni in una città del Midwest, con una famiglia disperata e con due vecchietti rispettabili che nascondono un cupo segreto.

Siete pronti a seguire il re del brivido nel buio del suo ennesimo coinvolgente romanzo? Io mi avvio, voi seguitemi senza indugi in questo nuovo inquietante caso per svelare la raccapricciante verità.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
Holly
Stephen King

Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 512
Prezzo: € 21,90
Sinossi

Quando Penny Dahl chiama l'agenzia Finders Keepers nella speranza che possano aiutarla a ritrovare la sua figlia scomparsa, Holly Gibney è restia ad accettare il caso. Il suo socio, Pete, ha il Covid. Sua madre, con cui ha sempre avuto una relazione complicata, è appena morta. E Holly dovrebbe essere in ferie. Ma c'è qualcosa nella voce della signora Dahl che le impedisce di dirle di no. A pochi isolati di distanza dal punto in cui è scomparsa Bonnie Dahl, vivono Rodney ed Emily Harris. Sono il ritratto della rispettabilità borghese: ottuagenari, sposati da una vita, professori universitari emeriti. Ma nello scantinato della loro casetta ordinata e piena di libri nascondono un orrendo segreto, che potrebbe avere a che fare con la scomparsa di Bonnie. È quasi impossibile smascherare il loro piano criminale: i due vecchietti sono scaltri, sono pazienti. E sono spietati. Holly dovrà fare appello a tutto il suo talento per superare in velocità e astuzia i due professori e le loro menti perversamente contorte.





Proprio quando credi di aver visto il peggio che un essere umano possa offrirti, scopri di esserti sbagliato. Non esiste un limite al male.

In “Holly” ritroviamo Holly Gibney che non si è mai ripresa del tutto dopo la morte del suo adorato socio Bill Hodges che le ha lasciato in eredità l’agenzia investigativa Finders Keepers. Insieme a Holly ritroviamo anche Pete, che ricoprirà un ruolo secondario avendo contratto il Covid. Con loro collaborano Jerome e sua sorella Barbara. Queste persone rappresentano la famiglia di Holly, soprattutto ora che sua madre è morta per il Covid. Naturalmente tra madre e figlia c’era un rapporto complicato perché Holly era vittima di una madre che aveva sempre cercato di tenerla accanto a sé “non per proteggerla ma per imprigionarla” e ora è morta di Covid. Aveva sempre rifiutato di vaccinarsi sostenendo che il Covid era solo una semplice influenza. Naturalmente il comportamento della madre aveva reso Holly insicura, aveva spento la fiducia negli altri e nell’amore. Affrontare il presente non sarà facile per Holly, ma deve pur trovare un modo per andare avanti e cercare di dimenticare gli eventi che hanno segnato la sua esistenza. 

Ma in fondo esiste qualcuno che sia in grado di chiudere davvero con il proprio passato? E, soprattutto, con i propri genitori?

Il romanzo ha inizio nel luglio del 2021, quando Penny Dahl chiama l’agenzia di investigazione Fonder Keepers nella speranza che possano aiutarla a ritrovare la figlia sparita nel nulla tre settimane prima. Holly, che ha appena partecipato al funerale via Zoom di sua madre, è restia ad accettare il caso. Ma c’è qualcosa nella voce della signora Dahl che le impedisce di dirle di no. Penny è disperata e si sente in colpa per aver litigato con la figlia. Della ragazza sparita era stata ritrovata la bicicletta e sul sellino c’era un biglietto: “Non ce la faccio più”. 

La pandemia aveva reso tutto più difficile, gli ospedali erano al collasso e la polizia non aveva agenti disponibili per cercare Bonnie. Holly non se la sente di voltare anche lei le spalle alla povera Penny che non sa nemmeno se la figlia è viva o morta. Se è stata lei stessa a porre fine alla sua vita o se sia stata uccisa o rapita da qualcuno. Per Holly inizia un’indagine che le riserverà molte sorprese perché a scomparire non è stata solo Bonnie. Ma più le cose si complicano e più Holly, ipocondriaca e arguta, è decisa ad andare avanti per scoprire la verità. 

A volte l’universo ti lancia una fune. Se succede usala subito per arrampicarti. E va’ a controllare cosa c’è in cima.

A pochi isolati di distanza dal punto in cui è scomparsa Bonnie Dahl, vivono Rodney ed Emily Harris. Sono il ritratto della rispettabilità borghese: ottuagenari, sposati da una vita, professori universitari emeriti. Emily insegna letteratura inglese, Rodney è biologo e nutrizionista. Si amano come il primo giorno. Ma nello scantinato della loro casetta, ordinata e piena di libri, nascondono un orrendo segreto che potrebbe avere a che fare con la scomparsa di Bonnie. È quasi impossibile smascherare il loro piano criminale: i due vecchietti sono scaltri e pazienti. E sono spietati. Holly dovrà fare appello a tutto il suo talento per superare in velocità e astuzia i due professori e le loro menti perversamente contorte. 

In “Holly” è assente l’elemento soprannaturale, tutto si basa sul lato più oscuro degli esseri umani. Il Male vive e si agita in tutti, anche nelle persone insospettabili, ma c’è sempre la possibilità di opporsi al buio del Male costruendo un presente usando l’arma del coraggio. 

Stephen King, tramite “Holly”, parla della società americana inquieta e lacerata. Descrive un Paese travolto dal Covid, con una società divisa in pro vax e no vax, dal razzismo e dall’omofobia. Ma narra anche di una politica incerta, Trump ha appena perso le elezioni e c’è stato l’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti, l’assistenza sanitaria è prossima al collasso e la polizia è sempre più brutale. 

King, come sempre, affonda il bisturi nella viva carne dei suoi personaggi per scandagliare soprattutto i rapporti tra madri e figli. Una vivida narrazione del rapporto tra Holly e sua madre, tra Bonnie e sua madre, tra un altro ragazzo svanito nel nulla e la madre alcolista. Entriamo così nel mondo del confronto tra genitori e figli, tra buio e luce, tra male e bene. 

