“Il bene minore” è il romanzo d’esordio di Marco Cestelli,
pubblicato da Bookabook nella collana Narrativa. L’autore ci propone una storia
complessa che si evolve continuamente disegnando una mappa per orientarsi sul
terreno minato del nuovo corso mafioso.
Un vorticoso giro di soldi e affari, nuove tecnologie, la
globalizzazione, le trattative con la politica locale, fanno delle
organizzazioni criminali un virus letale del tessuto sociale. L’attuale
politica antimafia è efficace? Cosa si può fare contro questo male atavico?
STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
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Il bene minore
Marco Cestelli
Editore: bookabook
Editore: bookabook
Pagine: 332
Prezzo: € 18,00
Sinossi
Un enigmatico invito, una nave portacontainer, una misteriosa organizzazione, un maggiore dei carabinieri, centottantamila euro e sei mesi per portare a termine una missione: smantellare i business legati alle mafie, a partire da quella siciliana, con il suo traffico di clandestini provenienti dalla Libia e degli affari a esso correlati. Il maggiore Fabio Massimo Monti vestirà i panni di Ais, ritrovandosi a capo di questa operazione, spalleggiato da un team esperto e da una misteriosa tutor, Patrizia, che lo seguirà in tutte le attività, monitorando attentamente il suo stato psichico e i cambiamenti a cui la personalità di Monti andrà incontro durante lo svolgimento della missione.
La giustizia è una scienza inesatta ma fondamentale, è civiltà, ma richiede tempo, tempo e soldi, soldi e personale specializzato e integerrimo. Purtroppo, durante questo tempo accadono cose, si fanno affari loschi e si continua a delinquere.
Tutto ha inizio con un enigmatico invito, una nave portacontainer,
una misteriosa organizzazione, un maggiore dei carabinieri, centottantamila
euro e sei mesi per portare a termine una missione. Bisogna fermare la macchina
infernale delle nuove mafie che si arricchiscono con il traffico di clandestini
provenienti dalla Libia e con gli affari a esso correlati. A guidare questa
operazione sarà il maggiore Fabio Massimo Monti. Avrà a disposizione un team di
esperti e una misteriosa tutor, Patrizia.
Quella donna era un coacervo di tutto quanto un uomo potesse amare e odiare, desiderare e aborrire da un essere di sesso femminile. Era stata presentata come un cervellone, un “teschione”, come avrebbe detto un mio collega di Trieste, eppure vestiva i panni di una pin-up americana degli anni Cinquanta, seppur carica di master e lauree.
Patrizia diventa l’ombra del maggiore Monti, lo segue in
tutte le attività, monitorando attentamente il suo stato psichico e i
cambiamenti a cui la personalità di Monti andrà incontro durante lo svolgimento
della missione.
“Il bene minore” è il racconto di una vicenda sommersa, una
storia lontana dai riflettori, un potere che si nasconde e non ha controlli. È
un viaggio nel limbo oscuro tra il mondo reale e il mondo sommerso dove i
confini sono segnati da sangue, soldi, politica. È la genesi di una lotta alle
mafie, a partire da quella siciliana, che non può avvenire alla luce del sole.
Non tutto, infatti, si può raccontare. Alcune cose vanno fatte senza che si
sappiano in giro, magari con il minor danno possibile. Bisogna porre dei limiti
al crimine che genera solo altro crimine.
Tutto quello che rappresenta la mafia è la sostituzione volontaria e, soprattutto, gradita del potere dello Stato così come è concepito al Nord. È una cosa accettata, voluta e desiderata da parte della popolazione.
