giovedì 4 giugno 2015

RECENSIONE | "L'Arte Di Correre" di Murakami Haruki

Salve carissimi lettori, oggi ho deciso di proporvi la recensione di un libro scritto da un autore giapponese. Si tratta di “L’Arte Di Correre” di Murakami Haruki, Einaudi Super ET, traduzione di Antonietta Pastore.

L'Arte Di Correre

Autore: Murakami Haruki

Editore: Einaudi
Prezzo: 11,00  €  (cartaceo)  
Pagine: 146 

Sinossi:
Quando, nel 1981, Murakami chiuse Peter Cat, il jazz bar che aveva gestito nei precedenti sette anni, per dedicarsi solo alla scrittura, ritenne che fosse anche giunto il momento di cambiare radicalmente abitudini di vita: decise di smettere di fumare sessanta sigarette al giorno, e - poiché scrivere è notoriamente un lavoro sedentario e Murakami per natura tenderebbe verso una certa pinguedine - di mettersi a correre. Da allora, di solito scrive quattro ore al mattino, poi il pomeriggio corre dieci o più chilometri. Qualche anno più tardi si recò in Grecia dove per la prima volta percorse tutto il tragitto classico della maratona. L'esperienza lo convinse: da allora ha partecipato a ventiquattro di queste competizioni, ma anche a una ultramaratona e a diverse gare di triathlon. Scritto nell'arco di tre anni, "L'arte di correre" è una riflessione sulle motivazioni che ancora oggi spingono l'ormai sessantenne Murakami a sottoporsi a questa intensa attività fisica che assume il valore di una vera e propria strategia di sopravvivenza. Perché scrivere - sostiene Murakami - è un'attività pericolosa, una perenne lotta con i lati oscuri del proprio essere ed è indispensabile eliminare le tossine che, nell'atto creativo, si determinano nell'animo di uno scrittore. Al tempo stesso, questo insolito libro propone però anche illuminanti squarci sulla corsa in sé, sulle fatiche che essa comporta, sui momenti di debolezza e di esaltazione che chiunque abbia partecipato a una maratona avrà indubbiamente provato.

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STILE: 8 | STORIA:  7 | COPERTINA: 7

Oggi è il 5 agosto 2005, un venerdì. Isola di Kauai nell’arcipelago delle Hawaii, costa nord. Il tempo è sempre così bello che viene quasi a noia. Al momento non c’è una nuvola in cielo, non c’è nemmeno un’allusione all’idea di nuvola. Sono arrivato qui alla fine di luglio e come al solito ho preso in affitto un appartamento. Ogni mattino, quando fa ancora fresco, mi metto alla scrivania a lavorare. Adesso infatti sto scrivendo queste righe riguardo all’atto di correre.
“L’Arte di Correre” è un libro di memorie di Murakami, nel quale lo scrittore narra le proprie esperienze nella corsa su lunghe distanze. Queste esperienze sportive si integrano con la sua storia personale: ha corso molte maratone e ha partecipato a gare di Triathlon. Per Murakami, scrittura e corsa si intrecciano.

La corsa compensa la vita sedentaria dello scrittore e ne rafforza la disciplina, la regolarità. Questa disciplina si riflette anche nella scrittura.

Prima di dedicarsi alla scrittura Murakami gestiva un jazz-club il Peter Cat a Tokyo, era un lavoro duro dal mattino a tarda notte. Periodi difficili si alternavano con momenti di pace relativa.

