Un attore porno in disarmo, una signora misteriosa, un
travestito dalla doppia vita, sono i protagonisti del nuovo romanzo di Massimo
Carlotto “La Signora Del Martedì”, edizioni E/O. L’autore, maestro del noir, ci
propone un romanzo che oltrepassa i confini del crimine e diventa un invito a
ripensare i rapporti tra crimine e società. È uno scavo interiore nell’animo umano, una radiografia dei
sentimenti, un desiderio d’amare e di essere amati, un aggrapparsi agli altri
per non scivolare nelle crepe della solitudine. Perché, sappiatelo, quando la
vita diventa nera nera anche la luce di una candela può sembrarci un faro nella
nebbia.
STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 8
|
La Signora del martedì
Massimo Carlotto
Editore: E/O
Editore: E/O
Pagine: 212
Prezzo: € 15,00
Prezzo: € 15,00
Sinossi
Tre personaggi che la vita ha maltrattato. Bonamente Fanzago, attore pomo dal nome improbabile che un ictus ha messo in panchina e che assiste angosciato all'ascesa dei giovani concorrenti. Tiene duro aspettando che ogni martedì una donna affascinante dal passato misterioso paghi i suoi servizi da gigolò alla pensione Lisbona, un alberghetto poco frequentato dove il proprietario, il signor Alfredo, vive la sua condizione di travestito nascondendosi da un ambiente ipocrita e perbenista. Tre esseri umani sui quali la società si accanisce proprio perché più fragili, ma che troveranno il coraggio di difendersi. Non sono eroi senza macchia né paura, hanno debolezze, hanno commesso errori e a volte azioni riprovevoli. Ma soprattutto aspirano ad amore e rispetto. Quando un imprevisto darà il via a una girandola di effetti collaterali, per i nostri tre personaggi diventerà questione di vita o di morte scavare, dentro di sé e nel proprio passato, per trovare le risorse necessarie a tirarsi fuori dai guai.
Bonamente Fanzago è un attore porno ormai in declino. Dopo
l’ictus che l’ha colpito, tiene duro aspettando che ogni martedì una donna
misteriosa paghi i suoi servizi da gigolò alla pensione Lisbona, un alberghetto
da poco dove il proprietario, il signor Alfredo, vive la sua condizione di
travestito nascondendosi da un ambiente ipocrita e perbenista. Un imprevisto
darà origine a una girandola di effetti collaterali e per i tre
protagonisti diventerà una questione di
vita o di morte scavare dentro di sé e nel proprio passato per tirarsi fuori
dai guai.
Era sempre l’ultimo ai provini. Per una questione di prestigio. La vecchia guardia non aveva nulla da dimostrare. Lui la gavetta l’aveva fatta da un pezzo, era passato il tempo in cui sgomitava per essere tra i primi a entrare e abbassarsi i pantaloni.
Con questo incipit, l’autore ci presenta Bonamente Fanzago,
in arte Zagor. La malattia l’aveva costretto ad abbandonare la sua professione
di attore porno e assisteva angosciato all’ascesa dei giovani concorrenti.
Incapace di gestire la quotidianità, viveva alla pensione Lisbona e di lui si
occupava il signor Alfredo che si vedeva inequivocabilmente come una bella
donna e come tale voleva essere trattata.
Il signor Alfredo era una che la sapeva lunga. Di cognome faceva Guastini, ed era apparsa dal nulla una trentina di anni prima. Nessuno nel quartiere l’aveva mai vista.
Il signor Alfredo aveva superato la sessantina da un po’ e tra le mura della pensione si era sempre vestita da donna. Sopra i radi capelli tinti di nero indossava una parrucca modello sexy lady, una cascata biondo cenere lunga settanta centimetri.
Costretto a porre fine alla sua carriera nel porno, Fanzago
si proponeva come gigolò ma aveva un’unica
cliente: la signora del martedì, una donna affascinante e dal passato misterioso.
Era venuta a cercarlo. Aveva sentito parlare di lui da una sua conoscente che lo aveva incontrato un fine luglio a Bellaria. La recensione era stata positiva, pare tra il buono e l’ottimo, e così si era presentata alla pensione Lisbona. L’attore viveva lì da sempre.
