"Il sabato del sondaggio" è una rubrica creata da me appositamente per il blog Penna d'oro.
Ogni sabato elaborerò delle domande per scambiare, con voi lettori, opinioni, pareri,
consigli su temi che riguardano il mondo dei libri.
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purtroppo nel nostro Paese si legge sempre meno. Un adulto
su tre dichiara di non aver mai letto neppur un libro; i ragazzi preferiscono
la tv, internet e non comprendono come si possa impiegar del tempo dietro ai
libri. Nuove generazioni allergiche alla lettura che considerano i libri
“oggetti oscuri e malefici”. Essere un lettore è per loro una condanna e non un
privilegio. Spesso rivolgendosi a noi, amanti della carta stampata, ci hanno
etichettato come persone che non riescono a godere delle bellezze che la vita
offre e quindi si rifugiano tra le
pagine dei libri. A volte c’è incomunicabilità tra lettori e non-lettori,
ognuno è fermo nelle sue decisioni. Spesso mi chiedo quale sia la scintilla che
indirizza una persona verso la lettura. Per questo oggi vi domando:
Lettori si nasce o si diventa?
Vi racconto la mia esperienza.
La mia passione per i libri è nata ancor prima che imparassi
a leggere. La mia mamma, ogni sera, amava leggermi dei libri di favole e
insieme guardavamo le bellissime illustrazioni. Io ascoltavo e sognavo a occhi
aperti immaginando re e regine, fate e cavalieri, draghi e creature magiche.
Insieme condividevamo un momento magico e intenso sfogliando libri che ben
presto sarebbero diventati, per me, preziosi compagni. Non sono mai stata una
persona che ama isolarsi e, fin da bambina, ho sempre avuto tanti amici ma ho
trovato ugualmente del tempo da dedicare alla lettura.
Durante gli anni della scuola primaria, la maestra Lucia, ha continuato ad alimentare questa mia attrazione per i libri: ogni sabato prendevo un testo dalla biblioteca di classe, avevo una settimana di tempo per leggerlo e prenderne un altro. Ricordo ancor oggi l’emozione della scelta, osservavo le copertine, leggevo i titoli e mi lasciavo guidare dall’istinto.
Anche durante la scuola media inferiore ho trovato delle professoresse che invogliavano alla lettura. I miei primi libri sono stati: “Piccole Donne” della Alcott, “Il Corsaro Nero” di Salgari, “Pattini d’Argento” di Mary Mapes Dodge, “Cuore” di Edmondo de Amicis. I miei genitori, con immensa pazienza, ogni domenica mi portavano al mercatino degli scambi dove, con mio grande piacere, mi rifornivo di nuovi libri e giornalini. Ogni volta ritornavo a casa con un bel bottino e mi piaceva sistemare i libri nella libreria. Anche sul mio comodino c’era una bella pila di libri e mamma non mi rimproverava ma sorrideva sapendo che era riuscita a trasmettermi il suo amore per la lettura.
Nessuno mi ha mai imposto la lettura come un obbligo ma sempre come un momento di divertimento, un piacere, un modo per nutrire la fantasia l’informazione, la critica, la riflessione. Al liceo ero di casa presso la biblioteca dell’istituto e amavo confrontarmi con saggi e libri di politica. I classici erano il mio pane quotidiano e avevo una passione per la letteratura russa. Anche il teatro e il cinema mi piacevano tanto e li consideravo come la trasformazione della scrittura in parole e immagini. Il mio primo giallo è stato “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie, poi sono rimasta letteralmente folgorata dai racconti di Edgar Allan Poe. Ho letto e riletto “La maschera della morte rossa”, “Il pozzo e il pendolo”, “Il gatto nero”. Ormai il mio destino da lettrice era segnato: gialli, thriller, horror. Le vie del terrore erano infinite, percorse da mostri che si nascondevano sotto apparenze di normalità. Stephen King era il mio scrittore preferito: i mostri apparivano inoffensivi poi si mutavano in veri e propri simboli del male suscitando forti emozioni, ansie, paure. Così libro dopo libro, anno dopo anno, sono diventata una lettrice che trae un immenso piacere dalla lettura. Un piacere, come dice Umberto Eco, che contribuisce ad allungare la nostra vita, rendendola più ricca di esperienze.
