giovedì 16 luglio 2015

RECENSIONE | "La pietà dell'acqua" di Antonio Fusco

Buongiorno cari lettori :) Ormai siamo tutti prigionieri del torrido caldo estivo, per fortuna ho i miei libri che mi fanno compagnia e mi permettono di evadere con la fantasia. Il romanzo che vorrei presentarvi è un noir elegante e avvincente, originale e riflessivo. Edito dalla Giunti, che ringrazio per il gentile omaggio, quest’opera sta ricevendo pareri molto positivi che io condivido senza alcun dubbio. Si tratta de “La pietà dell’acqua” di Antonio Fusco.

La pietà dell'acqua

Autore: Antonio Fusco

Editore: Giunti 
Pagine: 400
Prezzo: € 12,90

Sinossi: 
A Ferragosto, sulle montagne nei pressi di Valdenza, viene rinvenuto il corpo di un anziano ucciso con un colpo alla nuca. Ad indagare sull’omicidio sarà il commissario Casabona di ritorno dalla sue ferie dopo l’ulteriore litigio con la moglie Francesca. 
Il caso gli viene affidato, ma dopo pochissimo tempo gli viene sottratto lasciando lo stesso Casabona a bocca asciutta e con un doppio mistero tra le mani: il caso sottratto e l’omicidio non risolto.
A fare capolino nella sua vita e in questa storia arriva una giornalista francese che sta indagando parallelamente sull’omicidio di un inviato di guerra avvenuto nel 1968 a Parigi. Si scoprirà che le due morti sono correlate capovolgendo tutto e portando Casabona ad un bivio: giustizia o verità?


http://i.imgur.com/ye3Q8bo.png

STILE: 8
STORIA:  9
COPERTINA: 8


 Quello che doveva essere fatto era stato fatto. Non c’era più nulla per cui valeva ancora la pena sopravvivere, nel vuoto di quella solitudine che era diventata insopportabile. 

“In fondo si muore sempre perché si viene uccisi” pensò. 

“Da una persona, da una malattia, da un’auto. A volte anche da se stessi.” 

Larry Stone di morti ne aveva visti tanti. Era stato corrispondente per il Chicago Daily News durane la Seconda guerra mondiale, nella campagna per la liberazione d’Italia e poi in Francia. 

Quello che conta veramente, diceva, è come si muore: in piedi o in ginocchio. Questo dipende da come hai vissuto la tua vita: se hai preferito il confortante abbraccio della menzogna oppure hai cercato la verità. Oltre le apparenze e le convenienze. 

La menzogna è rassicurante e con il tempo si fa dimenticare. 

La verità, invece, è rivoluzionaria. Se ci si abitua non basta mai. La cerchi dappertutto, senza chiederti quanto forte sarà la collera di chi l’ha nascosta dove tu l’hai scovata. L’amore per la verità ti fa diventare ladro delle debolezze altrui. Ti insegna a vedere al di là di ciò che è opportuno. Non si dovrebbe mai abusare della verità. Anche di troppa verità si può morire. Come stava per accadere a lui.
E’ ferragosto. Il caldo torrido abbraccia le colline toscane, ai confini di Valdenza viene trovato il corpo di un uomo ucciso con una revolverata alla testa. Il macabro ritrovamento avviene in un luogo che in paese tutti chiamano “il castagno dell’impiccato”. Casabona, capo della Mobile, è chiamato a occuparsene: per lui si tratta di una vera e propria esecuzione. Il commissario inizia le indagini ma nel giro di poche ore il caso gli viene sottratto dalla direzione antimafia. Strano.

Nei luoghi in cui si è consumato l’omicidio, l’atmosfera è densa di mille emozioni: per opere di manutenzione, bisogna svuotare la diga costruita nel dopoguerra. Quando si procede con questa operazione, dalle acque del lago riemerge il vecchio borgo fantasma di Torre Ghibellina, con le sue case, la chiesa e il piccolo cimitero. Tra i resti delle povere case sopravvive un  mistero inerente a una strage nazista avvenuta proprio nel paesino sommerso. Il dossier che riguarda l’accaduto, denominato Case 178, è ricomparso dopo anni d’oblio, di voluto oblio, provocando una catena di omicidi a cui Casabona dovrà porre fine. Scoprire cosa si nasconde dietro agli omicidi e cosa nascondono da decenni le acque del lago Bali, sarà un tutt’uno. La verità sarà capace di placare le voci che invocano giustizia? La ferocia del passato deve essere dimenticata in nome del bene comune? Oblio o giustizia? A Casabona la scelta!

“La pietà dell’acqua” è un romanzo che prende per mano il lettore e lo conduce attraverso i meandri del passato dove si nasconde un’atroce verità che in molti hanno volutamente dimenticato. La guerra ha seminato uno strascico di morte nel paesino sommerso. Nessuno ha mai indagato, nessuno ha mai ascoltato il grido di dolore che proviene dalle misere tombe sepolte dall’indifferenza degli uomini. La fine della guerra vide cancellare, con un colpo di spugna, i crimini di coloro che si erano macchiati di atrocità sulla popolazione inerme. Il bene comune era più importante! Ma come si può ricostruire una società privandola della “luce della giustizia?” E’ giusto pensare che la guerra renda folli gli uomini? Nulla può essere giustificato nel nome di un conflitto mondiale. La pace non dovrebbe essere solo un trattato firmato per porre fine alla diatriba fra Stati. Chi nasconde la verità è meno colpevole di coloro che hanno commesso i crimini? Corrotti e codardi fanno di tutto per tenere celato agli occhi del mondo ciò che uomini crudeli e spietati hanno fatto in guerra. Se avete fatto caso io scrivo di uomini senza indicare alcuna generalità o nazionalità, perché la guerra travolge tutti.

