venerdì 3 giugno 2016

RECENSIONE | "Dimmi la verità, tutta la verità" di Jane Lythell

Carissimi lettori, se vi è capitato di guardare in televisione un vecchio film poliziesco della serie “Perry Mason”, avrete sicuramente ascoltato i testimoni giurare, in tribunale, prima della loro deposizione. La formula così recitava: “Giuro di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità.” La falsa testimonianza era ed è un grave reato severamente punito.  Se io fossi un giudice punirei molti dei personaggi che danno vita a un romanzo che pone, per ben due volte, la parola “verità” nel titolo e poi la dimentica per l’intera storia. Siete curiosi di sapere a quale libro mi riferisco? 

Dimmi la verità, tutta la verità
Jane Lythell (traduzione di Di Falco D.)

Editore: Newton Compton

Pagine: 320

Prezzo:  € 9,90

Sinossi: Kathy è l’immagine perfetta di una donna moderna, felice e brillante. Ha un bellissimo bambino, un marito rispettoso, intelligente e bello e un lavoro glamour e dinamico. Ma non tutti si lasciano ingannare dalle apparenze. Heja, una dipendente di Kathy, conosce la verità: le crepe nel matrimonio del suo capo, la sua insicurezza, la paura del fallimento sul lavoro. Heja è nella posizione ideale per distruggere la vita di Kathy. E se ci riuscirà, potrà prendersi la cosa che desidera di più…



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STILE: 7 | STORIA: 7 | COPERTINA: 7

Heja
“Kathy pensa di avere tutto: il lavoro, il bambino, gli amici e lui. Ma non ha la mia forza di volontà. Con lei tutto è alla luce del giorno. Non ha luoghi nascosti. Non è a conoscenza del proprio lato oscuro, né di quello di altri. Vede sempre il meglio in ognuno.”

Kathy
“Sono tornata al lavoro da tre settimane, ormai, ed è molto più difficile di quanto avessi immaginato. Sento la stanchezza fin dentro le ossa ed è come se il mondo fosse avvolto da un qualcosa di confuso e ovattato che mi taglia fuori e devo mettercela tutta per penetrare questo strato isolante.”
Kathy e Heja sono le protagoniste di questo romanzo in cui i segreti diventano un’arma a doppio taglio. A capitoli alterni, le due donne ci raccontano il loro presente con numerose incursioni nel passato. Kathy è una perfetta donna moderna che riesce a conciliare famiglia e lavoro. Ha un bellissimo bambino, un marito architetto, bello e intelligente, un lavoro da editor per la rivista di architettura più prestigiosa che ci sia in Gran Bretagna. Tutto perfetto, quasi perfetto.

Heja, bellissima donna, lavora alle dipendenza di Kathy e conosce i segreti che si celano dietro la perfezione del suo capo. L’ insicurezza, la paura di fallire sul lavoro, i primi scricchiolii del suo matrimonio, sono indizi che Heja raccoglie nella sua personalissima sfida a Kathy. Una sfida senza regole, ad armi impari. Heja vuol distruggere la vita di Kathy per prendersi la cosa che desidera di più…

“Dimmi la verità, tutta la verità” è un thriller dalla voce femminile. Due donne si alternano nel racconto degli avvenimenti. Le prime quaranta pagine scorrono via in modo tranquillo poi s’innesca una reazione a catena di menzogne e piccoli brividi che movimentano la lettura. La trama, anche se non troppo originale, è ben narrata e i protagonisti si svelano pian piano dando corpo alle dinamiche della storia. Molta attenzione è posta nel descrivere il lato psicologico dei personaggi. Ognuno nasconde qualcosa. La verità è sepolta sotto una montagna di bugie e ciò porterà a momenti di tensione. Elemento importante della storia è l’ossessione che rasenta la follia e conduce a comportamenti estremi. 

