sabato 26 settembre 2015

RECENSIONE | “La valle della paura” di Arthur Conan Doyle

Carissimi lettori, la recensione odierna riguarda un libro che sicuramente in tanti conoscerete. E’ stato scritto da un autore scozzese considerato il “padre” del giallo deduttivo, reso famoso dal personaggio dell’investigatore Sherlock Holmes. Si tratta del romanzo “La valle della paura” di Sir Arthur Conan Doyle, Oscar Mondadori.

La valle della paura

Autore: Arthur Conan Doyle

Editore: Mondadori

Pagine: 210

Prezzo: € 9,50 

Sinossi: Fra tutti gli avversari che Sherlock Holmes ha dovuto affrontare nell'arco della sua lunga carriera, il professor Moriarty è stato sicuramente il più pericoloso. In questa avventura il terribile scienziato, nascosto dietro un'insospettabile copertura, fa sfoggio del consueto malefico talento, progettando un piano criminale che lo stesso Holmes non esita a definire geniale. Una delle avventure più complesse e avvincenti del flemmatico e infallibile detective di Baker Street.  



STILE: 8
STORIA:  8
COPERTINA: 7

Si appoggiò su una mano per studiare un foglietto di carta che aveva tolto in quel momento da una busta. Prese poi la busta, l’avvicinò alla luce, e ne esaminò attentissimamente sia la parte esterna, sia il risvolto.  
“E’ la scrittura di Porlock” disse con aria pensierosa …

“The Valley of Fear” è un romanzo che si compone di due parti. Nella prima avviene il delitto che sarà brillantemente risolto da Holmes. Nella seconda vengono narrati gli antefatti della vicenda.

Tutto ha inizio la mattina del 7 gennaio 1883. Sherlock Holmes riceve un biglietto cifrato che reca la firma di Porlock, un suo informatore. Dopo aver decifrato il messaggio è chiaro che un certo signor Douglas è in grave pericolo. Poco dopo Holmes riceve la visita dell’ispettore MacDonald di Scotland Yard che l’informa dell’assassinio di John Douglas del Castello di Birlstone. La polizia ricorre all’aiuto di Holmes per far luce sulla fitta nebbia che circonda l’assassinio. Infatti il cadavere è stato rinvenuto nello studio della tenuta, il volto è irriconoscibile poiché è stato sfigurato da un colpo di fucile a canne mozze. Un misterioso messaggio è rinvenuto accanto al cadavere, forse l’omicida è fuggito dalla finestra, forse ha attraversato a nuoto il fossato che circonda la casa, forse si è dileguato nella boscaglia. A Sherlock Holmes l’arduo compito di trasformare le ipotesi in verità. Durante le indagini appare chiaro che qualcuno trama nell’ombra: il professor Moriarty, terribile scienziato, si nasconde dietro un’insospettabile copertura per progettare e realizzare un piano criminale che Holmes definisce “geniale”. Ben presto le indagini si presentano complicate e solo Sherlock, con la sua fredda logica e la capacità d’analisi, riesce a dare un nome al colpevole.

“La valle della paura” è un romanzo dall’intreccio avvincente e complesso per una vicenda in cui l’investigatore più conosciuto e amato al mondo terrà i lettori con il fiato sospeso. Holmes ci guiderà attraverso la Londra vittoriana per poi condurci all’America dei pionieri e dei gangster. Conosceremo l’evolversi di amori travagliati, assisteremo alle riunioni di logge massoniche, saremo spettatori di crudeli omicidi. A raccontare le varie storie è il dottor Waston inseparabile collaboratore dell’investigatore di Baker Street.

Nella interessantissima prefazione di Len Deighton, si legge:
La lente d’ingrandimento, il microscopio, i calchi in gesso delle impronte, l’uso di un metro a nastro sul luogo del delitto erano le pietre angolari del metodo Holmes, ma tutti questi strumenti fanno quasi invariabilmente da sfondo a un intreccio che si risolve poi non grazie alla scienza, ma a una normale dose di buon senso.
Holmes affascina per il suo modo di risolvere i delitti con metodo scientifico, ma non per mezzo della scienza stessa. Non ci sono perizie balistiche, né l’aiuto di un patologo per risolvere i casi.  Holmes osserva e trae le sue deduzioni. Conosce a fondo i criminali e la loro psicologia. Molto bravo nel travestirsi è un ottimo lettore d’impronte. Abita al 221B di Baker Street, Marylebone, Londra. Ama suonare il violino e nei momenti di depressione, dovuti all’assenza di lavoro, fa uso di cocaina e oppio.

Holmes è di buona famiglia, scapolo impenitente, presenta abitudini metodiche, ha un pessimo carattere: è snob, orgoglioso, inflessibile, vanitoso. Appare insensibile all’amore e all’amicizia: unica eccezione il dottor Watson.

“La valle della paura”, “Uno studio in rosso”, “Il segno dei quattro”, “Il mastino dei Baskerville” sono i quattro romanzi holmesiani scritti da Sir Arthur Conan Doyle. Sicuramente avrete letto questi romanzi ma io non mi stancherò mai di rileggerli, il salotto di Baker Street mi attrae e aspetto con ansia che arrivi il prossimo cliente disposto a tutto pur di ottenere l’aiuto di Sherlock Holmes e del suo “genius minutiae”. 
Nell’attesa ricordate che

“Una volta eliminato l’impossibile, ciò che resta, 
per quanto improbabile, deve essere la verità”
Sherlock Holmes


4 commenti:

  1. Io devo vergognarmi...non ho letto i libri che hai citato, ma la tua recensione mi ha incuriosita accipicchia, dovrei riprovare ad avvicinarmi ai classici!

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    1. Arthur Conan Doyle merita la tua attenzione, troverai letture avincenti che metteranno a dura prova il tuo "lato investigativo". Buona lettura :)

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    2. Salve a tutti. Io ho letto il mastino dei Baskerville dello stesso autore. Se Penna d'oro mi consiglia questo libro, appena mi è possibile lo compro e vi faccio sapere cosa ne penso.

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    3. Ciao Andrea, leggerò con interesse il tuo parere :)

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