Esce oggi, per Fazi Editore, il libro “The Irishman” di
Charles Brandt, da cui è stato tratto uno dei film più attesi degli ultimi anni.
Nel film, regia di Martin Scorsese, vedremo attori del calibro di Robert De
Niro, Al Pacino e Joe Pesci che porteranno sul grande schermo i tre
protagonisti dell’epico racconto di Brand. L’adattamento dal libro è firmato
dal grande Steven Zaillian di “Schindler’s List”. Per metà del film Pacino e De
Niro appariranno ringiovaniti di 30 anni, grazie alle più sofisticate
tecnologie digitali. Il film arriverà nelle sale italiane dal 4 al 6 novembre e
dal 27 novembre su Netflix.
Il libro è una storia
di amicizia e tradimento, una saga sulla mafia che sfiora eventi ancora avvolti
nel mistero. Sull’omicidio del presidente Kennedy, l’ombra della mafia diventa qualcosa
di più tangibile grazie alle rivelazioni dei mafiosi.
“The Irishman” è un lungo e avvincente viaggio nel labirinto
del crimine organizzato, tra le sue dinamiche interne, le rivalità e le
connessioni con il mondo della politica. Ad aprire le porte di questo mondo di
“uomini d’onore” sarà Frank Sheeran, detto l’Irlandese, esponente della mafia
italoamericana.
STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 8
|
Charles Brandt (traduzione di Bottali e Levantini)
Editore: Fazi
Pagine: 470
Prezzo: € 18,00
Prezzo: € 18,00
Sinossi
La scomparsa di Jimmy Hoffa, leggendario leader sindacale, definito «l’uomo più potente degli Stati Uniti dopo il presidente» dal suo oppositore Robert Kennedy, è uno dei più grandi misteri della storia americana e ha ossessionato l’opinione pubblica del paese per decenni. Arrivato talmente in alto da intrattenere rapporti con la mafia e con le più importanti cariche dello Stato, Hoffa era un personaggio scomodo a molti uomini, politici e criminali. Fu visto l’ultima volta il 30 luglio 1975 e il suo corpo non fu mai ritrovato. Frank Sheeran, detto l’Irlandese – uno degli unici due non italiani nella lista dei ventisei personaggi di maggior spicco della criminalità organizzata americana stilata da Rudy Giuliani –, prima di morire chiede di confessare tutti i suoi crimini. Nel corso di svariati anni di interviste rilasciate a Charles Brandt, noto procuratore che ha condotto innumerevoli inchieste sulla malavita americana, l’Irlandese rivela il suo coinvolgimento in più di venticinque omicidi, tra cui quello di Jimmy Hoffa. Racconta anche la storia della sua vita: figlio della Grande Depressione, fu soldato in Italia durante la seconda guerra mondiale e, una volta tornato in patria, divenne uno dei più fidati sicari della Cupola di Cosa Nostra. Basandosi sulle sue parole, la penna di Brandt dà vita a un racconto epico, che si conclude con delle scottanti rivelazioni inedite sul coinvolgimento della mafia nell’assassinio dei Kennedy.
Lasciate scorrere le parole e la verità troverà il modo per mostrare il suo volto.
Frank Sheeran è un
sicario della mafia e veterano della seconda guerra mondiale che sviluppa le
sue abilità da esecutore criminale durante il suo servizio in Italia. Ormai
ultraottantenne, Sheeran riflette sugli eventi
che hanno definito la sua carriera di sicario, in particolare il suo
ruolo nella scomparsa del leader sindacalista Jimmy Hoffa, suo amico di vecchia
data, e del suo coinvolgimento con la famiglia criminale Bufalino.
La sparizione di Hoffa è la più famosa della storia
americana e per risolvere il caso si sperava nella cosiddetta “confessione in
punto di morte” di coloro che conoscevano la verità. I riflettori erano puntati
su Frank Sheeran l’Irlandese, uno dei pochi di cui Hoffa si fidasse.
