lunedì 12 settembre 2016

RECENSIONE | "L'arte nel sangue" di Bonnie MacBird

Carissimi lettori, se avete amato gli scritti di Arthur Conan Doyle e vi siete lasciati conquistare dal fascino di Sherlock Holmes allora non potete perdervi l’ultima avventura dell’investigatore più amato di tutti i tempi. L’Harper Collins ha pubblicato in Italia una storia inedita in cui omicidi, rapimenti e furti d’arte mettono alla prova le doti investigative di Holmes. Se vi va di seguirmi  vi conduco nella Londra del 1888, in un nevoso dicembre, al 221B Baker Street. Entriamo in punta di piedi nell’appartamento letterario più famoso al mondo. Steso sul divano, scosso da brividi e avvolto in una logora vestaglia viola, c’è lui, il nostro amato Sherlock Holmes.

L'arte nel sangue
Bonnie MacBird

Editore: Harper Collins Italia
Pagine: 227
Prezzo: € 16,00

Sinossi: Londra, in un nevoso dicembre del 1888.
Dopo la disastrosa indagine sullo Squartatore, il trentaquattrenne Sherlock Holmes è caduto in un profondo stato di prostrazione dal quale nemmeno Watson riesce a svegliarlo. Finché non arriva da Parigi una strana lettera in codice. Mademoiselle La Victoire, una bellissima cabarettista francese, scrive che il figlio illegittimo che ha avuto da un lord inglese è scomparso, e che lei stessa è stata aggredita per strada a Montmartre. 

Holmes e Watson si precipitano a Parigi e scoprono che il ragazzino scomparso è solo la punta dell'iceberg di un problema molto più grave: una preziosissima statua greca è stata rubata a Marsiglia, e in un setificio del Lancashire sono stati uccisi dei bambini. Gli indizi, in tutti e tre i casi, conducono allo stesso, intoccabile personaggio... Ma Holmes riuscirà a riprendersi in tempo per trovare il ragazzino scomparso e fermare l'ondata di omicidi, anche se per riuscirci deve essere sempre un passo avanti rispetto a un pericoloso rivale francese ed evitare le minacciose interferenze del fratello Mycroft?

Un'avventura incalzante, scritta nello stile di Sir Arthur Conan Doyle, in cui la celebre coppia è alle prese con un caso che metterà alla prova l'amicizia di Watson e spingerà al limite la fragilità e le doti della natura artistica di Sherlock Holmes.

STILE: 7 | STORIA: 8 | COPERTINA: 8

Una volta il mio caro amico Sherlock Holmes disse: “L’arte nel sangue è destinata ad assumere le forme più strane”. Questo principio valeva anche per lui.
Londra 1888.

Nel salottino, al 221B Baker Street, Sherlock è in preda a una forte depressione. Accanto a lui c’è il fido Dottor Watson che cerca, in tutti i modi, di coinvolgerlo in una conversazione. È tutto inutile fino a quando, panacea di tutti i mali, giunge una misteriosa lettera con una richiesta d’aiuto. I sensi si risvegliano dal torpore, i suoi occhi si accendono d’interesse e curiosità, la forza di una nuova indagine scorre nelle sue vene. Holmes si trasforma, torna a essere comunicativo, attivo, pronto a una nuova avventura con l’amico di sempre.

Mademoiselle La Victoire scrive a Sherlock chiedendo la sua preziosa collaborazione per ritrovare il figlio illegittimo scomparso. Holmes e Watson si recano a Parigi e scoprono che dietro al rapimento del ragazzino, all’ondata di omicidi e al traffico di opere d’arte, c’è un intoccabile personaggio.