Durante gli anni della scuola primaria, la maestra Lucia, ha continuato ad alimentare questa mia attrazione per i libri: ogni sabato prendevo un testo dalla biblioteca di classe, avevo una settimana di tempo per leggerlo e prenderne un altro. Ricordo ancor oggi l’emozione della scelta, osservavo le copertine, leggevo i titoli e mi lasciavo guidare dall’istinto.
Anche durante la scuola media inferiore ho trovato delle professoresse che invogliavano alla lettura. I miei primi libri sono stati: “Piccole Donne” della Alcott, “Il Corsaro Nero” di Salgari, “Pattini d’Argento” di Mary Mapes Dodge, “Cuore” di Edmondo de Amicis. I miei genitori, con immensa pazienza, ogni domenica mi portavano al mercatino degli scambi dove, con mio grande piacere, mi rifornivo di nuovi libri e giornalini. Ogni volta ritornavo a casa con un bel bottino e mi piaceva sistemare i libri nella libreria. Anche sul mio comodino c’era una bella pila di libri e mamma non mi rimproverava ma sorrideva sapendo che era riuscita a trasmettermi il suo amore per la lettura.
Nessuno mi ha mai imposto la lettura come un obbligo ma sempre come un momento di divertimento, un piacere, un modo per nutrire la fantasia l’informazione, la critica, la riflessione. Al liceo ero di casa presso la biblioteca dell’istituto e amavo confrontarmi con saggi e libri di politica. I classici erano il mio pane quotidiano e avevo una passione per la letteratura russa. Anche il teatro e il cinema mi piacevano tanto e li consideravo come la trasformazione della scrittura in parole e immagini. Il mio primo giallo è stato “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie, poi sono rimasta letteralmente folgorata dai racconti di Edgar Allan Poe. Ho letto e riletto “La maschera della morte rossa”, “Il pozzo e il pendolo”, “Il gatto nero”. Ormai il mio destino da lettrice era segnato: gialli, thriller, horror. Le vie del terrore erano infinite, percorse da mostri che si nascondevano sotto apparenze di normalità. Stephen King era il mio scrittore preferito: i mostri apparivano inoffensivi poi si mutavano in veri e propri simboli del male suscitando forti emozioni, ansie, paure. Così libro dopo libro, anno dopo anno, sono diventata una lettrice che trae un immenso piacere dalla lettura. Un piacere, come dice Umberto Eco, che contribuisce ad allungare la nostra vita, rendendola più ricca di esperienze.
Chi non legge, a 70 anni, avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro.
Leggere non è un impegno gravoso e inutile ma un’attività
della mente che ci dona una visione del mondo molto più ampliata e articolata.
Il libro è un’assicurazione sulla vita, una piccola anticipazione di immortalità. All’indietro (ahimé) anziché in avanti. Ma non si può avere tutto e subito.(Umberto Eco)
Ora mi piacerebbe conoscere le vostre opinioni, sapere come
siete diventati lettori. Raccontatemi le vostre esperienze e sappiate che
Quando penso a tutti i libri che mi restano ancora da leggere, ho la certezza di essere ancora felice.(Jules Renard)
La mia esperienza potrebbe risalire alle elementari, ma non ne sono sicura. É la stessa cosa per la mia passione per l'Arte. Credo che anche in questo caso sia innata. Non ho genitori che amino la lettura, o siano artistici. Semplicemente sono l'unica della famiglia che ama divorare libri e disegnare.
RispondiEliminaOh e sì, ricordo anch'io (grazie a te) che facevo i giri in biblioteca e chiedevo sempre dei titoli in prestito. La gioia poi di riportarli e prenderne altri! E sì, conoscevo la prima citazione di Umberto Eco sull'immortalità all'indietro. Veramente di ispirazione :)
Forse in noi lettori c'è una predisposizione genetica alla lettura. L'ambiente famigliare e la scuola contribuiscono e ci offrono i mezzi per coltivare questo nostro interesse :)
EliminaCiao Aquila...io vivo con due di quegli esseri che citavi prima...mio marito e mio figlio non leggono una riga, ma almeno mi rispettano dai. Per me lettori si nasce, ma cin qualche eccezione si può riscoprire il piacere di leggere anche in etar adulta.
RispondiEliminaForza e coraggio, magari tuo figlio, un giorno, riuscirà ad apprezzare la lettura. Comunque è già un fatto positivo che entrambi rispettino la tua passione :)
EliminaCiao Aquila, da quello che ho letto, abbiamo avuto percorsi simili. Anche io ho avuto una mamma che si sedeva sul letto e mi leggeva storie. Ricordo ancora quei libri piccoli e sottili, ognuno una fiaba, che riempivano un ripiano intero dello scaffale delle cianfrusaglie della cameretta della mia piccola me.