“Holly” è una storia di oscuri segreti e di abissi umani che vi terrà con il fiato sospeso fino alla raccapricciante verità. Di una cosa potete essere certi, la realtà può rivelarsi più spaventosa dei demoni che albergano nei nostri peggiori incubi. Tuttavia non si deve soccombere al male, resistere con coraggiosa opposizione è un dovere e il perdono è la possibilità che abbiamo per andare avanti nella costruzione di un futuro migliore. Godetevi “Holly” che “ha deciso di saltare sull’auto in corsa anziché nascondersi dietro le motoseghe” e lunga vita al Re!

martedì 10 gennaio 2023

RECENSIONE | "Fairy Tale" di Stephen King

“Fairy Tale” è un romanzo dark fantasy nato dal genio di Stephen King. Pubblicato nelle librerie italiane per Sperling & Kupfer, traduzione di Luca Briasco, il romanzo è una storia nera, un’avventura straordinaria e agghiacciante, che presenta tutti gli elementi tipici di una favola: il viaggio dell’eroe, la lotta tra Bene e Male, la magia.  Se siete pronti a vivere un’esperienza emotiva estrema, allora benvenuti nel lato oscuro del “C’era una volta”.

“Fairy Tale” è stato concepito dall’autore durante la pandemia che, ha confessato King, è stato un periodo pieno di paure ed incubi. E proprio durante il lockdown King si chiese:

Cosa potrei scrivere per essere felice? È come se la mia immaginazione avesse aspettato che la domanda venisse posta – ha raccontato King – Ho visto città deserte, ma vive. Ho visto le strade vuote, gli edifici infestati, una testa di gargoyle che giaceva capovolta per strada. Ho visto statue distrutte (di cosa non sapevo, ma alla fine l’ho scoperto). Ho visto un enorme palazzo tentacolare con torri di vetro così alte che le loro punte bucavano le nuvole. Quelle immagini hanno liberato la storia che volevo raccontare.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
Fairy Tale
Stephen King (traduzione di Luca Briasco)

Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 677
Prezzo: € 21,90
Sinossi
Un ragazzo, il suo cane, la discesa in un mondo magico e oscuro. Benvenuti nel lato oscuro del «c'era una volta». Charlie Reade è un diciassettenne come tanti, discreto a scuola, ottimo nel baseball e nel football. Ma si porta dentro un peso troppo grande per la sua età. Sua madre è morta in un incidente stradale quando lui aveva sette anni e suo padre, per il dolore, ha ceduto all'alcol. Da allora, Charlie ha dovuto imparare a badare a entrambi. Un giorno, si imbatte in un vecchio - Howard Bowditch - che vive recluso con il suo cane Radar in una grande casa in cima a una collina, nota nel vicinato come «la Casa di Psycho». C'è un capanno nel cortile sul retro, sempre chiuso a chiave, da cui provengono strani rumori. Charlie soccorre Howard dopo un infortunio, conquistandosi la sua fiducia, e si prende cura di Radar, che diventa il suo migliore amico. Finché, in punto di morte, il signor Bowditch lascia a Charlie una cassetta dove ha registrato una storia incredibile, un segreto che ha tenuto nascosto tutta la vita: dentro il capanno sul retro si cela la porta d'accesso a un altro mondo. Una realtà parallela dove Bene e Male combattono una battaglia da cui dipendono le sorti del nostro stesso mondo. Una lotta epica che finirà per vedere coinvolti Charlie e Radar, loro malgrado, nel ruolo di eroi.

Sono sicuro di riuscire a raccontare questa storia. Sono altrettanto sicuro che nessuno ci crederà. Per me va bene così. Mi basta poterla raccontare. Il mio problema – e sono certo che ce l’hanno molti scrittori, non solo i novellini come me – è decidere da dove cominciare.

“Fairy Tale” (Favola) è il 64esimo romanzo di Stephen King e se osservate con attenzione la cover vedrete che quello che a prima vista sembra un occhio è in realtà una scala. Un ragazzo con una lanterna e un cane, scendono i gradini di una scala a chiocciola che porta in un mondo magico e oscuro. È l’inizio della nostra avventura.

Charlie Reade è un diciassettenne come tanti, discreto a scuola, ottimo nel baseball e nel football. Ma si porta dentro un peso troppo grande per la sua età. Sua madre è morta in un incidente stradale, su “quel maledetto ponte”, quando lui aveva sette anni e suo padre, per il dolore, ha ceduto all’alcol. Da allora, Charlie ha dovuto imparare a badare a entrambi. Un giorno, si imbatte in un vecchio, Howard Bowditch, che vive recluso con il suo cane Radar in una grande casa in cima a una collina. Nel cortile della casa, sul retro, c’è un capanno sempre chiuso a chiave, da cui provengono strani rumori.

Da dietro la porta arrivò un rumore di unghie, seguito da uno strano squittio che mi fece drizzare i peli sulla nuca. Non era un suono animale. Non avevo mai sentito niente di simile.

Charlie soccorre Howard dopo un infortunio, l’uomo si è rotto una gamba cadendo da una scala, conquistandosi la sua fiducia, e si prende cura di Radar, che diventa il suo migliore amico. Finché, in punto di morte, il signor Bowditch lascia a Charlie una cassetta dove ha registrato una storia incredibile, un segreto che ha tenuto nascosto per tutta la vita: dentro il capanno sul retro si cela la porta d’accesso a un altro mondo i cui abitanti sono in pericolo perseguitati da esseri mostruosi che possono distruggere il loro mondo e il nostro. In questo universo parallelo, dove due lune corrono nel cielo e le grandi torri di un palazzo tentacolare squarciano le nuvole, ci sono principesse e principi esiliati che subiscono terribili punizioni. Ci sono cavalli parlanti e grilli intelligenti, pipistrelli che stridono e farfalle monarca in grave pericolo. Ci sono sotterranei e giochi in cui uomini e donne devono combattere fino alla morte per il divertimento del “Fair One”. E c’è una meridiana magica che può tornare indietro nel tempo. Al centro di tutto c’è qualcosa di maligno che dorme nel Pozzo Oscuro e Charlie dovrà affrontarlo se vuole tornare da suo padre.

