Cari lettori, oggi vorrei invitarvi a un breve viaggio alla
scoperta di un libro coinvolgente, finalista al premio Goncourt, dai temi
attualissimi che vi condurrà in un mondo devastato dalla seconda Guerra
Mondiale.
Da domani, 14 novembre, sarà disponibile in libreria “Il
caso Léon Sadorski” di Romain Slocombe, nella collana Darkside, edito da Fazi.
Per presentarvi questo libro partecipo con vivo interesse al Blogtour
organizzato dalla Fazi e il mio compito sarà quello di mostrarvi 5 motivi per
cui dovreste leggere questo romanzo in cui l’autore racconta di uomini e donne
che hanno vissuto a Parigi sotto l’incubo dell’occupazione nazista.
La vita mi ha insegnato due o tre cosette, un giorno del giugno 1940 a sud di Parigi. E la Gestapo di Alexanderplatz si è incaricata di rifinire la mia educazione. Crepiamo tutti un giorno o l’altro; ma l’astuzia è evitare, per quanto possibile, i momenti più sgradevoli.
Romain Slocombe (traduzione di M. Ferrara)
Editore: Fazi
Pagine: 438
Prezzo: € 18,00
Prezzo: € 18,00
Sinossi
Parigi, aprile 1942. La capitale francese è in piena Occupazione tedesca. La paura dei bombardamenti inglesi, i traffici illeciti, gli arresti arbitrari, la caccia serrata al terrorista e all’ebreo di turno sono all’ordine del giorno e la popolazione deve decidere se stare o meno dalla parte dei nazisti. Per Léon Sadorski, ispettore di polizia antisemita e anticomunista, la scelta è scontata: il collaborazionismo rappresenta l’occasione perfetta per ottenere privilegi e autorità. Personaggio dall’indole egoista e meschina, per lui l’Occupazione sarà anche l’alibi ideale per lasciare libero corso a tutte le sue bassezze e perversioni: si getterà quindi a capofitto nel suo lavoro di poliziotto, arrestando gli ebrei per spedirli al campo di lavoro più vicino, dando una mano alle Brigate speciali incaricate di intervenire contro i presunti terroristi e approfittandosi di chiunque. Ma, come tutti gli approfittatori, Sadorski è avido e codardo; e quando verrà arrestato inspiegabilmente dalla Gestapo e portato in una prigione di Berlino, dovrà giocare d’astuzia e affinare le sue armi per poter continuare indisturbato a fare i propri interessi nella Parigi collaborazionista.
I 5 motivi per leggere il romanzo
1. Per conoscere Léon Sadorski, un antieroe senza cuore.
Il protagonista di questo romanzo è l’ispettore di polizia
antisemita e anticomunista, Léon Sadorski. Uomo dall’indole egoista e meschina,
vede nell’Occupazione l’alibi per dar libero sfogo alle sue bassezze e
perversioni. Arresterà gli ebrei francesi per spedirli nei campi di lavoro.
Approfitterà della sua posizione per un profitto personale, è avido e codardo.
Il collaborazionismo è una scelta di comodo per ottenere privilegi e autorità.
2. Per ripercorrere i giorni bui di Parigi
14 giugno 1940, la Francia si arrende senza condizioni al
nemico. I tedeschi entrano a Parigi dalla Porta de la Villette. In molti, anche
la polizia, iniziarono a collaborare con il nemico facendo propria l’ideologia
nazista. La polizia dà il via ai rastrellamenti e alla deportazione di ebrei
francesi nei campi di sterminio. Il romanzo racconta le reazioni della
popolazione che vive nella paura e deve decidere se stare o meno dalla parte
dei nazisti. La quotidianità è scandita dai bombardamenti, dai traffici
illeciti, dagli arresti arbitrari, dalla caccia agli ebrei e al terrorismo. Il
romanzo è a tratti feroce, duro, crudele ma sempre attentamente documentato sul
piano della ricostruzione storica. Senza alcuna difficoltà vedrete affiorare
delle immagini nella vostra mente e il coinvolgimento sarà totale.
