“Le mezze verità” di Elizabeth Jane Howard (Fazi Editore) è
da oggi in tutte le librerie. Autrice della saga dei Cazalet, E.J. Howard firma
una commedia dal risvolto noir che è
anche un romanzo sull’amore e sulle sue molteplici sfumature. È stato bello
ritrovare la scrittura affascinante e coinvolgente dell’autrice, il suo senso
dell’umorismo che in questo romanzo ci conduce in un viaggio attraverso l’amore
familiare, quello coniugale, quello passionale e quello che pur definendosi
tale non lo è.
STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 7
|
Elizabeth Jane Howard (traduzione di M. Francescon)
Editore: Fazi
Editore: Fazi
Pagine: 330
Prezzo: € 18,50
Prezzo: € 18,50
Sinossi
May Browne-Lacey ha da poco sposato in seconde nozze il Colonnello Herbert; entrambi hanno figli dai precedenti matrimoni e vivono in una casa di singolare bruttezza nelle campagne del Surrey, fortemente voluta dall’uomo e acquistata con l’eredità di May.
Alice, la figlia di Herbert, si sta per sposare, più per fuggire dal padre che per amore. Il Colonnello non piace nemmeno ai due figli di May, Oliver ed Elizabeth: lo considerano un borioso tiranno che si comporta in modo strano e opprime la madre. Oliver, un ventenne brillante e ironico, abita a Londra, non ha un lavoro stabile e vorrebbe tanto sposare una donna ricca che lo mantenga. Elizabeth, la sorella minore, che nutre un complesso di inferiorità nei suoi confronti, è una ragazza ingenua e sentimentale. Quando quest’ultima decide di trasferirsi a casa del fratello per cercare lavoro, May, rimasta sola nel Surrey con Herbert, inizia a pentirsi amaramente di averlo sposato. Intanto Elizabeth trova lavoro e anche l’amore, Oliver cerca la sua ereditiera mentre si fa mantenere dalla sorella, e Alice, incinta e infelice, vorrebbe scappare di nuovo. In questo sottile ritratto di una famiglia in crisi, ognuno deve fare i conti con una mezza verità che lo tormenta; ma la tragedia è dietro l’angolo e quando arriva spazza via quell’aria di non detto che così a lungo ha gravato sui protagonisti.
Alice, la figlia di Herbert, si sta per sposare, più per fuggire dal padre che per amore. Il Colonnello non piace nemmeno ai due figli di May, Oliver ed Elizabeth: lo considerano un borioso tiranno che si comporta in modo strano e opprime la madre. Oliver, un ventenne brillante e ironico, abita a Londra, non ha un lavoro stabile e vorrebbe tanto sposare una donna ricca che lo mantenga. Elizabeth, la sorella minore, che nutre un complesso di inferiorità nei suoi confronti, è una ragazza ingenua e sentimentale. Quando quest’ultima decide di trasferirsi a casa del fratello per cercare lavoro, May, rimasta sola nel Surrey con Herbert, inizia a pentirsi amaramente di averlo sposato. Intanto Elizabeth trova lavoro e anche l’amore, Oliver cerca la sua ereditiera mentre si fa mantenere dalla sorella, e Alice, incinta e infelice, vorrebbe scappare di nuovo. In questo sottile ritratto di una famiglia in crisi, ognuno deve fare i conti con una mezza verità che lo tormenta; ma la tragedia è dietro l’angolo e quando arriva spazza via quell’aria di non detto che così a lungo ha gravato sui protagonisti.
Non esistono cause ed effetti ma piuttosto una catena circolare e sta a noi scegliere se vogliamo essere un anello della catena oppure la catena tutta intera.
“Le mezze verità” è un romanzo raffinato e appassionante che
parla della natura umana e di emozioni universali. Io mi sono sentita partecipe
delle vite dei protagonisti e ho gioito e sofferto con loro. Vicina ai
personaggi femminili, ritratti con una raffinatezza psicologica davvero
intensa, mi sono ritrovata a non sopportare
i personaggi maschili a cui viene
invece assegnato un ruolo negativo della storia. Uomini che pianificano
la vita di coppia arrivando a scegliere anche i vestiti che le loro donne
indosseranno o a chiudere a chiave l’armadietto dei liquori perché non si sa
mai come una donna potrebbe comportarsi davanti all’alcol o destinare un numero
preciso di sigarette che, sempre la gentil consorte, può fumare in una
settimana. Cose d’altri tempi, mi direte! Ne siete proprio sicuri?
La trama ruota attorno a uomini che hanno la mania del
controllo. Iniziamo facendo la conoscenza del colonnello Herbert, personaggio
borioso, ottuso, egoista e noioso, che sposa May, sua terza moglie, diventata
ricca grazie a un’eredità inaspettata. Il marito la obbliga ad acquistare una
grande dimora in stile Tudor, nel Surrey. La casa si trasforma ben presto in
una prigione per May e i suoi due figli, Oliver ed Elizabeth, avuti dal primo
marito. La dimora ricoprirà un ruolo fondamentale nell’evoluzione dei fatti. Per
May la casa è fredda, triste, opprimente e richiede una costosa manutenzione
che il colonnello rifiuta di fare. L’uomo, infatti, tende a risparmiare su
tutto incurante delle esigenze della famiglia. In questo contesto si palesa la
figura carismatica e misteriosa del dottor Sedum. Il colonnello ha una figlia,
Alice, nata dal suo precedente matrimonio. Sua madre è morta quando lei era
piccola e ora, nella casa paterna, viene trattata come una serva a buon
mercato. Sorte, questa, condivisa con May. Quando Alice riceverà la prima
proposta di matrimonio, accetterà subito per fuggire dalla tirannia paterna.
