Buongiorno cari lettori.
Oggi il caldo è insopportabile, non vedo l’ora di andare al
mare. Intanto cerco refrigerio tra le pagine dei miei amati libri. Dopo aver
letto “Il Cardellino” (recensione), mi ero ripromessa di leggere “Dio di illusioni” ma, come
spesso accade, mi sono lasciata conquistare da una cover inquietante e ho
finito per leggere “Il piccolo amico” di Donna Tartt, edito Rizzoli.
Autrice: Donna Tartt
Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Pagine: 685
Prezzo: € 11,00 (cartaceo)
Sinossi:
Un'ombra cupa si stende sull'infanzia di Harriet Cleve, che cresce con la famiglia in una cittadina del Mississippi: è l'omicidio, senza colpevoli, del fratello Robin, impiccato a un albero del giardino quando lei era appena nata. Quella tragedia ha segnato tutta la famiglia, che non è più riuscita a superare il dolore. Per Harriet, Robin è il "piccolo amico", il legame con un passato felice che lei conosce solo attraverso le fotografie, i ricordi, i racconti dei familiari. Così, nell'estate in cui compie dodici anni, decide di scoprire l'assassino del fratello e di compiere la sua vendetta.
STILE: 8 | STORIA: 7 | COPERTINA: 7
Recuperati i tovaglioli buoni, Charlotte si apprestava a chiamare Ida, quando fu colta dal presentimento di qualcosa di brutto.
La bambina, fu il suo primo pensiero. Si rialzò di furia, lasciando cadere i tovaglioli sul tappeto, e corse fuori in veranda.
Ma Harriet stava bene. Era ancora sul dondolo e guardò la madre con i grandi occhi gravi. Allison sedeva sul vialetto con il pollice in bocca. Si dondolava avanti e indietro e mugolava, in apparenza non aveva niente, ma Charlotte si accorse che aveva pianto […]
Con la coda dell’occhio Charlotte colse un movimento in fondo al giardino: Robin? Ma, voltatasi a guardare, non scorse nessuno [...]
Mrs Fountain lo vide per prima. Il suo urlo piombò su Charlotte, inchiodandola. Cominciò a correre, a correre, e le pareva di non arrivare mai […]
Era appeso per il collo a un pezzo di corda, legato a un ramo basso del nero albero di tupelo, accanto alla siepe di ligustro che separava la casa di Charlotte da quella della vedova. Ed era morto. Le punte delle sue scarpe da tennis dondolavano a quasi due metri da terra.
La famiglia Cleve era riunita per il pranzo: era la Festa
della Mamma. I bambini giocavano in giardino, gli adulti discorrevano e
ridevano fra loro. Poi all’improvviso la tragedia, assurda e devastante. Robin,
il piccolo Robin, viene trovato impiccato a un albero. A poca distanza da lui
ci sono le sue sorelline: Allison, 4 anni, e Harriet di pochi mesi. Nessuno ha
visto o sentito nulla. E’ stato un incidente o un omicidio? Le indagini non
porteranno a nulla, nessun indizio, tante supposizioni, nessun colpevole.
Dodici anni più tardi, Harriet decide di scoprire la verità: vuole dare un nome
a colui che ha assassinato Robin, il suo fratellino, il suo “piccolo amico”.
Inizia così un viaggio a ritroso nei ricordi della famiglia che, da quel
drammatico giorno, è implosa nel dolore dei suoi componenti. Attraverso vecchie
fotografie, racconti, cose “dette e non dette”, Harriet crede di aver individuato l’assassino. Sarà vero?
Con la morte di Robin molte cose erano cambiate nella
famiglia Cleve Dufresnes.
Charlotte, la mamma, era precipitata in un’indifferenza “che
velava e sbiadiva ogni aspetto della sua vita”. Dixon, il padre, era un uomo a
cui il matrimonio andava stretto, dopo la morte del figlio non sopportava
l’atmosfera di abbandono che si respirava in casa. L’inerzia e la tristezza che
si erano impadroniti della sua famiglia, lui, non le accettava più. Scappa via
e va a vivere lontano, a Nashville, “senza il minimo senso di colpa”. Nonna
Edie ha il cuore indurito dalla tragedia, Robin era la luce dei suoi occhi.
Dodici anni dopo la situazione è immutata, specchio fedele
della tragedia. Allison ed Harriet sono cresciute nella solitudine con una
madre perennemente depressa e un padre assente.
Allison è una
fanciulla dolce e carina, fragile ma paziente, non particolarmente brava a
scuola, con un bisogno costante di dormire. Non ricordava nulla di quel funesto
giorno.
Harriet, la sorella minore, ora ha 12 anni, è intelligente,indipendente,
arrogante, irritante. E’ altera e diretta, non è molto amata. Adora guardare
vecchie fotografie che ritraggono la famiglia al completo nella vecchia dimora.
