lunedì 18 gennaio 2016

RECENSIONE | "È così che si uccide" di Mirko Zilahy

Buon inizio settimana, cari lettori :) 
È il 4 gennaio 2016 quando viene pubblicato un thriller italiano che ha già conquistato gli editori internazionali ancor prima dell’uscita. È la storia di un successo annunciato? No, è la storia di un successo più che meritato. È, per me, amore a prima vista, complice una cover altamente simbolica. La Longanesi, che ringrazio, ha realizzato il mio desiderio e ho letto con avidità un thriller che mi ha trascinata in una storia travolgente e adrenalinica.

È così che si uccide
(Trilogia del Caos #1)
Mirko Zilahy

Editore: Longanesi
Pagine: 410
Prezzo: 16,40

Sinossi: La pioggia di fine estate è implacabile e lava via ogni traccia: ecco perché stavolta la scena del crimine è un enigma indecifrabile. Una sola cosa è chiara: chiunque abbia ucciso la donna, ancora non identificata, l’ha fatto con la cura meticolosa di un chirurgo, usando i propri affilati strumenti per mettere in scena una morte. Perché la morte è uno spettacolo. Lo sa bene, Enrico Mancini. Lui non è un commissario come gli altri. Lui sa nascondere perfettamente i suoi dolori, le sue fragilità. Si è specializzato a Quantico, lui, in crimini seriali. È un duro. Se non fosse per quella inconfessabile debolezza nel posare gli occhi sui poveri corpi vittime della cieca violenza altrui. È uno spettacolo a cui non riesce a riabituarsi. E quell’odore. L’odore dell’inferno, pensa ogni volta. Così, Mancini rifiuta il caso. Rifiuta l’idea stessa che a colpire sia un killer seriale. Anche se il suo istinto, dopo un solo omicidio, ne è certo. E l’istinto di Mancini non sbaglia: è con il secondo omicidio che la città piomba nell’incubo. Messo alle strette, il commissario è costretto ad accettare l’indagine… E accettare anche l’idea che forse non riuscirà a fermare l’omicida prima che il suo disegno si compia. Prima che il killer mostri a tutti – soprattutto a lui – che è così che si uccide.

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STILE: 8 | STORIA: 9 | COPERTINA: 9

La prima delle morti di dio è compiuta. Ma la giustizia vincerà solo quando l’aratro traccerà l’ultimo solco. Lei non mi conosce. Nessuno mi conosce. Non importa come mi chiamo. Sono solo un’ombra.
Roma. Viene ritrovato il cadavere di una donna, il suo corpo è stato orribilmente violato. Chiunque sia stato, l’ha fatto con la cura meticolosa di un chirurgo, usando affilati strumenti per mettere in scena una morte. La scena del crimine, a causa della pioggia, non fornisce elementi utili per le indagini che vengono affidate al commissario Enrico Mancini. Al primo omicidio, ne seguiranno altri sempre più spietati e la città piomba nell’incubo. Riuscirà il commissario a fermare l’omicida prima che il suo insano piano si compia? Riuscirà a fermare il killer prima che mostri a tutti che è così che si uccide? La caccia è aperta.

TRA LE PAGINE
“È così che si uccide” è un romanzo nero, elegante e inquietante. L’unica certezza del lungo racconto è il dubbio, le mille domande che il lettore si pone seguendo il filo rosso degli eventi. Sette esseri umani, sette vite, sette storie diverse, sette violenti omicidi. Tanti lati oscuri caratterizzano le storie maledette che si nascondono dietro a ogni cadavere. Il commissario Mancini, specializzato a Quantico in crimini seriali, deve fermare il killer. C’è un’amara perversione negli omicidi, una violenza a cui il commissario vorrebbe sottrarsi ma non può. Mancini è un uomo ferito nell’animo, nasconde i suoi dolori, le sue fragilità. Sua moglie Marisa è morta da pochi mesi, portata via da un male incurabile e lui non riesce a superare l’immenso dolore. Non tollera più le porte chiuse, indossa sempre dei guanti come se volesse porre un muro tra lui e il mondo. Ma il mondo lo reclama, la polizia lo reclama, le vittime lo reclamano.

