lunedì 11 luglio 2016

RECENSIONE | "L'abbazia dei cento inganni" di Marcello Simoni

Buongiorno, cari lettori :) Oggi vi parlo di un libro che ho atteso con molta curiosità, sto parlando de “L’abbazia dei cento inganni” di Marcello Simoni. Questo romanzo conclude la saga Codice Millenarius che vi consiglio di leggere se siete amanti dei thriller storici.

L'abbazia dei cento inganni
Marcello Simoni

     Codice Millenarius Saga     
#1 L'abbazia dei cento peccati  
#2 L'abbazia dei cento delitti [recensione]
#3 L'abbazia dei cento inganni

Editore: Newton Compton
Pagine: 352 
Prezzo: € 9,90

Sinossi: Ferrara, inverno 1349. Un’inquietante processione di gente incappucciata si aggira nelle selve vicino alla città, terrorizzando chiunque abbia la sfortuna d’imbattervisi. E mentre si diffondono voci su riti satanici e segni dell’apocalisse, c’è chi scorge in quelle apparizioni un astuto complotto. Tra loro anche l’impavido cavaliere Maynard de Rocheblanche che, con l’appoggio della Santa Inquisizione, intraprende un’indagine per cercare di far luce sulla verità. L’impresa si rivelerà tuttavia più difficile del previsto, perché sono molti i prelati più interessati ai suoi segreti che a risolvere il caso. Maynard è infatti l’unico custode del mistero più grande della cristianità, la leggendaria reliquia attribuita a Gesù, il Lapis exilii. E questa volta, privato dell’appoggio dell’abate di Pomposa, potrà fare affidamento solo sulla sorella, la monaca Eudeline, per difendere se stesso e i propri amici e cercare di svelare l’intrigo che lo coinvolge… 

STILE: 8 | STORIA: 9 | COPERTINA: 8

Selva di Ferrara

7 gennaio 1349, notte

Il cacciatore di lupi avanzò sulla distesa di neve, adagio, fra i tronchi di salice e quercia. La luna era ancora alta, l’alba una sfumatura d’argento tra il cielo e le fronde imbiancate [...]

Quando un improvviso palpitare di luci rapì la sua attenzione.

Si acquattò dietro il tronco e puntò lo sguardo verso alcune figure che avanzavano tra gli alberi. Tonache, cappe e lunghi cappucci, lanterne a schiarire il grigiore.

Simile a un corteo di spettri, la processione si mosse sul tappeto di neve fino a un punto in cui i rami degli arbusti si intrecciavano in una sorta di arco, formando un passaggio nella tenebra.

A capo di quella congrega di sconosciuti vi era una donna in groppa a una bestia.

Una bestia che non sarebbe dovuta esistere, se non nelle lande più cupe dell’inferno.
Dopo “L’abbazia dei cento peccati” e “L’abbazia dei cento delitti”,  questo terzo volume conclude in modo perfetto la saga Codice Millenarius. Il bravissimo Simoni ci riporta nel Medioevo, negli anni dopo la peste nera, per riprendere le fila di una storia avvincente con un giusto mix di mistero e intrigo. Una storia dal ritmo incalzante che si legge con trepidazione pronti a seguire i personaggi che si muovono sempre spinti da sentimenti fondamentali come l’amore, l’onore, l’amicizia, l’odio, la vendetta e il desiderio di libertà.

Nell’abbazia di Santa Maria di Pomposa, ritroviamo il prode cavaliere Maynard de Roceblanche. Egli è audace e coraggioso, pronto a difendere a qualsiasi costo i suoi ideali che rendono la vita degna di essere vissuta. La pace della città, siamo a Ferrara nel 1349, è minata da un’inquietante processione di gente incappucciata che miete terrore. Rapidamente si diffondono voci su riti satanici ma la verità si nasconde in un astuto complotto che Maynard dovrà sventare.  L’impresa non sarà facile, uomini potenti si muovono nell’ombra per carpire a Maynard i suoi segreti. L’impavido cavaliere è l’unico custode del mistero del Lapis exilii, la leggendaria reliquia attribuita a Gesù. Gli avvenimenti si susseguono creando intorno al cavaliere una ragnatela pronta a uccidere.