Chi mi segue conosce il mio perituro amore per i thriller e devo dire che il lavoro di Jane Lythell si è rivelato una lettura piacevole pervasa da una tensione mai eccessiva ma dosata in modo da condurre, con curiosità, il lettore verso un finale che rivelerà non poche sorprese. Lo scontro tra protagonista e antagonista ricorda una partita a scacchi, a ogni mossa corrisponde una contromossa. Buona la caratterizzazione dei personaggi che si rivelano con molte ombre e poche luci. Tutto il romanzo è pervaso da una sensazione di attesa e di mistero che viene svelato centellinando, pagina per pagina, i vari indizi. 
Tra i personaggi maschili non mi ha entusiasmata Markus, marito di Kathy, uomo riservato e perfezionista. Non ama parlare del suo passato e rimane sempre in secondo piano anche quando l’azione si concentra e coinvolge la sua famiglia. In questo romanzo non ci sono efferati delitti né scie di sangue. Fin dalla prima pagina ho assistito direttamente alla preparazione del crimine, ai meccanismi psicologici che portano a prendere determinate situazioni. Ho apprezzato la doppia narrazione che rende tutto più avvincente e completo. Sono rimasta piacevolmente coinvolta dalla personalità di Heja, dal suo modo di interagire con gli altri personaggi. Con abilità la scrittrice riesce a dare una parvenza di normalità dove invece regna il caos assoluto. Un intrigo di sentimenti e passioni mai sopite, la ricerca di una via di fuga da una verità a cui nessuno può sottrarsi. Con rabbia e determinazione la verità riuscirà ad emergere impiegando poco più di trecento pagine. Ancora una volta i segreti diventano armi che inevitabilmente finiscono nelle mani delle persone sbagliate. Quando ho terminato la lettura di questo thriller mi sono posta una domanda che ora rivolgo a voi. Sono curiosa e vorrei conoscere la vostra opinione.

“Meglio una verità che uccide o una bugia che illude?”

10 commenti:

  1. Ciao Aquila, bella domanda la tua!
    Credo che opterei, senza ombra di dubbio, verso la verità che uccide. Sono una persona molto lineare e schietta per cui non sopporto le mezze misure o le bugie che illudono :)
    Comunque non ho letto volutamente la tua recensione di 'Incubo' perché sto per terminarlo e quindi passerò a scoprire il tuo pensiero in un secondo momento. Buon weekend e buone letture :)

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    1. Concordo con te, meglio la pura e cruda verità rispetto a una bugia che illude :)

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  2. Cara Acquila, rimango stupita dalla maestria con cui hai steso questa recensione: lineare, intensa, concisa. Tutti particolari che mi hanno spronato a dire: "ok. Questo libro finisce dritto sulla mia lista!".
    Davvero complimenti! :)

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  3. e anche questo thriller credo che finirà in WL!
    io sono sempre per la verità, con la quale mai vorrei "uccidere" qualcuno, ma le menzogne non sono assolutamente una giusta soluzione, anche se può sembrare che lo siano apparentemente.

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    1. Ciao Angela, spesso le bugie sono la via più breve e indolore per risolvere un problema. Se leggerai questo libro ti renderai conto che mentire vuol dire costruire una gabbia in cui si rimane prigionieri.Io sono per la libertà a ogni costo :)

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  4. Ciao! Bellissima recensione, mi hai incuriosita molto e me lo segno subito in WL! Mi piace l'idea dell'alternanza tra le voci delle due donne, sono curiosa di leggerne ogni intreccio.

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    1. Le donne sono protagoniste assolute in questo romanzo che delega l'uomo a un ruolo secondario :)

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  5. Aquila cara, le tue recensioni sono sempre fantastiche, questo libro finirà dritto dritto in wishlist!!
    Per la domanda, la risposta è ardua, ma una cosa è certa: le bugie sono come le sabbie mobili, una volta che ne dici una sei costretto a inventarne mille altre e ti invischi sempre di più nella melma, finché non c'è più modo di tirartene fuori!
    E quindi arriva un'altra domanda: "ne vale la pena?"

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    1. Ciao Alenixedda, hai ragione, non vale la pena mentire anche perchè si corre il rischio di ripetere tante volte la stessa bugia e finire con il credere che sia davvero la verità :)

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