Per nove anni, ogni martedì, dalle quindici alle sedici, la
signora si presentava alla pensione. Stanza numero tre. Metteva i soldi sul
comodino e s’infilava nel letto. Inevitabilmente Fanzago s’innamora di lei.
Sono loro i tre personaggi che animano le pagine di questo bel romanzo.
Sono persone che la vita ha maltrattato e sulle quali la società si è accanita
proprio perché fragili. Non sono eroi, hanno commesso errori, ma come tutti gli
uomini aspirano ad amore e rispetto. Vite complicate le loro. Ognuno nasconde
qualcosa e reagisce in modo diverso agli ostacoli che la vita pone. C’è chi si
lascia vincere dalla depressione, chi, invece, sposa la rabbia e chi si lascia
travolgere dal dolore. Tuttavia hanno una cosa in comune: ogni loro azione avrà
delle conseguenze che inevitabilmente travolgeranno anche tutti gli altri.
La vita è fatta così. Quasi sempre è spietata, e tocca fingere di essere animati da buoni sentimenti per non essere giudicati nel modo sbagliato. Un cazzo di spettacolino di varietà nel quale è consigliabile ritagliarsi un ruolo da consumati ballerini di prima fila.
Il signor Alfredo, Fanzago, la signora misteriosa, faranno
di tutto , seppur involontariamente, per rovinarsi la vita a vicenda. La cosa
assurda è che alla base di questa “rovina”, c’è la paura della solitudine e il
desiderio di essere amati. Oltrepassare la paura non è facile, la vita è fatta
di sbagli e ferite. Se poi ci aggiungiamo un destino travolgente, allora ci
accorgiamo che le cose cattive capitano senza preavviso. Bussano alla nostra
porta e prepotentemente stracciano le nostre buone intenzioni. A dare una mano
al destino ci sono, nel romanzo, alcuni
personaggi antipatici e altri ambigui.
Tra gli antipatici al primo posto si colloca il giornalista
Pietro Maria Belli. Uomo spregevole è capace di tutto pur di ottenere un’intervista
e non ci pensa due volte a distruggere una persona per aumentare le vendite del
giornale per cui scrive. Sempre a caccia di scoop non sa cosa significhi
scrivere la verità, tutta la verità, solo la verità. Con le parole può
condannare una persona senza processo e con la penna in mano si sente un dio
che dispensa vita e morte.
Per completare il variegato mondo dei personaggi presenti
nel romanzo di Carlotto, non posso non menzionare “l’uomo con gli stivali
texani”. Egli vive nell’ombra e risolve tutti i problemi avendo competenze e
conoscenze nella malavita. Svolgerà un ruolo importante nella vicenda e il suo
contributo sarà fondamentale per le sorti dei tre protagonisti che sceglieranno
la pensione Lisbona come luogo d’eccellenza in cui sentirsi liberi di essere ciò che vogliono
“La signora del martedì” è un romanzo che parla di
solitudine, di amori folli, di vite non facili. Il timore di essere giudicati
per il passato, la paura della solitudine, le scelte per rimediare agli errori
commessi, sono le colonne portanti di questa intensa storia. Non mancheranno
eventi violenti anche se la violenza si nasconderà tra le pieghe della società
e si manifesterà quasi per caso. La storia ci presenterà tante maschere e pochi
volti, sarà crudele e tenera, amara e dolce.
La vita può contenere diverse esistenze se si è capaci di inventarle. E una fiaba è la più bella delle invenzioni.
“La signora del martedì” è una storia dura in cui la verità
si nasconde nei posti più impensati. È un’infelice sequenza di eventi e di
effetti collaterali che avranno un effetto domino sulla vita dei protagonisti.
Loro, gli esclusi, sapranno come lottare contro una società spietata che vuol
negar loro il diritto di vivere e di amare. Il finale non ve lo svelo, sarà un’amara
e delicata speranza d’amore. Solo però di martedì, dalle quindici alle sedici.
Stanza numero tre.
Romanzo che fa davvero, davvero al caso mio!
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