Carissimi lettori, oggi vorrei parlarvi di un piccolo
classico della letteratura francese contemporanea, “La luce dei fiori nella
notte” di Anne Bragance edito da Salani.
Questo romanzo ha il potere di trasportare il lettore in un
incantevole giardino silenzioso. Fiori di ogni specie e colori ne arricchiscono
le aiuole e nel silenzio si impara ad ascoltare la voce del cuore. La
difficoltà dei rapporti tra genitori e figli, il delicato tema dell’adozione
internazionale, la vita vista con gli occhi dei bambini, sono alcuni “fiori”
che impareremo a conoscere nel meraviglioso giardino della vita.
STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
|
Anne Bragance (traduzione di G. O. Latis)
Editore: Salani
Pagine: 172
Prezzo: € 13,90
Prezzo: € 13,90
Sinossi
Edgar, detto Sweetie, è un ragazzino diverso dagli altri: a dodici anni l'unica cosa che gli interessa è 'tutto ciò che di verde e silenzioso esiste tra il cielo e la terra'. Capace di stare ore a guardare un ramo ondeggiare dietro una finestra, ha imparato ad ascoltare ogni desiderio delle piante e dei fiori del suo giardino, e va d'accordo solo con l'anziano giardiniere Lucas. Non gli interessano i coetanei, né tantomeno la rutilante mondanità che circonda i genitori che lavorano nel cinema: Sweetie riserva a tutti uno sdegnoso silenzio o un pungente sarcasmo pronto a disvelare ogni ipocrisia. Quando i suoi gli annunciano l'arrivo di un fratellino adottivo, un bambino peruviano di cinque anni di nome Anibal, Sweetie non la prende affatto bene. Ma a poco a poco 'l'indio', buffo, cagionevole e, proprio come lui, taciturno e fuori posto, lo conquisterà completamente. Tanto che quando i genitori decideranno di separarli non rimarrà che una cosa da fare: darsi a un'improbabile fuga alla volta delle Ande... Raccontato attraverso la voce di Sweetie, ironica, impietosa, ingenua e tenerissima allo stesso tempo, questo romanzo è un piccolo classico della letteratura francese contemporanea, per non dimenticare come ci si sente 'dalla parte dei bambini'. E per scoprire quanta bellezza si nasconde nell'impresa di entrare in sintonia con culture diverse dalla nostra e 'diventare' fratelli.
A casa non vado mai a dormie prima di aver fatto la ronda. Non è un vero giro di ispezione, è che la notte i fiori, soprattutto quelli bianchi, diffondono una luce meravigliosa che mi calma e mi consola di tutto. Se mi vengono tolti, ho gli incubi.
Aprendo il libro sono stata accolta dalla voce ironica e
tenerissima di Edgar, detto Sweetie, un ragazzino con “una passione immensa per
i fiori, gli alberi e per tutto ciò che esiste di verde e silenzioso tra il
cielo e la terra.”
Sweetie ha dodici anni e cura con amore il giardino della
sua casa. Non ama parlare, bastano poche parole per comunicare anche perchè ci
vuole silenzio per ascoltare le piantine fiorite, le loro domande e capire di
cosa hanno bisogno. Sweetie va d’accordo solo con l’anziano giardiniere Lucas.
Con i genitori c’è un rapporto conflittuale soprattutto con il padre incapace
di comprendere le scelte di suo figlio che non prova interesse per i coetanei e
non ama la mondanità. Sweetie è capace di stare ore a guardare un ramo
ondeggiare dietro una finestra e riversa tutta la sua attenzione al giardino.
Le cose cambiano quando i suoi gli annunciano l’arrivo di un fratellino
adottivo, un bambino peruviano di cinque anni di nome Anibal. Sweetie non la
prende affatto bene, si sente tradito e messo in secondo piano dai genitori. I
contrasti con il padre si acuiscono ulteriormente. La tensione in famiglia
aumenta quando si scopre che Anibal soffre di attacchi di asma piuttosto seri.
Tuttavia, giorno dopo giorno, tra i due
bambini qualcosa cambia. L’indio, dall’implacabile fame e dalle rare
parole, conquisterà Sweetie e quando i genitori decideranno di separarli non
rimarrà che una cosa da fare: fuggire alla volta delle Ande.
Quanto al nome, il tipo mi batte di parecchio: si chiama Anibal, e vi assicuro che questa volta non è un’invenzione di Lolly. Ha due occhi più neri del buco del culo del mondo e dei capelli altrettanto neri, che gli spiovono sugli occhi dritti come spaghetti e gli solleticano il collo. L’unica cosa vera di questo fratello finto è l’origine india. Impossibile negarla.
