Carissimi lettori, come procedono i preparativi per il
Natale? Vi state preparando per le grandi tavolate in famiglia che si sa quando
iniziano ma non si sa quando finiscono? Se, nel frattempo, volete trascorrere
qualche ore in modo piacevole in compagnia di un buon libro allora non vi resta
che leggere “L’opera dei Pupi e altri racconti di crimini e misfatti” di
Gabriele Cantella, La Sirena Edizioni.
e altri racconti di crimini e misfatti
Gabriele Cantella
Editore: La Sirena Edizioni
Collana: Le Onde
Collana: Le Onde
Pagine: 232
Prezzo: € 14,00
Prezzo: € 14,00
Sinossi: Come i pupi della tradizione siciliana, i personaggi di questi sei racconti vengono indirizzati nelle loro vicende dall’abile penna dell’autore, che intreccia vicende di genere poliziesco tradizionale ad altre di stampo storico o surreale. L’indagine attraversa ognuno dei sei racconti ma si declina in generi diversi rendendo questo volume una vera chicca per gli amanti della narrazione breve.
La figura sagace e ironica del sicilianissimo commissario Paternò spicca in tre dei sei racconti della raccolta e lascia intuire la passione dell’autore per il racconto giallo popolare così caro alla nostra tradizione letteraria.
In una Palermo quanto mai caotica e assolata, il nostro arguto poliziotto e l’immancabile compagno, l’ispettore Cammarata, indagano su crimini e misfatti, misteriose sparizioni e inquietanti rapimenti. Ma non sono loro i soli protagonisti nei racconti di Gabriele Cantella, che si spinge oltre e esplora tutte le declinazioni del racconto d’investigazione. Dal giallo storico a quello fantastico passando per note noir e strizzando l’occhio al gotico per un’opera prima consapevole ed eterogenea pur nell’unità intrinseca del genere.
La figura sagace e ironica del sicilianissimo commissario Paternò spicca in tre dei sei racconti della raccolta e lascia intuire la passione dell’autore per il racconto giallo popolare così caro alla nostra tradizione letteraria.
In una Palermo quanto mai caotica e assolata, il nostro arguto poliziotto e l’immancabile compagno, l’ispettore Cammarata, indagano su crimini e misfatti, misteriose sparizioni e inquietanti rapimenti. Ma non sono loro i soli protagonisti nei racconti di Gabriele Cantella, che si spinge oltre e esplora tutte le declinazioni del racconto d’investigazione. Dal giallo storico a quello fantastico passando per note noir e strizzando l’occhio al gotico per un’opera prima consapevole ed eterogenea pur nell’unità intrinseca del genere.
“L’opera dei Pupi” è una raccolta composta da sei racconti
che hanno un filo conduttore: la giustizia vista nelle sue molteplici
interpretazioni. I racconti presentano personaggi nati dalla fantasiosa penna
dello scrittore e il loro palcoscenico sono le indagini che si presentano nelle
classiche vesti di genere poliziesco o
in vicende di stampo storico o surreale. In tre dei sei racconti
troviamo la figura perspicace e ironica del commissario Paternò.
Nel racconto “L’opera dei Pupi”, il sicilianissimo
commissario Paternò è alle prese con l’omicidio della baronessa Sconfietti.
Fido collaboratore di Paternò è l’ispettore Mauro Cammarata.
Il commissario è una persona complessa che si lascia
coinvolgere totalmente dal proprio lavoro. Per lui assicurare il colpevole alla
giustizia diventa, a volte, un’ossessione, una sfida con se stesso, un tarlo
che incessantemente scava nella sua mente. La sua visione della giustizia passa
per la dimostrazione della sua bravura. Soprattutto i colpevoli devono sapere
che con lui non hanno scampo.
Troppo spesso la giustizia diventa un pretesto per mascherare propositi di vendetta oppure uno scudo dietro al quale si nascondono motivazioni personali che niente hanno a che fare con quella che gli antichi greci chiamavano Dike.
Ogni personaggio, nei sei racconti, indossa una maschera e
si mostra in modo differente dal vero se stesso. Si lascia guidare dalle
emozioni, dagli avvenimenti, ricopre ruoli che deve necessariamente
interpretare.
Siamo tutti burattini in questa brutta storia, chi più e chi meno.
