sabato 14 maggio 2016

RECENSIONE | "I bambini di Vienna" di Robert Neumann

Un buongiorno a tutti voi, carissimi lettori :) Ho appena finito la lettura di un romanzo ricco di emozioni che stringe il cuore con un pugno di ferro e ho sentito la necessità di condividere con voi le intense emozioni che la storia mi ha trasmesso. Il romanzo in questione è stato scritto da Robert Neumann che iniziò a pubblicare i suoi lavori nel 1919 ottenendo il plauso di Thomas Mann. Nel 1933 le sue opere furono messe all’indice dai nazisti e lo scrittore si trasferì a Londra. Abbandonò la sua lingua madre e iniziò a scrivere in inglese. Il libro che vi voglio presentare venne pubblicato nel 1946. Solo nel 1947, un anno prima della morte, l’autore decise di riscrivere il romanzo in tedesco ed è questa versione che appare ora per la prima volta in Italia.

I bambini di Vienna
Robert Neumann (traduzione di Silvia Albesano)

Editore: Guanda
Pagine: 211 | Prezzo: € 16,50 

Sinossi: Vienna, inverno del 1945. Gli Alleati hanno occupato la città, piegata dai bombardamenti, ricoperta di neve e divisa in quattro settori. Nella cantina di un palazzo crollato sotto le bombe, vivono - o meglio sopravvivono - sei ragazzini scampati alla guerra, al nazismo e ai campi di concentramento. C'è Jid, virtuoso del borseggio; Goy, specialista del mercato nero; la quindicenne Ewa, prostituta occasionale, con la sua amica Ate, ex capo di una sezione della gioventù hitleriana; i più piccoli sono l'angelico Curls e una bambina malata. Insieme, nella cantina, affrontano un'esistenza di espedienti fino all'arrivo di un reverendo americano in uniforme da ufficiale, un nero della Louisiana, che distribuisce ai bambini qualche panino, un po' di compassione e degli opuscoli di poesie. Ma soprattutto li aiuta a difendere il loro rifugio dagli uomini del comitato di quartiere che vorrebbero sloggiarli. Ognuno dei ragazzini gli racconta la propria storia e il reverendo promette loro una vita nuova, diversa, forse un sogno...

STILE: 7 | STORIA: 8 | COPERTINA: 8

Bel posticino! Quando gli occhi si abituano alla penombra, non sembra una cantina. Devono averla puntellata, per usarla come rifugio in caso di allarme aereo, fuga di gas o che so io. Ecco perché non è venuto giù tutto quando la casa gli si è schiantata sopra. Strano, un’intera casa crolla sulla volta della propria cantina, e neanche un buco, una crepa. L’entrata vera ovviamente è bloccata: macerie con travi scheggiate, rampe di scale rovinate in strada. Solo la luce riesce a penetrarvi. E l’aria. Questo non significa però che passando di lì uno si ferma a guardare. Si va oltre, pensando: macerie. Finito.
No, non è tutto finito. In quella cantina, rimasta miracolosamente illesa, in una Vienna in macerie del dopoguerra, un gruppo di bambini lotta per sopravvivere. È l’inverno del 1945, Vienna è occupata dagli Alleati. Le macerie sono ovunque, i bombardamenti continui hanno messo la città in ginocchio. Nella cantina miracolata vivono dei ragazzini scampati alla guerra, al nazismo e ai campi di concentramento. Sopravvivono con mille espedienti. Sei ragazzini che difficilmente scorderete.

C’è Jid, dedito al borseggio; Goy specialista del mercato nero; Ewa, 15 anni, prostituta occasionale con la sua amica Ate; il piccolo Curls e una bambina malata. Sei ragazzini che affrontano la vita a muso duro, non c’è speranza nei loro cuori fino all’arrivo di un reverendo americano, un nero della Louisiana, che porta loro qualche panino e il desiderio di condividere sofferenze e privazioni. Quel rifugio sicuro, la cantina dei sogni, fa gola agli uomini del comitato di quartiere che vorrebbero mandar via i bambini. Il reverendo si erge a paladino delle ingiustizie, raccoglie, come in una lunga confessione, i racconti dei ragazzini che parlano di stenti e compromessi per poter sopravvivere. Il reverendo accoglie in sé il muto pianto dei bambini, il loro grido d’aiuto, e promette loro una vita nuova, senza guerre, una vita diversa. Forse un sogno.

“I Bambini Di Vienna” è un romanzo a più voci in cui disperazione, speranza e rassegnazione sono sentimenti che caratterizzano ogni pagina. I bambini superstiti sono stati derubati della loro innocenza, sono più adulti della loro età anagrafica. Hanno unito le loro solitudini e insieme si danno coraggio l’un l’altro vivendo laggiù, nella cantina  di Vienna. Un luogo sospeso nel tempo che accoglie piccoli innocenti che la guerra ha sfregiato nell’animo.

Il romanzo non è avaro di sorprese e provoca nel lettore l’istinto di abbracciare e proteggere i piccoli protagonisti. I dialoghi, serrati e vivaci, ci mostrano l’adattamento dei bambini per poter sopravvivere. L’arrivo del reverendo Hosea Washington Smith porta un soffio di speranza. Negli occhi dei bambini brilla una nuova luce, forse il futuro avrà il volto della pace. Forse. Nell’incertezza della storia troverete la bellezza di una storia che sconvolge e travolge. I bambini, scampati alla guerra, non smettono di soffrire ed è impossibile non commuoversi.

“I Bambini Di Vienna” narra il dolore dell’infanzia riportandoci indietro negli anni del dopoguerra. Anche oggi, purtroppo, si ode ancora quel grido di dolore. I bambini sono vittime innocenti delle brutture della vita e noi adulti siamo incapaci di offrir loro un mondo migliore. Oggi come ieri, tra le macerie si alzano le voci dei bambini che chiedono aiuto. A noi adulti il dovere di ascoltarle per trasformarle in amore, in giustizia, in memoria. 

8 commenti:

  1. Una storia dai toni forti e cupi, come il periodo in cui è ambientata. Concordo con la tua riflessione finale: è un dovere degli adulti proteggere i bambini dal dolore. Se non dovessimo riuscirci avremmo sicuramente fallito. Un abbraccio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, i bambini sono vittime innocenti della follia degli adulti. Ieri come oggi. Un caro saluto :)

      Elimina
  2. il periodo e gli argomenti trattati sono per me come una calamita, e quando ci sono i bambini come protagonisti ancor di più. Da segnare anche questo titolo, che tra l'altro avevo notato.
    buona domenica aquila

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anch'io avevo adocchiato questo libro attratta dalla cover. La scelta si è rivelata ottimale. Una buona domenica anche a te :)

      Elimina
  3. Mi sono commossa solo a leggere la trama, e già mi viene voglia di abbracciarli tutti!!!
    Il ibro è ovvimente finito subito sulla mia lista! ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Allora prepara i fazzoletti perchè la lettura di questo libro susciterà una marea di emozioni :)

      Elimina
  4. Mi hai commossa. Metto il romanzo in WL e ti ringrazio per le belle emozioni che mi hai trasmesso con la tua recensione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quando un romanzo parla al cuore è impossibile non provare intense emozioni. I bambini non dovrebbero mai vivere le atrocità che la guerra scatena. Un caro saluto :)

      Elimina