Bonnie MacBird, autrice del romanzo, si è innamorata di Sherlock Holmes leggendo il “canone holmesiano” quando aveva dieci anni. La sua passione non si è mai esaurita e ha dato vita a “L’Arte Nel Sangue”, una coinvolgente avventura che ho letto con molto piacere.  Ho apprezzato le escamotage letterario che l’autrice ha usato per annunciare il ritrovamento, durante una ricerca sulla medicina vittoriana, di uno spesso fascio di fogli piegati e ingialliti. I fogli erano dormienti in un vecchio libro, il nome del proprietario originale era dottor John H. Watson. Quelle pagine contenevano un’inedita e completa avventura di Holmes, narrata come sempre dal suo amico Watson. Presa dall’entusiasmo la scrittrice ha deciso di condividere con tutti noi il manoscritto. Come ha detto recentemente Nicholas Meyer, riferendosi a se stesso e agli appassionati di Conan Doyle: “Non ne abbiamo mai abbastanza!”.

“L’Arte Nel Sangue” ci propone un giovane Holmes, rivela i punti deboli del suo carattere, lo mostra sostenitore della teoria “dell’arte nel sangue”.
Holmes, il freddo calcolatore, aveva un lato assai emotivo e alcuni dei suoi lampi di genio - che sopraggiungevano dopo un’accurata analisi dei fatti, ovviamente - erano prova di un’immaginazione che si poteva solo definire artistica.
Come sempre la voce narrante è quella di Watson sempre pronto a condividere i pericoli con il suo grande amico.
Ho sempre pensato che la vita con Holmes sia un poco come camminare lungo un ponte sospeso a una serie di funi sopra l’abisso di una giungla. L’adrenalina può essere corroborante, ma non si sa mai cosa vi sia sotto e si corre il rischio costante di perdere l’equilibrio e precipitare.
http://i.imgur.com/qDAE1Fo.png
Devo confessare che quando ho avuto tra le mani “L’Arte Nel Sangue” ho pensato che la scrittrice avesse un coraggio da vendere nell’affrontare una sfida ardua: scrivere di Holmes ma non chiamarsi Arthur Conan Doyle.

La cover mi ha conquistata subito: elegante ed essenziale nei lucidi colori del bianco e del rosso. La prefazione mi ha incuriosita e i primi capitoli hanno annullato la mia iniziale diffidenza. L’atmosfera è quella intrisa di mistero che si respira da sempre nella casa di Holmes e lui, giovane investigatore, si mostra fragile e caparbio allo stesso tempo. Ho ritrovato l’impeto nelle indagini, l’attenzione nell’osservazione dei dettagli, la capacità deduttiva che tutto spiega. I personaggi sono descritti con pochi tratti salienti e viene dato maggior spazio alla loro psicologia lasciando al lettore il compito d’immaginare.

Con uno stile semplice e asciutto, periodi brevi e numerosi dialoghi, Bonnie MacBird ha realizzato un’avventura incalzante in cui Holmes darà prova della sua bravura nell’arte del travestimento e della recitazione. Al suo fianco, pronto a sostenerlo nelle indagini, il dottor Watson che sarà testimone di un Holmes capace di provare intense emozioni.

Senza ombra di dubbio posso dire che la scrittrice è riuscita, nello stile di Sir Conan Doyle, a segnare positivamente il ritorno di Sherlock Holmes e del Dr. Watson regalandoci anche una vena di modernità. Infatti il tema trattato è un male della nostra società, sicuramente presente già ai tempi di Doyle, ma chissà se lo scrittore l’avrebbe usato come substrato su cui far nascere un suo romanzo.

Vi consiglio la lettura di questo romanzo, a me non rimane che aspettare il prossimo episodio che vedrà la luce nel 2017 con il titolo “Unquiet Spirits” (Spiriti Inquieti).

3 commenti:

  1. direi che la curiosità giunge tutta di un botto dopo aver letto questa recensione. adoro Sherlock e devo assolutamente leggere questo libro :)

    nel frattempo ho iniziato la serie con protagonisti sidney grice e march middleton anche loro sulla scia holmesiana. li conosci?

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    1. Conosco la serie però ho solo il secondo volume. Come avrai capito dal commento che ho lasciato sul tuo blog, non riesco mai a leggere una serie in modo ordinato xD Mi hai incuriosita quindi cercherò di procurarmi il primo :)

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    2. ahahah si lo avevo intuito. io ho preso tutti e tre volumi della serie grazie ad una offerta della newton compton per gli ebook. per ora purtroppo sono ferma al primo ho troppi altri libri di "carta" da leggere!

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