lunedì 24 settembre 2018

RECENSIONE | "Gli Svizzeri muoiono felici" di Andrea Fazioli

Carissimi lettori, tra le ultime pubblicazioni mi ha incuriosita “Gli Svizzeri muoiono felici: I casi di Elia Contini” scritto da Andrea Fazioli per Guanda nella collana Narratori della Fenice. 

Il romanzo, ambientato sull’altopiano della Greina, narra di un pericoloso segreto e della difficoltà di affrontare i mali del mondo. Tuttavia un modo per non lasciarsi seppellire c’è: l’autoironia e la capacità d’immedesimazione, scrive l’autore, sono le strategie giuste per combattere il male e dare libero sfogo alle nostre utopie.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Gli svizzeri muoiono felici
Andrea Fazioli

Editore: Guanda
Pagine: 282
Prezzo: € 18,00

Sinossi
L'investigatore privato Elia Contini è chiamato a occuparsi di un delicatissimo caso di scomparsa. Nel 1998 Eugenio Torres, noto medico, amante del trekking, fondatore di scuole in Niger, all'improvviso sparisce dalla faccia della terra. Vent'anni dopo, alla morte della moglie, i figli assumono Contini per tentare di capire che cosa sia accaduto al padre. Secondo alcune voci, il medico era fuggito in mezzo ai suoi protetti nel Sahara nigerino. E proprio dalla vastità del deserto, un giorno arriva in Svizzera un giovane migrante. Moussa ag Ibrahim appartiene al popolo tuareg e dichiara di avere prove che Torres è vivo e che ha bisogno di aiuto. L'investigatore e l'uomo del deserto formano così una coppia improbabile, che indagando nel passato scoprirà, dietro la scomparsa di Torres, un segreto pericoloso. Sullo sfondo del microcosmo svizzero si confrontano due culture radicalmente opposte. Ma sono poi davvero opposte? O forse invece esiste qualcosa in comune tra le vette innevate delle Alpi e le eterne distese del Sahara?

 

La nebbia nascondeva le montagne, mentre la pioggia sottile, insidiosa, aumentava la forza dei torrenti. Due uomini marciavano in silenzio, battendo i piedi sul terreno fradicio. Risalirono il canyon, si fermarono a cercare il sentiero. Uno disse: “Ci siamo quasi”. E si avviarono lungo l’altopiano.
L’investigatore privato Elia Contini è chiamato a occuparsi di un caso avvenuto molti anni addietro. Nel 1998 Eugenio Torres, noto medico, amante del trekking, fondatore di scuole in Niger, sparisce nel nulla. Secondo alcuni voci, il medico era fuggito nel Sahara nigerino. Proprio dal deserto giunge in Svizzera un giovane migrante che dice di avere prove che Torres è vivo. Contini e l’uomo del deserto formano così una coppia improbabile che scoprirà cosa si cela dietro la scomparsa di Torres.

La prima domanda che mi sono posta, leggendo il titolo, è : “Perché gli Svizzeri muoiono felici?”
Nel romanzo non c’è una risposta precisa a questa domanda anche se i protagonisti hanno in comune la ricerca della felicità. Ognuno a modo suo a testimonianza che non importa da dove si provenga, l’importante è il percorso che decidiamo di affrontare nella nostra vita. Si può nascere nel deserto o in una grande città o sulle cime delle Alpi, tutti cercano il modo di realizzarsi, di trovare il proprio posto nel mondo. Facile a dirsi, difficile a farsi. La nostra società è in continuo divenire, i flussi migratori non si fermano e l’accoglienza mostra i tanti problemi esistenti. Spesso si teme ciò che non si conosce, ci facciamo condizionare dalle nostre paure. Sbagliamo. La scoperta dell’altro può, infatti, riservare piacevoli sorprese. Nel romanzo di Andrea Fazioli, una storia noir offre lo spunto per mostrare come sia possibile e auspicabile il confronto tra due culture radicalmente opposte. Scopriremo cosa hanno in comune le vette innevate delle Alpi e le eterne distese del Sahara.