Nel secondo racconto “La giustizia imperfetta”, un uomo
decide di diventare un inflessibile dispensatore di giustizia. Dove la polizia,
i giudici, le istituzioni falliscono, sarà lui ad emettere sentenze e a
eseguire condanne. Il protagonista della storia di giorno è un operaio afflitto
e svogliato, al calar delle tenebre si trasforma nel giustiziere della notte.
Quando parlo di giustizia, non mi riferisco al sistema giudiziario: per giustizia intendo quella vera, immediata, efficace, ineluttabile, infallibile; una giustizia che agisce per mezzo di una pistola e si manifesta con una morte subitanea.
In “Chiaramonte Gulfi, 1299” viene narrato l’assedio alla
città di Chiaramonte che capitola sotto i colpi dell’invasore francese. I
vincitori trionfalmente entrano in città. I vinti sono disperati, le donne
sicule sono piegate dal dolore ma non si spezzano. La città è in ginocchio ma i
suoi abitanti conservano una fede incrollabile ed è proprio in chiesa che la
giustizia divina si manifesterà.
Il sacerdote si appresta a sollevare al cielo il calice consacrato quando, d’improvviso, si ode un gran boato e le porte della chiesa si spalancano per la carica violenta e animalesca di un gruppo di soldati francesi che si riversano all’interno della casa del Signore con lo stesso impeto di un fiume in piena che travolge ogni cosa si trovi sul suo corso.
A seguire troviamo “Il Guastatore”, un ladro di opere
d’arte. Egli non ruba le famose tele ma entra nei dipinti e ne modifica la
scena cambiandone, quindi, il significato. Lo scopo è quello di diffondere un
messaggio sul senso del dovere.
Del resto, fare il proprio dovere è sempre una scelta obbligata, comporta sempre un vincolo; il dovere non si sceglie, è lui che s’impone. Si fa ciò che si deve fare perché si deve farlo, non perché si sceglie di farlo.
Negli ultimi due racconti “Moto perpetuo” e “Lame di
ricordi” ritroviamo il commissario Paternò alle prese prima con un furto in
casa di monsignor Siracusa, poi impegnato nelle ricerche di una donna
scomparsa.
“L’opera dei Pupi”
presenta una varietà di racconti che spaziano dalla tipica indagine poliziesca,
al noir, al giallo storico e fantastico. Fin dalle prime pagine appare evidente
la cura e l’amore dell’autore per la criminologia. Cantella non si limita solo
a narrare l’accaduto, egli analizza i motivi, i retroscena che conducono a
commettere crimini e misfatti. Mi piace l’approfondimento psicologico dei
personaggi che vivono tra le pagine di questo libro che conduce il lettore nei
misteriosi meccanismi della mente umana. Fin dalle prime battute lo scrittore
riesce a catturare l’attenzione del lettore e con bravura caratterizza ogni
racconto. Il commissario Paternò è la figura di spicco tra i vari personaggi
che arricchiscono la narrazione, non mi meraviglierei se diventasse il
protagonista di un romanzo. Tra i racconti il mio preferito è stato “Chiaramonte
Gulfi, 1299”. Ho molto apprezzato la capacità dello scrittore di trasmettere
emozioni con uno scritto intenso ma brevissimo. Le descrizioni della
popolazione vinta sono risultate vivide e ho percepito la sofferenza e la
solennità del momento. La fede che sostiene è un atto di devozione assoluta e
Dio ascolta la preghiera dei suoi figli. Le armi seminano la morte, la strage
degli innocenti avviene. La giustizia divina colpirà coloro che si sono
macchiati le mani di sangue.
“L’opera dei Pupi” è un libro ben scritto, con una
narrazione agile e appassionante, mai noioso e acuto osservatore della
psicologia umana. Un buon libro da leggere con interesse e curiosità.
Questo non mi ispira particolarmente.
RispondiEliminaCome sai ho già dei problemi con i racconti e con questo genere quando sono divisi. Credo che unirli non sarebbe una buona idea ahahahah
Se non t'ispira pazienza, in effetti il genere deve piacere altrimenti la lettura non è più un atto piacevole ma diventa una vera e propria tortura :)
EliminaTi, ho taggata qui:
RispondiEliminahttp://fantasyfordreaming.blogspot.com/2015/12/santa-claus-book-tag.html
Ciao. :)
Grazie, passo a vedere di cosa si tratta :)
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