lunedì 15 febbraio 2016

RECENSIONE IN ANTEPRIMA | “La vita segreta e la strana morte della signorina Milne” di Andrew Nicoll

Buon lunedì, cari lettori :) Ormai lo sapete tutti, amo la letteratura gialla e i suoi sottogeneri. Quando ho l’opportunità di leggere un romanzo poliziesco o un thriller io gongolo per la gioia e non perdo tempo. Mi siedo comodamente sul mio divano, chiudo il mondo fuori e mi immergo nella lettura.  
Il romanzo che oggi vi presento in anteprima è “La vita segreta e la strana morte della signorina Milne” di Andrew Nicoll, un giallo che troverete in libreria a partire dal 25 febbraio, edito Sonzogno.

La vita segreta e la strana morte della signorina Milne
Andrew Nicoll (traduzione di M. Magrì)

In libreria a partire dal 25 febbraio

Editore: Sonzogno
Pagine: 352
Prezzo: € 17,50

Sinossi: Nulla è come sembra a Broughty Ferry, tranquillo paesino sulla costa scozzese. Jean Milne, ad esempio, è una matura zitella che vive sola in una lussuosa villa di ventitré stanze (quasi tutte chiuse) ed è, per i suoi concittadini, un modello di rispettabilità. Eppure, quando viene trovata brutalmente assassinata nella sua abitazione con i piedi legati e il cranio fracassato, l’immagine pubblica, che così a lungo ha resistito, comincia a incrinarsi. Chi può avere ucciso in maniera tanto feroce una signora così riservata? E perché, di colpo, conoscenti e testimoni diventano elusivi e reticenti? E chi è l’uomo che, su carta violetta, le ha scritto, alla vigilia dell’assassinio, una lettera a dir poco personale? La notizia del crimine si diffonde rapidamente per tutta la Gran Bretagna, suscitando nei lettori delle gazzette una curiosità così morbosa che la polizia si sente subito sotto pressione: bisogna trovare un colpevole e bisogna trovarlo in fretta, anche a costo di qualche procedura non proprio scrupolosa. A indagare, con i più moderni ritrovati della scienza investigativa (siamo nel 1912), viene chiamato da Glasgow l’ispettore Trench, un esperto per i casi più difficili, affiancato dall’attento sergente Frazer, agente della polizia locale. Man mano che i due scavano nella vita della signorina Milne, i segreti della sua esistenza vengono a galla. E alla fine sarà uno shock per tutti.

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STILE: 7 | STORIA: 7 | COPERTINA: 7

Erano le nove e venti del mattino. Jean Milne giaceva lì, distesa sul tappeto, con ciò che restava della testa puntato verso di me e i piedi in direzione opposta. La cima del cranio era schiacciata e deformata, nient’altro che un ammasso di capelli arruffati e sangue annerito, e il viso era livido e gonfio, tra il verdognolo e il giallastro, il colore di un pesce. Era rimasta lì a terra per un bel pezzo.
A descriverci il ritrovamento del cadavere della povera vittima è il sergente di polizia John Frazer, voce narrante del romanzo. Siamo in Scozia, nella cittadina di Broughty Ferry. E’ il 1912.

Jean Milne, è una matura zitella che vive da sola in una grande casa, Elmgrove, di ventitré stanze, quasi tutte chiuse. In vita la signorina Milne è considerata un modello di rispettabilità. Le cose cambiano con la sua morte. L’integro modello di rispettabilità inizia a scricchiolare sotto il peso delle insinuazioni dei vicini e dei conoscenti. Si delinea una verità scabrosa: la signorina Milne viene descritta come una donna dura, avida, ossessionata dal denaro, coraggiosa, con un debole per gli uomini giovani e affascinanti. I testimoni parlano di lunghi e frequenti viaggi intrapresi da Milne. Misteriosi viaggi di piacere.

I giornalisti, sempre alla ricerca di storie avvincenti, pubblicano articoli sull’omicidio intrecciando abilmente i pochi indizi certi con i molti nati dalla loro fantasia. Le notizie sull’efferato crimine si diffondono rapidamente per tutta la Gran Bretagna. I lettori vogliono sapere, l’attenzione di tutti è rivolta sugli operatori della polizia di Broughty Ferry. Bisogna trovare un colpevole, bisogna farlo in fretta anche a costo di non seguire proprio scrupolosamente le procedure. L’autore del crimine deve essere identificato, trovato e punito.

LA REALTÀ SUPERA LA FANTASIA
Il romanzo in questione si basa su una storia vera. L’autore si è documentato con una meticolosa ricerca negli archivi della polizia e nei giornali dell’epoca. Nella realtà l’omicida non venne mai identificato. Andrew Nicoll, con talento narrativo, analizza gli indizi e propone le sue personali deduzioni. Un finale inaspettato ci attende sornione, pronto a soddisfare la nostra curiosità con tocchi di britannico humor.