La vita non è stata facile per Charlie, orfano di madre e con un padre che anestetizza il dolore con l’alcol,  che è riuscito a rimanere “un bravo ragazzo” tanto da non tirarsi indietro quando lo scorbutico signor Bowditch e il suo cane Radar, una femmina di pastore tedesco che ricorda Cujo, hanno bisogno del suo aiuto. L’anziano signore e il suo cane abitano in una casa nota nel vicinato come  “la Casa di Psycho” e determineranno il destino di Charlie che lui affronterà con coraggio. Un destino in cui rimbalza l’eco di molte favole nella loro versione originale, più cruenta e dolorosa, e si percepisce il richiamo di raccapriccianti creature in stile lovecraftiano. Ma non è tutto, se avrete il coraggio di scendere con Charlie i 185 scalini di pietra che portano in un mondo parallelo, potrete trovarvi di fronte a  giganteschi scarafaggi, Kafka insegna, e a mostri acquattati non solo nelle profondità del mondo ma anche nel lato oscuro di un bravo ragazzo come Charlie. Incontrerete anche la principessa Leah, una fanciulla molto bella ma con la bocca trasformata “in una linea bianca annodata”.  I mostri, King lo ripete come un mantra,  non sono soltanto personaggi fantasy, esistono e si nascondono nel nostro quotidiano. Non bisogna mai abituarsi alle cose stupefacenti, nel nostro mondo non dobbiamo mai accettare passivamente ogni cosa perché è nella normalità che il Male può facilmente nascondersi. La prospettiva con cui si guarda le vicende del mondo può rivelare una terribile verità che noi, spesso, facciamo finta di non vedere per poi spaventarci all’improvviso:

Il nostro mondo è seduto sopra un arsenale di armi nucleari che potenzialmente sarebbe in grado di distruggere il pianeta, e se non è magia nera questa, non saprei come altro definirla.

 “Fairy Tale” regala una lettura piacevole con qualche brivido e tanto coinvolgimento nel multiverso creato da King. I mostri non conoscono frontiere, sono presenti ovunque e si muovono all’ombra dei nostri corpi.

“Fairy Tale” è un viaggio sulle montagne russe attraversando più universi e mescolando generi narrativi diversi. La storia è impreziosita con splendide illustrazioni: quelle dei capitoli dispari e dell’epilogo sono realizzate da Gabriel Rodrìguez, le illustrazioni dei capitoli pari sono di Nicolas Delort. È un’avventura in cui il protagonista incontra tante figure dal fascino indiscusso e dovrà combattere, suo malgrado, anche contro una malattia misteriosa e sfigurante chiamata “il Grigio”. I personaggi sono tratteggiati da King con la sua consueta abilità: sembrano davvero persone reali che costruiscono rapporti d’affetto tra di loro. Purtroppo, la vita ne è testimone, si è anche davanti alla malinconica consapevolezza che ogni storia ha una fine, ogni vita è una condanna a morte. Occorre, quindi, fare i conti con il vuoto lasciato da chi non c’è più, con il trascorrere del tempo , con la malattia, con l’amicizia e la morte.

“Fairy Tale” è un romanzo magnetico, un viaggio pieno di emozioni e suggestioni, che trae brividi e sorrisi dal mondo delle fiabe, in un incrocio di destini tra vittime e carnefici, tra “integri” e “predatori”. King narra le passioni più oscure dell’essere umano, narra la loro costante presenza arginata solo dalla speranza che, in questo romanzo, diventa una preghiera che il giovane Charlie rivolge a Dio affinché il padre smetta di bere:

Se farai questo per me, chiunque tu sia, io farò qualcosa per te. È una promessa, e che io possa morire se non la mantengo. Mostrami quello che desideri da me, e io lo farò. Lo giuro.

Nasce da questa promessa un filo d’amore che collega ogni avventura nel nome di quel miracolo che si è realizzato. C’è l’amore di Charlie per suo padre, l’amore per Radar che lo porterà a superare tanti pericoli pur di ritardarne la morte, l’amore per la bella principessa prigioniera del “Grigio”. L’amore ci narra una storia in cui i principi esistono e in un certo qual modo ci rassicurano perché questa fiaba, dal “C’era una volta” oscuro e terribile, ha un finale in cui la speranza simula i battiti del nostro cuore e ci riconcilia con la vita.

lunedì 31 gennaio 2022

RECENSIONE | "Se scorre il sangue" di Stephen King

Credo nel male, ma è tutta la vita che mi chiedo se il male sia fuori o dentro di noi.

A credere nel male è l’amato Stephen King che veste di straordinarietà gli eventi di vita ordinaria. Candidamente confessa che terrorizzare i lettori è, per lui, un gran piacere. La gran parte dei suoi romanzi trasmettono paura attraverso volti ed eventi che sono impressi nei nostri cuori. Chi non ricorda il clown Pennywise, il terrificante pagliaccio di It? Avete dimenticato lo sguardo di Jack Torrance o Carrie, la ragazzina introversa e silenziosa? Queste rimembranze sono solo un modo per rievocare la paura e aprire le porte dell’inferno per godere di nuovi incubi.

Oggi vi parlo di una raccolta di quattro storie intitolata “Se scorre il sangue” scritta da Stephen King, in libreria per Sperling & Kupfer, nella traduzione di Luca Briasco. Pronti a salire sulla giostra della paura? Quattro giri nel mondo dell’ignoto vi aspettano.


STILE: 9 | STORIA: 8 | COVER: 7
Se scorre il sangue
Stephen King

Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 512
Prezzo: € 21,90
Sinossi

Ci sono diversi modi di dire, quando si parla di notizie, e sono tutti leggendari: «Sbatti il mostro in prima pagina», «Fa più notizia Uomo morde cane che Cane morde uomo» e naturalmente «Se scorre il sangue, si vende». Nel racconto di King che dà il titolo a questa raccolta, è una bomba alla Albert Macready Middle School a garantire i titoli cubitali delle prime pagine e le cruente immagini di apertura dei telegiornali. Tra i milioni di spettatori inorriditi davanti allo schermo, però, ce n'è una che coglie una nota stonata. Holly Gibney, l'investigatrice che ha già avuto esperienze ai confini della realtà con Mr Mercedes e con l'Outsider, osserva la scena del crimine e si rende conto che qualcosa non va, che il primo inviato sul luogo della strage ha qualcosa di sbagliato. Inizia così "Se scorre il sangue", sequel indipendente di "The Outsider", protagonista la formidabile Holly nel suo primo caso da solista. Ma il lungo racconto dedicato alla detective preferita di King (come scrive lui stesso nella sua nota finale) è solo uno dei quattro che compongono la raccolta. Da "Il telefono del signor Harrigan", dove vita e tecnologia si intrecciano in modo inusuale, a "La vita di Chuck", ispirato a un cartellone pubblicitario, fino a "Ratto" – che gioca con la natura stessa del talento di uno scrittore – le storie di questa raccolta sono fuori dagli schemi, a volte sentimentali, forse anche fuori dal tempo. In una parola, kinghiane. 

