Buon giovedì, amati lettori. Domenica 1 novembre ho seguito con interesse la trasmissione
su Rai Tre -Che tempo che fa- in cui Fabio Fazio ricordava, con grandi ospiti
del mondo dell’attualità e della cultura, l’anniversario della scomparsa di
Pier Paolo Pasolini. Tra gli ospiti c’era anche la scrittrice Dacia Maraini che
presentava il suo nuovo romanzo, in libreria dal 5 novembre, “La bambina e il
sognatore”, edito Rizzoli.
Vedere la cover di questo romanzo e innamorarmi dell’immagine
è stato un tutt’uno. Il giorno dopo sono andata in libreria per prenotare una
copia del libro. L’attesa è stata breve, per fortuna, la lettura è stata
intensa e ricca di emozioni.
Sinossi: Ci sono sogni capaci di metterci a nudo. Sono schegge impazzite, che ci svelano una realtà a cui è impossibile sottrarsi. Lo capisce appena apre gli occhi, il maestro Nani Sapienza: la bambina che lo ha visitato nel sonno non gli è apparsa per caso. Camminava nella nebbia con un’andatura da papera, come la sua Martina. Poi si è girata a mostrargli il viso ed è svanita, un cappottino rosso inghiottito da un vortice di uccelli bianchi. Ma non era, ne è certo, sua figlia, portata via anni prima da una malattia crudele e oggi ferita ancora viva sulla sua pelle di padre. E quando quella mattina la radio annuncia la scomparsa della piccola Lucia, uscita di casa con un cappotto rosso e mai più rientrata, Nani si convince di aver visto in sogno proprio lei. Le coincidenze non esistono, e in un attimo si fanno prova, indizio. È così che Nani contagia l’intera cittadina di S., immobile provincia italiana, con la sua ossessione per Lucia. E per primi i suoi alunni, una quarta elementare mai sazia dei racconti meravigliosi del maestro: è con la seduzione delle storie, motore del suo insegnamento, che accende la fantasia dei ragazzi e li porta a ragionare come e meglio dei grandi. Perché Nani sa essere insieme maestro e padre, e la ricerca di Lucia diventa presto una ricerca di sé, che lo costringerà a ridisegnare i confini di un passato incapace di lasciarsi dimenticare.
STILE: 9 | STORIA: 9 | COPERTINA: 9
Cammino rapido in mezzo a una strada quasi cancellata dalla nebbia. Un vento secco e cattivo mi fa socchiudere le palpebre, mi toglie il respiro. Mi chiedo dove sono e dove sto andando. Dal muretto di mattoni sbreccati, carico di rampicanti, che scorgo alla mia sinistra, mi sembra di riconoscere la strada che porta alla scuola in cui insegno. Non vedo a due metri di distanza. Avanzo a fatica, forzando quella parete di vento e nebbia. Improvvisamente quasi inciampo in una bambina che cammina lesta, avvolta in un cappottino rosso da cui esce un collo bianco e lungo. Faccio per dire: mi scusi, e scavalcarla, ma qualcosa in quella bambina mi blocca in mezzo alla strada, stupito. Il cappottino rosso, i capelli castani raccolti in una cosa dietro la nuca, con qualche ricciolo biondo che sguscia disordinato, la camminata ciondolante, un poco sghemba. Ma è mia figlia, mi dico e grido: ‹‹Martina!››
Inizia così l’ultimo libro di Dacia Maraini che, per la
prima volta, sceglie come protagonista del suo romanzo una figura maschile.
Il maestro Nani Sapienza è un uomo che ama il proprio lavoro
e riesce a catturare l’attenzione dei suoi piccoli allievi narrando storie
affascinanti che trasformano le materie scolastiche in fantastiche avventure.
