martedì 18 ottobre 2022

RECENSIONE | "Le dame di Grace Adieu" di Susanna Clarke

Dopo “Piranesi” e “Jonathan Strange & il signor Norrell”, ritorna il magico mondo di Susanna Clarke con “Le dame di Grace Adieu e altre storie”. Tutti i romanzi sono stati pubblicati da Fazi nella collana Lainya.

“Le dame di Grace Adieu” narra l’incontro e le interferenze del regno del quotidiano e del magico. Le relazioni di potere tra uomini e donne assumono dei connotati ben precisi. Le donne dimostrano la loro abilità nella padronanza delle arti oscure.


STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
Le dame di Grace Adieu
Susanna Clarke

Editore: Fazi
Pagine: 276
Prezzo: € 17,00
Sinossi

Molti mortali hanno vagato per le campagne inglesi senza farne più ritorno. Questo perché tra i boschi silenziosi e le verdi colline si celano dei confini invisibili, al di là dei quali il mondo reale si ripiega su dimensioni assai più magiche e ricche di insidie. Lo sanno bene i protagonisti di queste storie, che si ritrovano a interagire con creature impertinenti e maliziose che giocano con la superficie delle cose, scompigliando il buon senso e l’ordine della realtà. Da una vita di campagna solo apparentemente tranquilla fino ai castelli dove è stata scritta la storia dell’Inghilterra, in questi racconti maghi e fate si intromettono nelle esistenze assolutamente comuni di vicari di campagna e fidanzate gelose, ma anche nei destini di figure storiche come Maria di Scozia e il duca di Wellington. 


La magia, signora, è come il vino e, se non vi siete assuefatta, vi ubriacherà. Un incantesimo riuscito scioglie la lingua quanto una bottiglia di buon chiaretto e la mattina dopo si rimpiange di aver parlato troppo.

Il regno delle fate non è così lontano come potremmo pensare. Basta poco per ritrovarsi al cospetto di principesse petulanti, di elfi e di incantesimi, di dame che ammazzano il tempo ricamando terribili destini e di uomini fatati. Sarà facile, per noi mortali, perdersi lungo sentieri impervi in una selva incredibilmente oscura, dove tutto è mutevole e si celano confini invisibili che conducono a dimensioni più magiche e ricche di insidie. È ciò che accade ai protagonisti di questi racconti, fra i quali appaiono un esagitato pastore dell’epoca della Reggenza, un medico ebreo del XVIII secolo, creature impertinenti e maliziose, la regina Maria Stuarda, il Duca di Wellington, oltre a un piacevolissimo quanto inaspettato ritorno: Jonathan Strange e il misterioso Re Corvo in persona.

Maghi e fate si intromettono nelle esistenze assolutamente comuni di vicari di campagna e fidanzate gelose, ma anche nei destini di figure storiche molto importanti.

Con la sua caratteristica prosa che unisce l’ironia vittoriana ai temi classici del folclore britannico, Susanna Clarke ci propone otto racconti ambientati in un mondo fantastico dove Storia e magia si intrecciano permettendoci di volgere lo sguardo sulle Terre Altre, un mondo complesso e pericolosamente affascinante.

Le storie narrate hanno come fulcro il potere delle donne e sono ambientate nella stessa storia alternativa del romanzo di esordio di Clarke, “Jonathan Strange & il signor Norrell”, in cui la magia fa il suo ritorno in Inghilterra. I racconti sono brevi fiabe dal tono macabro oltre che satirico e sono il mezzo, scelto dall’autrice, per descrivere lo sviluppo della magia nelle isole britanniche in periodi diversi. La Clarke elimina le zone buie che ancora sussistono intorno alla magia e mostra come gli esseri fatati possono interferire con il nostro mondo.

“Le dame di Grace Adieu” è il primo racconto e dà il titolo alla raccolta. Si narra delle difficoltà incontrate dalle maghe all’inizio del diciannovesimo secolo, quando gli uomini maghi consideravano il loro operato meno di niente. Le protagoniste sono tre giovani donne: Cassandra Parbringer, Miss Tobias e Mrs. Field. Le tre dame conquisteranno, grazie alla magia, quella libertà a loro negata dagli uomini. Libertà che tutte le donne dovrebbero avere.

“La collina di Lickerish” è una rivisitazione del racconto di Tremotino, fiaba raccolta dai fratelli Grimm, che la pubblicarono per la prima volta nell’edizione del 1812 delle “Fiabe del focolare”.

Siamo nel XVII secolo, la storia narra di una sposa del Suffolk, Miranda Sowreston, che, ricorrendo alla magia, riesce a filare cinque matasse di lino al giorno per soddisfare tutte le richieste del marito. Miranda chiederà aiuto a un elfo, ma anche la magia ha un prezzo.

Donna, ti darò ogni sera tre possibilità di indovinare il mio nome e, se alla fine del mese non lo avrai indovinato, tu sarai mia.

Per puro caso la donna scoprirà il nome dell’elfo e si libererà dei due persecutori. Il mondo è pieno di pericoli e malvagità, diffidate da chi promette cose eccezionali

“La signora Mabb” è la storia di una donna, Venetia Moore, che viene lasciata dal suo fidanzato, il capitano Fox, per la misteriosa signora Mabb. Venetia  rivelerà la sua abilità nell’intuire le leggi che regolano la vita nelle Terre Altre scoprendo la natura magica di Mrs Mabb. Tuttavia Venetia non uscirà del tutto indenne dall’accostarsi al mondo magico e avrà dei comportamenti che porteranno i suoi conoscenti a definirla “pazza”. Può una donna impazzire per amore? Attenzione gli stereotipi sono cattivi consiglieri!