Le storie di questa raccolta sono quattro racconti sulla paura in perfetto stile King.

“Se scorre il sangue”, il ritorno della mitica investigatrice Holly Gibson in un’indagine al cardiopalma.

Il racconto che dà il titolo al libro si può considerare come il sequel del bestseller “The Outsider”. La straordinaria investigatrice Holly Gibney, che ricorderete nella trilogia in Mr. Mercedes e in “Outsider”, con le sue capacità di percezione del paranormale, verrà coinvolta in un’indagine per strage. Una bomba esplode in una scuola media causando morti e feriti. I giornalisti accorrono numerosi sulla scena della strage e i giornali escono con le prime pagine ricche di titoli e foto scioccanti. Il titolo richiama il detto famoso tra i giornalisti: “Se scorre il sangue si vende”. Questo perché le storie che interessano di più la gente sono quelle che finiscono male. Omicidi. Esplosioni. Incidenti. Terremoti. Al mondo ci sono forze maligne che si nutrono della sofferenza e del dolore altrui.

“Il telefono del signor Harrigan”, tecnologia e vita si intrecciano.

La paura corre sul filo del telefono. Uno smartphone di prima generazione, lega indissolubilmente un ricco e anziano industriale e un ragazzino. Entrambi vivono in un paesino lontano dalla frenesia del mondo. Tra i due nascerà una strana amicizia che ruoterà intorno a un misterioso telefonino. Quando  il signor Harrigan muore, il ragazzino si sente solo e incompreso. Come ultimo gesto d’affetto lascia un telefonino nella tasca del defunto. Alcuni giorni, in un momento di difficoltà, il ragazzino compone il numero di quel telefonino ricevendo una risposta inaspettata.

Una persona non dovrebbe chiamare se non vuole una risposta.

 La tecnologia diventa un mezzo terrificante nelle mani di un’entità incline alla vendetta.

“La vita di Chuck”, un inquietante viaggio a ritroso nel tempo.

In questa storia, malinconica ed emozionante, King si pone delle domande sul senso dell’esistenza. Come sarebbe la vita se potessimo conoscere quando e come avverrà la nostra morte? Naturalmente King lo fa a modo suo intrecciando tre diverse storie e ripercorrendo a ritroso la vita del protagonista. Chuck muore a 39 anni per un tumore al cervello, fin dall’infanzia la sua breve vita è stata segnata da eventi sovrannaturali.

Ogni vita, diceva Oriana Fallaci, è una condanna a morte. E proprio perché siamo condannati a morte bisogna viverla bene, riempirla senza sprecare un passo, senza temere di sbagliare, né angeli né bestie, ma solo uomini.

“Ratto”, un patto faustiano per il successo.

La raccolta si chiude con un racconto che affronta il tema di come nascono le storie nella mente degli scrittori. Drew, un professore universitario,  è uno scrittore alquanto insicuro impegnato a scrivere un romanzo western. In vent’anni ha prodotto solo sei racconti. L’unica volta che ha provato a scrivere un romanzo andò fuori di testa e diede fuoco alla casa.

“Quando tornò a casa, Lucy gli lanciò un’occhiata e disse: “O stai covando un’influenza o ti è appena venuta un’idea.”

“La seconda che hai detto”, rispose Drew. “Ed è un’idea buona. Forse la migliore che mi sia mai venuta.”

Leggere di Drew e pensare a un altro scrittore, vedi Shining, che si rifugia in un luogo solitario non è il preludio a una storia propriamente tranquilla. Infatti ne vedremo delle belle!

Per trovare l’ispirazione e la concentrazione si trasferisce nella vecchia baita di famiglia. Qui, in un posto isolato,  vivrà una situazione del tutto inaspettata. Riempie la dispensa di provviste, sistema la vecchia macchina da scrivere Olympia e lascia libera la sua mente di dare forma alle idee. Idee che inesorabilmente vengono cambiate un attimo dopo. Una tempesta proveniente dal Circolo polare artico, interrompe la tranquillità della baita. Drew si ammala, ha la febbre alta e una fissazione per Franzen, uno scrittore statunitense.  Scrivere, finire il romanzo, è per lui un bisogno quasi fisico, è una necessità come respirare per non morire. Durante la tempesta lo scrittore sente grattare alla porta, era un ratto. Una volta in casa, il topo iniziò a parlare con la voce di Jonathan Franzen e propose allo scrittore un patto:

Io posso aiutarti. Se vuoi che lo faccia, ovviamente. Stavi per uccidermi con una paletta e invece mi hai preso e portato dentro casa tua. Mi hai salvato. Puoi esprimere un desiderio, ma …

King dà corpo alle nostre ossessioni, ci coinvolge nell’horror che nasce dalla modernità. Leggendo il suo libro sai perfettamente che la paura ti prenderà, ma non sai quando. Giunge all’improvviso e un brivido freddo ti scende giù per la schiena. Gli oggetti che fanno parte della nostra normalità, risplendono di una luce inquietante e prendono il posto delle creature del buio che animano gli incubi più terrificanti. Il mondo creato  da King non smette mai di sorprendermi. La mente umana sfoggia i suoi mille labirinti e l’autore racconta l’orrore che può travolgere ognuno di noi. Telefoni che squillano, anche se i legittimi proprietari sono ormai defunti e seppelliti sotto tre metri di terra; giornalisti che, più veloci della luce, arrivano immediatamente sulla scena di terribili eventi; cartelloni pubblicitari con messaggi d’auguri che tracciano un’esistenza ormai alla fine; uno scrittore pronto a suggellare un patto con un ratto pronto a soddisfare i suoi desideri. Tutto ciò verrà alterato, manipolato, reso.

“Se scorre il sangue” è una lettura che consiglio a tutti voi perché sarà in grado di condurvi in posti oscuri e terrificanti. Io ho apprezzato maggiormente l’ultimo racconto, “Ratto”. È una storia intrigante in cui le parole danno vita a immagini che scorrono come in un film. La realtà cambia il suo volto, la passione per la scrittura diventa un’ossessione che porta verso un tragico finale.