E’ ossessionata dalla scomparsa prematura del fratello, vuole scoprire il
colpevole, sciogliere il mistero e fare giustizia.
A volte, le capita, aggirandosi per la sua tetra casa, di
sentire la presenza del “piccolo amico”:
Ne udiva il passo nello scricchiolio dell’impiantito, avvertiva la sua presenza nel gonfiarsi di una tenda o nell’angolo di una porta che si spalancava da sola. Le faceva i dispetti, di quando in quando, nascondendole il libro o la barretta di cioccolato, per rimetterli sulla sedia quando lei non guardava. Harriet amava la sua compagnia.
Così la ragazzina si improvvisa detective, svolge
improbabili indagini, mette insieme dichiarazioni che nulla hanno a che vedere
con l’omicidio, trae le sue conclusioni e decide di sostituirsi alla giustizia,
incapace e miope, per punire il colpevole.
Per quasi 700 pagine ho rincorso Harriet
e il suo mondo che si mostra abitato da uomini violenti, spacciatori, ladri,
drogati. L’autrice meticolosamente descrive i tantissimi personaggi, le loro
vite, le gesta, creando un’esistenza sospesa tra sogno e realtà. Spesso è
impossibile distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è, i confini
svaniscono, il tempo si dilata all’infinito bloccato in un presente, ancorato
al passato, senza un futuro. Nella terra del Mississippi, bianchi e neri mal si
sopportano, sospetti e diffidenze alimentano incomprensione e odio. Le due
ragazzine sono cresciute senza la guida e il conforto dei genitori. Allison è
troppo debole per badare a se stessa. Harriet è un cucciolo di tigre dallo
sguardo penetrante. Entrambe sopravvivono come meglio possono, prigioniere di
una famiglia con molte ombre e poche luci.
“Il Piccolo Amico” è un romanzo complesso, con descrizioni
particolareggiate, una miriade di personaggi e un finale che lascia l’amaro in
bocca. Fin dalle prime pagine mi sono chiesta: “Chi ha ucciso Robin?”
---SPOILER---
Purtroppo non lo saprò mai, il “colpevole” svanisce nelle
atmosfere raffinate ed eteree che la scrittrice realizza con la sua scrittura.
Forse il mio errore è stato proprio quello di voler sapere, a tutti i costi,
chi ha stretto la corda intorno al collo del piccolo Robin. Negli avvenimenti,
tragici e imprevisti, non sempre c’è una conclusione. Anche nella vita vera non
c’è sempre una soluzione, alcuni fatti rimangono sospesi nella realtà dei
nostri ricordi. Nulla possiamo fare. Nulla è dato sapere.
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Ho letto questo libro con interesse, coinvolta da un inizio
promettente e avvincente. Credevo di aver tra le mani un bel giallo, intrigante
e appassionante. Mi sbagliavo.
Ormai credo di aver capito che per la scrittrice non sia
importante la storia fine a se stessa. L’importante è la narrazione, il gusto
delle descrizioni, la ricchezza dei particolari, la voglia di creare un mondo
che conservi profumi, suoni, voci, della nostra esistenza. Devo dire che la
lettura di questo romanzo è stata più fluida rispetto a “Il Cardellino” e l’ho
apprezzato di più anche se in alcuni momenti le vicende sembravano ripiegarsi
su se stesse, senza trovare uno sviluppo adeguato. Sicuramente Donna Tartt ha
uno stile raffinato, sinuoso ed elegante. La storia trae giovamento da tale
bravura ma si perde nei meandri delle tante vicende collaterali che accerchiano
Harriet ed Allison. Alcuni passaggi sembrano dilatarsi nel tempo ( la cattura
dei serpenti velenosi ne è un esempio), altri sono meteore che bruciano
nell’atmosfera della narrazione senza lasciare traccia.
Mi chiedo se con “Dio Di Illusioni” avrò più fortuna.
Speriamo. Un’ultima riflessione: devo smetterla di lasciarmi forviare dalle
copertine. Cover inquietante non vuol dire, necessariamente, romanzo
inquietante!
Questo libro è in attesa sul comodino, ma dopo questa recensione credo che lo riporterò in biblioteca senza leggerlo. Lo avevo preso un po' a caso non trovando disponibile Il Cardellino, ma sinceramente avrei potuto prendere qualcos'altro.
RispondiEliminaHo letto anche la sezione spoiler della recensione, e libri con conclusioni del genere non fanno per me.
Bisogna però ammettere che la copertina di questa edizione è davvero carina, specialmente in confronto a quella rigida!
Io leggerò, in futuro, "Dio di Illusione": è un romanzo di Donna Tartt di cui ho letto tante recensioni positive. La cover de "Il Piccolo Amico" piace tanto anche a me :)
EliminaMi piace molto qui... davvero! Visto che ti occupi di libri, i daresti un cosnsiglio.. ti aspetto da me!
