giovedì 23 luglio 2015

RECENSIONE | "L'invito" di Ruth Ware

Cari lettori, l’estate avanza implacabile e il gran caldo non concede tregue. Per distrarmi un po’ non mi resta che leggere e la mia scelta è caduta su un thriller dalla copertina molto accattivante: “L’invito” di Ruth Ware, edito Corbaccio.

L'invito

Autrice: Ruth Ware

Editore: Corbaccio
Genere: Thriller
Pagine: 352
Prezzo: € 16,50 (cartaceo)  

Sinossi: 
Dieci anni cambiano una persona. A dieci anni dalla fine del liceo Leonora Shaw, Nora, ne ha fatta di strada: è diventata una scrittrice, la sua vita è scandita dal lavoro alla scrivania nel suo monolocale dell’East End londinese, dalle tazze di caffè e dalle corse nel parco. Della vecchia Leonora non resta più nulla, nemmeno il nomignolo di allora, Lee. Tutti possono avere mille buoni motivi per non frequentare gli amici di un tempo, per troncare con il passato, per incominciare una nuova vita. E Nora ha un ottimo motivo. Eppure, quando riceve l’invito all’addio al nubilato della sua ex amica del cuore, si fa strada in lei un assurdo senso di colpa unito a un assurdo sentimento di riconoscenza verso Clare per essersi fatta viva dopo dieci anni. Sebbene con riluttanza, accetta di trascorrere un weekend in una villa nei boschi del Northumberland insieme ai vecchi amici, e di colpo si trova catapultata indietro nel tempo di dieci anni, in quel passato che ha meticolosamente cercato di cancellare. E capisce di aver commesso un errore.
Il peggior errore della sua vita.



STILE: 6
STORIA:  5
COPERTINA: 6



“In un bosco scuro scuro c’era una casa nera nera.

E nella casa nera nera c’era una stanza scura scura.
E nella stanza scura scura c’era un armadio nero nero.
E nell’armadio nero nero c’era…uno scheletro.”

Filastrocca popolare.


Sto correndo. 

Corro nel bosco rischiarato dalla luna, tra i rami che mi strappano i vestiti mentre inciampo in mezzo alle felci, appesantite dalla neve, le braccia frustate dai rovi. 

Il respiro mi ferisce la gola, mi fa male. Sono tutta dolorante. Però continuo a correre. Sì, questo posso farlo. 

Quando corro ho sempre dentro un mantra che mi batte nel cervello: il ritmo che voglio prendere o le frustrazioni da calpestare sotto ogni passo contro l’asfalto. Ma stavolta c’è un’unica parola, un unico pensiero che mi batte dentro.
James. James. James.
Nora e Clare non si vedono da 10 anni.

Un giorno arriva a Nora una e-mail, un invito per un addio al nubilato: Clare si sposa.

Nora è indecisa, non comprende il motivo dell’invito che richiede la sua presenza alla festa ma non alla celebrazione del matrimonio. Incuriosita decide di accettare. Così i sei partecipanti all’addio al nubilato si ritrovano in una casa isolata nel bosco, appena fuori Stanebridge. Superato il primo imbarazzo iniziale, gli invitati si sistemano nelle loro stanze, iniziano a conoscersi e aspettano l’arrivo della futura sposa. Quando tutto sembra volgersi al meglio ecco che una presenza misteriosa metterà a dura prova i nervi dei ragazzi. La paura prenderà il sopravvento e qualcuno sparerà a un’ombra misteriosa che si è intrufolata in casa. Il fucile che si riteneva caricato a salve, contiene invece vere pallottole. Ma chi ha sparato? Chi è stato colpito? L’incubo prende vita.

Ho iniziato a leggere questo thriller con vivo interesse, una cover così avvincente era la promessa per un romanzo altrettanto avvincente. Mai fidarsi delle cover! Ma procediamo con ordine.

Flo,  Melanie, Tom, Nina, Nora sono i prescelti per partecipare all’addio al nubilato di Clare.

Nora e Clare hanno interrotto i loro rapporti da circa 10 anni e ora, la futura sposa spera nella presenza dell’ex amica per trascorrere alcuni giorni insieme ad altri conoscenti. Perchè?

