lunedì 6 giugno 2016

RECENSIONE | "Fragili verità" di Bruno Morchio

Carissimi lettori, avete trascorso un weekend rilassante e piacevole? Vi sentite pronti per iniziare una nuova settimana piena d’impegni? Prima di tuffarmi, scusate il “verbo” prettamente estivo ma ieri ho trascorso la  giornata al mare, nel tran tran quotidiano, vorrei informarvi che non esistono più granitiche verità. No, state tranquilli, non ho preso un colpo di sole ma, proprio ieri, ho finito di leggere un romanzo che mi ha coinvolta particolarmente. I temi trattati caratterizzano la nostra complessa società e sono i pilastri su cui si basa una storia che ha un protagonista davvero speciale: Bacci Pagano, l’investigatore dal cuore d’oro. Se già non lo conoscete, ve lo presenterò con vivo piacere. Conoscerete un uomo cinico e pungente ma pronto a difendere i più deboli e i perdenti.

Fragili verità
Bruno Morchio

Editore: Garzanti
Pagine: 350 
Prezzo: € 16,90

Sinossi: Giovanni ha 16 anni, ed è scomparso. Il suo è un passato di degrado nelle favelas colombiane: un terribile modo di essere bambini che, attraverso l'adozione internazionale, i suoi genitori italiani hanno cercato di cancellare. Ma ora Giovanni sembra vittima di un destino che torna a riaffìorare con violenza. A Bacci Pagano tocca un compito piuttosto semplice: rintracciare il ragazzo, il lavoro ideale per rimettersi in sella dopo la pericolosa indagine che gli è quasi costata la vita. Ma quando, ritrovato Giovanni, Bacci intravede le tracce di un traffico di droga legato alla causa delle FARC, sente crescere un senso di responsabilità. Non lascerà il giovane in balìa di chi vuole usare il romantico ricordo di un padre guerrigliero per strumentalizzare un minorenne. Soprattutto perché Bacci, con il suo mai sopito spirito rivoluzionario, quel gioco lo capisce fin troppo bene.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COPERTINA: 8

Il nostro tempo, quello delle certezze granitiche e delle asserzioni definitive, è passato per sempre. Invecchiando abbiamo capito che la verità è un’essenza fragile, da maneggiare con cura. Per la sua natura così aleatoria e perché può diventare pericolosa per coloro che vi sono implicati.
Genova, estate del 2015.

Giovanni, sedici anni, è scomparso da diversi giorni. Il ragazzo ha un passato difficile è cresciuto nelle favelas di Santiago di Cali, una delle città più povere e violente della Colombia. All’età di otto anni, grazie all’adozione internazionale, Giovanni ha dei nuovo genitori italiani che faranno di tutto per cancellare il suo passato. In Colombia il ragazzo ha conosciuto la povertà più nera, la droga, la criminalità. Tutte esperienze terribili per un bambino, esperienze che hanno segnato i primi anni della sua esistenza. I genitori adottivi temono per la sua vita e si rivolgono a Bacci Pagano per ritrovarlo. Il compito non è complicato, Bacci ritrova il ragazzo in breve tempo. Tuttavia Giovanni è implicato in un pericoloso traffico internazionale di droga, forse legato alla causa delle FARC, le forze armate rivoluzionarie colombiane. Bacci non se la sente di voltare le spalle a un ragazzo, anzi a una famiglia, che ha bisogno di aiuto.

“Fragili verità” è un romanzo che ha due protagonisti, Bacci Pagano e la città di Genova. Ho letto con piacere l’avvicendarsi degli eventi che diventano un tutt’uno con la città, i suoi vicoli, il porto.

Di Bacci Pagano conosco poco ma quel poco mi piace. L’investigatore privato fuma la pipa, uno dei suoi romanzi preferiti è “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov. È stato in prigione, in un carcere di massima sicurezza, per cinque anni con l’accusa di essere un terrorista rosso. È divorziato, con lui vive la figlia Aglaja fidanzata con Essam, un giovane mussulmano. Ama il mare e la buona tavola, viaggia su una Vespa e sta sempre dalla parte dei perdenti.