WHERE-WHAT-WHO-WHEN-HOW-WHY
Dove, cosa, chi, quando, come, perché. Sono questi gli elementi base per un indagine, lo sa bene Mancini che indaga con la sua squadra speciale, composta da donne e uomini speciali. Collabora con loro il professore Carlo Biga, criminologo. Mancini, malinconico e solitario, analizza e osserva la scena del crimine prima degli altri per leggerla e provare a ricostruire, a immaginare, i comportamenti e le azioni dell’assassino. Quasi con pudore il commissario posa gli occhi sui poveri corpi dilaniati dalla cieca violenza altrui. È uno spettacolo a cui non riesce ad abituarsi. E quell’odore. L’odore dell’inferno che penetra nei meandri del suo essere.

ROMA, SPLENDIDA E MORTALE
Le vicende narrate sono ambientate nella città eterna. San Paolo, Testaccio, Gazometro sono alcune zone romane dove vengono ritrovati i corpi delle vittime. Roma splendidamente vestita di un passato che rivive tra le innumerevoli basiliche, tra i monumenti marmorei testimoni di una gloria antica. Roma misteriosa e mortale che vive un presente fatto di cemento, di mille mostri d’acciaio.

DALLA PARTE DEL KILLER
Ombra, è questo il nome con cui il killer si firma. Secondo Mancini, che ha steso un rapporto di criminal profiling, l’Ombra è un maschio bianco, 25-30 anni, vive da solo ed è un omicida organizzato. Pianifica le aggressioni, ha un’intelligenza superiore alla media. E’ molto forte. Ha un obiettivo ben preciso e farà di tutto per realizzarlo.
Sette vittime, sette morti di dio, ciascuna con la sua colpa da scontare.
Una colpa da scontare. Quando la giustizia non è più possibile, cosa resta? La vendetta? Il perdono?

Lo so, vi sembrerà assurdo, ma io ho provato tanta pena per il killer. Sicuramente la sua violenza non ha giustificazioni, ma quando scoprirete il movente da cui nasce tanta disperazione capirete perché si può provare pietà per un killer. È facile schierarsi con il “buono” di turno, è difficile, invece, rapportarsi con il lato oscuro che è in ognuno di noi.

FINALE DI SPERANZA
Che strano, penserete, avvicinare due termini così diversi tra loro: thriller e speranza. Dopo pagine di paure, malinconia, violenza, pianto, malattia, omicidi si è indubbiamente partecipi della storia. Scoprire pian piano la verità non fa tirare un sospiro di sollievo. Vi troverete di fronte a delle problematiche sconvolgenti che macchiano la nostra società. Quando tutto sembra perduto, però, qualcosa accade inaspettato e rigenerante. Non si può eliminare ogni cosa con un colpo di spugna, non si può smettere di soffrire ma si può trasformare il dolore in forza, impegnarsi per migliorare il nostro presente con uno sguardo timido rivolto al futuro che ci fa un po’ paura.

IL MIO PENSIERO VOLA A...
Leggendo “È così che si uccide” ho ripensato al mio amato Carrisi, ai suoi romanzi densi e inquietanti. I due scrittori hanno molto in comune. Entrambi scelgono Roma come luogo dei loro romanzi. La città eterna si mostra oscura e sconosciuta, gloriosa nel suo passato, devastata nel suo presente. Entrambi assegnano alle donne dei ruoli dinamici considerandole fonte d’amore e di odio. Entrambi danno molta importanza all’introspezione, all’indagine analitica. Zilahy e Carrisi hanno modi diversi di raccontare ma riescono ugualmente a creare un feeling con il lettore che viene trascinato all’interno della storia trovandosi faccia a faccia con il male. Può trattarsi di anomalie o di ombre, non importa. Entrambe sono due facce della stessa medaglia.


“È così che si uccide” è un thriller per chi ama il brivido, per chi non ha paura di trovarsi faccia a faccia con il dolore. Quando la Morte ci porta via una persona cara, si porta via anche il nostro cuore. È difficile continuare a vivere, è difficile aprire gli occhi al mattino e non pensare a che ci ha lasciati. La sera, poi, quando il buio ci culla tra le sue braccia ti manca il respiro e se chiudi gli occhi i ricordi si ripresentano con le loro emozioni. Il passato e il presente si rincorrono proprio come accade tra le pagine di questo libro che ho letto tutto d’un fiato. Scoprire il colpevole è passato quasi in secondo piano, le vicende umane mi hanno emotivamente coinvolta. Un capitolo per il passato e uno per il presente. Insieme, pagina dopo pagina, per dar vita a una storia che vi invito a leggere, per guardare al futuro con una luce diversa negli occhi.

