giovedì 26 maggio 2016

RECENSIONE | "Dario e Dio" di Dario Fo e Giuseppina Manin

Carissimi lettori, dopo una pioggia torrenziale è finalmente tornato il sereno. Questo pazzo mese sta mettendo a dura prova la mia pazienza. Caldo, freddo poi di nuovo caldo e ancora freddo. Forse dovrei parlare dei cambiamenti climatici con Lui. Vi chiederete: “Lui chi?”
Lui! Lui! Il Padreterno!

Chiedo venia, mi sono lasciata trasportare dal libro che ho appena finito di leggere. Un libro in cui un uomo, con la maschera del giullare, parla con Dio. La conversazione che ne deriva è briosa, ricca di riflessioni ma attenzione, potrebbe farsi rischiosa.

Dario e Dio
Dario Fo, Giuseppina Manin

Editore: Guanda
Pagine: 171 | Prezzo: € 15,00

Sinossi: Maestro di teatro e di letteratura, Dario Fo da sempre è un ateo militante, ma anche un curioso del sacro, che ha esplorato a più riprese in molte opere, a cominciare dal suo capolavoro, Mistero buffo. Il sacro, la Chiesa, i santi e i fanti nel corso del tempo sono stati non soltanto i suoi bersagli, ma i suoi interlocutori privilegiati. Dall’immenso patrimonio dei testi ufficiali e apocrifi, della cultura popolare, dell’arte visiva ha tratto spunto per riletture personalissime della Bibbia e dei Vangeli, della figura di Maria, del rapporto di Gesù con le donne, dell’invenzione della Chiesa e delle sue tante malefatte. Tutto questo con ironia provocatoria, mai blasfema o irrispettosa. E ora, arrivato ai novant’anni, Dario Fo decide di tirare le somme della sua lunga e avventurosa esplorazione nei misteri più o meno buffi della fede e della religiosità. Sollecitato da Giuseppina Manin, si diverte a fare i conti a modo suo con Dio e quel che ne consegue: dalla Genesi all’Apocalisse, dall’Inferno al Paradiso, dal Regno dei Cieli a quello degli uomini.

STILE: 7 | STORIA: 8 | COPERTINA: 7

Esiste?

«No, che non esiste.»

Sicuro?

«Non c’è, non esiste, non ci credo. Però…»

Però cosa?

«Che invenzione…! Come diceva Voltaire, Dio è la più grande invenzione della storia.»
“Dario e Dio” è un libro in cui l’autore, premio Nobel nel 1997 per la Letteratura, svela non solo le sue certezze ma soprattutto i dubbi davanti alla bellezza del creato. Dario Fo, da sempre ateo militante, si è spesso occupato del sacro, della Chiesa. Basta ricordare “Mistero Buffo”, il più noto tra gli spettacoli teatrali di Fo.

Il libro mi ha subito incuriosita fin dalle prime pagine. Con eleganza e irriverenza, l’attore ci accompagna in una travolgente esplorazione dei misteri della fede e della religiosità. Egli ci guida attraverso “i momenti salienti” della religione senza mai perdere brio e tenerezza. Sì, avete letto bene, tenerezza soprattutto nei ricordi legati alla propria infanzia e alla famiglia.
Ho avuto la fortuna di avere due genitori atei. Laici e concreti fino al midollo, ma anche tolleranti e aperti alle credenze religiose altrui. Sempre però con un pizzico di ironia. Mia madre, Pina Rota maritata Fo, era una contadina colta. Mio padre, Felice Fo, capostazione e socialista, dai santi ha sempre tenuto le debite distanze. Funerali civili, sia per lui sia per la Pina.
Per i genitori di Dario l’importane era l’educazione “civile”, il rispetto degli altri, della natura, degli affetti profondi. Tuttavia mandarono Dario al catechismo e qui lui si divertiva a sentire storie fantasiose.
Chiamavo Giuseppe “il marito della Madonna”, Gesù “il figlio del falegname”, gli angeli “i gallinoni del cielo”. I miei compagni ridevano. Il prete no.
Durante la sua vita Fo racconta di aver conosciuto tanti bravi preti.
Con don Andrea Gallo, il prete dei tossici, delle prostitute, dei poveri, eravamo amici veri. Un prete molto speciale, con un piede in strada e uno in chiesa.
Fino alla figura di Papa Francesco, un uomo venuto dai confini del mondo.
Sì, un rivoluzionario. Un papa così non s’era mai visto. Bergoglio sta davvero cambiando il volto della Chiesa. E lo fa senza indugi, senza fa sconti a nessuno. A costo di mollare un papagno al giorno ai potenti, a chi punta solo al denaro, a chi riduce il cibo in merce, a chi sfregia l’ambiente in nome del profitto.
Quando la giornalista chiede il suo parere sulla morte, Dario così risponde:
La temi?

«No. Non la corteggio, ma non la temo. Se hai campato bene, la morte è la giusta conclusione della vita. Detto ciò, madama Morte non si scomodi ad affrettarsi, faccia pure con comodo. Non sono mai stato un tipo che volta le spalle o taglia la corda davanti a niente. Neanche alla morte. Ma se non l’ha mai sfuggita, non l’ho neanche mai cercata.»

Come avrete compreso, questo libro regala una lettura appassionata che vi farà sorridere ma anche riflettere. Pagine di pura ironia provocatoria che non diventa mai irrispettosa. Ora compiuti i novant’anni, Dario Fo tira le somme della sua esplorazione nei misteri della fede e della religiosità. Egli non ha timore di mostrare la propria incredulità davanti alle meraviglie del Creato. I suoi sentimenti, gli affetti, si mescolano con i pensieri. Per tutto il libro, impalpabile ma presente come un lieve e delicato profumo, si percepisce la presenza di sua moglie Franca Rame.

Le ultime pagine racchiudono una brioso dialogo tra Dio e Dario:
Dio: "Ehi tu, chi sei? Mi pare di conoscerti".
Io: "Maestà" ho balbettato,"vi pare di conoscere me? Con tutte le anime che vi trovate intorno dovete avere una memoria davvero sconvolgente."
“Dario e Dio” è una lettura piacevolissima, ironica e provocatoria. Fo ci guida in un viaggio tra fede e religione, offrendoci una sua personale interpretazione della Bibbia e dei Vangeli. La giornalista Giuseppina Manin rivolge delle domande a Fo che ripercorrono i grandi temi della Chiesa. Ne scaturiscono pagine schiette che si leggono con avidità. Indossando la maschera del giullare Fo ci racconta la sua visione del sacro con intrecci di vita. Un racconto trasgressivo nel nome della religione. Dario ricerca la verità e lo fa a modo suo. Con una voce unica che si ascolta con vero piacere.

4 commenti:

  1. ciao Aquila ho visto in giro questo libro ma siccome non sono mai stata una grande fan di Fo l'ho lasciato perdere. il tuo voto mi sta però facendo dubitare della mia scelta ...

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    1. Questo libro è una briosa chiacchierata tra Dario Fo e la giornalista Giuseppina Manin. Pur non conoscendo tutta l'opera di Fo, mi ha incuriosito il suo essere ateo che si confronta con il sacro. Alcune battute fanno sorridere ma nascondono una profonda riflessione. Potresti dargli un'opportunità, si legge velocemente e in modo piacevole. Un saluto :)

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  2. devo dire che mi ha intrigata dal primo momento che l'ho visto in libreria, è in wishlist!

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