Naturalmente ogni emozione positiva verrà bandita da questa nuova unione e
Alice seppellirà i suoi desideri e le sue aspirazioni. La ragazza, incinta e
infelice, vorrebbe scappare anche dalla casa coniugale. In ogni famiglia,
vecchia e nuova, ognuno deve fare i conti con una mezza verità che lo tormenta.
Intanto Oliver ed Elizabeth vivono a Londra. Lei, fanciulla
bella e ingenua, lavora come cuoca mentre lui, ragazzo affascinante e
divertente,fa sempre ciò che gli passa per la mente ed è in perenne ricerca di
un lavoro. Spreca il suo tempo e il suo talento per mancanza di opportunità o
forse di ambizione.
Oliver spera di poter sposare una ricca donna che lo
mantenga. Chi farà un eccellente matrimonio sarà invece Elizabeth che sposerà
John Cole, un uomo molto ricco ma con qualche mania di controllo neppure tanto
velata. Tra i due è amore a prima vista. Elizabeth andrà a vivere nella villa
di lui e dovrà affrontare Jennifer, figlia di Cole, decisa a rendere difficile
se non impossibile la vita ai due innamorati.
Quando Alice si sposa ed Elizabeth si trasferisce dal
fratello a Londra, May rimane sola con Herbert e inizia a pentirsi amaramente
di averlo sposato. La sua ostinazione, il voler essere una brava moglie, si
trasforma nella certezza di essersi trasformata in una serva che deve
obbedienza a un marito-tiranno ottuso e pieno di pretese.
Con eleganza e tanta ironia, Elizabeth Jane Howard racconta
il mondo complesso del comportamento umano. Attenta osservatrice della società
inglese, l’autrice ci descrive vite
imperfette che si nascondono dietro la maschera della perfezione celando paure,
segreti e bugie. I protagonisti si troveranno spesso davanti a scelte
difficili. Scelte che quasi mai porteranno a un lieto fine ma segneranno
cicatrici sui cuori che forse non si rimargineranno mai.
La vita è come una corda da funambolo, sulla quale tutto sembra facile finchè non si guarda in basso, ma non appena lo si fa…
È stata per me una piacevolissima sorpresa cogliere l’ombra
noir che si stava proiettando, con sempre più incisività, sul romanzo. Un fiore
nero sboccerà negli ultimi capitoli e un destino beffardo farà capolino. Tra
un sorriso e una riflessione, “Le mezze verità” mostra il suo intento nel
perseguire le promesse di felicità che i protagonisti si scambiano. Ciò
significa non sottrarsi alla sfida con il destino e con la caducità
dell’esistenza e dei sentimenti umani.
È un romanzo che scava nell’anima dei personaggi, non da
giudizi, non condanna e non assolve. Mostra, invece, il gelo che alcuni hanno
nel cuore e che nessun calore potrà mai sciogliere. Proprio come la grande dimora in stile Tudor
in cui vivono inizialmente tutti: il freddo degli ambienti, nonostante stufe e
camini, non diminuisce mai. Non c’è amore, l’incostanza dei rapporti umani non
garantisce neanche un piccolo tepore. Forse solo un bicchiere di latte
caldo,poggiato con mano amorevole sul comodino, ogni sera, potrebbe portare un
qualche sollievo. Tuttavia è meglio diffidare mentre a occhi chiusi potrete
affidarvi ai romanzi di Elizabeth Jane Howard per una lettura sempre piacevole
e coinvolgente.
Non vedo l'ora di leggerlo anch'io! Amo la Howard, e tutti i suoi romanzi, e questo non può di certo mancare :)
RispondiEliminaAmo anch'io questa autrice e spero nella pubblicazione di altri suoi romanzi :)
EliminaMi è piaciuto, anche se non mi hanno convinta del tutto certe cose. Bravissima narratrice, la trama questa volta mi è un po' scivolata addosso. La tua visione però mi ha fatto riflettere su aspetti che non avevo del tutto considerato.
RispondiEliminaA presto
La trama, semplice all'apparenza, mi ha fatto riflettere su tanti aspetti della fragilità umana. La ragazza ingenua, l'ossessione di alcuni uomini, la difficoltà di trovare il prorpio ruolo nel mondo, l'egoismo dei figli che oscura la felicità dei genitori. Mi piace leggere tra le righe e confrontarmi con altre interpretazioni che sicuramente saranno sfuggite anche a me :)
EliminaÈ provato le tue stesse emozioni (come sempre)!
RispondiEliminaChe bello poter condividere le stesse emozioni con altri lettori :)
EliminaAutrice che mi manca, celebrata per la saga dei cazalet, ma io inizierei da qualcosa di autoconclusivo. Tipo questo :)
RispondiEliminaMi piacciono le storie in cui emergono tutte le contraddizioni dell'animo umano.
La saga dei Cazalet è una lettura monumentale! Condivido la tua opinione e inizierei giustamente con un romanzo autoconclusivo :)
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaNon ho ancora letto nulla di quest'autrice, ma mi ispira molto. Quale suo titolo mi consiglieresti?
RispondiEliminaPotresti iniziare proprio da questo romanzo e poi affrontare la lettura più impegnativa, vista la mole, dei "Cazalet"
RispondiEliminaAnch'io sono rimasta piacevolmente sorpresa dai risvolti di questo romanzo: con la Howard non c'è mai nulla di scontato e ogni romanzo è un'avventura narrativa! :)
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