RispondiEliminaPasso con piacere :)
EliminaNon ho letto questo romanzo, è nella mia libreria da anni, ma non ho mai avuto il "coraggio" di affrontarlo; ho letto Dio di illusioni, ma non tutto, non sono riuscita a finirlo. L'autrice scrive splendidamente, ma davvero certe parti sono troppo lente per i miei gusti.
RispondiEliminaMi dispiace sapere che non hai finito "Dio di Illusioni". Io aspetterò un po' prima di leggerlo :)
EliminaCiao :)
RispondiEliminaLa cover è molto bella, certo non sempre però il libro è altrettanto bello... L'avevo il lista ma forse aspetterò un po a leggerlo...
Le cover, a volte, ingannano :)
EliminaDi lei non ho letto ancora nulla. Per ora, non so perché, i suoi romanzi non mi hanno ancora attirato tanto da leggerli.
RispondiEliminaLa cover di questo comunque è abbastanza inquietante O-o
Cover inquietante, romanzo che ha un inizio avvincente e poi si spegne. Scritto benissimo, con raffinatezza, lascia però l'amaro in bocca per il finale :)
Eliminaavevo già la sensazione che lo stile di questa autrice non facesse per me, la tua recensione ha confermato i miei sospetti :/ credo che farei fatica a portare a termine la lettura...grazie! :*
RispondiEliminaDonna Tartt ama passare sotto la lente d'ingrandimento anche il più piccolo particolare. Nulla sfugge alla sua precisione :)
EliminaNon so, da una parte ammetto che mi incuriosisce però c'è qualcosa che mi blocca.. di Donna Tartt anche a me piacerebbe molto leggere Dio di illusioni e spero di farlo presto :)
RispondiEliminaLeggerò anch'io Dio di Illusioni e spero in una lettura piacevolissima anche perchè ho visto molte recensioni positive :)
EliminaLa cover mi aveva colpita e un po' inquietata, ma al momento dello scambio con uno dei miei libri, il mio istinto mi ha frenata, e ora tu mi confermi che non ho sbagliato scelta, grazie!
RispondiEliminaA volte, per fortuna, l'istinto guida in modo positivo le nostre azioni :)
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminacome già altri prima di me..., anch'io credo che la cover senz'altro attiri molto!! ;)
Eliminala tartt non l'ho ancora "assaggiata" e vorrei farlo magari iniziando da Il cardellino; questo per ora lo rimando :D
"Il Cardellino" è stata, per me, una lettura lenta, a volte, lentissima. Ma questo è il mio modesto parere, quindi buon "assaggio" cara Angela :)
EliminaQuesto libro mi incuriosiva parecchio ma il numero di pagine mi ha sempre bloccata dall'acquistarlo, visto il poco tempo che ho a disposizione. Ho un'immensa curiosità a scoprire cosa è accaduto al piccolo.
RispondiEliminaMa non so, visto il tuo giudizio, forse aspetterò ancora :\
Ciao Christy, anch'io ho letto "Il piccolo amico" spinta dalla curiosità di sapere la verità su ciò che è accaduto a Robin. Le pagine sono tante, ricche di descrizioni, pochi i dialoghi, ma la lettura scorre veloce :)
EliminaHo letto “Il Cardellino” e dopo aver superato le prime pagine oltremodo descrittive, solo per la grande capacità di tratteggiare i caratteri e le situazioni anche se non strettamente pertinenti al contesto, sono entrato nella trama. Sicuramente ben scritto e con una trama di sicuro interesse. Forse un po’ troppo dispersivo in alcuni passaggi, ma da consigliare. Successivamente sono passato attraverso “ Dio di illusioni” nel quale ho ritrovato il piacere di leggere Donna Tart, pur con qualche fatica per i soliti passaggi eccessivamente descrittivi e qualche volta, a mio avviso, non necessari al percorso narrativo. Alla fine sono approdato a “il piccolo amico” . Che strazio !! L’ho finito con la ostinazione del “ voglio sapere come va a finire” , rimanendo deluso come molti di voi !
RispondiEliminaLungo, lungo, molto lungo. Un riuscito esperimento di bella scrittura, ma per un racconto il cui inizio fa prevedere un percorso che, pur navigando nel contesto della famiglia negli Stati del sud America, porti alla soluzione di un delitto, ti lascia con la bocca asciutta. Sicuramente brava ma io ho chiuso con i suoi racconti.
Lo sto leggendo con grande fatica. Confermo la lentezza dei troppi particolari... leggendo poi dagli spoiler che non c'è soluzione al mistero mi passa la voglia di finirlo.
RispondiEliminaIo come voi, ci ho girato molto intorno prima di leggere Il cardellino e Dio delle illusioni in lingua madre, ma posso dirvi che alla fine, l'autrice mi ha preso così tanto che ho appena ordinato il piccolo amico....
RispondiEliminaIo sono.cresciuta a latte e Patricia Cornwell.... che forse è peggiore