lunedì 12 marzo 2018

RECENSIONE | "La forma del buio" di Mirko Zilahy

Dopo aver letto e apprezzato “È così che si uccide” (recensione), ho avuto il piacere di leggere il secondo romanzo di Mirko Zilahy. Con “La forma del buio”, edito Longanesi, ho ritrovato gli amati personaggi di Enrico Mancini e la sua squadra e ho conosciuto, provando una miriade di emozioni,“ il Cacciatore”. La storia è ambientata tra le ville e i parchi della città eterna, “luoghi antichi e moderni in cui dimorano i fantasmi del tempo… e le forme fiabesche dei mostri dei nostri incubi.”

STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 8
La forma del buio
(Trilogia del Caos #2)
Mirko Zilahy

Editore: Longanesi
Pagine: 414
Prezzo: € 18,60
Sinossi
Roma è nelle mani di un killer capace di dare forma al buio. Le sue folli tenebre prendono vita nel rito dell'uccisione, le sue terribili visioni si trasformano in realtà tramite le sue vittime. Perché il mostro non si limita a uccidere: lui plasma, mette in posa, trasfigura ognuna delle sue prede in una creatura mitologica. Lasciando soltanto indizi senza un senso apparente, se non si è in grado di interpretarli. Di analizzare la scena del crimine. E tracciare un profilo. Ma il miglior profiler di Roma, il commissario Enrico Mancini, non è più l'uomo brillante e deciso di un tempo. E la squadra che lo ha sempre affiancato non sa come aiutarlo a riemergere dall'abisso. Mentre nuove opere di quello che la stampa ha già ribattezzato «lo Scultore» compaiono nell'oscura, incantata Casina delle Civette a Villa Torlonia, nel vecchio giardino zoologico e nell'intrico della rete fognaria romana, Mancini viene richiamato in servizio e messo di fronte a quella che si dimostrerà come la sfida più angosciante e letale della sua carriera. O addirittura della sua vita.

Giace per sempre, la strega marina. I capelli dappertutto. Il cacciatore ha faticato a domare l’orrida bestia. Quelle due sottili membrane non vibrano più. Non ammalieranno più nessuno. Si sente soddisfatto. Toglie la cera dalle orecchie. Si sente meglio, lui. Sta tornando in sé… Il suo compito è quasi finito. La Sirena non canta più.
Il Cacciatore è un killer spietato che trasforma le sue terribili visioni in realtà tramite le sue vittime. Oltre a uccidere, il mostro mette in posa le sue prede creando figure mitologiche. Il gruppo del Laoconte, la Sirena, Scilla, sono solo alcuni esempi di “trasformazione”. A risolvere il caso è chiamato il miglior profiler di Roma il commissario Enrico Mancini alle prese con una grave crisi personale. Dopo la morte di sua moglie Marisa, Enrico si è lasciato andare , ha smesso di credere in sé, ha paura di fallire e annega nei sensi di colpa. Indossa sempre i guanti della moglie per creare una barriera fra sé e il mondo. Ora, però, non può sottrarsi ai suoi doveri di commissario. Non ha scelta, dovrà rialzarsi o affondare con i suoi terribili incubi. “Lo Scultore” deve essere fermato. Mancini dovrà lottare contro il proprio inferno cercando di placare le fiamme che divorano l’anima del serial killer. È giunto, per il commissario, il tempo di togliersi i guanti e affrontare la vita. Non c’è tempo da perdere, nuove opere dello Scultore compaiono nell’oscura, incantata Casina delle Civette a Villa Torlonia, nel vecchio Giardino zoologico e nell’intrico della rete fognaria romana.

La sfida angosciante tra Mancini e il Cacciatore ha inizio.

“La forma del buio” è un thriller in cui tutti gli ingredienti della suspense psicologica vengono dosati con cura e in modo originale dando vita a una storia avvincente in cui il nero, si dice sia il colore degli incubi, prevale. Realtà e visioni si confondono e ipnotizzano il lettore fino all’ultima pagina. Non si può non lasciarsi coinvolgere dall’indagine che non è solo la ricerca di indizi per catturare il colpevole, ma è anche la possibilità di far luce sulla natura dell’essere umano. Tra i primi omicidi e il finale sorprendente c’è un mondo fatto di forti emozioni in cui la mitologia ha un ruolo predominante e i personaggi si muovono tra pericoli, crudeltà, paure e solitudine. Gli omicidi sono solo la punta di un gigantesco iceberg dell’orrore, tra il killer e i suoi antagonisti si svolge più un duello mentale ed emotivo che fisico. Alcuni capitoli mettono in luce il passato del killer e ci svelano la sua storia nascosta dietro i macabri attuali avvenimenti. Questo mi ha permesso di comprendere meglio le dinamiche che conducono agli omicidi. Anche gli altri protagonisti del thriller, pur svolgendo ruoli ben definiti, mostrano una continua evoluzione del loro essere svelando il filo che unisce il passato al presente. La mente diventa un luogo di conflitto in cui si erge una incrollabile convinzione: per dominare il caos e riportare la giustizia nel mondo bisogna eliminare i mostri. Come? Il male oscuro diventa un’arma potentissima, lo “Scultore” è anche lui una vittima. Notti spaventose e solitudine sono stati il suo calvario, un manuale di morte la sua unica compagnia. Ora lo Scultore, il cacciatore di mostri, terrorizza la città eterna. Il suo delirio visionario è l’unico modo per rapportarsi a un mondo che non conosce in cui la realtà è formata da immagini che nascono nella sua mente. La mitologia diventa il mezzo per narrare queste immagini simboliche, per raccontare la sua verità, per dare corpo alle sue paure che oltrepassano il limite della coscienza e assumono il carattere del mito, per dar forma al buio.

Lo sconvolgimento emotivo è assicurato, leggendo il romanzo tutto vi apparirà chiaro. I mostri che vivono negli incubi del killer rappresentano ciò che sfugge alla realtà attraverso molteplici trasformazioni. Sta a noi trasformare le paure generate dai mostri in qualcosa di positivo. A voi scoprire cosa vi riserva “La forma del buio” un thriller senza cali di tensione, dal ritmo serrato e dall’intreccio laborioso ma sicuro. Mi piace l’abilità narrativa da cui i personaggi prendono vita, mai statici ma in continua evoluzione. Mirko Zilahy è un abile narratore che, son convinta, ci stupirà ancora con i suoi prossimi lavori. Mancini e la sua squadra hanno un posto particolare nel mio cuore insieme ai due serial killer: Ombra, la parte oscura di sé, e al Cacciatore, simbolo della trasformazione. Chi sarà il prossimo?

“Conoscere le nostre paure è il miglior modo 
per occuparsi delle paure degli altri.”
Carl Gustav Jung

2 commenti:

  1. Non ho letto né il precedente né questo,.ma mi sa che ne vale la pena!

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  2. Non te ne pentirai assolutamente, due letture che uniscono brividi e ricerca di se stessi :)

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