Quando il maestro racconta, i bambini sono catturati dalla sua voce,
dimenticano i telefonini e partecipano con vivo interesse alla narrazione. Nani
viene spesso richiamato dalla preside della sua scuola per queste fughe dai
rigidi programmi ministeriali. Il maestro non ha una vita felice, ha da poco
perso la sua unica figlia, Martina, ammalatasi di leucemia. Il dolore immenso
ha stravolto la sua esistenza e quella della moglie Anita che, non riuscendo a
vivere nella casa che ha visto la nascita e la morte della loro bimba,
abbandona il tetto coniugale per lenire lontano le sue ferite. Il maestro è
solo con i suoi sogni che sono consolazione e tormento. Nani sogna di una
bambina che rassomiglia a sua figlia Martina. Una bambina dal cappottino rosso
e dagli stivaletti di gomma bianca. Al risveglio il maestro apprenderà dalla
radio della scomparsa di una bambina, Lucia, che indossava un cappottino rosso
e stivaletti bianchi. Nani si convince che la bimba sognata è proprio la bimba
scomparsa. Le coincidenze non esistono. Inizierà così un’indagine privata che
coinvolgerà tutto il paese di S., immobile provincia italiana, e il sogno si
trasformerà in ossessione. Lui che nulla ha potuto per sottrarre sua figlia
alla morte, cercherà di ritrovare la piccola scomparsa. Ritrovare Lucia vuol
dire ritrovare se stesso, il suo ruolo di maestro e di padre, per ridare un senso
alla sua vita.
I sogni sono stracci di nuvole, scomposti e inconsistenti. Sono la mia consolazione e il mio tormento. Mi fanno sentire vivo, capisci? Vivo come non sono mai stato.
Nani Sapienza è un sognatore, spera che possa esistere un
mondo migliore basato sulla verità e sulla giustizia. Spera di ritrovare la
bimba scomparsa, spera di ritrovare se stesso. I sogni diventano lo specchio di
una società ferita da profonde sofferenze causate dalle guerre di religione,
dal turismo sessuale minorile, dalla tratta dei bambini, dalla violenza degli
uomini sulle donne.
Il maestro Sapienza non si arrende. Non si arrende a scuola
dove continua ad esercitare, sui suoi piccoli allievi, un incantesimo
narrativo.
La cosa più difficile del mondo è capire con la propria testa quello che sotto il nostro naso.
Non si arrende al tempo che passa senza che la polizia
riesca a trovare alcuna traccia della piccola Lucia.
Non si arrende al dolore della paternità negata. Anche negli
uomini vive la voglia di avere un figlio anche se, tale sentimento, è spesso
considerato “una cosa da femmine.”
Ricordate la favola di Pinocchio? Mastro Geppetto, povero
falegname, desiderava, sopra ogni cosa, avere un figlio. Un desiderio forte,
intenso che lo porterà a crearsi da solo un figlio, a dargli la vita. Non è
stato facile per Geppetto fare il padre, non è facile per il maestro Sapienza lasciare
la sua piccolina tra le braccia della morte. Perdere un figlio è un’esperienza
drammatica che annienta un genitore. Ricominciare a vivere è quasi impossibile,
ci si lascia andare per perdersi nell’oblio, per scomparire anche se ancora
respiriamo, anche se il nostro cuore continua a battere. Il maestro vive in
solitudine, non festeggia più i compleanni, non ha amici, la moglie si è
allontanata perché, a volte, i grandi dolori dividono. Nani vive in un limbo in
cui spesso, nei momenti più travagliati, dialoga con la propria coscienza che
veste i panni di un angelo pennuto appollaiato sulla sua spalla che gli mostra
come l’uomo si lasci conquistare dagli interessi pratici e dimentica i veri
valori. L’egoismo vince sulla solidarietà, nella società non c’è posto per i
principi.
“La bambina e il sognatore” è un romanzo che narra l’amore
paterno, la solitudine, la perdita, la passione per i libri. Dalla prima
all’ultima pagina la lettura è concentrata, ricca di forti emozioni. La
scrittrice scrive pagine dai forti contenuti che si integrano perfettamente con
la storia narrata. Spesso gli uomini confondono l’amore con il possesso e in nome
dell’amore compiono violenze e atrocità sulle donne. Questo concetto lo
ritroviamo nel romanzo della Maraini che narra delle maschere che molti uomini
indossano. Padri e mariti esemplari in patria, fruitori del turismo sessuale
all’estero. Uomini pronti a pagare per soddisfare i loro istinti che con
l’amore nulla hanno da spartire. Uomini che depongono la loro maschera ai piedi
di un letto nei bordelli dove verranno immolati bambini e bambine innocenti.
