venerdì 28 ottobre 2022

BLOGTOUR | “Puzzle" di Franck Thilliez | I 5 motivi per leggere il romanzo

Dopo “Il manoscritto”, “Il sogno” e “C’era due volte”, il 31 ottobre Franck Thilliez tornerà nelle librerie con un nuovo enigma che si preannuncia una sfida per il lettore costretto a muoversi costantemente sul filo del rasoio tra realtà, finzione e deliri paranoici.  Si tratta di “Puzzle”, pubblicato da Fazi nella collana Darkside.

Un romanzo psicologicamente intrigante, a cominciare dal titolo, che vi conquisterà portandovi a dubitare di tutto e di tutti ma soprattutto vi  trasporterà nella complessità dei misteri del cervello e della memoria.  Se ciò non vi basta, ecco cinque motivi per leggere “Puzzle”.



Puzzle
Franck Thilliez

Editore: Fazi
Pagine: 430
Prezzo: € 18,50
Sinossi
Lucas Chardon è rinchiuso in un ospedale psichiatrico e per la prima volta chiede di raccontare come sono andate le cose il giorno in cui la sua vita è cambiata per sempre. Quel giorno, la polizia ha rinvenuto otto cadaveri trucidati in un rifugio. Insieme a loro c’era lui, in lacrime, ricoperto di sangue e privo di memoria. Altrove, Ilan Dieduset riceve una telefonata: è la sua ex ragazza, Chloé. Dice di aver trovato l’ingresso a Paranoia, un ambitissimo gioco di ruolo gestito da un’entità misteriosa: tutti lo stanno inseguendo, ma nessuno conosce le regole. Ilan è stato un giocatore compulsivo, in passato, e la tentazione è troppo forte. Dopo un inquietante processo di selezione, Ilan e Chloé, insieme ad altri sei candidati, vengono convocati in un ospedale psichiatrico in disuso isolato tra le montagne. Regola numero uno: niente di quello che stai per vivere è vero; questo è un gioco. Regola numero due: uno di voi morirà. La partita comincia e, quando il gruppo inizia a sospettare la presenza di un intruso, la paranoia prende lentamente corpo. Con il passare delle ore, la competizione assume forme sempre più perverse, in una sorta di folle e angosciante meccanismo. Dove finisce il gioco e dove comincia la realtà? Chi accetterebbe di morire per un gioco?



I 5 motivi per leggere il romanzo

1. Perché  con “Puzzle” si entra nella paranoia più totale con una trama ricca di enigmi in un contesto ad alta tensione.

Tutto inizia da Lucas Chardon, un uomo rinchiuso in un ospedale psichiatrico dopo che la polizia lo ha rinvenuto insanguinato e privo di memoria accanto ai corpi di otto cadaveri. Ora vuol raccontare, per la prima volta, cosa è realmente successo quella notte. Altrove Ilan Dieduset vive da solo nella grande casa ei suoi genitori a Montmirail. Rimasto orfano, i suoi genitori hanno perso la vita in un incidente in barca, è convinto che qualcuno stia cercando i segreti di suo padre, un ricercatore nel campo della neurologia. Nasconde con cura un disegno fatto da suo padre, sperando un giorno di poterlo decodificare e capirne il segreto. Un giorno  riceve dalla sua ex ragazza Chloé una chiamata in cui lo avverte di aver trovato l’ingresso a Paranoia, un gioco di ruolo ambito da tutti. Ilan, ex giocatore compulsivo, accetta l’invito della ragazza e dopo una dura selezione lui e altri sei candidati si ritrovano in un ospedale psichiatrico in disuso. La partita ha inizio e il gioco ha solo due regole: niente di quello che vivranno è vero e uno di loro morirà. La situazione tra i partecipanti si fa subito tesa, sono consapevoli che c’è un intruso e poco alla volta la competizione assume aspetti sempre più perversi tanto che la paranoia inizia ad avere il sopravvento. Dove finisce il gioco e dove comincia la realtà? Chi accetterebbe di morire per un gioco?