“Gli Svizzeri Muoiono Felici” è la storia di un incontro impossibile.

L’investigatore Elia Contini è un uomo dal piglio ironico, distratto, disordinato e in perenne lotta con la tecnologia. Crede nell’improbabile: le cose accadono, anche le più bizzarre.
Contini era un uomo lento: ragionava adagio, annotava decine di minuzie nel taccuino. Sapeva aspettare. Aveva il talento di lasciar parlare la gente, finché la gente, forse per esaurimento, gli diceva quello che voleva sapere.
Al suo fianco, nella ricerca del dottor Torres, c’è Moussa.
Moussa pensò che in un certo senso la Svizzera assomigliava al Sahara. Era una nazione piccola, rispetto al Niger, ma tutte quelle montagne, quei ghiacciai, quelle rocce erano come un deserto accartocciato o ripiegato su sé stesso.
Al centro di tutto c’è lui, Eugenio Torres un uomo che nessuno aveva più visto. Svanito nell’aria come un miraggio. Eugenio è vivo o morto? La sua sparizione non è stata certo indolore. Enea e Annika, i suoi figli, vivono in un limbo fatto d’incertezze. Ora bisogna dare un senso a quella mancanza che ha condizionato la loro vita.
Quando i fantasmi ti opprimono, non basta spalancare le finestre. A volte uno sente il bisogno di controllare negli angoli, sotto i letti, per eliminare ogni dubbio.
Al di là della storia noir, ben narrata con un buon intreccio e colpi di scena sapientemente distribuiti, ho percepito tra le righe la presenza costante di temi su cui riflettere. Sicuramente la vita è costellata da difficoltà rendendoci tutto più difficile. Spesso siamo tentati di lasciar tutto per fuggire lontano. È una soluzione? Assolutamente no!

I primi capitoli del romanzo mi hanno affascinata con i paesaggi montuosi descritti con vive emozioni. Leggendo ho avuto l’impressione di compiere uno di quei viaggi immaginari che tanto ammaliano noi lettori. Ho raggiunto le vette montuose e le dune del deserto senza muovermi dal mio adorato divano e di questa escursione ringrazio Andrea Fazioli e la sua capacità di trasmettere la bellezza dei luoghi trasformando le parole in immagini.

Ho provato empatia con i personaggi più fragili del romanzo costretti ad indossare una maschera sociale per nascondere la malinconia del luogo natio o la tristezza per un lutto che allontana per sempre la persona amata. I temi dell’assenza, della solitudine, della nostalgia e della mancanza scolpiscono le anime dei protagonisti ma non riescono a spegnere la speranza.

“Gli Svizzeri Muoiono Felici” è un romanzo intenso che ripercorre le orme di uomini amanti della natura ma fragili nei rapporti con gli altri. C’è una vena di follia nel romanzo che regala una veste enigmatica alla storia. “Nascondere” diventa un mezzo per avvalorare scelte discutibili nate forse per caso ma portate avanti con lucida determinazione. La ricerca di Torres sarà il vaso di Pandora per tutti i personaggi coinvolti nell’indagine. Naturalmente ne escono molti mali: il tradimento, l’odio, la passione, la violenza e la morte. A bilanciare tutti i mali compare, per fortuna, la speranza che, non a caso, viene detta l’ultima a morire.

Quindi vi saluto con la speranza di aver stuzzicato il vostro interesse e promettendovi che “Gli Svizzeri Muoiono Felici” è un romanzo che non vi deluderà.

5 commenti:

  1. Al solito, mi apri gli occhi su romanzi che non avevo mai sentito, o comunque mai notato. Sempre complimenti per le tue letture!

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    1. Ti ringrazio,anche le tue letture sono sempre interessanti e attirano la mia attenzione :)

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  2. Questo titolo mi ha incuriosita dal primo momento e leggendoti capisco che anche la trama lo è, credo me lo segnero' ;-)
    Grazie per la dritta :)

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