lunedì 14 settembre 2015

RECENSIONE | "Chimaira" di Valerio Massimo Manfredi

Buongiorno carissimi lettori, alcuni mesi fa ho acquistato un libro attratta dalla cover suggestiva e dal titolo enigmatico. Il nome dell’autore non mi è nuovo anche se non ho mai letto nessun romanzo della sua vasta produzione. Quindi ho iniziato con molta curiosità a leggere “Chimaira” di Valerio Massimo Manfredi, Oscar Mondadori.
Chimaira

Autore: Valerio Massimo Manfredi

Editore: Mondadori

Pagine: 245 

Prezzo: € 10,00

Sinossi:   
Al museo di Volterra il giovane archeologo Fabrizio Castellani sta cercando di svelare il mistero racchiuso nella statuetta etrusca "L'ombra della sera", quando inquietanti telefonate gli "consigliano" di lasciar perdere. Nel frattempo nei boschi circostanti la necropoli vengono rinvenuti cadaveri di persone sbranate da una terrificante belva. Fabrizio è convinto che tutto sia frutto di un'ira implacabile dalle lontanissime origini. E da archeologo si fa detective del passato.


http://i.imgur.com/ye3Q8bo.png

STILE: 8
STORIA: 7
COPERTINA: 7

Fabrizio Castellani arrivò a Volterra una sera di ottobre a bordo della sua Fiat Punto, con un paio di valigie e la speranza di vincere un posto da ricercatore all’Università di Siena.
Inizia così “Chimaira”, presentando subito Fabrizio Castellani, giovane archeologo, deciso a far luce su una misteriosa anomalia che riguarda la statua etrusca “L’ombra della sera”: il fanciullo di Volterra. Durante i suoi studi, Fabrizio riceve una telefonata con cui una voce misteriosa gli ingiunge perentoria di abbandonare la sua ricerca. Il mistero si infittisce ancor più quando, nei pressi della tomba del Rovaio, vengono ritrovati i corpi di uomini sbranati da una belva gigantesca. Le vittime sono coloro che hanno profanato la tomba in cui, secoli prima, si era svolto un agghiacciante rituale. Tramite un’iscrizione, Fabrizio viene a conoscenza di una maledizione lanciata per un crimine orrendo commesso in tempi ormai lontani, La tomba, la maledizione, la misteriosa belva, sembrano legati fra di loro. Forse anche la statua del fanciullo di Volterra ha un ruolo importante per risolvere l’enigma. Dal passato riemerge un’ira sanguinaria che deve essere fermata. La voglia di giustizia trasmette l’eco delle sua grida attraverso i secoli per dar voce a un odio implacabile, a una passione capace di attraversare il tempo.

Valerio Massimo Manfredi, archeologo e scrittore italiano, è noto per la sua produzione letteraria varia e numerosa.

“Chimaira” è un romanzo ricco di mistero, horror e suspense. La trama rivela un connubio tra archeologia e rituali, tra maledizioni e ardente desiderio di vendetta. I personaggi ben sviluppati danno vita a una storia che coinvolge. Leggendo le pagine di questo libro si ha la sensazione di essere lì, accanto all’archeologo, davanti all’entrata di una tomba etrusca inviolata. Con molta cautela superi l’entrata, avanzi lentamente, percepisci l’odore del passato, il buio della Storia ti circonda. Poi pian piano riesci a distinguere i contorni degli oggetti, scopri un cenotafio in alabastro, misteriose iscrizioni. E’ un attimo. Non puoi più tornare indietro. L’incubo ha inizio.

Nella tomba del Rovaio, l’archeologo Castellani rinviene i resti del più agghiacciante rituale dell’antica religione etrusca, il Phersu. Cosa nasconde la misteriosa iscrizione? Può il passato invadere il presente animato da un odio implacabile? La maledizione, cullata dal tempo, riapre i suoi occhi malefici e il giovane archeologo dovrà scardinare molti segreti per ridare pace alla belva sanguinaria. Nella sua missione di detective del passato, Fabrizio  affianca le indagini del tenente Reggiani: insieme affronteranno la ricerca della verità.

“Chimaira” è un inquietante romanzo che si legge velocemente con molta curiosità. Pagina dopo pagina il mistero si infittisce, l’archeologia si intreccia all’horror creando un mix di emozioni che fanno salire l’adrenalina. Il numero ridotto di personaggi permette alla trama di fluire con scioltezza verso un finale fantasioso che non mi ha convinta del tutto. La parte finale del libro appare un po’ frettolosa diminuendo il fascino dell’intero romanzo. Questo è il primo libro di Valerio Massimo Manfredi che leggo e devo dire che la lettura è stata piacevole, intrigante e suggestiva. Sicuramente leggerò ancora opere di questo scrittore, voi quale romanzo mi consigliate? Nell’attesa dei vostri suggerimenti vi auguro una buona lettura :)

10 commenti:

  1. Anche per me, anni fa, fu questo il primo incontro con Manfredi: il ricordo degli avvenimenti narrati è un po'sbiadito, ma ricordo l'entusiasmo della lettura e il ritmo trascinante! Come thriller storico è molto avvincente anche Il faraone delle sabbie, ma il Manfredi che preferisco è quello de L'ultima legione!

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    1. Romanzo sicuramente avvincente che ti trasporta sui luoghi dei ritrovamenti offrendoti una poltrona in prima fila. Grazie per i tuoi suggerimenti :)

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  2. Ricordo di averlo letto in seconda media col gruppo di lettura della professoressa e mi era piaciuto al punto da volerne acquistare una copia tutta mia.
    Col senno di oggi non so se lo apprezzerei più in quel modo tanto, quindi voglio rimanere con il bel sapore che mi ha lasciato a quei tempi!

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    1. Se hai un bel ricordo di questo libro è giusto conservarne il fascino legato ai tempi della scuola media :)

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  3. Non ho ancora letto nulla di Manfredi, non so se è un genere che riuscirei ad apprezzare, questa trama però mi affascina!

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    1. Archeologia e thriller è un connubio irresistibile. Prova a leggere un romanzo di Manfredi potrebbe rivelarsi una buona scelta :)

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  4. mi sembra una trama avvincente, archeologia, mistero e addirittura un po' di horror.
    ammetto che è un autore che finora non ho mai letto

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    1. L'archeologia ha sempre esercitato un fascino irresistibile su di me. Sicuramente leggerò altre sue opere :)

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  5. L'ho letto tanti anni fa, è davvero stupendo...

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