1912
Correva l’anno 1912, l’ispettore capo Sempill e il luogotenente investigativo Trench, hanno il compito di far luce sull’omicidio che appare subito avvolto da un fitto mistero. I poliziotti sentono l’attenzione di tutti rivolta sul loro lavoro e l’errore è dietro l’angolo. Le indagini si basano su moderni, per l’epoca, metodi d’investigazione: schizzo completo ed esatto dell’atrio dove giace la vittima, documentazione fotografica, un attento verbale, osservazione del luogo del delitto. Purtroppo le indagini sono ricche d’interpretazioni e povere di certezze. Un assassino senza volto è inaccettabile per Sempill. Un uomo nella sua posizione, con una reputazione da difendere non può non accettare la sfida: troverà un colpevole.

DELITTO D'IMPULSO O DELITTO PREMEDITATO?
Le indagini procedono e squarciano il velo sul lato oscuro della vita di Milne osservata da mille occhi che vedono solo ciò che credono di sapere. La verità? Cruda e violenta si offrirà a noi lettori nell’ultimo coinvolgente capitolo del romanzo a dimostrazione che il vero nemico è dentro di noi.

LE TRE VITE DI MILNE
Gabriel García Márquez diceva: “Ognuno di noi ha tre vite, una pubblica, una privata e una segreta.” La signorina Milne aveva molti segreti che non voleva e non poteva raccontare. Il romanzo scalfisce appena la sfera privata della protagonista che rimane essa stessa un mistero per il lettore.

IL BUONO E IL POCO ZELANTE
Ce lo annuncia già il titolo “La vita segreta e la strana morte della signorina Milne” è un romanzo in cui la cornice è un delitto da cui si originano più vicende. Una casa da passare al setaccio, vicini da interrogare, un’ autopsia a cui assistere e il fiuto dell’ispettore da seguire. Sul fiuto investigativo stendiamo un velo pietoso. Colui che deve incarnare la giustizia si dimostrerà un falso paladino. L’ispettore Sempill è “il poliziotto poco zelante” della situazione: trovata una parvenza di verità, egli la trasforma in verità assoluta. Per lui non ci sono dubbi e plasma gli indizi trasformandoli in prove con cui costruire un castello accusatorio che poi crollerà miseramente e fortunatamente con più approfondite indagini. Il lato “buono” è rappresentato da Trench, esperto di casi difficili, che cerca di porre rimedio agli errori di Sempill arrivando a trovare, egli stesso, un avvocato al sospettato che verrà prosciolto da qualsiasi accusa.

PREGI E DIFETTI DEL ROMANZO
La storia inizia quasi subito con la scoperta del cadavere della signorina Milne che rimane un personaggio sconosciuto, a noi lettori, per buona parte del romanzo. Non conoscendo nulla sulla vittima diventa difficile stabilire con lei un feeling, un legame emotivo. A dir il vero non ho provato empatia con nessun personaggio, ognuno prigioniero di un ruolo che non lascia spazio all’emozione, al coinvolgimento. Pur trattandosi di un giallo non mi sono sentita coinvolta nell’indagine, lacunosa e fantasiosa. L’adrenalina è la grande assente. Anche se nelle ultime pagine la mia attenzione è stata completamente catturata. Il finale accende i riflettori sulla vita segreta di Milne, rompe gli equilibri tra pubblico e privato, ci mostra il colpevole in tutta la sua follia.

Le descrizioni di ambienti e personaggi sono state dettagliate e mai noiose. Lo stile controllato e ben curato, il ritmo pacato, caratterizzano una storia che evolve senza grandi colpi di scena ma fluida nel suo divenire. Ho disprezzato Sempill, vittima del suo smisurato “ego”, Trench avrebbe dovuto imporsi un po’ di più, il “falso colpevole” ha ricevuto tutta la mia solidarietà.

“La vita segreta e la strana morte della signorina Milne” è un romanzo che si presenta al pubblico con cover e titolo veritieri. La prima di copertina riporta un’immagine semplice e inequivocabile: la sagoma di un cadavere. Il titolo completa l’identikit del libro senza alcun inganno. Consiglio questo romanzo a tutti i lettori che desiderano una lettura piacevole con un pizzico di mistero.

Vi saluto con una citazione di Edgar Allan Poe:
“Non c’è in natura una passione più diabolicamente impaziente 
di quella di colui che tremando sull’orlo di un precipizio, medita di gettarvisi.”

9 commenti:

  1. Grazie Aquila, di questa recensione puntualmente impeccabile. Tuttavia non lo so, ho ancora i miei dubbi. Ma se ci sarà l'occasione o il tempo, penso che gli darò una possibilità.

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    1. Ciao Rosa, questo giallo si legge velocemente. Se avrai tempo dagli una possibilità :)

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  2. lo sto leggendo, quindi per ora ho letto di volata il tuo parere! verrò ad approfondire dopo che l'avrò terminato! ;))

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  3. Lo leggero a breve ;) bella recensione, complimentoni!!! Ciao Maria

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    1. Ciao Maria, vedo che siamo in tanti a leggere questo romanzo. Aspetto il tuo parere :)

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  4. Ricevuto ieri, penso proprio che lo leggerò presto! :)

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  5. Mi ero persa la tua recensione, impeccabile e chiarissima! ho trovato il romanzo scorrevole, ma non tanto coinvolgente, forse mi aspettavo un pochino di più!

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