La forza dell’immaginazione di Stephen King è davvero, buon per noi, infinita.  Nei racconti troverete riferimenti ad altre storie dell’autore, sarà come ritrovare vecchi amici  per spingerci, ancora una volta, in quella zona grigia che vede la realtà sconfinare nella paura. I mostri immaginari fanno meno paura dei mostri reali ma tutti sono legati da una sottile linea di follia. King mette nero su bianco le sue e le nostre insicurezze. Il modo di narrare del Re dell’horror è coinvolgente, non si può resistere alle sue visioni, ai tormenti, agli orrori e ai sentimenti negativi.

In “Se scorre il sangue” ci sono quattro buone storie che, come preziose gemme, adornano lo scettro del Re. Non leggerlo sarebbe un peccato e ricordate: “I misteri dovrebbero restare nei libri.” Dovrebbero, ma ci sono alcune cose che mai riposeranno in pace, nemmeno da morte. Parola di Stephen King.

martedì 18 maggio 2021

RECENSIONE | "Later" di Stephen King

Cari lettori, il re dell’horror è tornato! Con “Later” (Sperling & Kupfer) Stephen King ci coinvolge in un incubo a occhi aperti. Bene e Male si fronteggiano per ricordarci che nessuno può sfuggire alle proprie paure. Il male penetra facilmente nelle nostre vite, può minare gli affetti più sacri e prima o poi dovremo farci i conti. Entrare nel mondo kinghiano è sempre un’avventura e con questo romanzo vi sarà subito chiaro che se l’uomo è dotato di libero arbitrio allora il male può invadere la sua vita solo dietro invito. “Later” è la storia di un invito che sarebbe stato meglio non fare.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
Later
Stephen King

Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 304
Prezzo: € 19,90
Sinossi

Solo i morti non hanno segreti. Jamie Conklin ha proprio l'aria di un bambino del tutto normale, ma ci sono due cose che lo rendono invece molto speciale: è figlio di una madre single, Tia, che di mestiere fa l'agente letterario, e soprattutto ha un dono soprannaturale. Un dono che la mamma gli impone di tenere segreto, perché gli altri non capirebbero. Un dono che lui non ha chiesto e che il più delle volte non avrebbe voluto. Ma questo lo scoprirà solo molto tempo dopo. Perché la prima volta che decide di usarlo è ancora troppo piccolo per discernere, e lo fa per consolare un amico. E quando poi è costretto a usarlo lo fa per aiutare la mamma, lo fa per amore. Finché arriva quella dannata volta, in cui tutto cambia, e lui è già un ragazzino, che non crede più alle favole. Jamie intuisce già, o forse ne è addirittura consapevole, che bene e male non sono due entità distinte, che alla luce si accompagnano sempre le tenebre. Eppure sceglie, sceglie la verità e la salvezza. Ma verità e salvezza, scoprirà tempo dopo, hanno un prezzo. Altissimo. 


E quindi sì, io vedo i morti. È sempre stato così, dacché riesco a ricordare. Sempre. Ma la cosa non funziona come in quel film con Bruce Willis. Può essere interessante, a volte spaventoso, può essere una gran rottura di palle, ma il più delle volte è semplicemente quello che è. Un po’ come essere mancini, o saper suonare un pezzo di musica classica a tre anni, o ammalarsi di Alzheimer in età precoce, come è successo allo zio Harry quando aveva quarantadue anni.

Jamie Conklin è un bambino molto speciale, è nato con il potere di vedere e parlare con i morti. Jamie può ascoltare la loro voce nelle ore che seguono la morte prima che i trapassati raggiungano l’aldilà. Sua  madre Tia, che di mestiere fa l’agente letterario, gli impone di tenere segreto questo dono, a volte più una maledizione, che però non esiterà a sfruttare per i suoi fini. Sicuramente Jamie non avrebbe voluto avere questo potere e la prima volta che decide di usarlo è ancora troppo piccolo per discernere e lo fa per consolare un amico. Poi lo usa nuovamente per aiutare la mamma, lo fa per amore. Crescendo capirà che bene e male non sono due entità distinte e imparerà a gestire questa “aura” (i Fedeli Lettori ricorderanno sicuramente Danny Torrance protagonista di “Shining” e “Doctor Sleep”). Quando il mondo degli adulti si mostrerà in tutto il suo egoismo e crudeltà, lui sceglierà la verità e la salvezza ma dovrà pagare un prezzo altissimo per questa sua scelta. Lo scoprirà quando un detective della polizia di New York lo trascinerà alla ricerca di un assassino che ha minacciato di colpire dall’oltretomba.

Con semplicità King si muove nel mondo degli adolescenti creando un cocktail di sentimenti ed emozioni che vanno dalla paura alla tenerezza, dall’ansia alla commozione, dall’irritazione alla sorpresa. Con l’abilità che gli è propria, l’autore intreccia vari temi come la famiglia, l’adolescenza, l’alcolismo, l’Alzheimer, la morte, il dopo morte, l’amore e l’orrore. Tutto è visto con gli occhi di un bambino che diventa adolescente e cresce muovendosi tra le fragilità umane, i pregi e i difetti, le riflessioni sulla morte. Avere il dono di poter vedere e parlare con i morti è una grande responsabilità che Jamie capirà solo “later”, dopo. Quando si è bambini l’ingenuità muove ogni nostra azione, tutto è meraviglioso. Crescendo la visione del mondo cambia nella consapevolezza che il tempo passato non tornerà più.

C’è sempre un dopo, adesso lo so. Almeno finché non moriamo.

La voce narrante è Jamie, vive con la madre e non conosce suo padre. Egli si mostra con schiettezza al lettore che riesce subito a immedesimarsi con lui vivendo i suoi stessi tormenti. Con curiosità lo segue nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza quando la visione ingenua del mondo lascia il posto a una crudele realtà. Due i personaggi più importanti nella vita di Jamie: la madre Tia e il vecchio professor Burkett. Tia è una madre single, gestisce un’agenzia letteraria e conosce il segreto del figlio. A seguito di un crollo economico sarà lei stessa a far ricorso a quel potere, che ha sempre voluto tener celato, per risollevare le sorti economiche della famiglia. Invece il professor Burkett assume le vesti di mentore per il nostro protagonista, lo aiuta in alcuni momenti difficili con saggi consigli.

