lunedì 11 marzo 2019

RECENSIONE | "Una principessa in fuga" di Elizabeth von Arnim

Carissimi lettori, con mio grande piacere ho scoperto, poco a poco, i romanzi di Elizabeth  von Arnim. Nelle sue opere la scrittrice mette a nudo l’anima fragile di una società che indossa una granitica armatura fatta di pregiudizi e tabù. Con “Una principessa in fuga”, Fazi Editore, la dama inglese ci propone dei personaggi che inseguono un desiderio di libertà. Con delicatezza e ironia, la von Arnim ci narra la storia di una principessa stanca della vita agiata, del protocollo, della falsità dell’ambiente di corte e desiderosa di una vita più semplice e vera. Un progetto improbabile prende forma nella mente della principessa, la fuga. Lasciatevi coinvolgere in quest’esperienza che vi farà sorridere e riflettere. Riorganizzare la propria vita non è facile. Priscilla ci proverà andando incontro a delusioni e affrontando tante prove che la condurranno verso un finale a doppio taglio.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Una principessa in fuga
Elizabeth von Arnim (traduzione di Sabina Terziani)

Editore: Fazi
Pagine: 280
Prezzo: € 15,00 
Sinossi
Priscilla ha ventun anni e vive in un granducato mitteleuropeo ai confini con l’Italia. A differenza delle sorelle, non si è ancora sposata: lei è una sognatrice, una poetessa che non scrive poesie, e il suo unico desiderio è evadere da una vita di agi prevedibile e soffocante. Architetta così la fuga verso l’Inghilterra insieme al bibliotecario e precettore Fritzing, la persona che le ha insegnato ad amare la libertà e la poesia inglese. Sul traghetto per Dover cominciano le ansie di Fritzing, e i due, che si spacciano per zio e nipote, iniziano a raccontare versioni diverse della storia che hanno immaginato, inanellando una serie di errori che culmina con l’arrivo a Symford, quando incontrano le due autorità del villaggio, Lady Shuttleworth e il curato Mr Morrison, i cui rispettivi figli, Augustus e Robin, come prevedibile, si invaghiscono della ragazza. Priscilla vuole comprare un cottage e dedicarsi alla filantropia, ma la sua completa ignoranza delle convenzioni sociali finisce per causare scompiglio ed equivoci a non finire. Da un lato il sospetto da parte della moglie del parroco e di suo figlio, dall’altro l’adorazione che le tributa il figlio di Lady Shuttleworth, fanno precipitare la situazione…



Ma in fondo, ditemi: esiste qualcuno che riesca a vivere per sempre felice e contento?
Questo romanzo è la storia di un desiderio che cresce prepotente ed assoluto nel cuore e nella mente della principessa Priscilla che non ama il mondo dorato, falso e superficiale della corte in cui è cresciuta. A ispirarle gesta di rivolta è il suo precettore Fritzing, insegnante di tedesco. Insieme progettano la fuga, lontano dalla corte per iniziare una nuova vita più semplice e sincera. I due fuggitivi diventano, agli occhi del mondo, zio e nipote.
All’orizzonte il profilo azzurro delle colline, e ancora più in là, pensava Priscilla, c’era la libertà.
Tanti gli spaventi lungo la via di fuga, usano delle biciclette per allontanarsi dal palazzo, con gran divertimento del lettore e delle Dea Bendata, capricciosa e burlona come sempre. Priscilla è al settimo cielo, nessuno la riconosce, nessuno le si rivolge con maniere ossequiose. In un momento tutti i doveri   derivanti dall’essere una principessa sono ormai acqua passata. Tuttavia non è tutto così facile e mentre nel cuore della principessa alberga la serenità, nel cuore di Fritzing infuria la tempesta. I due giungono nel villaggio di Symford e si stabiliscono in un cottage. Sono giorni ricchi di novità per “zio e nipote”. Conoscono l’audace Robin e il mite Augustus. La vita reale ha inizio. Priscilla s’illude di essere libera ma non si accorge delle catene sociali che la stanno incatenando. Per un po’ ogni cosa procede nel migliore dei modi poi la dea bendata, affascinante e volubile, si stanca di proteggere i nostri fuggiaschi ed è l’inizio della fine. A questo punto esce di scena la Fortuna e subentra la Cattiva Sorte. Priscilla comprende che non sempre si può scegliere. Una vita semplice è facile da sognare ma difficile da seguire. Il Bisogno costringe a fare anche ciò che non piace e le migliori intenzioni si rivelano fonte di scompiglio per una società disciplinata. Lei, la principessa vissuta in una torre d’avorio, è obbligata a confrontarsi con i problemi che affliggono tutti i comuni mortali: conti da pagare e relazioni instabili. Il suo sogno di vivere come le persone comuni assume tinte fosche quando si troverà a fare i conti con la quotidianità.

Con penna elegante e ironica, la scrittrice condivide con noi un’amara verità: essere una principessa non è sempre meraviglioso. La storia, ricca di divertenti malintesi, sottolinea come l’andar lontano in cerca della felicità può rivelarsi un grave errore. Spesso non ci rendiamo conto che la felicità è lì a portata di mano. Sembrerà assurdo ma non so se sia meglio sposare un principe e a tempo debito diventare regina o se sia meglio scegliere la via più ardua affrontando la vita con coraggio accettando ogni difficoltà. Comunque per Priscilla il principe arrivò. Tutti i suoi problemi svanirono risolti dall’amabile cavaliere. La principessa credeva di aver risolto ogni cosa ma non siamo in una fiaba e la felicità non è racchiusa in un “vissero felici e contenti.” La felicità è un’altra cosa.

“Una principessa in fuga” è un romanzo in cui la presenza della scrittrice è evidente e prorompente. Lei narra, con garbo e ironia, una storia veloce negli eventi con personaggi che ricoprono ruoli ben delineati. Leggerete di un re severo, convinto che le proprie figlie dovessero sapere un po’ di tutto ma niente troppo bene, e di una principessa ingenua e testarda, intraprendente e volitiva. Conoscerete dame di compagnia e cameriere personali di dubbia moralità. Sorriderete con i principi corteggiatori. Vedrete lo scompiglio creato dalle buone azioni di Priscilla e vi sorgerà il dubbio che non sempre si può sfuggire da ciò che si è. Priscilla sceglie con superficialità di dare una svolta alla sua vita, non è pronta ad affrontare il mondo reale, i suoi problemi. Priscilla incarna il bisogno di libertà delle donne, vorrebbe non dover sottostare a vincoli familiari e matrimoniali. I buoni propositi non bastano all’altruista principessa imprigionata tra regole sociali e libertà.

Con leggerezza ed eleganza, Elizabeth von Arnim narra una favola moderna che appassiona non tanto per la trama quanto per i contenuti e il modo intrigante con cui la scrittrice caratterizza i suoi personaggi sempre in lotta con la società. Tra sogni e realtà si consuma la piacevolezza di questa lettura con la consapevolezza che, come per ogni rivoluzione, la lotta è dura.
In ogni caso, non si pensi che una persona sempre sincera come me scivoli in facili bugie proprio alla fine e lasci credere che Priscilla vivesse per sempre felice e contenta. Perché così non fu. Chi riesce ad esserlo per sempre, del resto?

4 commenti:

  1. Al solito, sai sempre come incuriosirmi, anche con generi lontani da me. Buona settimana!

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  2. Ecco, un'altra autrice da recuperare, spero di farlo entro l'anno :-D

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    1. Cara Angela devi, scusa l'imperativo, recuperare i romanzi della von Arnim. Ti piaceranno sicuramente :)

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