“Il duca di Wellington e il suo cavallo” narra l’inesperienza dell’uomo nei confronti degli esseri fatati nei quali ha la disavventura di imbattersi. L’orgoglioso Duca di Wellington è alla ricerca del suo cavallo Copenaghen e giunge alla casa di una giovane donna intenta a realizzare un gigantesco arazzo. Osservando il lavoro con più attenzione, il duca nota che ogni quadretto rappresenta un momento della sua vita passata e futura. Ciò che vede non piace all’uomo che taglia i fili del ricamo e ricama gli eventi seguendo i suoi desideri a dimostrazione che tutti possono opporsi all’inevitabilità del destino costruendo un futuro di cui si è protagonisti.

Sui campi di battaglia dell’Europa ero padrone del mio destino, ma come politico tanta è la gente che devo compiacere, tanti i compromessi che devo accettare, che mi sento semplicemente un automa, una figura stilizzata in un ricamo.

“Il signor Simonelli, o il vedovo fatato”. Attraverso il diario di Simonelli scopriamo gli inizi della sua straordinaria carriera. Egli è un narratore inaffidabile, è presuntuoso, non vede i propri difetti e sorge il dubbio che abbia modificato la narrazione per presentarsi come un uomo affidabile e positivo. Simonelli incontra un amorale aristocratico fatato che vive in una casa diroccata, convinto che sia un palazzo sontuoso. I destini del vedovo fatato e di Simonelli si intrecceranno con l’esistenza di cinque bellissime fanciulle del villaggio.

“Tom Brightwind o come fu costruito il ponte fatato di Thoresby”: il potente signore delle Fate, Tom Brightwind, vive in una residenza che si trova contemporaneamente nel mondo fatato e sulla città ai tempi della Rivoluzione Industriale. La voce narrante è quella del dottor Montefiore, medico ebreo del diciottesimo secolo, amico di Tom. Durante un loro viaggio giungono al villaggio di Thoresby dove gli abitanti sono inattivi per la mancanza di un ponte che unisca il villaggio alla città. Brightwind deciderà di costruire il ponte in una notte sola. Dove porta in realtà questo ponte?

“Ricami e ricami” è il racconto del destino della Regina Maria di Scozia.

Nella primavera del 1568 Maria, regina di Scozia, temendo l’ira dei suoi sudditi, attraversò la frontiera con l’Inghilterra e una volta là scrisse una lettera alla cugina, la regina Elisabetta, spiegandole la drammatica situazione e invocando la sua protezione.

In privato, però, Elisabetta considerava Maria Stuarda come la causa di molti problemi e così, con qualche fugace rimpianto, la imprigionò per il resto della sua vita.

Maria apprende, da una contessa, l’uso della magia attraverso il ricamo e decide di vendicarsi.

La magia operata dal ricamo viene utilizzata da Maria, isolata nella sua prigionia, per cercare di assassinare la regina Elisabetta inviandole una gonna di raso bianco ricamata con piccoli garofani rosa. Indossata la gonna, il corpo di Elisabetta si ricoprirà di pustole rosa. Ma sarà un boomerang, la magia si rivolgerà verso la stessa Maria. Ricucire il futuro è un errore.

“John Uskglass e il carbonaio del Cumberland”: è la dimostrazione di come i potenti possono essere battuti in astuzia dalle persone umili. Il carbonaio del titolo, un uomo molto povero che viveva in compagnia di un porcello chiamato Uomonero, non sa che l’uomo che caccia vicino casa sua è in realtà il Re Corvo, re dell’Inghilterra del Nord e di alcuni Regni Fatati. L’uomo si indigna quando la sua casa, il giardino e la cena vengono rovinati dalla battuta di caccia del re. Questo crea indignazione nel carbonaio che si vendicherà. Il potere pagano delle fate viene superato in astuzia da un umile servo.

In generale questi racconti, oscuri e a tratti satirici, narrano di persone tormentate dagli interventi maliziosi delle fate. Si entra nel mondo dell’immaginazione e si incontrano personaggi vecchi e nuovi. Molti i richiami al best seller “Jonathan Strange & il signor Norrell”.

Susanna Clarke, con una prosa accattivante, con il suo senso dell’umorismo e la sua comprensione del lato oscuro delle storie di magia, crea racconti misteriosi e dal fascino particolare. Le fate, così come gli uomini, possono essere complicate e sgradevoli.

“Le dame di Grace Adieu” segna il ritorno del magico mondo di Susanna Clarke abile nel far interagire personaggi storici con personaggi nati dalla sua fantasia. Alcuni racconti hanno le loro radici nel folclore inglese, basti pensare alla presenza di elfi e della magia della terra inglese.

La raccolta di racconti è impreziosita dalle stupende illustrazioni  di Charles Vess.

Le donne, avveniva nel lontano XIX secolo, erano relegate nell’ambito domestico da una società patriarcale. La magia era la loro via di fuga da una realtà che le vedeva succubi del volere degli uomini. Oggi, come ieri, nel cuore e nella mente delle donne avvengono tante magie, ognuno potrà dare la propria interpretazione del termine “magia”, ma una cosa è certa: Le donne affrontano il futuro e le angosce che portano dentro di sé riappropriandosi della propria identità e del proprio valore sia intellettuale che fisico. Le donne hanno in sé il potere per affrontare la vita, rinascere dalle proprie macerie può sembrare una magia ma è l’atto eroico di chi crede fermamente nel proprio valore.

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