Devono dire la verità, quando sono morti. Il che va bene quando vuoi che rispondano a una tua domanda, ma, come ho già detto, certe volte la verità fa schifo.

Inizialmente gli incontri con i defunti sono benigni e veloci, non c’è inquietudine e i morti compaiono in pace, tranquillamente. Ogni evento trasmette un senso di pace. Tutto ciò è solo una pia illusione che dura poco. Infatti, come volevasi dimostrare, King ha in serbo varie  demoniache sorprese per i suoi Fedeli Lettori. La sua personale e oscura visione di un bambino che vede i morti, non tarderà a presentarsi. I fantasmi che Jamie vede sanno di essere morti, non possono mentire e rimangono per breve tempo, almeno tre o quattro giorni, tra i viventi. Tuttavia non tutti gli spiriti solo ligi alle regole dell’aldilà e le cose si complicano quando uno spirito decide di restare tra gli uomini più a lungo degli altri.

“Later” è una storia terrificante e commovente che mette alla prova il nostro senso di giusto e sbagliato. Il male si mostra spesso nascondendosi anche dietro volti a noi familiari. I mostri, King lo scrive da una vita, possono vivere dentro di noi e irrompere nella realtà quando meno ce lo aspettiamo camuffandosi in mille modi. Le truffe economiche sono un esempio di come gli uomini possano essere più perversi dei demoni con i quali Jamie si deve confrontare fin da bambino.

“Later” è un thriller-horror che combina il soprannaturale con forti elementi di criminalità e suspense. L’opera è caratterizzata da una scrittura essenziale, meno dettagliata ma super efficace, che cattura come una magia dando vita a un romanzo godibile. Quando leggo King le sue frasi si materializzano in un mondo vero. Le sue paure diventano le mie paure. I suoi incubi notturni diventano i miei incubi. King predispone una scacchiera narrativa su cui colloca i personaggi, le loro mosse ci fanno percepire l’eco della presenza di un “altrove” e di un “dopo” a cui si può accedere e dove occorre andare per trovare le risposte a eventi criminali che non hanno una soluzione razionale. Gli atomi del bene e del male si scontrano in un finale inquietante che allunga le sue mani e stritola la nostra razionalità mescolando tanto orrore, un pizzico abbondante di pulp e una manciata generosa di ironia. Sicuramente i colpi di scena non mancano.

“Later” presenta tre elementi ricorrenti nelle storie di King: un giovane ragazzo che cresce in circostanze bizzarre, il soprannaturale e un assassino. I protagonisti si muovono in questa storia nera avendo intorno una girandola di poliziotti corrotti, serial killer e trafficanti di droga. L’horror corre tra le righe, si rispecchia negli occhi di Jamie spaventato dal poter perdere la propria madre impegnata in una lotta senza tregua contro bollette e affitti da pagare in seguito alla bancarotta della sua agenzia dopo il crollo finanziario di quegli anni. Crescendo, il protagonista si renderà conto che le paure invece di svanire si moltiplicheranno ma si trasformeranno in forza e coraggio per affrontare gli ostacoli. Jamie farà le sue scelte e opterà per la verità e la salvezza. I mostri, King insegna, si nascondono ma non spariscono e torneranno  a sussurrare all’orecchio del ragazzo scatenando orrore e mortali pericoli.

Una curiosità: la copertina di “Later” è un dipinto originale di  Paul Mann per l’americana Hard Case Crime, la premiata linea di romanzi polizieschi in stile pulp pubblicata da Titan Books. “Later” è il terzo libro che Stephen King ha scritto per Hard Case Crime che ha pubblicato anche “The Colorado Kid” e “Joyland”.

Quindi lasciatevi coinvolgere dall’ultima opera letteraria di Stephen King, regalatevi una godibile lettura sempre in attesa di quello che accadrà “dopo”, ma ricordate:

Solo i morti non hanno segreti.

lunedì 19 novembre 2018

RECENSIONE | "The Outsider" di Stephen King

“The Outsider” è  l’ultimo atteso romanzo di Stephen King, edito da Sperling & Kupfer. Con maestria il Re chiama a raccolta i suoi sudditi-lettori proponendoci un romanzo in cui la realtà non è poi così razionale come tutti sostengono. Le molteplici facce del male sono tra noi. Appartengono a uomini e donne apparentemente normali, si mostrano senza alcun timore forti della paura che paralizza e annienta. King ci attira nella sua trappola narrativa incuriosendoci con un mistero, inchiodandoci con enigmi impossibili da risolvere e liberandoci, ma mai definitivamente, con un duello finale all’insegna dell’horror. “The Outsider” appare come un caso d’omicidio risolto già nelle prime pagine. Una valanga di prove e il colpevole è assicurato alla giustizia. Tutto perfetto, troppo perfetto! Cosa ci riserveranno le oltre 500 pagine del libro? 

STILE: 9 | STORIA: 7 | COVER: 8
The Outsider
Stephen King (traduzione di L. Briasco)

Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 530
Prezzo: € 21,90
Sinossi
La sera del 10 luglio, davanti al poliziotto che lo interroga, il signor Ritz è visibilmente scosso. Poche ore prima, nel piccolo parco della sua città, Flint City, mentre portava a spasso il cane, si è imbattuto nel cadavere martoriato di un bambino. Un bambino di undici anni. A Flint City ci si conosce tutti e certe cose sono semplicemente impensabili. Così la testimonianza del signor Ritz è solo la prima di molte, che la polizia raccoglie in pochissimo tempo, perché non si può lasciare libero il mostro che ha commesso un delitto tanto orribile. E le indagini scivolano rapidamente verso un uomo e uno solo: Terry Maitland. Testimoni oculari, impronte digitali, gruppo sanguigno, persino il DNA puntano su Terry, il più insospettabile dei cittadini, il gentile professore di inglese, allenatore di baseball dei pulcini, marito e padre esemplare. Ma proprio per questo il detective Ralph Anderson decide di sottoporlo alla gogna pubblica. Il suo arresto spettacolare, allo stadio durante la partita e davanti a tutti, fa notizia e il caso sembra risolto. Solo che Terry Maitland, il 10 luglio, non era in città. E il suo alibi è inoppugnabile: testimoni oculari, impronte, tutto dimostra che il brav'uomo non può essere l'assassino. Per stabilire quale versione della storia sia quella vera non può bastare la ragione. Perché il male ha molte facce. E King le conosce tutte.

