Buongiorno lettori :)
La recensione odierna riguarda “Hotel World”, romanzo con cui Ali Smith esordisce in
Italia.
STILE: 8 | STORIA: 7 | COVER: 6
|
(traduzione di F. Aceto)
Editore: Sur (beat)
Pagine: 195 | Prezzo: € 9,00
Pagine: 195 | Prezzo: € 9,00
Sinossi
Intorno al lussuoso Global Hotel si incrociano i destini di cinque donne: Sara, una giovane cameriera morta accidentalmente all'interno dell'albergo; Lise, una receptionist dall'inattesa generosità; Else, una mendicante che per poche ore viene ammessa in quel mondo di comfort e privilegio; Penny, una giornalista più smaniosa di ricevere attenzione che in grado di darne; e Clare, la sorella di Sara, che cerca di fare i conti con la sua scomparsa. Cinque personaggi femminili ciascuno con la propria voce, cinque appassionanti flussi di coscienza da cui ricostruiamo man mano una vicenda fatta di mondi diversi che si toccano.
Uuuuuuuuu-
Oooooou che caduta che volo che capriola che corsa nel buio nella luce che tuffo che botta tonfo schianto che lancio che salto che balzo che spavento che folle strepito stridulo soffocato che poltiglia spappolata pestata rotta e squarciata che cuore in gola che fine.
Che vita. Che tempo. Che cosa ho provato. Poi. Non più. Ecco la storia; comincia dalla fine.
Un incipit travolgente mi ha accolta ponendomi di fronte al
momento in cui Sara Wilby smette di essere corpo e anima per diventare un
fantasma. Vedete Sara, con un monologo interiore brioso e senza punteggiatura,
narra la sua morte ma, nelle pagine seguenti, narra anche il suo attaccamento
al mondo reale. Lei, infatti, cerca in tutti i modi di non dimenticare le
parole, i suoni, i colori che hanno caratterizzato la sua vita.
Questo inizio così movimentato e malinconico, apre un
ventaglio di cinque storie che hanno come protagoniste delle donne. Ogni vicenda
è indicata con il nome di un tempo verbale: Il Passato, Il Presente Storico, Il
Condizionale Futuro, Il Perfetto, Il Futuro Nel Passato.
Questi titoli mi hanno fatto pensare al fluire del tempo,
all’evolversi della vita che deve essere vissuta in pieno prima del suo
inevitabile epilogo. La morte è un appuntamento a cui non possiamo mancare ma
prima di arrivarci è d’obbligo vivere nel migliore dei modi.
Come vi dicevo “Hotel World” è un puzzle di cinque storie
che hanno un luogo in comune: il Global Hotel.
Di Sara vi ho già narrato, poi c’è una barbona malata e
ossessionata dagli spiccioli, quindi una receptionist generosa e afflitta da
una malattia che nessuno conosce. Lei dimentica tutto tranne i Jingle delle
pubblicità televisive. Conosciamo poi Penny, giornalista bugiarda con la
passione per il porno, per concludere con una ragazzina, sorella di Sara, che
indaga per scoprire se sua sorella si è suicidata o è stata vittima di un
assurdo incidente.
I destini di queste donne si incrociano in un luogo, l’hotel,
che potremmo paragonare al mondo intero. Ogni personaggio ha la sua lingua, uno
stile linguistico molto personale che lo caratterizza. Alcune donne adottano
frasi lunghe, altre preferiscono frasi minime, altre adottano il silenzio.
L’autrice, in piena libertà, esprime sensazioni e sentimenti diversi. Pagina
dopo pagina Ali Smith descrive la consapevolezza di vivere in un mondo in cui
nulla è facile. Infatti il romanzo si apre con un suicidio ma subito interviene
la sensibilità femminile che riesce a narrare eventi drammatici con una
leggerezza che strappa, a volte, un sorriso. Ogni donna si interroga sul senso
del dolore, della malattia, della perdita di una persona cara. Ogni donna ha
una propria storia. Ogni donna velatamente ci ricorda di vivere anche se siamo
consapevoli di dover morire. Invece del famosissimo “ricordati che devi morire”
qui c’è l’incoraggiamento a ricordare di dover vivere .
La felicità è quella cosa che ci rendiamo conto di provare un secondo prima che sia troppo tardi.
Io ho letto “Hotel World” con molto interesse anche se
inizialmente mi sono un po’ persa. L’incipit, dal ritmo vertiginoso, mi ha un
tantino confusa: non sapevo se mi trovavo davanti all’inizio o alla fine del
romanzo. Poi ho capito che inizio e fine si sono scambiati di posto e nel mezzo
ho incontrato un variegato mondo al femminile. Mondo in cui l’autrice non
spiega tutto lasciando al lettore l’intrigante libertà di giungere alle sue
conclusioni. Mi piace quando storia e lettore interagiscono con ampi spazi in cui
riflettere diventa un valore aggiunto. Alcuni passaggi sono stati un po’
difficili da leggere causa salti temporali degni di un acrobata del tempo. Ma
il fascino di un romanzo risiede anche nelle sue difficoltà che ti fanno
rileggere una frase o fermare un attimino per pensare e quindi poter procedere.
Ho apprezzato molto anche i silenzi, l’inattività, la passività che, in alcuni
momenti, hanno caratterizzato i personaggi. Si può comunicare in mille modi,
l’importante non è come si parla ma cosa si dice.
“Hotel World” è un romanzo originale e interessante. Da
leggere :)
Ero incuriosita quando è uscito, ma poi ho lasciato perdere spaventata dalle tante trame, storie e confusioni. E invece adesso lo voglio!!!! Mannaggia, wishlist infinita ;)
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