Casabona dimostrerà che verità e giustizia, che per decenni hanno percorso vie diverse, sono finalmente libere dalle sbarre della menzogna. Tutti abbiamo il diritto alla verità, la menzogna che si veste di verità storica è un comodo espediente per tutelare interessi egoistici e politici.
Per la terza volta, quell’orribile tragedia, consumatasi nel paesino ora ricoperto dalle acque del lago di Bali, tornava alla luce per invocare giustizia. 

La verità si può nascondere, negare, modellare in nuove forme a seconda della convenienza, vestire con l’abito di una diversa apparenza, ma non si può cancellare.
“La pietà dell’acqua” è un libro profondo, ben scritto, appassionante. Non attendetevi la solita indagine per omicidio, tra queste pagine c’è molto di più. Troverete il dolore di persone che hanno subito la violenza fisica e sono poi stati uccisi una seconda volta dall’indifferenza di coloro che agiscono in nome della giustizia. Scoprirete “l’armadio della vergogna” in cui per anni sono rimasti rinchiusi dei fascicoli che contenevano la testimonianza e le prove di atroci avvenimenti. Conoscerete personaggi misteriosi che nel mondo della politica hanno tramato nell’ombra per ottenere ciò che consideravano giusto per la società e per la conservazione del loro potere. Primo fra tutti l’Onorevole: personaggio cinico che in cambio del “silenzio” favorisce carriere e successi. Amerete le atmosfere dense di emozioni che renderanno la lettura sempre viva e coinvolgente. Il lago e il tempo, complici silenziosi, proteggono il sonno dei giusti. L’acqua del lago di Bali ricopre il luogo dove è stato versato il sangue di molti innocenti. Pietosamente lo sottrae agli occhi degli uomini, ne conserva intatto l’immenso dolore.

La notte del 20 novembre del 1944 qualcosa di tremendo accadde a Torre Ghibellina.

 Lo scrittore Antonio Fusco, funzionario nella Polizia di Stato e criminologo forense, dà voce a quegli avvenimenti, realizzando un romanzo che inchioda tutti alle proprie responsabilità. La lettura fluida permette di leggere il libro in pochissimo tempo, lo svolgimento dei fatti è ben ricostruito e credibile, i personaggi sono definiti con debolezze e virtù, le riflessioni rendono la storia ancor più profonda e appassionante. Tassello dopo tassello ogni cosa trova la sua giusta collocazione.

“La pietà dell’acqua” è un romanzo da leggere “in punta di piedi”, con rispetto e attenzione, per non disturbare l’eterno riposo delle anime violate. Buona lettura.

“ Per le anime è morte diventare acqua,  
e per l’acqua è morte diventare terra,  
ma dalla terra nasce l’acqua e dall’acqua nasce l’anima. ”
 (Eraclito)

9 commenti:

  1. dalla tua recensione traspare un romanzo profondo, anche drammatico per certi versi, dove l'indagine è solo una delle componenti...prendo subito nota, non ho ancora letto nulla di questo autore e le tue parole mi hanno incuriosito parecchio! :)

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    1. Anche per me questo è stato il primo libro che ho letto di Antonio Fusco. Mi piacerebbe leggere anche l'altro suo romanzo:"Ogni giorno ha il suo male" :)

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  2. Che bella recensione Aquila!!! Mi ha trasmesso una certa emozione, tanto da voler leggere prestissimo il romanzo! il titolo è molto poetico e quando sono stata in Aragona ho avuto modo di visitare dei paesi sommersi (alcuni "recuperati", molti ancora sono sott'acqua) in cui il generale Franco non ha esitato a far annegare gli abitanti che si opponevano al trasloco forzato per creare un bacino artificiale. Da brividi le testimonianze di chi ha vissuto tali soprusi e che ha visto perse per sempre le proprie radici.... Insomma, sento molto vicina la tematica!!

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    1. La tua esperienza è molto interessante e sicuramente emozionante. In ogni guerra l'uomo mostra il suo "cuore nero" e bisogna permettere sempre alla giustizia di fare il suo corso. Un saluto.

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  3. Le tue recensioni sono sempre bellissime, curate e appassionate <3 E, pensa un po', nonostante io non sia propriamente appassionata di gialli, su questi ci farò un pensierino :)
    Un bacio :*

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  4. Aquila, davvero una bella recensione, ho già adocchiato il primo romanzo, domani libreria, anche questo sarà mio!

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    1. Anch'io lo acquisterò prestissimo, sono curiosissima di leggerlo :)

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  5. Ciao Aquila, ti seguo volentieri anch'io e scopro con piacere il tuo bel blog. =)
    Finito di leggere ora, un libro che insegna il rispetto e ci rende poco più avvezzi alla memoria. Non il solito caso da risolvere, c'è molto di più.
    Un abbraccio e a presto, Vale.

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