La realtà è come uno strato di ghiaccio sottile, ma quasi tutta la gente ci pattina sopra tranquillamente e il ghiaccio si rompe solo alla fine.
A Flint City viene ritrovato il cadavere martoriato di un bambino di 11 anni, Frank Peterson. La polizia raccoglie in breve tempo tante testimonianze e tutte puntano il dito verso un solo uomo: Terry Maitland. Impronte digitali, gruppo sanguigno, DNA, testimoni oculari indicano Terry come il maniaco che ha violentato e ucciso il ragazzino. Apparentemente Maitland è sempre stato un cittadino modello, amato e stimato professore d’inglese, allenatore delle squadre di baseball e football dei pulcini, marito e padre esemplare. La polizia non ha dubbi, le apparenze ingannano e le prove parlano chiaro: il maniaco è lui, Coach T. Forti di tale sicurezza, gli agenti di polizia arrestano Maitland mentre è in corso la finale della City League. Tutto lo stadio assiste all’arresto. È l’inizio della fine per Terry che si dichiara innocente anche se nessuno crede alle sue parole. Eppure il sospetto omicida dimostra che il giorno dell’omicidio si trovava in un’altra città. Molti sono i testimoni, c’è anche una registrazione video che colloca Maitland proprio lì dove dice di esser stato. Può un uomo essere in due posti contemporaneamente? Per rispondere a questa domanda, cari lettori, la ragione potrebbe non bastare.

Io adoro King, il re del terrore mi affascina con i suoi libri. Sicuramente anche “The Outsider” è un bel romanzo giallo-horror ma mentirei se dicessi che questa storia mi ha lasciata senza parole. La prima parte del romanzo è quella che mi ha convinta di più. In un clima di apparente calma si può percepire la tensione che sale, pian piano, a livelli sempre più alti. Pagina dopo pagina comincia ad insinuarsi, nel lettore, il dubbio che questo trionfo della giustizia sia l’inizio di una terribile storia in cui più cose si scoprono e più brutta diventa la situazione. Molte domande hanno creato un vortice nei miei pensieri e l’angoscia ha iniziato a bussare alla porta della mia mente. Le certezze traballano e comincia ad insinuarsi il sospetto che i fatti non siano poi così semplici come appaiono. Adoro quando lo scrittore mescola le carte e il certo lascia il posto all’incerto. King invece apre le porte all’impossibile e ci racconta, con passione, dell’esistenza di mostri che si cibano del dolore e della rabbia degli uomini. Una realtà soprannaturale prende il posto della razionalità e ci conduce nella seconda parte del romanzo prevedibile ma, non per questo, capace di affascinare e coinvolgere. Il soprannaturale, tanto caro a King, fa capolino in questa storia ricordandoci ciò che scriveva Shakespeare:
Ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne sogni la tua filosofia.
La conoscenza non può spiegare tutto e lo sa bene Holly Gibson, personaggio amabile comparso nella trilogia di Mr Mercedes, che ritroviamo in questo romanzo insieme alle sue idee folli e alle ipotesi improbabili alla base dei suoi ragionamenti. Non tutto è spiegabile con la ragione, alcune domande non avranno mai risposta perché “l’universo non ha confini.” Cosa c’è oltre i confini della conoscenza? King risponde a modo suo, mostrandoci il Male che trae vantaggio proprio dal rifiuto delle persone razionali di credere nella sua esistenza. Il Male assoluto lotta contro una forza misteriosa che agisce per il Bene. Qualche volta il bene vince, altre volte il male trionfa. La guerra è lunga, dura e drammatica. Come finirà nessuno lo sa!

“The Outsider” è un romanzo in cui la scrittura di King si fa inquietante e irrequieta dando voce a vite sospese sul baratro del male. Si procede la lettura rimanendo in bilico tra realtà e fantasia. Si respira un intenso senso di inquitudine che accompagna la prima parte del romanzo poi la storia vira verso lidi già conosciuti e prevedibili. L’autore mostra come sia possibile connettere il mondo reale con un mondo in cui si agitano le forze del male. La mostruosità genera mostruosità, ciò deve essere fermato. Il male si sente onnipotente, il bene si piega ma non si spezza. La lotta è imprevedibile e coraggiosa, apre gli occhi su un precipizio che l’uomo evita di vedere. Il male non ha confini e King non lo dimentica raccontando questa estenuante lotta senza regole. “The Outsider” è un’altra battaglia di questa feroce guerra che terrà sulle spine noi lettori.

lunedì 14 novembre 2016

RECENSIONE | "Fine turno" di Stephen King

Buon inizio settimana, amati lettori :) Dopo “Mr. Mercedes” e “Chi perde paga”, ho finalmente letto il capitolo conclusivo della trilogia poliziesca di King. Si tratta del thriller “Fine Turno” in cui il poliziotto in pensione Bill Hodges pone la parola fine alla sua sfida con il serial killer Mr. Mercedes. Prima di esporvi il mio pensiero vorrei dirvi che “Fine Turno” è dedicato da King a Thomas Harris che tutti ricorderete come il creatore di Hannibal Lecter. Il serial killer Mr. Mercedes e Hannibal hanno molto in comune a partire dalla loro capacità di esercitare un malefico controllo sulle menti. 

Fine Turno
Stephen King (traduzione di G. Arduino)

      Trilogia di Mr. Mercedes       
#1 Mr. Mercedes [recensione]
#2 Chi perde paga [recensione]
#3 Fine turno

Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 477
Prezzo: 19,90

Sinossi: In un gelido lunedì di gennaio, Bill Hodges si è alzato presto per andare dal medico. Il dolore lo assilla da un po' e ha deciso di sapere da dove viene. Ma evidentemente non è ancora arrivato il momento: mentre aspetta pazientemente il suo turno, infatti, Bill riceve la telefonata di un vecchio collega che chiede il suo aiuto, e quello della socia Holly Gibney. Ha pensato a loro perché l'apparente caso di omicidio-suicidio che si è trovato per le mani ha qualcosa di sconvolgente: le due vittime sono Martine Stover e sua madre. Martine era rimasta completamente paralizzata nel massacro della Mercedes del 2009. Il killer, Brady Hartsfield, sembra voler finire il lavoro iniziato sette anni prima dalla camera 217 dell'ospedale dove tutti pensavano che sopravvivesse in stato vegetativo. Mentre invece la diabolica mente dell'Assassino della Mercedes non solo è vigile, ma ha acquisito poteri inimmaginabili, tanto distruttivi da mettere in pericolo l'intera città. Ancora una volta, Bill Hodges e Holly Gibney devono trovare un modo per fermare il mostro dotato di forza sovrannaturale. E a Hodges non basteranno l'intelligenza e il cuore. In gioco, c'è la sua anima.

