giovedì 15 ottobre 2015

RECENSIONE | "Sophie sui tetti di Parigi" di Katherine Rundell

Buongiorno lettori :) “Sophie sui tetti di Parigi” di Katherine Rundell, pubblicato da Rizzoli nella collana Rizzoli Narrativa, è un bellissimo libro per ragazzi che ho letto con molto entusiasmo.

Sophie sui tetti di Parigi
Katherine Rundell

Editore: Rizzoli
Pagine: 283
Prezzo: € 14,50

Sinossi: La mattina del suo primo compleanno, una bambina galleggia nella custodia di un violoncello sulle acque della Manica. A raccoglierla è Charles, un eccentrico ma premuroso scapolo inglese, che decide di prendersi cura di lei. Una cura un po' speciale, perché Charles usa i libri come piatti e permette a Sophie di scrivere sui muri. Per questo, quando la ragazzina compie tredici anni, i servizi sociali minacciano di metterla in un istituto. Allora Charles e Sophie fuggono a Parigi in cerca della madre di lei, con un solo indizio in mano: la targhetta sulla custodia del violoncello che l'ha salvata dal naufragio. L'impresa non è affatto semplice, ma Sophie troverà sui tetti di Parigi un aiuto inaspettato. 



STILE: 8 | STORIA: 8 | COPERTINA: 8

La ritrovarono nella custodia di un violoncello che galleggiava al centro della Manica, la mattina del suo primo compleanno. Era l’unico essere vivente lì attorno, per miglia. C’era solo la bambina, qualche sedia elegante e la prua di una nave che spariva nell’oceano. Nella grande sala da pranzo la musica risuonava tanto forte e meravigliosa che nessuno si era accorto dell’acqua che invadeva la moquette.

La mattina del suo primo compleanno, una bambina galleggia, al centro della Manica, nella custodia di un violoncello. A trovarla è Charles Maxim, un eccentrico scapolo inglese, che decide di prendersi cura di lei. Alla piccolina viene dato il nome di Sophie e Charles si occuperà di lei in un modo poco convenzionale ma ricco d’amore.

A tenerli d’occhio ci pensano i servizi sociali che non gradiscono affatto il tipo di educazione che Maxim impartisce a Sophie: i due usano i libri come piatti, non seguono alcuna regola del “buon comportamento” e, triplo orrore, Sophie ha il permesso di scrivere sui muri di casa e indossa i pantaloni. Tutto ciò non si addice a una fanciulla della buona società e quando Sophie compie 13 anni, a casa Maxim giunge una lettera: i servizi sociali minacciano di mettere la ragazzina in un istituto.

Per sottrarsi al terribile distacco, i due protagonisti fuggono a Parigi dove iniziano a cercare la mamma di Sophie avendo come indizio la targhetta sulla custodia del violoncello che l’ha salvata dal naufragio. Le ricerche non sono facili ma Sophie troverà, sui tetti di Parigi, un aiuto inaspettato.


Ho letto questo libro in pochissimo tempo attratta dalla storia ricca di temi e riflessioni. Questo romanzo è indicato per i ragazzi a partire dai 12 anni ma è una lettura profonda anche per lettori che i dodici anni li hanno superati da un po’. Pagina dopo pagina vi renderete conto che con estrema semplicità l’autrice mostra una società che non è a misura di bambino. Ci  narra delle contraddizioni tra l’io e la massa dove tutto deve avvenire secondo regole ben precise.

