venerdì 24 luglio 2015

RECENSIONE | "Mi sa che fuori è primavera" di Concita De Gregorio

Carissimi lettori, spesso abbiamo letto le famigerate fascette dei libri decantare la bellezza di romanzi che poi si sono rivelati delle gran delusioni. Oggi vorrei proporvi, finalmente, una fascetta sincera che recita: “Da un tragico fatto di cronaca una struggente storia d’amore e di speranza.”
Si tratta di un libro che ho letto con totale coinvolgimento ed emozione:“Mi sa che fuori è primavera” di Concita De Gregorio, edito Feltrinelli.

Mi sa che fuori è primavera

Autrice: Concita De Gregorio

Editore: Feltrinelli

Pagine: 122
Prezzo: € 13,00 (cartaceo)  

Sinossi: 
Quando un oggetto di valore si rompe, in Giappone, lo si ripara con oro liquido. È un'antica tecnica che mostra e non nasconde le fratture. Le esibisce come un pregio: cicatrici dorate, segno orgoglioso di rinascita. Anche per le persone è così. Chi ha sofferto è prezioso, la fragilità può trasformarsi in forza. La tecnica che salda i pezzi, negli esseri umani, si chiama amore. Questa è la storia di Irina, che ha combattuto una battaglia e l'ha vinta. Una donna che non dimentica il passato, al contrario: lo ricorda, lo porta al petto come un fiore. Irina ha una vita serena, ordinata. Un marito, due figlie gemelle. È italiana, vive in Svizzera, lavora come avvocato. Un giorno qualcosa si incrina. Il matrimonio finisce, senza traumi apparenti. In un fine settimana qualsiasi Mathias, il padre delle bambine, porta via Alessia e Livia. Spariscono. Qualche giorno dopo l'uomo si uccide. Delle bambine non c'è più nessuna traccia. Pagina dopo pagina, rivelazione dopo rivelazione, a un ritmo che fa di questo libro un autentico thriller psicologico e insieme un superbo ritratto di donna, coraggiosa e fragile, Irina conquista brandelli sempre più luminosi di verità e ricuce la sua vita. Da quel fondo oscuro, doloroso, arriva una luce nuova. La possibilità di amare ancora, l'amore che salda e che resta.


http://i.imgur.com/ye3Q8bo.png

STILE: 8
STORIA:  9
COPERTINA: 8



“ Ho steso i miei sogni sotto i tuoi piedi;
Cammina leggera perché cammini sui miei sogni.”
William B. Yeats

Cosa sei venuta a dirmi, Irina? Perché hai bussato qui?
“Vorrei che mi aiutassi, se puoi, a prendere le parole metterle in fila ricomporre tutti i pezzi che sento frantumati e dispersi in ogni angolo del corpo. Vorrei ricostruire i frammenti come si ripara un oggetto rotto, prenderlo in mano e portarlo fuori da me. Per tenerlo accanto, portarlo in tasca, metterlo in borsa ma intero, tutto intero. Pensi che si possa farlo, scrivendo? Se fossi stata capace l’avrei fatto, ma non sono capace e non ero pronta. Ora sono pronta. Voglio mettere un punto. Segnare il passaggio. Sento che sarà facile, se riesco a raccontare ogni cosa.”
Quindi di cosa è fatto questo racconto?, e perché ci incatena a vicenda nei giorni senza che riusciamo a smettere senza che ci fermiamo più, giorni e giorni di parole e di risate e di lacrime e di voce che si rompe e poi di canzoni, hai mai sentito quella che fa così?, poi di nuovo l’amore: tu, Irina, parli sempre d’amore.
Ricordo ancora la storia di Irina Lucidi, avvocata italiana residente in Svizzera, e suo marito Matthias Schepp, ingegnere svizzero tedesco.

E’ il 30 gennaio 2011.

Irina, al suo rientro a casa, scopre che il marito da cui stava per divorziare, ha portato via con sé le due figlie gemelle di 6 anni, Alessia e Livia, ed è scomparso. Si scoprirà che Matthias, imbarcatosi su un traghetto diretto in Corsica, è poi tornato in Italia, per suicidarsi. Cinque giorni di mistero. Delle due bambine non c’è più alcuna traccia ma l’ultimo messaggio di Schepp, diretto alla moglie, rivela una verità agghiacciante: “Le bambine non hanno sofferto, non le vedrai mai più.”

Il libro parte da questo drammatico fatto di cronaca ma narra la determinazione di una donna che vuol ricostruire la propria vita.

Irina è una donna che non dimentica il passato anzi lo rivive continuamente con tenacia e coraggio. Lei mostra la sua fragilità ma la trasforma in un sentimento che le permette di continuare a vivere: l’amore.

Irina non nasconde le ferite che dilaniano il suo animo, non nasconde la sua vita frantumatasi in mille pezzi, non dimentica il dolce sorriso delle sue bambine.