“Pro bono malus”, male in cambio di bene, è il messaggio con cui si annunciano le minacce ai danni della famiglia d’Este. Si pensa subito a un maleficium, la Santa Inquisizione affida a Maynard l’arduo compito che cela voragini d’odio e sete di potere.

“L’abbazia dei cento inganni” è un thriller storico che ho letto con vivo piacere. Simoni non si perde in inutili giri di parole e con un ritmo intenso ci racconta una storia che sembra vivere di vita propria. La profonda conoscenza storica del periodo e dei luoghi d’ambientazione rende reale il tutto lasciando al lettore un’unica possibilità: immedesimarsi nei personaggi provando tante emozioni. Ho apprezzato l’intreccio tra elementi autentici e altri frutto di fantasia. Ad es. Obizzo d’Este e la marchesa Lippa Ariosti sono realmente esistiti, Maynard e Suor Eudeline nascono dalla fervida fantasia dell’autore. 

In questo romanzo non c’è un attimo di pace. Alti Prelati  e nobili signori si sfidano per la conquista del potere, nessuna esclusione di colpi, nessuna pietà. Intrighi e tradimenti rendono la realtà mutevole velocemente corrotta da inganni che si nutrono delle debolezze umane. In questo terzo volume della saga ho potuto apprezzare l’avvincente ricostruzione della Ferrara medioevale, Simoni descrive attentamente ogni angolo della città. Anche l’abbazia di Pomposa è parte viva in questo romanzo con i suoi affreschi sull’Apocalisse e con i monaci amanuensi che vi risiedevano. Una curiosità, avete notato come il numero cento sia presente nel titolo dei tre libri della saga? In un’intervista lo scrittore spiega che cento erano i monaci presenti nell’abbazia nel suo periodo più florido. Seguirono poi anni di decadenza sia spirituale che economica.

Tra i personaggi, tutti ben caratterizzati, mi ha incuriosito favorevolmente la figura di suor Eudeline sorella di Maynard. La donna assume, in questo romanzo, un ruolo importante in cui viene alla luce il suo carattere fiero e ostinato, il suo orgoglio che la porta a sfidare chiunque osi far del male alle persone che ama.  Eudeline  è colei che ha subito una grave violenza nel passato,  custodisce nel cuore il desiderio di ricostruire la famiglia per dare un volto al futuro, non brandisce alcun arma ma lotta ugualmente per ciò in cui crede. Questo coinvolgimento emotivo è una delle caratteristiche del romanzo che si conclude con un finale elegante e poetico. Essendo l’ultimo libro della saga temevo di non veder soddisfatte tutte le mie curiosità invece ogni aspetto della storia viene spiegato e i fili narrativi  giungono a conclusione.

Il Codice Millenarius è una saga che affascina trasportando il lettore tra duelli di spada, intrighi e pergamene preziose. Ho appena concluso la lettura eppur già sento la mancanza della fiera Eudeline,  del coraggioso Maynard, dell’orgoglioso Gualtiero, dell’intraprendente Isabeau. Tutti hanno affrontato momenti difficili in cui ogni cosa sembrava persa per sempre. Da loro un grande insegnamento: quando tutto sembra perduto bisogna sempre trovare la forza nel proprio cuore per dare ai sogni la possibilità di diventare realtà.

5 commenti:

  1. il genere mi piace moltissimo, e di quest'autore lessi IL MERCANTE DI LIBRI MALEDETTI, che mi piacque abbastanza. dovrei riprendere a leggere qualcosa di suo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il thriller storico piace molto anche a me e il Medioevo è un periodo storico che mi affascina :)

      Elimina
  2. Ok, quindi dovrò iniziare la triologia, non mi resta altro da fare! Mi hai troppo ispirato con questa recensione, inoltre io amo molto i romanzi storici soprattutto quelli ambentati nel Medioevo. Il difficile per l'autore è rendere reale ciò che è storia, il che presuppone una profonda conoscenza del periodo che non si deve perdere nemmeno nel più piccolo dettaglio. Marcello Simoni: segnato!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Leggendo i libri di Simoni potrai renderti conto della profonda conoscenza dell'autore per tutto ciò che riguarda il Medioevo. Molte le figure storiche reali anche se io ho un debole per i personaggi nati dalla fantasia dell'autore :)

      Elimina
  3. Ma il povero Robert de Vermandois è morto di peste nel secondo libro? Nel capitolo non era chiaro!

    RispondiElimina