Dopo aver letto e apprezzato “È così che si uccide” (recensione), ho
avuto il piacere di leggere il secondo romanzo di Mirko Zilahy. Con “La forma
del buio”, edito Longanesi, ho ritrovato gli amati personaggi di Enrico Mancini
e la sua squadra e ho conosciuto, provando una miriade di emozioni,“ il
Cacciatore”. La storia è ambientata tra le ville e i parchi della città eterna,
“luoghi antichi e moderni in cui dimorano i fantasmi del tempo… e le forme
fiabesche dei mostri dei nostri incubi.”
STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 8
|
(Trilogia del Caos #2)
Mirko Zilahy
Editore: Longanesi
Editore: Longanesi
Pagine: 414
Prezzo: € 18,60
Prezzo: € 18,60
Sinossi
Roma è nelle mani di un killer capace di dare forma al buio. Le sue folli tenebre prendono vita nel rito dell'uccisione, le sue terribili visioni si trasformano in realtà tramite le sue vittime. Perché il mostro non si limita a uccidere: lui plasma, mette in posa, trasfigura ognuna delle sue prede in una creatura mitologica. Lasciando soltanto indizi senza un senso apparente, se non si è in grado di interpretarli. Di analizzare la scena del crimine. E tracciare un profilo. Ma il miglior profiler di Roma, il commissario Enrico Mancini, non è più l'uomo brillante e deciso di un tempo. E la squadra che lo ha sempre affiancato non sa come aiutarlo a riemergere dall'abisso. Mentre nuove opere di quello che la stampa ha già ribattezzato «lo Scultore» compaiono nell'oscura, incantata Casina delle Civette a Villa Torlonia, nel vecchio giardino zoologico e nell'intrico della rete fognaria romana, Mancini viene richiamato in servizio e messo di fronte a quella che si dimostrerà come la sfida più angosciante e letale della sua carriera. O addirittura della sua vita.
Giace per sempre, la strega marina. I capelli dappertutto. Il cacciatore ha faticato a domare l’orrida bestia. Quelle due sottili membrane non vibrano più. Non ammalieranno più nessuno. Si sente soddisfatto. Toglie la cera dalle orecchie. Si sente meglio, lui. Sta tornando in sé… Il suo compito è quasi finito. La Sirena non canta più.
Il Cacciatore è un killer spietato che trasforma le sue
terribili visioni in realtà tramite le sue vittime. Oltre a uccidere, il mostro mette in posa le sue prede creando
figure mitologiche. Il gruppo del Laoconte, la Sirena, Scilla, sono solo alcuni
esempi di “trasformazione”. A risolvere il caso è chiamato il miglior profiler
di Roma il commissario Enrico Mancini alle prese con una grave crisi personale.
Dopo la morte di sua moglie Marisa, Enrico si è lasciato andare , ha smesso di
credere in sé, ha paura di fallire e annega nei sensi di colpa. Indossa sempre
i guanti della moglie per creare una barriera fra sé e il mondo. Ora, però, non
può sottrarsi ai suoi doveri di commissario. Non ha scelta, dovrà rialzarsi o
affondare con i suoi terribili incubi. “Lo Scultore” deve essere fermato.
Mancini dovrà lottare contro il proprio inferno cercando di placare le fiamme
che divorano l’anima del serial killer. È giunto, per il commissario, il tempo
di togliersi i guanti e affrontare la vita. Non c’è tempo da perdere, nuove
opere dello Scultore compaiono nell’oscura, incantata Casina delle Civette a
Villa Torlonia, nel vecchio Giardino zoologico e nell’intrico della rete
fognaria romana.
La sfida angosciante tra Mancini e il Cacciatore ha inizio.
“La forma del buio” è un thriller in cui tutti gli
ingredienti della suspense psicologica vengono dosati con cura e in modo
originale dando vita a una storia avvincente in cui il nero, si dice sia il
colore degli incubi, prevale. Realtà e visioni si confondono e ipnotizzano il
lettore fino all’ultima pagina. Non si può non lasciarsi coinvolgere
dall’indagine che non è solo la ricerca di indizi per catturare il colpevole,
ma è anche la possibilità di far luce sulla natura dell’essere umano. Tra i
primi omicidi e il finale sorprendente c’è un mondo fatto di forti emozioni in
cui la mitologia ha un ruolo predominante e i personaggi si muovono tra
pericoli, crudeltà, paure e solitudine. Gli omicidi sono solo la punta di un
gigantesco iceberg dell’orrore, tra il killer e i suoi antagonisti si svolge
più un duello mentale ed emotivo che fisico. Alcuni capitoli mettono in luce il
passato del killer e ci svelano la sua storia nascosta dietro i macabri attuali
avvenimenti. Questo mi ha permesso di comprendere meglio le dinamiche che
conducono agli omicidi. Anche gli altri protagonisti del thriller, pur
svolgendo ruoli ben definiti, mostrano una continua evoluzione del loro essere
svelando il filo che unisce il passato al presente. La mente diventa un luogo
di conflitto in cui si erge una incrollabile convinzione: per dominare il caos
e riportare la giustizia nel mondo bisogna eliminare i mostri. Come? Il male
oscuro diventa un’arma potentissima, lo “Scultore” è anche lui una vittima.
Notti spaventose e solitudine sono stati il suo calvario, un manuale di morte
la sua unica compagnia. Ora lo Scultore, il cacciatore di mostri, terrorizza la
città eterna. Il suo delirio visionario è l’unico modo per rapportarsi a un
mondo che non conosce in cui la realtà è formata da immagini che nascono nella
sua mente. La mitologia diventa il mezzo per narrare queste immagini simboliche,
per raccontare la sua verità, per dare corpo alle sue paure che oltrepassano il
limite della coscienza e assumono il carattere del mito, per dar forma al buio.
Lo sconvolgimento emotivo è assicurato, leggendo il romanzo
tutto vi apparirà chiaro. I mostri che vivono negli incubi del killer
rappresentano ciò che sfugge alla realtà attraverso molteplici trasformazioni.
Sta a noi trasformare le paure generate dai mostri in qualcosa di positivo. A
voi scoprire cosa vi riserva “La forma del buio” un thriller senza cali di
tensione, dal ritmo serrato e dall’intreccio laborioso ma sicuro. Mi piace
l’abilità narrativa da cui i personaggi prendono vita, mai statici ma in
continua evoluzione. Mirko Zilahy è un abile narratore che, son convinta, ci
stupirà ancora con i suoi prossimi lavori. Mancini e la sua squadra hanno un
posto particolare nel mio cuore insieme ai due serial killer: Ombra, la parte oscura di sé, e al Cacciatore, simbolo della trasformazione. Chi sarà il
prossimo?
“Conoscere le nostre paure è il miglior modo
per occuparsi
delle paure degli altri.”
Carl Gustav
Jung
Non ho letto né il precedente né questo,.ma mi sa che ne vale la pena!
RispondiEliminaNon te ne pentirai assolutamente, due letture che uniscono brividi e ricerca di se stessi :)
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