Uomini che nella più totale indifferenza ritornano a una vita rispettabile.
Argomenti forti che il maestro sognatore dovrà affrontare con coraggio e
coinvolgimento. Riuscirà a trovare una speranza in tanto dolore?
Ora il giudizio è
nelle mani dei lettori. Per quanto mi riguarda “La bambina e il sognatore” è un
ottimo romanzo che consiglio a tutti di leggere :)
Ciao, come ti avevo anticipato in pagina, questo è uno di quei romanzi che mi aveva incuriosita da subito, nell'esatto istante in cui avevo avuto modo di leggere tutte le informazioni che circolavano in rete e non solo. Mi piace lo stile di questa autrice di cui ho letto "Il treno dell'ultima notte", un romanzo molto molto coinvolgente che ti consiglio vivamente di leggere, se non lo hai ancora fatto. E mi attira ancora di più dopo aver letto la tua attentissima analisi e le tue riflessioni post lettura; non capita tutti i giorni di leggere un romanzo in cui vengano analizzate le forti emozioni provocate da un abbandono, di qualsiasi tipo, in un personaggio maschile. Solitamente si analizza l'effetto provocato sulla donna ma raramente sull'uomo. Che dirti? Dopo aver letto la tua recensione hai incrementato ancor di più la voglia di leggere questo romanzo. Ti auguro buone letture e buon proseguimento di giornata! ;)
RispondiEliminaE' stato molto interessante leggere questo tipo di storia narrata da una figura maschile con le sue emozioni e riflessioni. Sicuramente è un romanzo che crea una forte empatia con il lettore e porta a riflettere sui temi affrontati. Non ho letto "Il treno dell'ultima notte", ti ringrazio per il consiglio :) Leggerò con piacere altri romanzi di questa scrittrice. Buona lettura e buona giornata anche a te ^-^
Eliminanon ho mai letto nulla di questa scrittrice, devo rimediare, magari proprio con questo!!
RispondiEliminaLa lettura de "La bambina e il songatore" è un bellissimo modo per avvicinarsi a questa bravissima scrittrice :)
EliminaMi rendo conto adesso che non ho mai letto niente di quest'autrice. Seguo anche io il tuo consiglio e magari inizio da questo romanzo.
RispondiEliminaTi auguro una buona lettura ^-^
EliminaCome sempre le tue parole sono d'impatto e convincenti, trasudano l'amore per questa lettura. Da mamma non so cosa darei perché esistesse un maestro/professore in grado di distogliere l'attenzione dei ragazzi dal web...Grazie, ottimo consiglio libresco, segnato in wishlist.
RispondiEliminaSarebbe bello trovare un insegnante che sappia fondere realtà e immaginazione per catturare l'attenzione dei piccoli alunni. Ricordo che la mia maestra amava raccontare delle storie per indurci a riflettere. Il mio amore per la lettura è nato proprio tra i banchi di scuola :)
EliminaSono contento di aver letto la tua recensione, grazie! Dacia Maraini è una scrittrice bravissima, ma non tutti i suoi romanzi mi hanno sempre conquistato. Ho atteso a comprare il libro perché non ne ero convintissimo...per quanto riguarda la copertina, hai ragione, la trovo stupenda anch'io!
RispondiEliminaGrazie a te per aver commentato ^-^ Questo romanzo mi ha conquistata e spero sia una buona lettura anche per te :)
Eliminaio ho letto "La lunga vita di Marianna Ucria" e da li me ne sono innamorata..non vedo l'ora di iniziare anche questo libro!
RispondiEliminaNon ho letto il libro che hai citato, devo assolutamente porvi rimedio :)
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