STILE: 9 | STORIA: 8 | COPERTINA: 8
Non c’è niente di meglio di quello che non puoi vedere.
Non molto tempo fa ho letto “Mr. Mercedes”, il primo romanzo hard boiled in cui realismo e violenza vanno a braccetto. Ho conosciuto il folle Brady Hartsfield e il duro Bill Hodges. Sono inorridita per le gesta del primo e ho tifato per la vittoria del secondo. Dopo una breve pausa la lettura è continuata con “Chi perde paga” in cui il detective Hodges, con i suoi aiutanti Holly Gibney e Jerome Robinson, si muove in una storia che tocca il tema del potere della letteratura sulla vita di ogni giorno. Oggi, “Fine turno”, è il thriller del duello finale, dello scontro epocale tra Brady e Hodges. È la fine dei giochi, ci sarà un vincitore e un perdente, ma la strada sarà lunga e seminata di morte.

Nella camera 217 dell’ospedale qualcuno si è risvegliato. È un essere malvagio. È Brady Hartsfield. È  intrappolato in un corpo inerme ma con la mente vigile dotata di un potere distruttivo capace di mettere in pericolo l’intera città. Brady ha un vecchio conto da pareggiare, sette anni sono tanti ma il suo odio è cresciuto in maniera esponenziale, con Hodges. Per fermare il mostro dotato di poteri sovrannaturali, il detective dovrà essere pronto a tutto.

“Fine Turno” è il racconto di una sfida ad armi impari, il soprannaturale contro la razionalità. Io mi sono ritrovata a leggere un romanzo matrioska in cui gli avvenimenti si incastravano alla perfezione come un guscio che sembra vuoto ma vuoto non è. Nei primi dieci capitoli si evolve la nuova storia con un occhio all’antefatto, poi si alza il sipario sull’evento tanto atteso: il ritorno di Brady, il risveglio della sua diabolica mente, il risveglio della sua sete di vendetta. Hodges è il solito duro, al suo fianco ritroviamo Holly e Jerome. Insieme indagheranno non opponendosi alla realtà dei fatti solo perché punta in una direzione che a loro non piace. Omicidi travestiti da suicidi hanno un nome in comune: Brady.
Certa gente sperpera distratta ciò che altri venderebbero l’anima per avere: un corpo sano e privo di dolore. E perché si comporta così? Perché è troppo cieca, troppo segnata dall’esistenza o troppo egocentrica per superare con lo sguardo il buio dell’orizzonte in attesa dell’alba. Che non smette mai di sorgere, a patto di continuare a respirare.
A lettura inoltrata mi sono resa conto di avere davanti agli occhi una girandola di temi: le facoltà telecinetiche, i farmaci sperimentali, le pillole di veleno elettronico, i ragazzi depressi. La tecnologia appare come un’arma che infierisce sulla fragilità umana. Ed è proprio sulla fragilità che il male si abbatte e miete le sue vittime.

Su un terreno disseminato di trappole si muove Hodges consapevole che ad attenderlo c’è lui, Mr. Mercedes. Scoprire la verità non sarà un gioco. Diffidate degli sconosciuti che vi fanno dei regali. Lasciate perdere i solitari, non indugiate sulle schermate in cui compaiono i pesciolini colorati. Diffidate.

Diffidate di tutti ma lasciatevi condurre verso le inquiete frontiere di questa storia che mi ha regalato momenti d’incredulità e rabbia e raccapriccio. Il finale, pur anticipato nel titolo, mi ha congedata lasciandomi un gran vuoto dentro. Io tendo a familiarizzare con i personaggi, amo i loro pregi e le loro debolezze, anche i cattivi mi sono spesso simpatici perché esprimono una parte della realtà in cui viviamo. Come la morte che King descrive nei suoi romanzi affidandole un ruolo truce e imprevedibile. In “Fine Turno” la morte violenta si affianca alla morte vista con un ruolo naturale. Dalle pagine del romanzo, però, si alza una richiesta d’aiuto per i molti giovani che non riescono a vedere il bello della vita e si arrendono pensando a un’esistenza senza un domani, senza sogni né desideri.

I pregi di questo romanzo sono tanti. L’ architettura della storia gode di personaggi e avvenimenti coinvolgenti, spesso alzando gli occhi dal libro mi è parso di vedere l’interno della stanza 217 e di percepire il male che vi si respirava. Il sovrannaturale ha reso ancor più avvincente il romanzo scritto con fluidità che inizia con un tragico avvenimento locale e pian piano si amplifica fino a toccare temi importanti della nostra società. King crea, nel romanzo, un mondo perfettamente funzionante in cui i personaggi si muovono a loro agio ed è facile seguirli nei loro spostamenti, ragionare e riflettere sulle scelte da fare vien naturale anche se siamo al di fuori della storia.

I difetti sono mie fisime, piccoli desideri che mi porto dentro da lettrice appassionata. Mi sarebbe piaciuto un Brady ancor più cattivo, più machiavellico nel male e un filino d’horror per un finale inatteso e sconvolgente. In alcuni capitoli lo scrittore si dilunga un po’ troppo nei dettegli tecnologici e ciò mi ha reso spesso impaziente di ritornare all’azione degli avvenimenti. Mi piace la paura che nasce da ciò che non conosco quindi non amo particolarmente le lunghe descrizioni.

Piccolezze, leggere King è sempre un piacere anche se, questa volta, ho dormito sonni tranquilli. Almeno fino al prossimo libro firmato dal Re.

Curiosità
La Sonar produrrà una miniserie TV tratta dalla trilogia del detective Hodges. Diretta da Jack Bender, il regista di Lost e The Dome, vedrà il carismatico Brendan Gleeson nei panni del detective Kermit “Bill” Hodges. L’uscita è prevista per il 2018.