3. Per riscoprire la funzione sociale del noir
Gli ingredienti più classici del noir sono al gran completo:
ambientazione parigina nel 1940, poliziotti e personaggi dalla personalità non
edificante, corruzione, violenza e omicidi. Il tutto è ben amalgamato con temi
sociali sempre attuali trattati con una meticolosa e profonda ricostruzione
della Storia del secolo scorso. Lo scrittore coniuga realtà e fantasia. Fatti
realmente accaduti si amalgamano a fatti inventati in un gioco crudele.
L’intolleranza, l’odio, l’antisemitismo sono il lato oscuro della società del
tempo. Tuttavia ancor oggi sono presenti tra noi. Non sono astratti ma concreti
perché anche se il mondo cambia l’uomo continua a covare in sé sentimenti come
il razzismo in generale e l’antisemitismo non è un ricordo lontano, è ancora
tra noi più vivo che mai.
4. Perché è un romanzo coinvolgente
“Il caso Léon Sadorski” è una finzione letteraria iscritta
in una realtà drammatica, quella delle attività di un’ampia parte della polizia
francese e del suo coinvolgimento attivo nel genocidio tra il 1940 e il 1944.
Il romanzo è scritto in modo accattivante e lo scrittore crea, con stile ed
efficacia, scene così reali e avvincenti che ti sembra di essere lì, accanto ai
protagonisti, per vedere ciò che succede. La storia è una sorgente continua di
emozioni. Le descrizioni della Gestapo di Berlino, del suo personale e della
prigione di Plaetzensee sono altamente drammatiche così come lo sono gli
interrogatori negli uffici delle Brigate speciali. I personaggi non sono
amabili e il racconto è davvero credibile perché, durante la guerra, uomini
crudeli come Sadorski si sono sporcati le mani del sangue d’innocenti. Questo
romanzo è intricato, ricco di storie, mai noioso. Brutali omicidi, spie e
uomini pronti a perdere il controllo per assecondare i loro istinti peggiori,
sfileranno davanti ai vostri occhi. Conoscerete un mondo brutale e
disumanizzante che travolge i destini di milioni di persone. Gli orrori e gli
errori della Storia vanno sempre condannati. Occorre fermare il vento del
razzismo che ancora mina la nostra società.
5. Per non dover più ascoltare frasi come “Dovevo obbedire
agli ordini.”
Quante volte nei processi agli aguzzini nazisti abbiamo
ascoltato questa frase. Ricevere ordini che bisogna eseguire non è una scusante.
Si diventa soltanto “buoni esecutori” e la responsabilità deve ricadere
soltanto su chi quegli ordini li ha impartiti. Questa filosofia è il pane
quotidiano di molte guerre ma credo che occorra
onorare le leggi quando sono giuste, quando diventano la forza del
debole e non il sopruso del forte. Pensare di essere nel giusto solo perché si
obbedisce agli ordini è spaventoso. Così molti autori di atrocità hanno
spiegato di essere solo degli ingranaggi nella mostruosa macchina di
distruzione tedesca. Fa rabbrividire pensare a questi mostri come uomini
incapaci di ragionare con la propria testa ma capaci solo di eseguire ordini
crudeli e inumani.
Nel romanzo appare evidente come uomini comuni non più
giovanissimi, con lavoro e famiglia, parteciparono allo sterminio con
particolare brutalità. In pochi voltarono le spalle ai tedeschi, in molti
diventarono bravi carnefici partecipando allo sterminio anche con iniziative
personali. È più facile uccidere che disobbedire!
“Il caso Léon Sadorski” ricostruisce le atmosfere vissute
dai protagonisti, le emozioni, i pensieri di coloro che hanno vissuto in prima
persona momenti importanti del secolo scorso. Ripercorrendo esperienze dolorose
della guerra dobbiamo ancor di più apprezzare ciò che di positivo viviamo
quotidianamente e che a volte non sappiamo riconoscere.
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