Stavo per compiere trent’anni. Ero arrivato a un’età in cui non potevo definirmi “un giovane”. Così ho concepito il proposito di scrivere dei romanzi – una cosa che non mi era mai passata per la mente prima di allora. Posso indicare con estrema precisione il momento in cui ho deciso di mettermi a scrivere. Era il 1° aprile 1978, verso l’una e mezzo del pomeriggio.
Murakami chiude, dopo 7 anni, il Peter Cat, per dedicarsi solo alla scrittura vivendo dei proventi ricavati dalla vendita dei suoi libri. Egli prova a diventare “uno scrittore”. 
Nasce così “Nel segno della pecora”: libro accolto con freddezza dalla critica ma con entusiasmo dai lettori. Murakami rimaneva per molte ore seduto a scrivere, questa non era certamente un’abitudine sana, uniamoci il fumo e tutto diventa più problematico. La corsa è il rimedio a questi problemi. Smette di fumare e inizia una nuova vita: si alza al levar del sole e la sera va a dormire prima possibile. Incontra solo persone che gli vanno a genio. Le prime ore del mattino sono dedicate alla scrittura, poi esercizio fisico e varie incombenze. La sera si dedica a interessi piacevoli come la musica, la lettura e poi a letto presto. Una vita tranquilla concentrata nella scrittura e relazioni umane costruite con i lettori. Un’ora al giorno è dedicata allo jogging. Così come nella corsa bisogna mantenere un ritmo costante, anche lo scrivere è governato dallo stesso ritmo. Così come la corsa è un progetto a lungo termine che si realizza quotidianamente con allenamenti costanti così anche la realizzazione di un libro presuppone un progetto a lungo termine, parola dopo parola, foglio dopo foglio. Per realizzare tale impegno, nello sport come nella scrittura, bisogna avere come scopo il senso di soddisfazione per ciò che si riesce a fare. Non importa arrivare primi.
Voglio pensare ai fiumi. Voglio pensare alle nuvole. Ma in realtà non penso a niente. Semplicemente continuo a correre in un silenzio di cui avevo nostalgia, in un comodo spazio vuoto che mi sono creato da solo. E dicano quel che vogliono, ma è una cosa fantastica! 
Murakami partecipa a varie maratone, impara dai suoi sbagli, diventa “scrittore che corre”. L’importante è tagliare un traguardo dopo l’altro, con le proprie forze. Il tempo impiegato non ha importanza. E’ importante essere contenti di se stessi, provare gioia, trarre da ogni sbaglio un insegnamento. Correre così come scrivere sono azioni che si fanno in solitudine “sulle strade del mondo”.

Il titolo originale di questo scritto è “What I Talk About When I Talk About Running”, ( Di cosa parlo, quando parlo di corsa) e fa riferimento a una raccolta di racconti di Raymond Carver: “ Di cosa parlo quando parlo di amore.”

“L’Arte Di Correre” è un libro ben scritto, lettura scorrevole, una riflessione sulle capacità e i limiti dell’uomo. La corsa diventa metafora della scrittura, lo scrittore si rivela un uomo metodico, pronto al duro sacrificio della corsa specchio dei sacrifici necessari per ottenere dei risultati in ogni campo della nostra esistenza. Murakami, lo scrittore-maratoneta, mostra di conoscere i propri limiti, parla di talento e concentrazione. La scrittura è impegno, disciplina. E’ spaziare con la fantasia. Diventare un eroe tra le pagine di un romanzo, ritornare se stessi nella quotidianità. La scrittura è solitudine e vita, forza e spiritualità.

Per chi ha già letto Murakami, questo breve romanzo è l’occasione per conoscere un altro lato dello scrittore giapponese. Vi lascio con una sua frase:
La solitudine è un risultato che in parte ho cercato di mia spontanea volontà. Soprattutto per chi fa il mio mestiere, è un percorso obbligato, anche se in gradi diversi. Tuttavia il senso di solitudine, come un acido fuoriuscito da una bottiglia, può corrodere e annientare lo spirito di un individuo senza che questi se ne accorga. E’ una micidiale arma a doppio taglio. Protegge lo spirito e al tempo stesso dall’interno continua senza sosta a ferirlo.

6 commenti:

  1. Letto tempo fa e mi è piaciuto moltissimo :) nonostante abbia fatto un po' di fatica ad entrare nel vivo della storia. Fu il primo libro di questo autore che mi ritrovai fra le mani ^^

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    1. Il primo libro che io letto di Murakami è stato 1Q84. Libro 1 e 2; 1Q84. Libro3. Romanzo stupendo che ancor oggi ricordo con immenso piacere :)

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  2. questo scrittore mi manca, ma per tempo non per altre ragioni! spero di recuperare presto!

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    1. Ti consiglio di cominciare con "Nel segno della pecora" e proseguire con 1Q84. Il secondo è un libro che incanta :)

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  3. Murakami è un autore che non ho ancora letto, mi è piaciuto molto il parallelismo scrittore-maratoneta su cui è incentrato questo libro e credo che per un approccio iniziale opterò per uno dei due che hai consigliato ad Angela. 1Q84 mi è stato consigliato anche da mia sorella :) a prestissimo :*

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