2. Perché, come accade spesso nei romanzi di Thilliez, un evento iniziale, in questo specifico romanzo tutto ha inizio con la scoperta di un massacro, produce una serie di effetti simili ai cerchi concentrici che si formano sulla superficie di uno specchio d’acqua in cui è stato lanciato un sasso. I filoni narrativi sono molteplici e l’autore li gestisce con la consueta abilità. Il risultato è un coinvolgente e inquietante intreccio di storie e di voci che ci permettono di conoscere meglio i personaggi.

3. Perché “Puzzle” è un romanzo machiavellico che va assaporato pagina per pagina. Non c’è un attimo di pace e il ritmo, nella seconda parte, è sempre vertiginoso. L’autore usa la paura e la suspense per costruire un ingranaggio implacabile in cui sarà sempre più difficile la distinzione tra gioco, realtà e follia. Ne consegue che la lettura di ogni capitolo diventa un’immersione in un mondo in cui i personaggi dubiteranno della propria esistenza. È come se un esercito di ombre marciasse lungo i gironi di quest’inferno per indurti a ricercare i ricordi di cui non hai memoria. Sai che esistano ma non riesci ad alzare quel velo che tutto ricopre. Si sviluppa così un filo nero che avvolge una storia inquietante e trascina il lettore in un vortice fatto di ossessioni, paura, cospirazione. Vortice che, a volte, prende il sopravvento sulla realtà e partorisce “mostri” che sconfinano in diverse dimensioni passanti per quella zona del perturbante che affascina e inquieta.

4. Perché “Puzzle” è una storia ambientata in luoghi dal fascino indiscusso. La storia di Lucas si svolge nelle Alpi al rifugio Gran Massif vicino a Morzine, Francia. Ma la maggior parte della storia si svolgerà tra le pareti dell’ospedale psichiatrico dismesso di Swanessong dove avrà inizio il gioco Paranoia. Il manicomio è un luogo isolato, malsano e lugubre, un mix di cemento, sbarre e sofferenza. L’idea non è certamente originale ma l’introduzione di nozioni sulla stanza dell’elettroshock, della lobotomia, delle camicie di forza, e altro rende la realtà manicomiale perfettamente aderente al gioco. È tutto bianco, asettico, fuori l’ospedale è circondato dalla neve. È un luogo isolato dove si dissolve il confine tra ragione e follia. L’orrore del manicomio conferisce una maggiore intensità emotiva alla lettura. Gli eventi porteranno i giocatori a fare, cercare, esplorare le stanze del manicomio. In fondo Paranoia mette subito in chiaro una cosa: la pazzia non va cercata nei manicomi ma dentro di noi, i fantasmi del passato tornano a bussare alla porta di una imperturbabile fantasia.

5. Perché nel titolo c’è il gioco che toccherà a noi lettori risolvere. Durante la lettura fate attenzione a ogni indizio per assemblare il nostro puzzle che avrà soprattutto un carattere psicologico svelato poco a poco. Non abbiate paura di addentrarvi nei meandri più profondi della psiche umana, è tutto un gioco. Forse! Thilliez gioca molto bene con le atmosfere disturbanti costruendo un meccanismo narrativo claustrofobico in cui racchiude i suoi personaggi e noi lettori. Per agitare ancora un po’ la narrazione, troverete all’inizio di ogni capitolo una tessera del puzzle. Attenti alle “illusioni” all’interno del grande ospedale, Paranoia sarà il portale che vi permetterà di entrare nel territorio di gioco. Proverete, ne sono sicura, le stesse forti emozioni che provano gli otto giocatori e avrete molteplici piste da seguire nel mondo labirintico e tormentato che l’autore ha creato per noi.

Quindi lasciate ogni speranza, voi che iniziate a leggere “Puzzle”. Non potrete chiudere il libro prima di aver letto il finale da gustare con i brividi negli occhi e nel cuore.



2 commenti:

  1. Beh, direi che sono motivi sufficienti per sentirmi attratta da questo PUZZLE! io finora ho rimandato la lettura dei romanzi di questo autore, peccato perchè mi sa che rientra appieno "nelle mie corde". Mai dire mai, comunque! Metto in lista anche questo!!
    ciao aquila!

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    1. Sono sicura che adorerai i romanzi di Thilliez, sono complicati e coinvolgenti, guardano il male negli occhi e scavano nei misteri della mente umana :)

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