Sophie e Charles erano agli antipodi della classica e ferrea educazione che conveniva a una “signorina”, rappresentavano tutto ciò che non si doveva fare e come tale non erano tollerati. L’orfanotrofio  avrebbe riportato ogni cosa al suo posto. Di questo era convinta Miss Eliot, dipendente dei servizi sociali, che disapprovava l’indifferenza di Charles per il denaro, detestava il viso indagatore di Sophie, odiava la loro abitudine di scrivere messaggi sulla carta da parati dell’ingresso. Miss Eliot aveva da ridire anche sui capelli della ragazzina, sui suoi vestiti, su tutto.
Sophie non si preoccupava di ciò anche perché c’era un pensiero che non l’abbandonava mai: lei era sicurissima che sua madre non fosse morta nel naufragio della nave, sperava di ritrovarla.                                                                                                                                                   
Tornerà a prendermi" diceva spesso a Charles.
Lui scuoteva la testa. "E’ quasi impossibile, mia cara".
"Quasi impossibile vuol dire che in fondo un po’ è possibile".
Sophie pensava spesso alla sua mamma, ne sentiva la mancanza, cercava di trasformare i suoi sogni in disegni per rendere quasi reale il desiderio che aveva di lei.
Le mamme sono un cosa di cui hai bisogno, come l’aria, pensò, e come l’acqua. Anche una mamma di carta era meglio di niente; anche se era solo una mamma immaginaria. Le mamme sono un posto dove far riposare in pace il cuore. Un rifugio dove fermarsi a prendere fiato.
Per sottrarsi alle ferree leggi dell’Ente Nazionale per l’Assistenza all’Infanzia, Charles e Shopie fuggono a Parigi dove inizieranno le ricerche.

“Sophie sui tetti di Parigi” è una fiaba che scalda il cuore e dona il brivido dell’avventura. Proprio a Parigi Sophie troverà aiuto in Matteo, un ragazzino che vive sui tetti della città senza mai scendere a terra. A loro, nella ricerca si uniranno anche Anastasia e Safi che abitano sugli alberi. Naturalmente le ricerche vivranno anche momenti di elevata tensione innescata dai “gariers”, ragazzi che vivono sui tetti delle stazioni rubando, imbrogliando e comportandosi male.  

Questi ragazzi sono “i camminatori del cielo”. Alcuni sono coraggiosi, leali, generosi, sempre pronti ad aiutare chi è in difficoltà. Altri sono duri, violenti pronti a tutto per sopravvivere. Lassù, sui tetti, Sophie scoprirà il potere del credere in se stessi, scoprirà il potere dell’amore che rende coraggiosi, scoprirà la solidarietà con chi è in difficoltà.

Quando ho letto dei ragazzi che vivevano sui tetti ho pensato subito a un romanzo di Calvino “Il barone rampante” che narra la storia di un giovane barone che, in seguito a un futile litigio con il padre, sale sugli alberi del giardino di casa per non scenderne mai più.

In “Sophie sui tetti di Parigi” i giovanissimi personaggi rifiutano le regole preconcette e accettano le diversità. Sui tetti Matteo e i suoi amici costruiscono una quotidianità, si sentono a casa. Loro non seguono comportamenti prestabiliti ma si fanno guidare dall’amore, dalla fratellanza, dall’amicizia.

Con una scrittura curata che lascia spaziare la fantasia, la scrittrice Katherine Rundell ci regala un romanzo, tradotto da Mara Pace e illustrato da Terry Fan, in cui ci sono due piani interpretativi. Il primo è il livello narrativo, semplice e comprensibile a tutti. Il secondo è rappresentato da ciò che si può leggere fra le righe e dipende dalla sensibilità dei lettori.

Vi consiglio di non perdere questo bel romanzo che vi donerà emozioni e vi farà riflettere. 
Buona lettura a tutti voi :)

8 commenti:

  1. bella recensione, invoglia davvero bene a dare spazio alla lettura di questa fiaba!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ogni tanto una fiaba è l'ideale per trascorrere qualche ora con una bella lettura :)

      Elimina
  2. Sembra davvero carino, l'inserisco subito nella mia WL! Grazie :)

    RispondiElimina
  3. Ho amato tanto questo libro, soprattutto tutta la parte sui camminatori dei cieli *-*

    RispondiElimina