giovedì 27 settembre 2018

RECENSIONE | "Elmet" di Fiona Mozley

In questo settembre ricco di novità, continuo a imbattermi in romanzi che mi coinvolgono emotivamente. Il libro diventa un mondo parallelo con cui confrontarmi e da cui trarre spunti di riflessione. A volte mi piacerebbe far parte delle storie che leggo, il brivido dell’imprevisto ha un suo fascino e un po’ d’adrenalina fa sempre bene. Un po’!

La mia ultima lettura inizia in modo quasi bucolico proponendo la serenità della vita nei boschi, la bellezza dei paesaggi, la vita semplice e frugale. Poi tutto cambia e uno tsunami emozionale ti coinvolge ferendo i capitoli con la violenza che solo l’uomo è in grado di scatenare.

“Elmet” è il romanzo d’esordio della scrittrice inglese Fiona Mozley, finalista all’ultimo Man Booker Prize. La Fazi pubblica questo romanzo, oggi 27 settembre, dandoci l’opportunità di leggere quest’opera prima che mostra un ritratto brutale e commovente di una famiglia atipica che vive ai margini della società.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
Elmet
Fiona Mozley (traduzione di S. Castoldi)

Editore: Fazi
Pagine: 280
Prezzo: € 18,00
Sinossi
Elmet, l’ultimo regno celtico indipendente in Inghilterra, terra di nessuno e santuario di fuorilegge, rifugio ma allo stesso tempo trappola, è il lembo sperduto dello Yorkshire che oggi fa da sfondo a questa storia. Vi abitano Daniel e Cathy, fratello e sorella adolescenti. Sono stati abbandonati dalla madre, che sembra essere sparita nel nulla, e vivono, senza regole e senza contatti col mondo esterno, col padre John, un pugile di strada burbero e solitario, nella casa in mezzo ai boschi che lui ha costruito con le sue mani, dormendo all’addiaccio nei primi giorni, sostenendosi di caccia e raccolta. Un vero e proprio nido, in cui i tre trovano la serenità. Finché non compare il signor Price, ricco proprietario terriero senza scrupoli, padrone di gran parte degli alloggi e dei terreni locali e sfruttatore dei suoi lavoratori, che reclama il terreno dove John ha costruito la sua casa, affermando di possederlo legalmente. E con le stesse mani con cui ha ricreato una serenità perduta, John sarà pronto a difenderla…


Molti uomini ritengono di dover essere violenti. Crescono convinti che una vita violenta sia una meta a cui aspirare. In realtà non capiscono assolutamente cosa questo significhi, e lo odiano con tutte le proprie forze. Tuo padre non è così. C’è una tensione in lui quando sta per compiere un atto violento, e una calma quando l’atto è terminato… tuo padre ne ha bisogno. Della violenza. Non direi neanche che gli piaccia, però ne ha bisogno.
Il romanzo è ambientato nella campagna dello Yorkshire, che molto tempo fa era il regno di Elmet. È stato l’ultimo dei regni celtici indipendenti d’Inghilterra. Ma ancora durante il XVII secolo quella stretta gola e i suoi bordi laterali, continuavano a essere una terra di nessuno, un rifugio per chi voleva sottrarsi ai rigori della legge.

Qui abitano Daniel e Cathy, fratello e sorella adolescenti, col padre John, un pugile di strada burbero e solitario. Vivono in una casa in mezzo ai boschi, senza rispettare alcuna regola e senza contatti con il mondo esterno.
Voleva tenerci separati, per conto nostro, isolati dal mondo.
I tre vivono nel loro nido sostenendosi con la caccia. L’idillio sereno è interrotto dall’arrivo del signor Price, ricco proprietario terreno senza scrupoli, che sostiene di essere l’unico padrone del terreno dove John ha costruito la sua casa. A John non resta che difendere la sua famiglia. Costi quel che costi.