La comitiva si dà appuntamento in una casa isolata, persa tra i boschi. La casa ha delle pareti di vetro, dall’interno si può godere della maestosa vista della foresta e nulla vieta a coloro che stanno fuori di guardare tra le mura domestiche. Tutto sembra un gran palcoscenico su cui gli attori recitano nascondendosi dietro una maschera fatta di rancori, sfide, desideri di vendetta. Nella grande e modernissima casa non c’è campo per i telefonini e la linea telefonica fissa è inspiegabilmente interrotta. Attenzione!

Clare e Nora si sono conosciute all’età di 5 anni e la loro amicizia si è andata consolidando giorno dopo giorno. Clare è sicura di sé in ogni situazione, è bellissima, con un carattere deciso e temerario. Accanto a lei Nora si sente più forte, protetta e accettata da tutti proprio per la sua amicizia con la ragazza più popolare della scuola. Ma all’improvviso, come nelle più belle favole, appare un principe azzurro che, forse, tanto principe non è. Comunque questo fatto appartiene al passato, il presente è luminoso e senza ombre. Forse.

Il weekend procede in modo quasi piacevole ma poi succede qualcosa che darà inizio all’incubo che Nora  vivrà  quando, svegliatasi in un letto d’ospedale, si accorgerà di non ricordare più nulla dei drammatici avvenimenti. Tra ricordi confusi, mezze verità, immersioni nel passato e rivelazioni poco avvincenti, la scrittrice ci condurrà verso un finale prevedibile.

“L’invito” è un romanzo che molto promette e poco mantiene. Sicuramente è una lettura piacevole per chi vuole cimentarsi con il mondo del thriller ma per lettori-divoratori di questo genere non è sicuramente una storia che conquista.

“L’invito” è un romanzo che si legge velocemente, pone subito un enigma che verrà risolto senza le tradizionali indagini della polizia. Molti indizi verranno seminati lungo la narrazione ed è subito chiaro che il colpevole è nascosto all’interno della ristretta cerchia dei personaggi. Tutto ciò ci riporta alla mente un famosissimo giallo, “10 piccoli indiani” di Agatha Christie, che viene ricordato all’interno del romanzo di Ruth Ware. Anche la filastrocca iniziale ricorda la più famosa filastrocca del giallo di Agatha Christie. Ma questo è tutto.

Ritornando al romanzo “L’invito” devo riconoscere che è una storia ben scritta con particolare attenzione alle descrizioni dei luoghi. Ma ci sono tanti, troppi assenti: i colpi di scena sono rarissimi, nessun brivido, adrenalina zero, intreccio psicologico presente a tratti, finale scontato.

L’ambientazione è invece un punto a favore dell’autrice: la Casa di Vetro, isolata sul margine del bosco, è un luogo che non rassicura anzi permette al cuore nero, presente fra gli ospiti, di portare a termine il suo piano. Mi sarebbe piaciuto scrivere il suo “diabolico piano” ma, in questo romanzo di diabolico nulla c’è. Nel salutarvi consiglio la lettura di questo romanzo a che si avvicina per la prima volta al genere thriller, per tutti gli altri sarà opportuno rifiutare, con educazione ma con piglio deciso, “L’invito”.

9 commenti:

  1. la penso come te, credo di averci dato 2,5 anche perché sono satura di thriller che promettono e non mantengono. Si legge, è vero, ma mi viene da definirlo un "romanzetto".

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    1. Ciao Silvia, hai ragione: i thriller promettono e non mantengono :)

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  2. mi attirava tantissimo.... ma ahi.. per ora do priorità ad altro :/

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    1. Sicuramente avrai già scelto un libro super! Un caro saluto :)

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  3. letto qualche tempo fa, gli avevo dato mezzo voto in più...ho apprezzato l'ambientazione e la godibilità della lettura ma concordo con te sull'assenza di colpi di scena e sulla prevedibilità della storia :)

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    1. Il romanzo è scritto bene, bella l'ambientazione ma senza colpi di scena rimane una lettura piacevole ma nulla più. Mi fa piacere vedere che i nostri giudizi sono molto simili :)

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  4. Questo libro mi aveva attirata in libreria per la copertina e anche la trama mi interessava... ma leggendo la tua recensione direi che non sia la lettura che cerco ora! Per cui rimando di sicuro l'acquisto!

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    1. La cover è carina, il romanzo può andar bene a chi si avvicina per la prima volta al mondo dei thriller :)

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  5. La penso esattamente come te, è una lettura piacevole ma niente di esaltante e soprattutto fin troppo prevedibile.

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