giovedì 19 maggio 2022

RECENSIONE | "La ninfa costante" di Margaret Kennedy

Margaret Kennedy, grande autrice del Novecento inglese ingiustamente dimenticata, torna nelle librerie italiane con “La ninfa costante” (pubblicato da Fazi), il suo capolavoro. All’epoca dell’uscita nel 1924 il romanzo ebbe un successo da un milione di copie vendute e venne pubblicato in quindici paesi e conobbe una serie di fortunati adattamenti teatrali e cinematografici. 

Romanzo drammatico-sentimentale, narra le difficoltà che attendono i figli di un musicista inglese dopo la sua morte. L’ambiente bohémien in cui hanno vissuto ha dato loro una scarsa educazione, limitata solo al campo musicale.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
La ninfa costante
Margaret Kennedy

Editore: Fazi
Pagine: 358
Prezzo: € 18,50
Sinossi

Il compositore Albert Sanger vive in un cottage sulle Alpi austriache con la sua numerosa famiglia: il cosiddetto Circo Sanger, composto da lui, sua moglie – la terza – e sette figli, tra i quali spicca la scaltra quattordicenne Teresa, da sempre innamorata di uno degli amici del padre, Lewis Dodd. Presso l’allegra compagine trovano regolare ospitalità artisti e musicisti provenienti da tutta Europa, in una festa continua. Quando la morte di Sanger interrompe bruscamente l’idillio alpino, la famiglia della sua seconda moglie decide di intervenire in favore della prole rimasta orfana. Fa così il suo ingresso sulla scena la cugina Florence Churchill, per la quale l’incontro con Dodd è fatale: i due si innamorano all’istante, decidono di sposarsi e di tornare in Inghilterra portando con loro i piccoli Sanger. Ma alla prova del rientro nella civiltà, la loro intesa si incrina molto velocemente: l’impatto con la società inglese e il suo conformismo per lui è troppo. L’impossibilità di una conciliazione tra ordine e sregolatezza appare tanto evidente quanto allettante è l’idea di una fuga.



Non ho mai visto ragazzi altrettanto sfacciati, maleducati e disobbedienti. Non è colpa loro, chiaro, ma il linguaggio che usano è scandaloso! E quale senso morale possono avere essendo cresciuti in un luogo come questo? Credimi, in fin dei conti non so se abbia senso scaricarli in scuole rispettabili. 

 Il compositore Albert Sanger vive in uno chalet sulle Alpi austriache con la sua numerosa famiglia: il cosiddetto Circo Sanger, composto da lui, sua moglie – la terza – e sette figli, tra i quali spicca la scaltra quattordicenne Teresa, da sempre innamorata di uno degli amici del padre, Lewis Dodd. Presso l’allegra compagine trovano regolare ospitalità artisti e musicisti provenienti da tutta Europa, in una festa continua. Quando la morte di Sanger interrompe bruscamente l’idillio alpino, la famiglia della sua seconda moglie decide di intervenire in favore della prole rimasta orfana. Così giunge allo chalet la cugina Florence Churchill, per la quale l’incontro con Dodd è fatale. I due si innamorano all’istante, decidono di sposarsi e di tornare in Inghilterra portando con loro i piccoli Sanger. Il matrimonio, però, si incrina velocemente: l’impatto con la società inglese e il suo conformismo per Dodd è troppo.  Passare dalla libertà dei paesaggi montani alla società londinese dominata dalla tradizione è un salto nel buio. L’impossibilità di una conciliazione tra ordine e sregolatezza appare tanto evidente quanto allettante è l’idea di una fuga. Quando, insoddisfatte della loro nuova esistenza, Tessa e sua sorella scappano dal loro istituto, le cose si complicano ulteriormente. 

“La ninfa costante” è una lettura davvero piacevole che narra dell’eterno conflitto tra anarchia bohémienne e rispettabilità borghese. Tra le righe appare anche un triangolo amoroso i cui vertici sono Florence, Dodd e Tessa. 

Teresa, Tessa per gli amici, è la ninfa dal cuore fedele del titolo. Ama da sempre Dodd, nonostante la differenza di età. Mentre Florence rappresenta l’immobilità, Tessa è un puro concentrato di libertà e non può essere rinchiusa in un collegio. 

Teresa possedeva una particolare commistione di innocenza e scaltrezza, un modo di parlare infantile e acuto al tempo stesso e disponeva di un vocabolario un po’ antiquato, semi letterario, e intonazioni prese in prestito da altre lingue. Tutto ciò era molto piacevole e rinfrescante, dopo tutto il provincialismo erudito che gli era toccato sopportare. In lei scorgeva ignoranza, immaturità e una sconfinata, primitiva passione.

Il matrimonio tra Lewis e Florence non è un successo a causa di aspettative irrealistiche e conseguenti frustrazioni per entrambi. Lewis si sente imprigionato dalle convenzioni della società londinese, Florence trova Lewis piuttosto impegnativo come marito ed è attratta dalla passione e dal talento del marito per la musica. Tra loro Tessa e il suo amore per Lewis, amore che rappresenta la realizzazione del suo destino. 

Florence aveva compreso che in Lewis c’era un nucleo duro come la pietra e freddo come il ghiaccio; quell’uomo non era un tenero amante ma un estraneo.

Dal canto suo Lewis considerava Tessa innocente, sincera e vulnerabile, insicura e sapeva in cuor suo di amare la sua giovane amica ma era deciso a sposare Florence. 
Giurò a se stesso che non l’avrebbe mai fatta soffrire, e nello stesso tempo seppe che inevitabilmente sarebbe accaduto. L’avrebbe sposata e sarebbe stato sempre gentile con lei. Di meglio non poteva fare.
 
L’epilogo della storia lascio a voi scoprirlo, sappiate che Florence, accortasi del rapporto speciale tra Tessa e il marito, si consuma dalla gelosia. 

“La ninfa costante” è un romanzo in cui prende forma un dramma psicologico narrato con mano sicura dall’autrice. C’è una diffusa, seppur in ombra, innocenza con cui vengono espressi i sentimenti più profondi e personali, gli amori inutilmente inseguiti, le perdute occasioni. Io ho molto apprezzato le sfumature tra narrativa e psicologia. 

Non amo che le rose che non colsi. Non amo che le cose che potevano essere e non sono state.
Così scriveva il poeta Guido Gozzano a testimonianza di un attimo non vissuto, di un’occasione rimpianta, di un destino che ci rende prigionieri della brevità del tempo. Tra realtà e sogno procediamo nel cammino della nostra vita e volgendo lo sguardo al passato possiamo vedere Tessa che si allontana, ancella di un destino già scritto.

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