“Elmet” è una lettura che mi ha lasciata senza fiato. Non è stato difficile immedesimarmi con i personaggi e ho provato empatia per Cathy, ragazzina quindicenne forte e istintiva, coraggiosa e laboriosa.

Più fragile è Daniel, la voce narrante, un ragazzino sensibile lontano anni luce dalla forza e dalla determinazione mostrati da suo padre e da sua sorella.

Pura forza fisica è John, un uomo dal fisico potente. Egli partecipa a incontri clandestini combattendo a mani nude e guadagnandosi così da vivere. Per lui combattere è un bisogno sia per il corpo che per la mente. Solo così si sente appagato e tranquillo.

Pian piano, in questo mondo parallelo, s’insinua la violenza a incrinare uno strano menage quotidiano. I ragazzi non hanno regole da rispettare, fumano e bevono sidro a loro piacimento. Non frequentano la scuola, non hanno amici.

Nella regione ci sono però molti problemi lavorativi perché i proprietari delle fattorie sfruttano i lavoratori.
 Pago per vivere in una terra che un tempo era nostra, di tutti noi.
John si schiera con i lavoratori andando contro Price. Vecchi conti da regolare alimentano l’ostilità tra i due uomini. In nome dell’odio, travestito da giustizia, accadranno misfatti che mi hanno fatto inorridire. Negli ultimi capitoli il cuore se ne va a spasso lasciando la violenza regina indiscussa degli eventi. Il regolamento di conti sarà terribile.

“Elmet” è un romanzo polifonico, ogni personaggio ha la propria storia, la propria visione del mondo, la propria coscienza. La pluralità delle voci permette di riflettere su contraddizioni e incongruenze sociali che hanno come sfondo splendidi paesaggi. La natura nutre i suoi figli, la violenza dà voce all’anima nera degli uomini  rendendo tutti eterni perdenti.

“Elmet” è una storia senza tempo, dura e commovente, che fa meditare su quanto possa essere difficile trovare il proprio posto nel mondo e sulla mancanza di giustizia per coloro che non sanno o non vogliono scendere a compromessi.

John trasmette, ai suoi figli, un insegnamento lapidario:
Se si combatte secondo le regole si perde.
“Elmet” è la storia di una povertà disperata, di una fuga dal mondo che aspetta sornione le sue vittime, è un’escalation di emozioni forti che fanno da cornice a psicologie in erba e a caratteri ben strutturati. I deboli sopravvivono tra i forti pagando un caro prezzo per conservare la loro vita. John, Daniel e Cathy sono personaggi ricchi di contraddizioni, non riescono a conciliare la loro “forza” con una società che schiaccia i deboli e punisce coloro che osano alzare la testa. I compromessi sono banditi dalla loro casa nei boschi. Tuttavia nessuno è al sicuro, il mondo reale ti raggiunge ovunque tu vada. L’epilogo drammatico fa venire i brividi e il cuore si spezza. Leggetelo con cura pronti ad emozionarvi e ad ascoltare, nel silenzio delle pagine, l’urlo di dolore che non dimenticherete più.

6 commenti:

  1. Ha emozionato tanto anche me, questo romanzo dall'atmosfera senza tempo, tenero e durissimo. E ho amato Daniel e la sua ricerca disperata. Davvero un esordio notevole! Bella recensione, hai proprio ragione quando scrivi che Elmet è un romanzo polifonico!

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  2. Mi attrae molto l'atmosfera bucolica e anche il contrasto con il duro lavoro. Lo metto in wishlist!

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    1. Duro lavoro che porterà a una ribellione che metterà ancor più in evidenza i contrasti di una società difficile in cui non ci sono regole. Un caro saluto :)

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  3. Che bello quando certe storie ci scuotono emotivamente e certi personaggi diventano indimenticabili!
    È una uscita che avevo notato, mi confermi che merita :)

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    1. Un romanzo che parla direttamente al cuore è sempre una bella esperienza. In questo caso gli eventi inducono i personaggi a una lotta senza regole in cui non ci sono vinti e vincitori. Un caro saluto :)

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