“Mi sa che fuori è primavera” è un libro intenso e struggente che apre alla speranza, che dà voce ai silenzi, ai ricordi. E’ un libro che narra di una donna che improvvisamente si sente inadeguata, sommersa dai sensi di colpa, lasciata sola nella tragedia. Precipita Irina, precipita nell’orrore di non rivedere più le sue bambine svanite nel nulla.  Alessia e Livia vittime di un amore malato, di un padre preda di una lucida follia, di un destino tragico che nessuno è riuscito a mutare. Nel libro Irina scrive lettere immaginarie indirizzandole alla maestra delle bambine, alla nonna, agli amici, al fratello, al padre, al procuratore capo della polizia investigativa. Non c’è odio in queste lettere ma la voglia di esternare i propri pensieri, per dare voce alle riflessioni. Riflette Irina sulle tante domande che non hanno ottenuto risposta, sulle indagini frettolose, sui testimoni che la polizia non ha ritenuto opportuno interrogare.


Ho letto questo libro con rispetto, entrando in punta di piedi in un’immane tragedia. Ma come si può sopravvivere alla perdita di due bambine? Come si sopravvive a un lutto, alla perdita di un amore? La società risponderebbe che si deve soffrire per il resto dei propri giorni, chiusi in casa,  non provare più alcuna emozione, non esistere agli occhi del mondo. Quanti pregiudizi! Quanti giudizi bisogna combattere.

Vivere non vuol dire dimenticare. Nessuno potrà mai cancellare Alessia e Livia dalla mente della loro mamma. Anzi le bimbe continueranno a vivere perché Irina continuerà a vivere. Nel suo cuore le gemelline vivranno libere e felici, saranno “vere” nei sogni della loro mamma, saranno “vive” nelle notti senza tempo.

Deve lottare Irina, deve combattere il dolore del non sapere dov’è chi si ama. Dell’assenza non ci si può liberare. E’ con te in ogni istante, senza alcuna distrazione. Ti ritrovi circondata dal “non sapere”. Non hai neanche una tomba su cui piangere.

Poi succede, a volte succede. L’amore che hai dentro ritorna a vivere, è un sentimento che nasce dal bisogno di essere ancora felici, una sfida contro tutti.
Un amore nuovo, un altro amore. Lo descrivi. Non toglie niente a tutto il resto, al contrario: ti sente, ti tiene, ti accompagna, ti toglie lo zaino dalle spalle quando pesa troppo, nella marcia. Ti abbraccia.
Concita De Gregorio narra, con stile asciutto e preciso, l’esistenza di una madre  privata dei figli, la sfida di una donna contro i pregiudizi della società. La scrittrice conferisce alle parole emozioni e intensità. Con delicatezza dà voce alla fragilità che si trasforma in forza, cerca e trova la speranza dove prima c’era solo devastazione e dolore. Aiuta Irina a mettere insieme i pezzi del suo dolore “a dire quello che non si può dire”.

Alessia e Livia “vivranno” nei sogni della loro mamma, si nutriranno del suo amore e le doneranno amore. Ricordare è tenere nel cuore, sempre. Allora si assiste a un tenero, timido risveglio. Mamma Irina, con le sue amate bimbe, strette nel cuore, trova la forza per ritornare a vivere. Dopo il lungo inverno, in cui i sentimenti sono rimasti sopiti sotto una coltre di neve, è giunto il momento di ritornare alla vita perché “Mi sa che fuori è primavera”.

Dalla quarta di copertina:

Per essere felici non ci vuole tanto.
Per essere felici non ci vuole quasi niente.
Niente comunque,
che non sia già dentro di noi.

8 commenti:

  1. Una recensione che mi ha trasmesso emozioni, un libro sicuramente struggente. Lo leggerò, non so quando sarà il momento adatto per questa lettura, ma sicuramente lo leggerò. :)

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    1. Una storia straziante che diventa punto di partenza per riflettere sui comportamenti e sulle emozioni di uomini e donne :)

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  2. La storia di queste due gemelline è una delle più strazianti e toccanti che abbia mai sentito. Questo romanzo mi fa un po' paura, anzi, molta paura. Perchè un libro incentrato su un'esperienza simile è comunque un azzardo, potrebbe risultare troppo tragico o al contrario, troppo "scontato". Dalla tua recensione mi pare di capire che, invece, si toccano le corde e le emozioni giuste. Forse ci proverò, mi armerò di coraggio..e proverò a leggerlo.

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    1. Questo libro non indaga sul fatto di cronaca, non si fanno ipotesi sulla scomparsa delle gemelline. E' un gesto d'amore che una mamma disperata compie per custodire nel suo cuore il ricordo di chi non c'è più :)

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  3. Ricordo bene questa storia, avevo segnalato l'uscita sul mio blog, l'ho avuto tra le mani ripetutamente, ma sempre riappoggiato...forse non è il momento giusto, ma sicuramente proverò a leggerlo, quando il mio istinto busserà. Complimenti per la recensione sentita.

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    1. Spero che tu riesca a leggere presto questo libro intenso e struggente :)

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  4. Letto molto rapidamente ma non superficialmente: davvero eccezionale.

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