A dir il vero quest’ultima è la caratteristica di Bacci che più adoro. Schierarsi dalla parte dei perdenti non è mai facile e richiede sensibilità, impegno, coraggio. Nascere in un Paese poverissimo, senza un futuro, con la criminalità che ti fa da mamma e papà, è una terribile situazione che rende Giovanni un perdente fin dalla nascita. L’adozione è una possibilità per cambiare, per gridare al mondo: “Ci sono anch’io!”

Giovanni però non può e non deve cancellare il suo passato. Sicuramente l’adozione è un momento di cambiamento. Una nuova lingua in un Paese diverso dal proprio, nuovi affetti, usi e costumi diversi. Pensare di cancellare il passato con un colpo di spugna è sbagliato. I genitori di Giovanni proiettano su di lui i loro desideri e vedono il figlio non per quello che è ma come vorrebbero che fosse. Una rinascita dalle ceneri della povertà per incarnare il figlio che tutti vorrebbero. Sbaglia Giovanni a temere i suoi ricordi, non può vivere il presente e costruire il futuro se non fa pace con il suo passato.
I ricordi sono come le cose: se te ne prendi cura, tornano a brillare.
I genitori adottivi mi stavano inizialmente antipatici, il loro comportamento verso Giovanni è apparso subito superficiale e viziato da una incapacità di comunicazione non solo con il figlio ma anche tra di loro. Bacci Pagano si rende subito conto delle difficoltà che attanagliano la famiglia e prende a cuore la sorte del ragazzo. 

Sofferenza, rabbia, disillusione e recriminazioni si aggrovigliano nella vita dei complessi personaggi di questo romanzo che trasmette, tra le righe, un messaggio importante per tutti: mai dimenticare la speranza. Non si nasce con un destino già scritto. A volte si parte con forti penalità, tutto sembra più difficile confronto a chi ha una bella e agiata famiglia alle spalle. Nella vita non ci sono ferree verità ma è importante la ricerca della verità per dare un senso alla vita di coloro che sono o credono di essere dei perdenti.
Il fatto è che non possiamo essere totalmente coscienti delle ragioni che muovono le nostre scelte. Del resto, la consapevolezza alza tra noi e le nostre azioni una barriera fragile come cristallo, e basta poco a mandarla in frantumi. Perciò la vita è per gran parte impegnata nell’ingrata occupazione di raccogliere cocci. Forse siamo più vulnerabili di quanto vogliamo credere, e le verità che sostanziano il nostra sapere sono anch’esse fragili e troppo astratte per regolare la complessità dell’esistenza.
Mi piace pensare all’uomo come essere vulnerabile, siamo ragione e cuore, dubbio e certezza, luci ed ombre.

Non conoscevo lo scrittore Bruno Morchio, “Fragili verità” si è rivelata una lettura ricca di riflessioni. Tra le sue pagine sono evidenti molti messaggi sociali che vanno a braccetto con gli intrighi polizieschi. In tutto il romanzo si percepisce in modo netto il senso di appartenenza dello scrittore alla propria terra. Genova non viene narrata come una città da cartolina, le sue bellezze s’intrecciano con le sue debolezze rivelando un'anima complessa nelle sue mille sfaccettature. Poiché ho molto apprezzato questo libro, mi sono informata e ho scoperto che sono molti i romanzi che hanno come protagonista Bacci Pagano. Devo recuperarli assolutamente. Mi piace l’idea di scoprire altri lati del carattere di questo investigatore privato fermamente convinto che tutti abbiano diritto a una seconda possibilità. 

6 commenti:

  1. Non conoscevo questo libro, la trama mi ispira molto e la tua recensione mi fa sperare in bene. Grazie per avermelo fatto conoscere <3

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  2. Sembra un romanzo molto particolare, che va oltre il thriller... mi hai incuriosita :)

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    1. Più che thriller io lo definirei un bel giallo che permette una lettura coinvolgente offrendo spunti di riflessione :)

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  3. L'avevo notato e devo farci un pensierino. mi piacciono i gialli!!

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    1. Sicuramente una lettura più rilassante rispetto ai thriller ma ugualmente avvincente, un saluto :)

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