“The Irishman” è una caccia all’assassino. È una storia
basata sulle interviste fatte all’Irlandese, sulla ricostruzione della
scomparsa di Hoffa. Per raccogliere il materiale per questo libro, il
procuratore Brandt ha trascorso molte ore a parlare al telefono o di persona
con Sheeran. Il libro, letto e approvato da Sheeran, rappresenta il capitolo
finale della tragedia di Hoffa. Un delitto che si è trasformato in ossessione
per chi l’ha commesso e per la famiglia di Hoffa, soprattutto per i suoi figli
che hanno tentato di comprendere il destino del padre.
Nessuno è intoccabile.
Sheeran racconta la sua vita avventurosa affermando che
“qualsiasi cosa si possa dire della mia infanzia, devo ammettere che mi ha
insegnato a difendermi. Mi ha insegnato a sopravvivere.”
Nell’agosto del 1941 si era arruolato e nel 1943 finì in
Sicilia. Nel 1944 prese parte all’Operation Dragon per invadere la Francia
meridionale. Partecipò alla liberazione dei prigionieri del campo di
concentramento di Dachau e nell’ottobre del 1945 venne congedato.
411 giorni di combattimenti lo avevano indurito. Si era
abituato alla morte. Si era abituato a uccidere. “Sarà quel che sarà” diventa
il suo motto. Dopo esser sopravvissuto alla guerra, cos’altro poteva accadergli. In lui, retaggio della guerra,
c’erano reazioni impulsive e avventate. Il suo ritorno alla vita normale lo
vede marito e padre impegnato in lavori da cui traeva il massimo guadagno
agendo illegalmente.
Prima della guerra mi ero guadagnato tutto ciò che avevo avuto. Durante la guerra avevo imparato a prendermi ciò che volevo. Dopo la guerra, mi sembrava naturale prendermi tutto ciò che potevo ogni volta che potevo.
Sheeran diventa camionista e iniziano i primi furti di carne
a beneficio di un ristorante mafioso. L’incontro con Bufalino e poi con Hoffa,
lo vedrà diventare sicario della mafia e braccio destro di Hoffa.
Russel Bufalino era nato in Sicilia nel 1903. Tra tutti i
presunti boss del crimine, egli, come maniere e comportamento, ricordava il
personaggio di don Vito Corleone interpretato da Marlon Brando nel film “Il
Padrino”. Con lui la mafia statunitense venne allo scoperto e l’organizzazione
fu ribattezzata “Cosa Nostra”. Dall’omicidio alla prostituzione, dagli
stupefacenti alle rapine, dall’usura al gioco d’azzardo. Tutto era un gran giro
d’affari.
Jimmy Hoffa, nel
ventennio a cavallo tra la metà degli anni Cinquanta e Settanta, era all’apice
della sua popolarità. Era il più potente leader sindacale del paese e da tempo
si sussurrava della sua alleanza con i malavitosi di tutta la nazione. Robert Kennedy
lo definì come “l’uomo più potente degli Stati Uniti dopo il presidente.”
Il sindacato dei Teamsters (che rappresentava la categoria
dei trasportatori) si batteva, con la sola arma dello sciopero, per ottenere
salari migliori, diritto alle ferie, alla pensione, all’assistenza sanitaria e
sociale. Tuttavia per i malavitosi i
sindacati erano solo uno strumento per perpetuare altri crimini e per
accumulare potere e ricchezze. Naturalmente Hoffa negava tutto.
Hoffa era quindi un personaggio scomodo a molti uomini,
politici e criminali. Fu visto l’ultima volta il 30 luglio 1975 e il suo corpo
non fu mai ritrovato.
Bufalino, Hoffa e Sheeran, tre uomini legati da sangue e da
amicizia. Com’è riuscito Sheeran, gigante dai capelli rossi e dal pugno di
ferro, a diventare il braccio armato del padrino Bufalino e insieme la spalla
del sindacalista più potente degli Stati Uniti? Nel libro, l’Irlandese risponde
a questa e a molte altre domande.