Esistono persone che hanno un dono davvero invidiabile: quello di saper scrivere, di saper narrare. Mirko Zilahy ha questo dono.

“Come, ahi come, il cor ti soffre di strappar dalle braccia all’amico l’amico, al fratello il fratello, la prole al genitore, all’amante l’amore: e l’uno estinto, l’altro in vita serbar? Come potesti far necessario in noi tanto dolor, che sopravviva amando al mortale il mortal? Ma da natura altro negli atti suoi che nostro male o nostro ben si cura.”
G. Leopardi, Sopra un basso rilievo antico sepolcrale

24 commenti:

  1. Un titolo che, per certi versi, mi aveva già incuriosito. La tua analisi mi è piaciuta molto, compresa la lancia spezzata a favore del cattivo...mi suggerisce una personalità "reale" e complessa, in cui - tra bene e male - esistono molte sfumature di grigio. Complimenti!

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    1. Nessuno è completamente buono o del tutto cattivo. Dietro a ogni crimine c'è una storia su cui riflettere :)

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  2. Mi aveva intrigato fin dall'inizio. In libreria aveva attirato la mia curiosità. La copertina a volte è un antipasto decisamente invitante. Dopo aver letto la tua recensione credo proprio che lo leggerò xD

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    1. Hai ragione, la cover è il biglietto da visita del romanzo :)

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  3. L'avevo visto in libreria e mi aveva attirata! Dalla tua recensione capisco che non è un libro "superficiale", il solito thriller... Per cui mi ispira ancora di più!!!!! :)

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    1. Anche il thriller offre spunti di riflessione. L'ombra è parte di noi, il problema si presenta quando il lato oscuro predomina inducendoci a commettere dei crimini :)

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  4. Con l'ultimo pensiero che hai scritto, mi hai definitivamente convinta. Tra partentisi, sono contenta che in Italia, in questo genere un tempo prettamente terreno americano, si stiano facendo strada altri bravi autori oltre al già noto Carrisi. Lo comprerò sicuramente :-)

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    1. In questi ultimi anni ho potuto apprezzare vari autori italiani che hanno affrontato, con ottimi risultati, il genere thriller. Mi piace leggere di luoghi che conosco, di dinamiche sociali a me note, il romanzo diventa ancor più coinvolgente mostrandomi la presenza del male sempre più vicina a noi :)

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  5. Sì, sì, avevo già deciso di leggerlo, questa tua bella recensione mi ha dato una conferma in più: devo sbrigarmi, mi attira molto!

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  6. Una recensione bellissima, curata in ogni dettaglio e per questo attenta. Mi hai convinta sin dal principio ed essendo anche un thriller, non posso che convenire che merita e tanto!

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    1. "E' così che si uccide" si mostra subito un thriller diverso dal solito. Sicuramente tra i personaggi troviamo l'ispettore e la sua squadra, le vittime, il killer. Ma i ruoli non sono sempre ben definiti. Quando si è vittima e quando carnefici? Buona lettura :)

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  7. Sembra un thriller mozzafiato a cui non manca nulla e tu con la tua recensione l'hai reso ancora più attraente di quando non mi apparisse già.. Complimenti :)

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    1. Il 2016 si è presentato, fin dall'inizio, portatore di letture molto interessanti. Coloro che amano i thriller non possono non leggere il romanzo di Mirko Zilahy :)

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  8. ho capito, lo leggerò.
    l'accostamento a donato, poi, mi ha stesa definitiamente. ;))

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  9. Mi ispira moltissimo, dalle tue parole capisco che è un thriller molto ben strutturato =)

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    1. Si legge tutto d'un fiato e, nel finale, tutti i tasselli vanno al loro posto :)

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  10. io già ce l'ho ma devo ancora leggerlo ;)

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  11. Un thriller veramente ben fatto!! Lo leggerò sicuramente, la tua recensione è stata coinvolgente e molto ben strutturata, bravissima!! *_*

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  12. Libro appena appena finito di leggere. Una sola parola: spettacolare!

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