RispondiEliminaE dopo mia madre, mia nonna materna. La vita è stata bastarda con lei, ma davvero tanto. La vita le ha strappato nel modo più crudele un figlio che aveva appena due anni e quell'ultima perdita, di una serie di tante, l'ha definitivamente annientata. Per fuggire al dolore, mia nonna si rifugiava nei libri. Libri semplici, per carità, ma che avevano come filo conduttore l'irrealtà, il magico, il soprannaturale. Erano per lei un modo per cercare una consolazione, una speranza, per quanto effimera. è stata lei a introdurmi ai miti greci, in uno strano sincretismo tra mitologia classica e cristianesimo. Una passione che da allora non ho più abbandonato e che, col tempo, è cresciuta, tanto da abbracciare un interesse felice per ogni cosa che riguarda l'epica, la mitologia e il mistero.
Ma a folgorarmi è stato Poe e la benedetta biblioteca interna della mia classe delle medie. Tre domeniche in una settimana e La maschera della morte rossa, sono state le frecce di Cupido che hanno fatto di me una lettrice.
Spesso i libri ci offrono il modo per evadere dalla nostra quotidianità, diventano un'oasi dove trovare rifugio e consolazione. A volte anch'io, quando sono preoccupata, trovo nella lettura un modo per liberare la mente e per trascorrere un po' di tempo rilassandomi. La mitologia, con i suoi miti, ha sempre catturato la mia curiosità. Mi fa piacere vedere che, anche per te, Poe è stato uno scrittore che ha svolto un ruolo importante nella tua crescita letterale :)
EliminaIo credo che in ognuno di noi ci siano predisposizione o potenzialità per qualunque cosa, anche per la lettura.
RispondiEliminaQuindi puoi essere predisposto e recepire prima e meglio il richiamo dei libri, oppure puoi avere una potenzialità che deve essere alimentata. Se non viene alimentata, deperisce e quindi si è sordi al richiamo dei libri.
A me è successo un po' come te, mia madre mi ha trasmesso la passione per la lettura e con la scuola ho nutrito questa passione, anche se bisogna dire che qualcosa era sicuramente scritta nei mie geni, altrimenti non farei lo scrittore ;-)
A quanto pare le mamme hanno un ruolo molto importate nella formazione dei futuri lettori. Concordo con te quando dici che in ognuno di noi c'è una potenzialità che può essere indirizzata e alimentata :)
EliminaDavvero interessante questa tematica.. è un argomento che mi coinvolge parecchio e soprattutto mi piacerebbe approfondire o meglio ancora "mettere a punto" delle strategie per invogliare i bambini o i giovani alla lettura (ho intenzione di fare la tesi di laurea proprio su questo argomento :D ), dico questo perchè penso che da un lato esiste una predisposizione a tale passione, ma secondo me è soprattutto l'ambiente che ti spinge verso questo genere di attività.. Io sono cresciuta in una casa in cui i libri non sono mai mancati, ho visto mio padre leggere sempre, da piccola i miei genitori mi compravano i fumetti e poi crescendo ho iniziato ad apprezzare generi di lettura diversi, leggendo magari i libri che trovavo in casa che appartenevano a mio padre, poi ho iniziato ad andare sempre più in Biblioteca e ora che sono più grande non posso fare a meno di acquistare i libri che intendo leggere, perchè oltre il piacere della lettura è forte anche quello del "possesso" dei libri. Comunque per concludere io penso che le persone che ci circondano e gli ambienti che si frequentano condizionano molto lo svilupparsi della lettura e penso che la scuola e le attività extrascolastiche dovrebbero impegnarsi di più in percorsi di promozione alla lettura, perchè purtroppo oggi i bambini e i giovani che leggono sono sempre troppo pochi..
RispondiEliminaL'ambiente influenza sicuramente la crescita di un bambino ma non è l'unico elemento che incide sulla formazione. La scuola ha un ruolo importante forse bisognerebbe modernizzare le letture da proporre ai ragazzi per coinvolgerli e destare il loro interesse. La lettura non deve essere imposta e sarebbe bello vedere i ragazzi appassionarsi ai libri :)
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