Carissimi lettori, a volte mi capita di andare in libreria e fare acquisti
guidati dall’impulso. Curiosando tra gli scaffali ho visto un libro che mi ha attratta
per la cover suggestiva e per una frase scritta sulla quarta di copertina: “La metafora
del cannibalismo è profondamente radicata nell’immaginario cinese.” Dictum
factum. Acquistato, letto e commentato. Il libro in questione è “Il Paese Dell’Alcol” di Mo Yan, pubblicato in Cina per la prima volta nel 1993 e in una versione riveduta nel 2000.
Il Paese Dell'Alcol
Mo Yan
(traduzione di Silvia Calamandrei)
Editore: Einaudi
Pagine: 363
Prezzo: € 21,00
Pagine: 363
Prezzo: € 21,00
Trama: La metafora del cannibalismo è profondamente radicata nell’immaginario cinese.
A Jiuguo, il Paese dell’alcol, essa raggiunge però una forma particolarmente raffinata (e al contempo crudele): si dice che dietro adeguata ricompensa, i genitori cedano i loro neonati a una società che a sua volta li destina ai migliori ristoranti.
Inviato per indagare, l’ispettore Ding incontrerà molti ostacoli sul suo cammino verso una difficile «verità».
STILE: 9 | STORIA: 9 | COPERTINA: 7
Nel paese di Jiuguo servono una pietanza prelibata che non
si può gustare in nessun’ altra parte del mondo. E’ “la carne di neonato”
brasata, saltata in padella, bollita.
A custodire gelosamente le ricette è la locale Accademia di
cucina, dipartimento cibi speciali.
I genitori mettono al mondo figli proprio con l’intento di
venderli all’Accademia. Con questo scopo i bambini vengono ben nutriti per
diventare la portata principale sulle tavole di funzionari cannibali.
Un cuoco deve possedere un cuore d’acciaio, non deve farsi prendere dalle emozioni. I bambini che sgozziamo e cuciniamo non sono esseri umani. Sono bestioline di forma umana che vengono prodotte sulla base di un regolare contratto sottoscritto tra le due parti al fine di soddisfare le esigenze particolari dello sviluppo economico e della prosperità di Jiuguo.
E’ questo il nucleo de “Il Paese Dell’Alcol” di Mo Yan.
In Procura giungono anonime accuse su un orrendo traffico di
bambini. All’ispettore Ding Gou’er, della Procura suprema, viene affidato il
compito di far luce sui banchetti “a base di carne di neonato”. L’indagine
condurrà l’ispettore in una immaginaria città, Jiuguo, celebre per la
produzione di liquori. Fin dal suo arrivo Gou’er avrà a che fare con funzionari
corrotti che lo costringeranno a partecipare alle loro cene bevendo gran
quantità di alcol.
Sai che cos’è l’alcol? E’ forse un liquido? Balle! E’ il sangue di Cristo? Sciocchezze! E’ qualcosa che scalda l’animo? Non ci siamo! E’ la madre dei sogni e i sogni sono figli dell’alcol? Ci stiamo avvicinando.
L’alcol è il lubrificante della macchina dello stato, senza alcol la macchina non si mette in moto!
Nelle indagini Gou’er incontrerà una serie di incredibili
personaggi come la seducente autista di camion, il diabolico nano imprenditore,
il guardiano del Cimitero dei martiri rivoluzionari. Personaggi complessi che
sfociano nel fantastico e nel demoniaco.
Al lettore l’arduo compito di mantenere un’alta concentrazione
poiché il romanzo si muove su più piani. L’indagine dell’ispettore si alterna
con capitoli che nascono da una
corrispondenza epistolare tra uno scrittore dilettante Li Yidou, specializzando
in miscelazione di liquori all’Università della distillazione di Jiuguo, e il
Maestro Mo Yan. Le lettere riportano dei racconti che lo scrittore dilettante
invia al Maestro per ottenere un suo parere e un suo interessamento per la
pubblicazione. Mo Yan risponde alle lettere riportando i suoi giudizi sui
racconti.
Pagina dopo pagina si fa fatica a distinguere tra verità e
finzione. La narrazione è crudele, spesso paradossale. L’umorismo macabro di Mo
Yan ci mostra un Paese, la Cina non è sola in questo banchetto, che cambia. Le
riforme economiche portano denaro, la ricchezza semina corruzione. Tutti i
componenti della piramide sociale, dalla base fino alla vetta del potere, sono
pronti a vendersi. Come i genitori che vendono i loro figli all’Accademia di
cucina e senza alcun rimpianto lasciano “le loro bestioline di forma umana” per
tornare a casa con una manciata di soldi. Cosa sono disposti a fare i Paesi per
arricchirsi e diventare potenti? Attraverso la metafora del cannibalismo, Mo
Yan racconta una società che con il
denaro mette a tacere ogni resistenza e chinando il capo si nutre dei suoi
stessi figli. Con un linguaggio crudele che nulla risparmia al lettore, Mo Yan
narra di un Paese segnato dalla corruzione. Il cibo, l’alcol, il sesso
rappresentano un’umanità decadente e il cannibalismo rappresenta una metafora per
scuotere le coscienze di tutti.
“Il Paese Dell’Alcol” è un romanzo in cui Mo Yan dà prova di
quel “realismo allucinato” che gli ha meritato il Premio Nobel per la
Letteratura nel 2012.
Mo Yan è lo pseudonimo con cui è noto lo scrittore cinese
Guan Moye. Mo Yan significa “colui che non vuole parlare” e nasce durante il
periodo della Rivoluzione culturale. Durante tale periodo bisognava stare
attenti a ciò che si diceva. Se si parlava troppo dicendo cose sbagliate contro
il regime, le conseguenze non erano piacevoli. Quindi era meglio non parlare.
“Il Paese Dell’Alcol” è un libro per lettori coraggiosi che
non temono di finire tra le fauci dei meccanismi perversi del potere.
I bambini sono il futuro della nazione, sono boccioli di fiori, sono i nostri tesori.
Chi oserebbe fare loro del male?
Già, chi oserebbe?
sembra davvero interessante ^^
RispondiEliminaLettura complessa ma sicuramente interessante :)
EliminaNon conoscevo questo libro, ma da come ne parli sembra proprio interessante. Me lo segno :D
RispondiEliminaL'ho acquistato attratta dalla cover, si è rivelata una lettura coinvolgente su un Paese che conosco molto poco :)
EliminaUn libro bello pesantuccio, ma molto interessante! Ora non ho il giusto tempo da dedicargli ma me lo segno per il futuro!!
RispondiEliminaMi ha ricordato Torture. "Racconti crudeli" dello scrittore più estremo della Cina d'oggi un altro libro di racconti crudissimo di un autore cinese, sono andata a controllare se era lo stesso di questo, ma è un altro, Yu Hua.
A esser sincera non conosco gli scrittori cinesi, prendo nota del libro che hai menzionato :)
Eliminaquesto libro mi aveva attirata, appena uscito
RispondiEliminacredo che seguiò l'istino e il tuo consiglio!!
Sono curiosa di conoscere il tuo parere :)
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