Sheeran prima di morire chiede di confessare i suoi crimini
e il suo coinvolgimento in più di venticinque omicidi. Rilascia numerose
interviste al procuratore Brandt che le raccoglie e le trasforma in un racconto
epico che si conclude con delle scottanti rivelazioni inedite sul coinvolgimento
della mafia nell’assassinio dei Kennedy.
Ora sorge spontanea una domanda: “Perché Sheeran ha scelto
di parlare a trent’anni dai fatti, fuori da un’aula di tribunale?”
Costretto su una sedia a rotelle, Sheeran sente lo spettro
della morte avvicinarsi sempre più. Convivere con i sensi di colpa porteranno
Sheeran a bere sempre più. Sentedosi ormai prossimo alla morte, Sheeran prova
un desiderio di redenzione spirituale e di salvezza finale tramite la
confessione.
Frank portava al dito l’anello con la moneta d’oro che gli aveva regalato Russel e al polso l’orologio d’oro di Jimmy. Li portava entrambi a rammentargli la sua lealtà. Quei gioielli erano un simbolo dei conflitti emotivi e morali che lo torturavano.
“The Irishman” è un libro che scoperchia il vaso di Pandora
di Cosa Nostra. È una lettura coinvolgente che incuriosisce entrando
nell’organizzazione della criminalità americana. tuttavia il cammino,
lastricato di omicidi, non è scevro da dolore e sofferenza anche se narrato con
il timbro di voce fredda di un sicario. Decenni di storia vi trasmetteranno
tensioni e paure ma anche debolezze di quel lungo periodo. Vedrete davanti ai
vostri occhi lo scorrere della vita, l’amore, il tradimento, il rimpianto e la
mortalità.
È un mix di storia, violenza e una goccia di umorismo ma è
anche un calare di un velo di tristezza quando le luci della ribalta mafiosa si
spengono. È il racconto della fragilità umana e della mortalità umana. Questi
uomini duri, che non hanno mai avuto pietà per nessuno, una volta deposte le armi devono fare i conti con se
stessi, con la propria coscienza. Hanno seminato dolore a piene mani ora lo
ricevono nel declino delle loro esistenze. Nulla è eterno, il tempo scorre per
tutti e porta con sé le paure più umane. Se vivere non è facile, morire in pace
con se stessi è arduo soprattutto se si hanno pesanti responsabilità da farsi
perdonare. Essere uomini di mafia vuol dire, al di là dell’essere violenti e
senza pietà, vivere in solitudine e guardare la morte in faccia da soli non è
il massimo. Quando si è vecchi, si ha dinanzi a sé solo la morte e per un
sicario dev’essere tremendo sapere che non mancherà a nessuno.
Scriveva Oscar Wilde: “Tutti ti amano quando sei due metri
sotto terra.” Per Sheeran non sarà così, la sua famiglia l’aveva già seppellito
in vita. L’Irlandese, gigante dai piede d’argilla, è destinato a crollare
davanti alla morte. La caducità dei valori su cui ha fondato la sua vita crolla
davanti a Dio. Il suo piedistallo, fatto di omicidi e violenza, crolla. Il
rimorso apre una crepa e la sua educazione cattolica lo ha portato a vivere in
costante conflitto con la sua “professione”. Le persone che lui ha amato e
deluso sono ormai lontane. Le pistole non sparano più, il sangue non macchia
più i vestiti, i complotti tacciono. Il silenzio e il vuoto accompagnano
Sheeran verso la morte. Alla fine anche lui è sconfitto, solo e abbandonato da
tutti.
Una di quelle storie che, non so perché, mi ispirano sempre un po' di pesantezza.
RispondiEliminaTant'è vero che non aspetto troppo neanche il film, nonostante il tuo parere positivo e la regia di Scorsese. :/
sicuramente questo non è un romanzo che si legge a cuor leggero ma offre la possibilità di conoscere un mondo basato sulla violenza e sull'illegalità. Ciò che coinvolge è vedere come il fluire del tempo non guardi in faccia a nessuno e come davanti alla morte tutti siamo impotenti. Un caro saluto :)
RispondiElimina