Leggere questo libro è stato un tuffo nei sentimenti
coniugati in tutti i modi possibili. I personaggi si presentano immediatamente
con i loro caratteri ed è facile distinguere il buono dal cattivo. I buoni sono
coloro che comprendono e aiutano Sweetie nella sua crescita sostenendolo e
confortandolo quando le cose si mettono al peggio. Lucas, il giardiniere, e il
dottor Chevalier pronto a curare sia il corpo che l’anima del suo giovane
paziente. Hugues, il padre di Sweetie, è di un’antipatia unica. Ha eretto un
muro d’incomprensioni tra lui e il figlio. Non accetta di avere un primogenito
amante della natura e le punizioni sono all’ordine del giorno. Tra i due non
c’è dialogo, l’amore ha fatto fagotto ed è andato via lasciando un vuoto
incolmabile. Lolly, madre di Sweetie, spesso mi ha fatto arrabbiare. Pur amando
il figlio è succube del marito. Cerca una mediazione impossibile e lascia che
il tempo trasformi le incomprensioni in punti di unione. Speranza vana. Sweetie
crea solo problemi. I genitori non sanno come comportarsi con questo figlio che
non gioca con i compagni e passa ore sul prato a veder crescere l’erba o
sorvegliare i semi della serra.
A scuola i bambini contavano i giorni che li separavano dalle vacanze. Io contavo quelli che mancavano all’arrivo della primavera, dell’estate, dell’autunno e dell’inverno. Amavo tutte le stagioni allo stesso modo. Erano le mie beniamine, le mie preferite. Avevo anche altri amici per così dire secondari: la pioggia, il vento, il sole e la neve. Quello era il mio mondo e io ero felice come un re.
Come avrete sicuramente compreso, ho amato fin da subito il
personaggio di Sweetie con la sua ironia, capace di chiudersi in uno sdegnoso
silenzio o un pungente sarcasmo pronto a smascherare ogni ipocrisia. Chi non si
omologa agli altri è visto come “un diverso”, un “tipo strano”, un ragazzino
dai mille problemi che può collezionare solo guai nella sua vita. Con lui, con
Sweetie, è stata simpatia a prima vista. Mi ha fatto sorridere con le sue
riflessioni e intenerire quando anche lui ha lasciato che il suo cuore
palpitasse d’amore per il fratellino venuto da lontano. Arriviamo così alla
presentazione del secondo personaggio che mi ha subito conquistata. Lui, il
piccolo Anibal, buffo, taciturno e fuori posto in una casa che non conosce
lontano dal suo paese natio.
È stato bellissimo leggere come le distanze culturali, le
diverse educazioni si annullano piano piano lasciando il posto a genuini
sentimenti d’affetto. Sweetie diventa l’angelo custode di Anibal ricoprendo nel
migliore dei modi il ruolo di fratello maggiore. Ho provato tenerezza nel
leggere l’organizzazione della fuga verso le Ande e ho tifato per i due
fuggitivi anche se era davvero improbabile un loro successo. I genitori, come
sempre, non hanno capito nulla. Gli adulti si atteggiano a saper tutto ma senza
sentimenti non si comprende nulla. Per fortuna al deserto emotivo di papà
Hugues si contrappone l’oasi ricca di sensibilità di altri personaggi che
cambieranno la vita dei due fratellini.
L’autrice mette in risalto i pensieri e i turbamenti di
Sweetie, descrivendoli con un linguaggio semplice e ironico, scorrevole e
passionale. La prosa corre veloce fino all’imperdibile epilogo testimone di
qualcosa di inatteso. Sweetie dovrà affrontare la paura di rinunciare alle
proprie sicurezze per far spazio ad Anibal e alla libertà di poter voler bene a
“un nuovo fratello”. Entrare in sintonia con culture diverse dalla nostra non è
facile ma nemmeno impossibile. Lasciamoci guidare dal nostro cuore che parla la
lingua universale dell’amore fraterno, delle emozioni umane, trasmettendoci la
voglia di affrontare la vita a viso aperto. Senza paura. Senza pregiudizi.
Non conoscevo questo libro, mi sembra una storia molto profonda e con un protagonista che sa come conquistarti il cuore!
RispondiEliminaSono personaggi che rimangono con te anche dopo aver chiuso il libro :)
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