martedì 8 ottobre 2019

BLOGTOUR "Heimaey" di Ian Manook | Recensione in anteprima

Uscirà il 10 ottobre in libreria “Heimaey”, il nuovo e avvincente thriller firmato da Ian Manook per Fazi Editore. Dopo le steppe mongole della trilogia di “Yeruldelgger”, Manook ambienta il suo ultimo attesissimo lavoro in Islanda. Ad accoglierci ci saranno antiche leggende, ghiacciai, vulcani e impervie scogliere a picco sul mare. Come sempre la natura è una protagonista viva della storia. Ammireremo paesaggi spettacolari, conosceremo la cultura e i riti ancestrali dell’Islanda, ma saremo ben presto testimoni di un fatto devastante: le atmosfere suggestive dell’Islanda celano il cancro distruttore di un paese arcano e luminoso.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
Heimaey
(Trilogia islandese #1)
Ian Manook (traduzione di M. Ferrara)

Editore: Fazi
Pagine: 456
Prezzo: € 17,00 
Sinossi
Kornelíus, un poliziotto islandese possente come un troll, che canta musica folkloristica in un coro di donne, trova un cadavere in una solfatara, spellato dal ventre in giù. Mentre cerca una spiegazione per quel delitto associato a uno strano rituale, è anche alle prese con la mafia lituana, a cui deve dei soldi; per estinguere il suo debito, s’impegna a ritrovare due chili di cocaina rubati da un mozzo durante una transazione in mare. Negli stessi giorni, giunge in Islanda il giornalista Jacques Soulniz: quarant’anni dopo aver visitato l’isola con un gruppo di amici, vi fa ritorno con la figlia Rebecca, la sua ribelle Beckie, con la quale cerca di riallacciare un rapporto compromesso. Sin dalle prime tappe, però, il loro soggiorno prende una piega inaspettata: l’uomo è inseguito dalle ombre del suo passato e sembra avere un conto in sospeso con quelle terre misteriose, che hanno in serbo per lui un’implacabile vendetta. Le strade di Kornelíus e Soulniz si incroceranno in un gioco crudele orchestrato dal destino.



Distese di lava bruna, tappezzate di muschio fluorescente, dove le pecore si sparpagliano a pascolare, con il vello arruffato dal vento d’alto mare. Laghi argentati tra i coni sfaccettati dei vulcani. Case sparse, pulite e verniciate come giocattoli, spesso rosse, talvolta azzurre, senza mai nessuno davanti. E forse anche da lontano s’intravedono i pennacchi delle grandi solfatare di Gunnuhver in riva all’oceano, oppure il riflesso opaco dei ghiacciai delle alte terre. Becki e quel viaggio sono tutto quello che gli rimane da amare.
Kornelius, un poliziotto islandese dal fisico possente come un troll, che canta il Krummavisur in un coro di donne, trova un cadavere in una solfatara, spellato dal ventre in giù. Il delitto ricorda un antico rituale e le indagini si ammantano di un velo di magia. Kornelius, però, è anche alle prese con la mafia lituana a cui deve dei soldi. Per estinguere il suo debito dovrà ritrovare due chili di cocaina rubata durante una transazione in mare. In quei giorni giunge in Islanda il giornalista Jacques Soulniz: quarant’anni dopo aver visitato l’isola con un gruppo di amici, vi fa ritorno con la figlia Rebecca con la quale cerca di ricostruire un rapporto compromesso. La vacanza, sin dalle prime tappe, prende una piega inaspettata. Soulniz è inseguito dai fantasmi del passato e sembra avere un conto in sospeso con quelle terre misteriose. Le strade di Kornelius e Souliniz si incroceranno in un gioco crudele del destino.

Come sempre i romanzi di Manook vanno ben oltre il semplice evento criminale e l’arresto del colpevole. Leggere un suo libro significa iniziare un lungo, avventuroso e affascinante viaggio in luoghi lontani. Il romanzo vede i protagonisti spostarsi da una tappa all’altra di un viaggio pieno di imprevisti che ben presto presenterà i colori di un thriller. Sospesi sul filo dell’imprevedibilità, Kornelius e Soulniz, ci guideranno alla scoperta di territori capaci di emozionare, meravigliare e affascinare. Saranno proprio i luoghi a svolgere il ruolo di veri protagonisti. La natura allestisce spettacoli straordinari e noi siamo impotenti di fronte alla sua forza. Per chi non lo sapesse, Heimaey è un’isola situata a circa 4 miglia nautiche dalla costa meridionale dell’Islanda. È detta la Pompei del Nord perché il 23 gennaio 1973, da una fessura del suolo, cominciarono a fuoriuscire lava ed enormi quantitativi di cenere che ricoprirono parte dell’isola. Nell’arco di un giorno quasi tutta l’isola fu evacuata e in due settimane si formò il vulcano Eldfell, “ Monte di fuoco”alto 210 metri, che  eruttò per circa sei mesi fino a giugno. Questa eruzione ricoprirà un ruolo fondamentale nel romanzo riportandoci indietro nel tempo per assistere all’inizio dei fatti che origineranno tanto dolore e violenza.

“Heimaey” è un romanzo di vite spezzate e destini maltrattati il cui eco giunge fino a noi attraverso le voci di antiche leggende e talismani magici. È una storia di  vite alla deriva che credono di trovare pace nella vendetta. Non c’è mai un attimo di pace in questo thriller in cui s’intrecciano eventi drammatici da cui scaturiscono mille emozioni.

La suspense vi terrà incollati fino all’ultima pagina con un buon intreccio poliziesco, morti, fughe rocambolesche, piani di vendetta e scintille d’amore. I personaggi sono molto diversi tra loro anche se vedranno intrecciarsi le loro vite e disavventure. Un bel cocktail di cultura, storia, geografia, crimini e sentimenti perfettamente amalgamati. La scrittura, intrigante e veloce, ti fa venir voglia di viaggiare per raggiungere l’Islanda e godere delle sua bellezza selvaggia.

Dopo aver visitato le steppe della Mongolia con “Yeruldelgger” e il Brasile con “Mato Grosso, Ian Manook ci porta in Islanda con “Heimaey”, dove ci condurrà la prossima tappa di questo viaggio? Non c’è niente di più bello che aprire per la prima volta questi libri, leggerne le prime pagine e assaporare l’attimo che precede il viaggio con le sue promesse di grandi meraviglie. Il mio bagaglio pieno di sogni è sempre pronto e non vedo l’ora di scoprire dove Ian Manook deciderà di ambientare il suo prossimo romanzo.

5 commenti:

  1. Altro thriller Fazi che avevo sottovalutato purtroppo.
    Sto perdendo il mio fiuto!

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    1. No dai! Il fatto è che la Fazi pubblica tanti bei libri e stare dietro a tutti è quasi impossibile :)

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  2. Eh da quanto tempo dico di iniziare questo scrittore e ancora niente >_<

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  3. Dai, forse è arrivato il momento giusto :)

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  4. Mi sembra un bel libro di viaggio,ti fa venire voglia di visitare l'isola,in quanto a contenuto il noir è piuttosto scarso,scontato senza spessore....lo riporterei in libreria

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