Fin dalle prime pagine del romanzo si percepisce
un’atmosfera carica di tensione che prelude a una sequenza di eventi
intercalati da momenti di riflessioni psicologiche, di analisi della società e
dei suoi mali, di considerazioni sulla politica, sulla dilagante corruzione,
sulle mafie. Il tutto crea una lettura avvincente che ci porta a guardare negli
occhi la giustizia. Ogni cosa, lo sappiamo bene, ha un suo prezzo e a muovere i
fili, di una giustizia fuori dalle regole, ci sono servizi fantasma che si
celano agli occhi della società. Leggendo questo libro viene spontaneo
chiedersi se la “giustizia ombra” esista, se la realtà possa davvero superare
la fantasia. Mafia, droga, traffici vari, corruzione sono i terreni fertili su
cui le mafie proliferano. A disegnare la mappa della nuova criminalità viene chiamato
Fabio Massimo Monti, maggiore dell’Arma, di stanza alla legione carabinieri di
Firenze. A lui il compito segreto di far implodere il sistema mafioso. Facile a
dirsi, difficile a farsi. Tuttavia Monti appare l’unico in grado di far
qualcosa contro il cancro della società. Inizialmente il maggiore non conosce
quasi nulla della missione ma la cosa stuzzica la sua voglia di cambiamento, il
suo desiderio di lasciare le calme acque della sua esistenza per tuffarsi in un
mare in tempesta.
Avrei accettato solo per lasciare i soldi ai miei figli, della missione non avevo capito granchè, l’agente segreto non mi aveva detto quasi nulla, eppure sapeva che avevo bisogno di qualcosa di nuovo, di diverso, una botta di adrenalina, un altro Iraq, una vita vera.
Monti appare subito il candidato perfetto per questa
missione: è un uomo di cultura, non è un esaltato omicida, non ha vendette
personali da compiere, conosce il limite umano e la pietà, sa farsi benvolere
dai colleghi, è un padre che ama i suoi figli, è un carabiniere, sa agire e
obbedire. Tra le sue mani si concentrerà un gran potere, una disposizione di
personale e mezzi, che renderà possibile fare quello che nessun organo,
democraticamente stabilito dalla Costituzione, avrebbe mai potuto fare.
“Il bene minore” è una storia crudele, incredibile, con una
sequenza di momenti difficili che pongono il lettore davanti a scelte, seppur
immaginarie, impossibili. Il protagonista ci mostrerà senza vergogna i
cambiamenti della sua personalità durante la missione. Egli vivrà una
sofferenza psicologica ed emotiva per le decisioni che dovrà prendere. Sarà una
lotta che vedrà uomini combattere l’un l’altro per la sopravvivere. Entreremo
in un mondo in cui non esistono leggi e ognuno vede nel prossimo un nemico che
si oppone alla realizzazione dei suoi desideri. Così l’uomo, seguendo il suo
primordiale istinto, è pronto a uccidere mostrando la sua malvagità.
Monti è determinato nelle sue scelte ma non si può
combattere il male con altro male, così nessuno vince e tutti perdono al gioco
della vita.
Interessante è l’identikit delle nuove mafie che animano il
romanzo. La violenza, immagine della criminalità, è spesso messa da parte
sostituita dagli affari in giacca e cravatta. Grazie a una rete molto fitta che
coinvolge i piani alti, la criminalità organizzata ha cambiato volto diventando
ancora più ricca e potente. La corruzione è diventata una strategia per le
mafie, per espandersi e guadagnare fiumi di soldi. Tutto il mondo è affetto dal
male “mafia”, il metodo mafioso è approdato in ogni Paese.
“Il bene minore” è un grido d’allarme e una dichiarazione di
guerra alla mafia. Non occorre sottolineare quanto sia importante e necessario
combattere contro questo mostro. Pagina dopo pagina cresce la suspense e
l’ombra della paura scandisce il trascorrere del tempo. Sei mesi, questo è il
tempo della missione, per ottenere giustizia, per combattere il male senza
ripensamenti, senza sensi di colpa.
Marco Cestelli ha scritto un libro intrigante regalando al
lettore momenti di pura azione ma anche riflessioni e analisi psicologiche. È
inevitabile iniziare a fare ipotesi creando un labirinto di luci e ombre in
cui, per godere di beni minore, si decide di sopportare mali maggiori. La
violenza viene tollerata e giustificata come mezzo minimo per limitare il male.
È cosa buona e giusta?
Nell’invitarvi a leggere questo bel romanzo vi saluto con
una frase di Karl Kraus:
“Il male non cresce
mai così bene come quando ha un ideale davanti a sé.”
Uscito più o meno insieme il mio. Lo avevo già puntato!
RispondiEliminaSi scoprono cose interessanti e meritevoli all'interno di piccole realtà editoriali :)
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