mercoledì 19 giugno 2013

RECENSIONE "Novelle in nero" di Luigi Pirandello

Novelle in nero

Autore: Luigi Pirandello
« Io son figlio del Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà, perché son nato in una nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco denominato, in forma dialettale, Càvusu dagli abitanti di Girgenti, corruzione dialettale del genuino e antico vocabolo greco "Kaos". » continua...

Pagine: 62
Prezzo: /
Trama: Otto novelle sul tema della morte che esprimono un significato comune: la tragica ironia che segna tutta la vita dell’uomo e che non lo risparmia fino alla fine.





STILE: 10
STORIA: 10
COPERTINA: 6



Novelle in nero” è una raccolta composta da otto novelle sul tema della morte. Ci sono storie drammatiche, malinconiche che hanno un unico filo conduttore: la tragica ironia che segna tutta la vita dell’uomo e che non lo risparmia fino alla fine. La grandezza di Pirandello si evince anche da questi brevi racconti in cui sono condensati molti dei temi fondamentali che l’autore sviluppa nella sua vastissima produzione letteraria. Altro tema importante, attualissimo,è l’impossibilità di scegliere come morire che ingloba anche l’impossibilità di scegliere come vivere. Pirandello usa l’ironia per disegnare questi molteplici ritratti della mente; un’ironia che ci deve indurre a riflettere. Nella prima novella “E due!” un giovane, che ha commesso un errore e l’ha pagato con il carcere, assiste per caso a un suicidio, senza trovare la forza d’intervenire. In “La toccatina” Pirandello descrive una malattia che ha il tipico aspetto dell’afasia del poliglotta causando la perdita della capacità di esprimersi con la parola che nasconde una incapacità dell’uomo di affrontare la vita con tutte le risorse di cui dispone. In “La morte addosso” la malattia si presenta indossando un nome “dolcissimo”, più dolce di una caramella: <<Epitelioma,…., pronunzii… sentirà che dolcezza: epiteli-o-ma… La morte, capisce? È passata. M’ha ficcato questo fiore in bocca e m’ha detto: “tienilo, caro: ripasserò tra otto mesi!”>>
Nelle due novelle “La cassa riposta” e “Resti mortale” troviamo l’immagine di una morte buffa: l’avaro Piccarone non vuol sprecare una cassa di lusso per seppellire la moglie e quindi chiede al becchino di sostituirla con una bara di zinco, conservando quella costosa per sé. Nella seconda novella compare lo zio Fifo che non rinuncia al gusto di dar fastidio ai suoi parenti anche da morto, facendoli litigare per il possesso delle sue spoglie mortali. “Novelle in nero” rappresenta un piccolo scorcio della visione pirandelliana della morte a cui inevitabilmente si va incontro e dell’idea della morte che ci portiamo dentro. Con ironia, il grande scrittore, volge un sorriso amaro ai protagonisti di queste novelle perché non si può morire in modo diverso da come si è vissuti. Lettura indimenticabile, come tutti i classici, che ci porta ad analizzare la vita e la morte come un unico aspetto della nostra esistenza.




Questa recensione partecipa alle sfide di lettura "Un classico al mese" e "Io leggo italiano"

1 commento:

  1. Ciao, bellissima recensione :) Vedo che dici davvero quel che pensi... Poi la grafica del blog è stupenda. Sono nuova!
    Piacere ^^ Continuerò a seguirti :)

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